Nella tana del lupo.
di
dudette
genere
gay
Tornato a casa ero euforico*. Non solo mi ero divertito, ma si prospettava una serata bollente.
Tra l’altro non dovevo rendere conto a nessuno dei miei spostamenti perché per un paio di settimane sarei rimasto solo nella nostra casetta di villeggiatura. Ero impaziente e fattosi buio uscii per strada vagando per le strade del centro. Indossavo t-shirt, pantaloni bianchi molto attillati con un risvoltino in fondo che mi lasciava scoperta le caviglie, la cui destra era impreziosita da un sottile filo d’oro. Calzavo eleganti mocassini sul piede nudo.
Purtroppo Mimmo - erano le undici passate - mi aveva dato buca ed ero molto risentito, arrabbiato. I piedi stanchi mi bollivano per il girovagare in lungo e in largo per il centro in ostinata, vana speranza di incontrare l’amico. Per strada, verso mezzanotte, non c’era più anima viva e mentre facevo mestamente ritorno a casa, fui affiancato da un’auto di grossa cilindrata. Si abbassò il finestrino, e dall’interno una voce baritonale si rivolse a me:
- Ehi ragazzo dove vai tutto solo?
Mi aprì lo sportello invitandomi a salire. Riconobbi l’uomo seduto all’interno dell’abitacolo: Mino Farlo un uomo ricco e potente, per i suoi vasti interessi che deteneva in paese e a cui nessuno osava opporsi.
Forse per la rabbia del due di picche ricevuto da Saro, ma anche per la soggezione che mi incuteva il tipo, non ebbi la prontezza di rifiutare l’invito e salii sull’auto.
- Cosa ci fa un bel bocconcino come te tutto solo? - mi guardava voluttuosamente -. Con tutti i malintenzionati che avresti potuto incontrare in giro, per fortuna, hai incontrato zio Mino. Prima di riaccompagnarti a casa, vieni a bere qualcosa da me.
Accettai in silenzio. Percorremmo un tratto di strada che saliva ripida fra tornanti in un buio mai interrotto da luci di abitazioni. Dopo un quarto d’ora arrivati a destinazione, il cancello di una villa si aprì ed entrammo sotto il vigile controllo di due ceffi e di altrettanti mastini.
- Ciao ragazzi, tutto tranquillo? Bevo qualcosa col mio amichetto.
- Si signor Mino. Buona serata.
- Buona notte.
Mi condusse nella grande dimora vuota, ad eccezione noi. L’arredamento mostrava un’opulenza inversamente proporzionale al buon gusto. Mi fece bere un bicchiere di liquore ed io che non ero abituato, sentii la testa leggera. Ma ero abbastanza lucido da capire cosa mi aspettasse. Mi trovavo nella tana di un lupo, un mannaro sessuale e potevo solo attendere gli sviluppi senza determinarli.
- Sai che sei molto carino? Il tuo culetto inguainato nei pantaloni così attillati è uno spettacolo che non può sfuggire, come del resto quelle caviglie scoperte con la cavigliera sono assai sexy. Lanciavi inequivocabili segnali sessuali, non trovi? Sei proprio una delizia e zio Mino ti ammira molto. Vieni vicino a me,
Vedendo la mia riluttanza.
- Avvicinati, carino, non ti mangio mica!
Rise sguaiato, laido.
Avevo sempre più paura di quell’uomo, ma ne ero soggiogato.
Lo scrutavo preoccupato: era un soggetto dall’aspetto tutt’altro che raccomandabile. Una faccia dura - con grosse labbra che rivelavano la sua sordida sensualità - sormontava un fisico imponente. Una camicia aperta mostrava un petto villoso, dal collo pendeva una grossa catenina d’oro.
Mi afferrò e cominciò a palpeggiarmi.
- No signor Mino, la prego, cosa vuole?
- Se sei salito in macchina di certo lo sapevi e d’altra parte per quale motivo te ne vai in giro sculettante e vestito in un modo provocante? Non temere: soddisferò niente di meno, né di più di quello che stai cercando. Forza adesso spogliati, a cominciare dalle scarpe, ti voglio nudo completamente. Fallo lentamente e ogni tanto girati su te stesso.
Ero senza vestiti, tremante e pieno di vergogna davanti a lui che mi valutava dietro la nuvola di fumo del suo sigaro. Approvò con un sorriso laido.
- Confermo che sei davvero un bel pezzo di fichetta, quelle graziose come te sono la mia passione e mi danno più piacere delle vere femmine, i culetti dei ragazzini sono impareggiabili..
Mi condusse fino alla sua camera, mi fece sdraiare sul suo enorme lettone e si spogliò: era grasso, flaccido, villoso fino all'inverosimile. Lo osservai disgustato e la mia espressione era eloquente.
- Mi guardi e ti faccio schifo? Ti sembrerà strano ma fra poco desidererai che il mio grasso e irsuto corpo sudato non finisca mai di cavalcarti, ti apra il culo facendoti sentire un lurido frocio dissoluto sbrodolante di passione. Bramerai che il mio sperma ti riempia. Tu così carino che implorerai questo vecchio porco di trattarti da quella grandissima puttana che sei, di umiliarti come una schiava sessuale.
Ero emozionato, qualcosa dentro me scattò e così mi ritrovai inaspettatamente troia eccitata, in calore a desiderare, trepidante di voglia, nient’altro che quell’uomo laido, perverso disponesse di me.
- Va bene, scopami, se ti piace puoi anche legarmi, mi attizza l’idea che tu mi possieda usandomi violenza.
- Così ci siamo, davvero. Preparati.
Mi dispose a pecorina e, come gli avevo richiesto, mi legò con la cintura di un accappatoio le braccia dietro la schiena, aumentando il mio piacere nel sentirmi succubo, fingendo di essere stuprato, scopato contro la mia volontà. Si preparò, appoggiò la sua grossa fava sul mio buchetto e assecondato dalla mia spinta di reni all’indietro brutalmente entrò in me. Che urto!
- Ahi che male….fermati…slegami…ci ho ripensato.
- Smetti di starnazzare come una gallina presa per il collo, e concentrati nel darmi soddisfazione.
Mino stava sollazzandosi alla grande ed io ero scosso dai suoi colpi che avanti e indietro mi martellavano., mi scuotevano. Talvolta il suo cazzo nell’impeto della inculata fuoriusciva e sentivo che lui con una una mano lo rinfilarlo dentro al mio retto.
Avvertivo il suo corpo, peloso come quello di un animale, che gravava con la sua massa di grasso molliccia, calda e sudata, su di me. Ma quel suo cazzo nel mio intestino mi stava facendo impazzire, pompava magnificamente sostenendo l’azione con furia instancabile nonostante il suo respiro affannoso e ora, passato il primo disagio era godimento puro: sarei stato disponibile a ogni perversione.
- Che inculata magnifica e…ficcamelo ancora più dentro, più su…sborrami tutta….che puttana che sono….oh Mino…mordimi il collo..leccami dietro le orecchie…mhh…vorrei tanto che i tuoi uomini potessero assistere allo spettacolo…anche partecipare. Chiamali, ti supplico. Posso soddisfarvi anche tutti e tre insieme.
- La prossima volta lo faremo e se vuoi, in più tanti bei giochetti.
- Si….si …che cosa eccitante! Ma facciamolo presto, anche questa notte stessa…sono così incredibilmente eccitato….Si…ma non fermarti che vengo.
- Mai incontrata una ingorda zoccola come te.
Sento la sua sborra che mi sta riempendo i visceri. Lui grufola, soddisfatte le sue voglie
Sono una troia, mi piace sentirmi sporca di sperma col suo corpaccione scosso da brividi di godimento che mi schiaccia.
* vedi “All’ombra delle canne”.
Tra l’altro non dovevo rendere conto a nessuno dei miei spostamenti perché per un paio di settimane sarei rimasto solo nella nostra casetta di villeggiatura. Ero impaziente e fattosi buio uscii per strada vagando per le strade del centro. Indossavo t-shirt, pantaloni bianchi molto attillati con un risvoltino in fondo che mi lasciava scoperta le caviglie, la cui destra era impreziosita da un sottile filo d’oro. Calzavo eleganti mocassini sul piede nudo.
Purtroppo Mimmo - erano le undici passate - mi aveva dato buca ed ero molto risentito, arrabbiato. I piedi stanchi mi bollivano per il girovagare in lungo e in largo per il centro in ostinata, vana speranza di incontrare l’amico. Per strada, verso mezzanotte, non c’era più anima viva e mentre facevo mestamente ritorno a casa, fui affiancato da un’auto di grossa cilindrata. Si abbassò il finestrino, e dall’interno una voce baritonale si rivolse a me:
- Ehi ragazzo dove vai tutto solo?
Mi aprì lo sportello invitandomi a salire. Riconobbi l’uomo seduto all’interno dell’abitacolo: Mino Farlo un uomo ricco e potente, per i suoi vasti interessi che deteneva in paese e a cui nessuno osava opporsi.
Forse per la rabbia del due di picche ricevuto da Saro, ma anche per la soggezione che mi incuteva il tipo, non ebbi la prontezza di rifiutare l’invito e salii sull’auto.
- Cosa ci fa un bel bocconcino come te tutto solo? - mi guardava voluttuosamente -. Con tutti i malintenzionati che avresti potuto incontrare in giro, per fortuna, hai incontrato zio Mino. Prima di riaccompagnarti a casa, vieni a bere qualcosa da me.
Accettai in silenzio. Percorremmo un tratto di strada che saliva ripida fra tornanti in un buio mai interrotto da luci di abitazioni. Dopo un quarto d’ora arrivati a destinazione, il cancello di una villa si aprì ed entrammo sotto il vigile controllo di due ceffi e di altrettanti mastini.
- Ciao ragazzi, tutto tranquillo? Bevo qualcosa col mio amichetto.
- Si signor Mino. Buona serata.
- Buona notte.
Mi condusse nella grande dimora vuota, ad eccezione noi. L’arredamento mostrava un’opulenza inversamente proporzionale al buon gusto. Mi fece bere un bicchiere di liquore ed io che non ero abituato, sentii la testa leggera. Ma ero abbastanza lucido da capire cosa mi aspettasse. Mi trovavo nella tana di un lupo, un mannaro sessuale e potevo solo attendere gli sviluppi senza determinarli.
- Sai che sei molto carino? Il tuo culetto inguainato nei pantaloni così attillati è uno spettacolo che non può sfuggire, come del resto quelle caviglie scoperte con la cavigliera sono assai sexy. Lanciavi inequivocabili segnali sessuali, non trovi? Sei proprio una delizia e zio Mino ti ammira molto. Vieni vicino a me,
Vedendo la mia riluttanza.
- Avvicinati, carino, non ti mangio mica!
Rise sguaiato, laido.
Avevo sempre più paura di quell’uomo, ma ne ero soggiogato.
Lo scrutavo preoccupato: era un soggetto dall’aspetto tutt’altro che raccomandabile. Una faccia dura - con grosse labbra che rivelavano la sua sordida sensualità - sormontava un fisico imponente. Una camicia aperta mostrava un petto villoso, dal collo pendeva una grossa catenina d’oro.
Mi afferrò e cominciò a palpeggiarmi.
- No signor Mino, la prego, cosa vuole?
- Se sei salito in macchina di certo lo sapevi e d’altra parte per quale motivo te ne vai in giro sculettante e vestito in un modo provocante? Non temere: soddisferò niente di meno, né di più di quello che stai cercando. Forza adesso spogliati, a cominciare dalle scarpe, ti voglio nudo completamente. Fallo lentamente e ogni tanto girati su te stesso.
Ero senza vestiti, tremante e pieno di vergogna davanti a lui che mi valutava dietro la nuvola di fumo del suo sigaro. Approvò con un sorriso laido.
- Confermo che sei davvero un bel pezzo di fichetta, quelle graziose come te sono la mia passione e mi danno più piacere delle vere femmine, i culetti dei ragazzini sono impareggiabili..
Mi condusse fino alla sua camera, mi fece sdraiare sul suo enorme lettone e si spogliò: era grasso, flaccido, villoso fino all'inverosimile. Lo osservai disgustato e la mia espressione era eloquente.
- Mi guardi e ti faccio schifo? Ti sembrerà strano ma fra poco desidererai che il mio grasso e irsuto corpo sudato non finisca mai di cavalcarti, ti apra il culo facendoti sentire un lurido frocio dissoluto sbrodolante di passione. Bramerai che il mio sperma ti riempia. Tu così carino che implorerai questo vecchio porco di trattarti da quella grandissima puttana che sei, di umiliarti come una schiava sessuale.
Ero emozionato, qualcosa dentro me scattò e così mi ritrovai inaspettatamente troia eccitata, in calore a desiderare, trepidante di voglia, nient’altro che quell’uomo laido, perverso disponesse di me.
- Va bene, scopami, se ti piace puoi anche legarmi, mi attizza l’idea che tu mi possieda usandomi violenza.
- Così ci siamo, davvero. Preparati.
Mi dispose a pecorina e, come gli avevo richiesto, mi legò con la cintura di un accappatoio le braccia dietro la schiena, aumentando il mio piacere nel sentirmi succubo, fingendo di essere stuprato, scopato contro la mia volontà. Si preparò, appoggiò la sua grossa fava sul mio buchetto e assecondato dalla mia spinta di reni all’indietro brutalmente entrò in me. Che urto!
- Ahi che male….fermati…slegami…ci ho ripensato.
- Smetti di starnazzare come una gallina presa per il collo, e concentrati nel darmi soddisfazione.
Mino stava sollazzandosi alla grande ed io ero scosso dai suoi colpi che avanti e indietro mi martellavano., mi scuotevano. Talvolta il suo cazzo nell’impeto della inculata fuoriusciva e sentivo che lui con una una mano lo rinfilarlo dentro al mio retto.
Avvertivo il suo corpo, peloso come quello di un animale, che gravava con la sua massa di grasso molliccia, calda e sudata, su di me. Ma quel suo cazzo nel mio intestino mi stava facendo impazzire, pompava magnificamente sostenendo l’azione con furia instancabile nonostante il suo respiro affannoso e ora, passato il primo disagio era godimento puro: sarei stato disponibile a ogni perversione.
- Che inculata magnifica e…ficcamelo ancora più dentro, più su…sborrami tutta….che puttana che sono….oh Mino…mordimi il collo..leccami dietro le orecchie…mhh…vorrei tanto che i tuoi uomini potessero assistere allo spettacolo…anche partecipare. Chiamali, ti supplico. Posso soddisfarvi anche tutti e tre insieme.
- La prossima volta lo faremo e se vuoi, in più tanti bei giochetti.
- Si….si …che cosa eccitante! Ma facciamolo presto, anche questa notte stessa…sono così incredibilmente eccitato….Si…ma non fermarti che vengo.
- Mai incontrata una ingorda zoccola come te.
Sento la sua sborra che mi sta riempendo i visceri. Lui grufola, soddisfatte le sue voglie
Sono una troia, mi piace sentirmi sporca di sperma col suo corpaccione scosso da brividi di godimento che mi schiaccia.
* vedi “All’ombra delle canne”.
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