Gianna puttana in famiglia... VI episodio (gli Zii)

di
genere
dominazione

Ero ancora inginocchiata, quando si avvicinarono in sette e mi pisciarono addosso, in faccia, sui capelli, ovunque.
Mi alzai.
Uscimmo nel piazzale e ci salutammo.
Ero impresentabile. I capelli erano bagnati di piscio, con evidenti tracce di merda. La faccia gocciolava pipì e sulle labbra c’erano rimasugli di cacca. Mi fecero salire in macchina, senza nemmeno toccarmi.
Puzzavo, in bocca avevo il sapore della merda. Ero sfatta, umiliata, degradata, ma ero anche, incredibilmente, contenta.
Arrivai a casa e mi fiondai sotto la doccia. Impiegai più di un’ora per tornare pulita e profumata.

La serata con i camionisti mi aveva fatto comprendere, ancor più della serata a battere per strada, come mi piacesse e mi eccitasse farmi umiliare.
Quella settimana sarebbero stati giorni particolari.
Infatti, la domenica si sarebbe battezzato mio nipote, il figlio di mia sorella e ci sarebbe stata una festa, con tutta la famiglia invitata.
Papà si era messo in testa che, prima di quella domenica, mi sarei dovuta far scopare da tutti gli zii ed i cugini.
Non so come, ma ci riuscì.

Quella sera mi portò fuori a cena, ordinandomi di vestirmi peggio di una zoccola.
Abito corto succinto, tacchi a spillo 14cm, autoreggenti e reggicalze. Niente intimo.
Dopo la cena, mi riportò a casa.
Salii le scale davanti a lui, che continuamente mi palpava il culo, completamente scoperto dal micro abito e dal movimento delle gambe, impegnate nella salita per le scale.
Entrai in casa e vidi lo zio Menotti. Seduti sul divano, c’erano lo zio Piero e lo zio Bruno, i fratelli di papà ed in cucina, a bere, lo zio Nicola, fratello della mamma.
Mi guardarono increduli.
Lo zio Menotti mi disse di farmi vedere dagli zii quanto fossi bella.
Rimasi impalata davanti a loro, mi voltai per mostrare il culo, a malapena coperto dal micro abito; era ben visibile sia la balza delle autoreggenti che la presenza del reggicalze.
mi avvicinai alla parete, appoggiai le mani sul muro e mi piegai in avanti, torsi la testa per guardarli: erano estasiati.
“Toccatemi”, dissi, rivolgendomi ai miei zii.

Gli zii Bruno e Piero si alzarono e si avvicinarono, accarezzandomi.
Presto si aggiunse lo zio Nicola; mi spogliarono, rimasi nuda davanti a loro.
In pochissimo tempo, mi ritrovai tutti e tre, gli zii Nicola, Bruno e Piero, intorno che mi palpavano e mi baciavano.

“Andiamo in camera da letto”, disse papà, che aggiunse
“Lei verrà strisciando come una cagna”
Mi misi a quattro zampe e davanti ai loro sguardi divertiti, mi diressi, carponi, verso la camera da letto.
Erano tutti e cinque nudi. I primi a venire a letto con me, furono lo zio Menotti e lo zio Nicola.
Mi presero insieme.
Lo zio Nicola mi allargò le cosce e mi penetrò nella figa, mentre lo zio Menotti si fece smanettare.
Mi fecero mettere carponi sul letto, lo zio Nicola me lo mise in bocca, mentre lo zio Menotti mi inculò, prendendomi per i fianchi.

Sentii lo zio Bruno dire a mio padre
“Non credevo fosse così troia”
“Non hai visto ancora niente. Menotti, facciamo vedere cosa è capace di fare”
Capii intendesse la doppia anale.
Mi preparai, mettendomi carponi sul letto.
Papà ci raggiunse, sul letto, mi prese dai fianchi e, con un colpo deciso, mi inculò; iniziai a gemere nel sentire il cazzo di mio padre aprirmi il culo.
Lo zio Menotti si sistemò a cavalcioni sulla mia schiena, prese il cazzo in mano e lo infilò, non senza difficoltà, nel mio culo.
Mi incularono insieme, sotto gli sguardi sorpresi, ma estasiati degli altri zii, che a turno, mi infilarono i loro membri in bocca, riempendomi di offese volgari.

Nicola si allontanò per andare in cucina. Tornò con tre zucchine di medie dimensioni.
Mi fece stendere sul letto con le cosce divaricate.
Mi infilò nella figa la prima zucchina, mi masturbò, quindi aggiunse la seconda; ebbe molta difficoltà a fare entrare anche la terza, ma ovviamente ci riuscì, noncurante delle mie suppliche di non farlo.
Mi penetrò con le tre zucchine, facendomi letteralmente impazzire di piacere. Gemevo come una pazza, implorandolo, questa volta, di continuare. Mi sentivo completamente aperta e provai una sensazione incredibilmente piacevole. Avrei voluto non finisse mai.
Lo zio Bruno si avvicinò e mi porse il cazzo da leccargli.
Lo leccai, soffermandomi sul glande e sul prepuzio e quando capii che stava per godere, lo segai, facendolo sborrare nella mia bocca. Ingoiai guardandolo, con sguardo estasiato e sorridente.
Lo zio Piero sfilò le zucchine ed infilò tre dita della sua mano nella mia figa; ne aggiunse una quarta e poi tutte e cinque le dita. Strabuzzai gli occhi; chiuse il palmo e mi scopò con il pugno completamente dentro.
Ripartì la giostra e raggiunsi un altro, intenso, orgasmo.

Papà si avvicinò, facendomi restare stesa sul letto.
Si mise, di spalle, a cavalcioni su di me, allargò le chiappe e si sedette sulla mia bocca, intimandomi di leccargli il culo.
Mi aggrappai ai suoi fianchi e passai la lingua intorno e dentro il suo ano.
Lo zio Menotti informò gli altri zii:
“Lecca il culo anche quando è sporco di merda”
Risero tutti

Papà si segava, mentre gli leccavo a fondo il culo, finché si girò, si segò con la cappella rivolta al mio viso e gemette
“Ingoia questa sborrata, troia”
Mi inondò la bocca di calda sborra, che non esitai a mandare giù.

Alzai lo sguardo verso i miei zii, Piero, Nicola e Menotti.
Lo zio Piero si distese sul letto e mi intimò di cavalcarlo e scoparlo. Così feci. Lo zio Nicola venne dietro e mi inculò, mentre lo zio Menotti mi porse il cazzo in bocca.
Sincronizzarono i movimenti e mi sbatterono per diversi minuti, finché anche lo zio Menotti mi sborrò in bocca.

Rimasi a sandwich, tra lo zio Piero, fratello di papà e lo zio Nicola, fratello della mamma.
Papà fece avvicinare anche gli zii Menotti e Bruno con i loro cazzi nella mia bocca e mi fotografò
“La nipote zoccola con i suoi zii”
Risero tutti

Lo zio Nicola mi sborrò nel culo e lo zio Piero venne inondandomi la figa.

Ero sfinita.
Mi fecero scendere dal letto e mi fecero mettere in ginocchia con la testa piegata all’indietro. Erano tutti e cinque intorno con i cazzi in mano. Come avevo facilmente intuito, si misero a pisciare sulla mia faccia. Mi feci inondare dalla calda urina dei miei quattro zii e di mio padre.
Mi alzai e mi tolsi le scarpe, le autoreggenti ed il reggicalze, completamente intrisi di piscio.
Andai in bagno a sciacquarmi e quando tornai in camera da letto, lo zio Piero mi prese per i capelli e mi costrinse a mettermi carponi ed a leccare, dal pavimento, tutto il piscio caduto per terra.

Si eccitarono nuovamente.
Lo zio Bruno mi prese per i fianchi e mi inculò brutalmente. Lo zio Nicola mi prese per i capelli e me lo infilò in bocca.
Mi tennero così per diversi minuti, finché lo zio Bruno scaricò nel mio ano la sua sborrata, mentre lo zio Nicola mi godette in bocca.
Andai carponi in bagno, dove lo zio Piero era seduto sul cesso a cagare.
Mi avvicinai timidamente, lo zio mi prese per i capelli e mi infilò il cazzo in bocca.
Si sentiva la puzza della merda. Mi misi a spompinarlo, mentre lo zio cagava e scorreggiava.
Sapevo quel che mi sarebbe toccato, e per sperare di evitarlo, mi misi a leccare con devozione, sperando che facendolo godere, gli avrei fatto passare ogni voglia di farsi leccare il culo sporco.
Non ci fu verso.
Lo zio mi sfilò il cazzo dalla bocca e si alzò dal cesso.
Rimasi in ginocchio, lo vidi girarsi e piegarsi, allargando le chiappe.
Mi avvicinai, era esageratamente sporco, ma non avevo scelta.
Iniziai a leccarlo.
Lo zio urlò:
“Ragazzi venite a vedere; ‘sta troia mi sta leccando il culo sporco di merda”
Gli zii Nicola e Bruno non potevano crederci
“Dino, ma quanto è zoccola tua figlia?”, chiese a papà, il fratello Bruno
“Per fortuna ce se siamo accorti”, rispose papà; si avvicinò, si mise in ginocchio da dietro, mi prese per i fianchi e mi scopò, incitandomi a continuare a leccare il culo dello zio Piero
“Puliscilo, non deve rimanere nessuna traccia di merda”
Lo pulii per bene, segandolo contemporaneamente; lo zio tirò lo scarico, con mio sollievo, ma abbassai lo sguardo e vidi i residui di tracce di merda sulle pareti del water.
Come se ciò non bastasse, lo zio Piero sborrò nel water e non mi fu difficile immaginare il prosieguo.
Infatti papà, continuando a penetrarmi da dietro, mi afferrò per i capelli e, spingendomi la testa dentro il cesso, mi intimò di leccare tutto, la sborra ed i residui di merda.
Lo feci, godendo come una pazza nel sentirlo, per la prima volta, sborrarmi nella figa.
Mi sollevò la testa solo quando si accertò che avessi pulito per bene tutto il cesso.
Speravo fosse finita, ero stanchissima.

Mi alzai e chiesi di potermi sciacquare.
Per prima cosa mi lavai i denti e mi sciacquai la bocca con il collutorio.
Mi feci una doccia e mi asciugai i capelli.
Ero finalmente pulita e profumata.
Certo, mi bastava rigurgitare per sentire i sapori immondi nella gola, ma ripresi forza ed energia.
Uscìì dal bagno e trovai, sul letto, un leggings bianco, sottile e molto stretto.
Lo indossai senza intimo, ero, praticamente nuda.
Zio Bruno era seduto sul divano e mi invitò a cavalcarlo. Mi palpò il culo e mi baciò
“Anche io voglio farmi leccare il culo sporco di merda”, mi disse
“Zio, caga e te lo lecco per bene”, risposi sorridendo ed ammiccando.

Per leggere la storia di Gianna:

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scritto il
2024-06-10
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