Viviamo in un mondo irreale
di
auroretta
genere
incesti
Mi sono spesso chiesto se fossi nata in una famiglia numerosa, cosa avrei apprezzata
oppure cosa avrei criticata. Sono l’unica figlia di due genitori che mi tengono sotto
le loro ali privandomi di qualsiasi libertà. Se devo fare la pipì loro lo devono sapere
e mi devono vedere mentre la faccio. Cosa accettabile a due anni oltre no.
Il rovescio della medaglia, quando devo vedere loro nello stesso atto, praticamente siamo tre esseri umani con un solo corpo. Tutti insieme abbiamo la massima libertà, ci piace vivere la natura, pratichiamo il nudismo, ci siamo adeguati ad una alimentazione salutare, viviamo nella solitudine perché non ci piace il contatto con altri, Il rito del rifornimento alimentare presso supermercati comporta il rito della doccia quando rientriamo in casa per evitare possibili contagi. Praticamente la nostra vita è assimilabile al carcere in regime di isolamento. Dimenticavo di dire che seguiamo pedissequamente i voleri di mamma, lei organizza e stabilisce tutto. Io e papà la seguiamo, lui perché pende letteralmente dalle sue labbra, io mi ci sono trovata perché mi hanno concepito. La mia sessualità è iniziata con loro e prosegue con loro, forse l’unica cosa positiva in un contesto forzato. La masturbazione in solitudine non so cosa sia, sono loro insieme a farmi godere questi piaceri. Sesso estenuante, la figa di mamma è un richiamo che non si può ignorare, il cazzo di papà dalla misura xxl mi trascina in orgasmi smisurati. Quando mi attaccano scatenano la mia libidine, uno alla figa l’altra ai seni mi trascinano in sensazioni di estasi da cui ne vengo fuori letteralmente disfatta, solo allora si dedicano ai loro corpi, quando ogni mia reazione è annullata. Quando il glande di papà sfiora le mie grandi labbra vengo colta da spasmi che cessano solo con la penetrazione profonda. I miei gemiti cozzano sulle pareti isolate acusticamente altrimenti accorrerebbero in massa. In quei momenti vorrei essere penetrata da miliardi di maschi superdotati. Ogni momento in cui siamo vicini ci sentiamo attratti come guidati da un magnetismo iperattivo che ci costringe a congiungerci. Io e mamma ci nutriamo del cazzo di papà, ormai abituato a reggere erezioni infinite per soddisfare la nostra fame, ci alimentiamo con la sua sborra fino all’esaurimento. Loro avevano un lavoro, lo hanno lasciato per uno molto più redditizio, giriamo video porno che una nota azienda li acquista in via esclusiva.
Ora abbiamo l’età giusta per gestire le nostre finanze con l’espressione dei nostri corpi.
oppure cosa avrei criticata. Sono l’unica figlia di due genitori che mi tengono sotto
le loro ali privandomi di qualsiasi libertà. Se devo fare la pipì loro lo devono sapere
e mi devono vedere mentre la faccio. Cosa accettabile a due anni oltre no.
Il rovescio della medaglia, quando devo vedere loro nello stesso atto, praticamente siamo tre esseri umani con un solo corpo. Tutti insieme abbiamo la massima libertà, ci piace vivere la natura, pratichiamo il nudismo, ci siamo adeguati ad una alimentazione salutare, viviamo nella solitudine perché non ci piace il contatto con altri, Il rito del rifornimento alimentare presso supermercati comporta il rito della doccia quando rientriamo in casa per evitare possibili contagi. Praticamente la nostra vita è assimilabile al carcere in regime di isolamento. Dimenticavo di dire che seguiamo pedissequamente i voleri di mamma, lei organizza e stabilisce tutto. Io e papà la seguiamo, lui perché pende letteralmente dalle sue labbra, io mi ci sono trovata perché mi hanno concepito. La mia sessualità è iniziata con loro e prosegue con loro, forse l’unica cosa positiva in un contesto forzato. La masturbazione in solitudine non so cosa sia, sono loro insieme a farmi godere questi piaceri. Sesso estenuante, la figa di mamma è un richiamo che non si può ignorare, il cazzo di papà dalla misura xxl mi trascina in orgasmi smisurati. Quando mi attaccano scatenano la mia libidine, uno alla figa l’altra ai seni mi trascinano in sensazioni di estasi da cui ne vengo fuori letteralmente disfatta, solo allora si dedicano ai loro corpi, quando ogni mia reazione è annullata. Quando il glande di papà sfiora le mie grandi labbra vengo colta da spasmi che cessano solo con la penetrazione profonda. I miei gemiti cozzano sulle pareti isolate acusticamente altrimenti accorrerebbero in massa. In quei momenti vorrei essere penetrata da miliardi di maschi superdotati. Ogni momento in cui siamo vicini ci sentiamo attratti come guidati da un magnetismo iperattivo che ci costringe a congiungerci. Io e mamma ci nutriamo del cazzo di papà, ormai abituato a reggere erezioni infinite per soddisfare la nostra fame, ci alimentiamo con la sua sborra fino all’esaurimento. Loro avevano un lavoro, lo hanno lasciato per uno molto più redditizio, giriamo video porno che una nota azienda li acquista in via esclusiva.
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valutazione
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Commenti dei lettori al racconto erotico