CAP. 3 - la prima lezione per Cristina (prima parte)
di
The bestof
genere
prime esperienze
CAP 3 - La prima lezione per Cristina
Cristina fu trascinata fuori dalla fila dove si era nascosta. Il bigliettaio le poggiò la mano sulla gamba, palpando la sua pelle sotto le sue dita e, senza pensarci due volte, iniziò ad accarezzarla, accorgendosi che, così facendo, le stava sollevando la gonna, scoprendole quasi completamente le gambe.
L’uomo era preso nel suo da fare, sempre più eccitato, sentendo la pelle calda della coscia della giovinetta sotto le sue dita, e non si accorse che, a fianco di una Cristina terrorizzata, erano arrivati il professore e il più giovane dei presenti, ipnotizzato dalla coscia della ragazza, completamente scoperta.
Il bigliettaio decise di soddisfare l’eccitazione del giovane e spostò la gonna sino a rendere visibili le mutandine di Cristina, intanto che fissava negli occhi il compagno d’avventura.
Iniziò a giocare con l’orlo della gonna, facendolo scendere verso il basso, un poco in su ed un poco in giù, scoprendo le mutandine e ricoprendole ed il ragazzo guardava la coscia di Cristina scoperta, toccandosi energicamente la patta dei pantaloni.
Si girò verso il professore, dicendogli qualcosa, anche lui guardava la sua allieva, domandandosi come diavolo fosse finita dentro al cinema ma sapendo che il suo destino era ormai segnato.
I due iniziarono a parlare sottovoce tra loro. “Tutto oggi? Sarà impossibile. Va plasmata come la compagna.” disse il professore al giovane. Quello dovette lamentarsi, facendo un gesto eloquente stringendosi il pacco con la mano. Il professore sorrise. “Va bene… capisco… ci arriveremo oggi…”
Intanto, il gioco aveva eccitato sempre di più il bigliettaio, impegnato a giocare con le dita sull’elastico degli slip della ragazza. In un attimo, infilò un dito sotto il tessuto, come se niente fosse.
Sino a quel momento, Cristina era rimasta muta, in tranche, terrorizzata, ma quel sentirsi violare nel proprio intimo la fece urlare, e fu per la prima volta nel corso di quel pomeriggio. Gli uomini, nonle fecero mai male, non fecero nulla forzandola brutalmente, ma non si poté dire che lei fosse totalmente consenziente. D’altro canto, gli uomini, guidati dal professore, non ebbero motivo di infierire su Cristina, l’avrebbero persa per i giorni successivi. Per le loro esigenze immediate era lì Lucia, alla sua quarta seduta. Quel giorno sarebbe stata violata come programmato. E lei sarebbe stata felice.
Osservato dal professore e dal giovane, il bigliettaio proseguì la corsa col suo dito sotto le mutandine, arrivando a toccare la fichetta della giovane. Era ignaro di essere il primo uomo a raggiungere quel traguardo. Sapendolo, perverso com’era, avrebbe sborrato seduta stante dentro le mutande.
“No! Che fa! No, no!”
Ma quello non si fece frenare dalle lamentele di Cristina. Però la giovanetta si dimenava troppo e lui, con una mano a bloccarle un braccio e l’altra impegnata in mezzo alle gambe, e un dito che cercava frenetico la fessura, non riusciva più nel suo intento.
“Tenetela ferma.”
I due accorsero subito in suo aiuto, bloccandole le braccia.
Videro il bigliettaio poggiare un ginocchio sul pavimento del cinema e scrutare da vicino il tesoro di Cristina, ancora coperto dalle mutandine.
Solo in quel momento, la ragazza focalizzò il gruppo che circondava Lucia, la sua compagna, e le venne un conato. Avrebbe voluto piangere.
Lucia era in ginocchio, con uno che le spingeva la nuca davanti a sé. Erano tutti con i pantaloni e le mutande abbassati. Avevano tutti i cazzi dritti e qualcuno lo teneva in mano. Il più anziano stava cercando di infilare il suo cazzo nella bocca della sua compagna, ma lei stringeva le labbra.
“”Ahi! no. No” Il dito del bigliettaio la distolse … l’uomo stava tendando di infilarlo dentro di lei.
“Sta buona, ragazzina…. Ahhhh! Cazzooo!” Era caduto indietro, perdendo l’equilibrio a causa della ginocchiata che lo aveva preso tra petto e mento, ma si era ripreso subito.
Si rivolse ai due, mentre Cristina continuava a dimenarsi.
“Cercate di tenerla ferma…”
Si inginocchiò nuovamente di fronte alle sue gambe ma questa volta portò entrambe le mani sotto la gonna prendendo fra le dita l’orlo delle mutandine e gliele sfilò. Rimase pochi secondi ad ammirare quella fichetta giovane a non più di venti centimetri dal suo viso.
“No. No!” Non resistette e ci buttò la faccia sopra iniziando a leccarla ed a baciarla.
Il professore vide Cristina che si dimenava troppo e comprese che il bigliettaio stava perdendo il controllo e che questo sarebbe stato motivo di guai. Cristina era stato un’imprevisto nel loro programma del giorno, ma la cosa andava sfruttata in maniera positiva. Invece di una, adesso avrebbero avuto due allieve da svezzare.
Poggiò una mano sulla spalla dell’uomo inginocchiato, invitandolo a risollevarsi.
“Portiamola fuori da qua…meglio che non veda…” e indicò il gruppo vicino.
Il bigliettaio rivolse lo sguardo alla sua sinistra. Vide uno degli uomini che stava tappando il naso a Lucia, mentre un altro le allargava la bocca, aiutandosi con le mani. Il suo membro dritto era a pochi centimetri dalle labbra della ragazza, pronto a varcare la soglia appena sarebbe stato possibile.
Cristina fu presa di peso e trascinata fuori dalla sala.
Cristina fu trascinata fuori dalla fila dove si era nascosta. Il bigliettaio le poggiò la mano sulla gamba, palpando la sua pelle sotto le sue dita e, senza pensarci due volte, iniziò ad accarezzarla, accorgendosi che, così facendo, le stava sollevando la gonna, scoprendole quasi completamente le gambe.
L’uomo era preso nel suo da fare, sempre più eccitato, sentendo la pelle calda della coscia della giovinetta sotto le sue dita, e non si accorse che, a fianco di una Cristina terrorizzata, erano arrivati il professore e il più giovane dei presenti, ipnotizzato dalla coscia della ragazza, completamente scoperta.
Il bigliettaio decise di soddisfare l’eccitazione del giovane e spostò la gonna sino a rendere visibili le mutandine di Cristina, intanto che fissava negli occhi il compagno d’avventura.
Iniziò a giocare con l’orlo della gonna, facendolo scendere verso il basso, un poco in su ed un poco in giù, scoprendo le mutandine e ricoprendole ed il ragazzo guardava la coscia di Cristina scoperta, toccandosi energicamente la patta dei pantaloni.
Si girò verso il professore, dicendogli qualcosa, anche lui guardava la sua allieva, domandandosi come diavolo fosse finita dentro al cinema ma sapendo che il suo destino era ormai segnato.
I due iniziarono a parlare sottovoce tra loro. “Tutto oggi? Sarà impossibile. Va plasmata come la compagna.” disse il professore al giovane. Quello dovette lamentarsi, facendo un gesto eloquente stringendosi il pacco con la mano. Il professore sorrise. “Va bene… capisco… ci arriveremo oggi…”
Intanto, il gioco aveva eccitato sempre di più il bigliettaio, impegnato a giocare con le dita sull’elastico degli slip della ragazza. In un attimo, infilò un dito sotto il tessuto, come se niente fosse.
Sino a quel momento, Cristina era rimasta muta, in tranche, terrorizzata, ma quel sentirsi violare nel proprio intimo la fece urlare, e fu per la prima volta nel corso di quel pomeriggio. Gli uomini, nonle fecero mai male, non fecero nulla forzandola brutalmente, ma non si poté dire che lei fosse totalmente consenziente. D’altro canto, gli uomini, guidati dal professore, non ebbero motivo di infierire su Cristina, l’avrebbero persa per i giorni successivi. Per le loro esigenze immediate era lì Lucia, alla sua quarta seduta. Quel giorno sarebbe stata violata come programmato. E lei sarebbe stata felice.
Osservato dal professore e dal giovane, il bigliettaio proseguì la corsa col suo dito sotto le mutandine, arrivando a toccare la fichetta della giovane. Era ignaro di essere il primo uomo a raggiungere quel traguardo. Sapendolo, perverso com’era, avrebbe sborrato seduta stante dentro le mutande.
“No! Che fa! No, no!”
Ma quello non si fece frenare dalle lamentele di Cristina. Però la giovanetta si dimenava troppo e lui, con una mano a bloccarle un braccio e l’altra impegnata in mezzo alle gambe, e un dito che cercava frenetico la fessura, non riusciva più nel suo intento.
“Tenetela ferma.”
I due accorsero subito in suo aiuto, bloccandole le braccia.
Videro il bigliettaio poggiare un ginocchio sul pavimento del cinema e scrutare da vicino il tesoro di Cristina, ancora coperto dalle mutandine.
Solo in quel momento, la ragazza focalizzò il gruppo che circondava Lucia, la sua compagna, e le venne un conato. Avrebbe voluto piangere.
Lucia era in ginocchio, con uno che le spingeva la nuca davanti a sé. Erano tutti con i pantaloni e le mutande abbassati. Avevano tutti i cazzi dritti e qualcuno lo teneva in mano. Il più anziano stava cercando di infilare il suo cazzo nella bocca della sua compagna, ma lei stringeva le labbra.
“”Ahi! no. No” Il dito del bigliettaio la distolse … l’uomo stava tendando di infilarlo dentro di lei.
“Sta buona, ragazzina…. Ahhhh! Cazzooo!” Era caduto indietro, perdendo l’equilibrio a causa della ginocchiata che lo aveva preso tra petto e mento, ma si era ripreso subito.
Si rivolse ai due, mentre Cristina continuava a dimenarsi.
“Cercate di tenerla ferma…”
Si inginocchiò nuovamente di fronte alle sue gambe ma questa volta portò entrambe le mani sotto la gonna prendendo fra le dita l’orlo delle mutandine e gliele sfilò. Rimase pochi secondi ad ammirare quella fichetta giovane a non più di venti centimetri dal suo viso.
“No. No!” Non resistette e ci buttò la faccia sopra iniziando a leccarla ed a baciarla.
Il professore vide Cristina che si dimenava troppo e comprese che il bigliettaio stava perdendo il controllo e che questo sarebbe stato motivo di guai. Cristina era stato un’imprevisto nel loro programma del giorno, ma la cosa andava sfruttata in maniera positiva. Invece di una, adesso avrebbero avuto due allieve da svezzare.
Poggiò una mano sulla spalla dell’uomo inginocchiato, invitandolo a risollevarsi.
“Portiamola fuori da qua…meglio che non veda…” e indicò il gruppo vicino.
Il bigliettaio rivolse lo sguardo alla sua sinistra. Vide uno degli uomini che stava tappando il naso a Lucia, mentre un altro le allargava la bocca, aiutandosi con le mani. Il suo membro dritto era a pochi centimetri dalle labbra della ragazza, pronto a varcare la soglia appena sarebbe stato possibile.
Cristina fu presa di peso e trascinata fuori dalla sala.
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