Una giornata senza pretese

di
genere
dominazione

Non aveva idea del perché, la mente l’aveva abbandonata da tempo. Era solo carne. Carne e pelle pulsante. Terminazioni nervose che gridavano al contatto di quelle mani e di quei giocattoli che tanto amava. Lo osservava gironzolarle intorno per quanto il collo riuscisse a ruotare e gli occhi a contorcersi. Era legata con una corda da arrampicata a una trave del suo soggiorno. Nuda. Per gentile concessione le aveva fatto tenere le scarpe. Quei sandali alti, che nulla avevano di casto, gridavano “SCOPAMI” a chiunque li guardasse, ma a lui pareva non facessero effetto alcuno. La notte dei giochi aveva preso inizio da un po’, ma da quando era lì, il tempo non aveva ritmo. Ogni secondo perdeva un battito e tutto pareva dilatato. Le sensazioni sulla pelle si rincorrevano dietro ai colpi e alle carezze. Non aveva il controllo di nulla, ma un immenso potere. Poteva fermare il gioco in ogni momento e lui, il suo padrone, si sarebbe fermato. Questo era l’accordo. La questione restava sempre la solita però: quando avrebbe deciso di fermarlo?
Le allarga le gambe con un frustino di cuoio nero. Quello sarà doloroso, lo sa. Lo immagina. Ma lui le accarezza delicatamente l’interno coscia e subito la pelle reagisce increspandosi. Le labbra della sua fica rispondono a una contrazione profonda che urla, ma che non dice nulla. Ritorna la mente a dirle cosa immaginare, ma lui è veloce e non le dà modo di prevedere cosa accadrà. La colpisce con uno schiaffo sul pube. Inaspettato. Il dolore corre lungo la colonna vertebrale direttamente alla base del cranio e lei non capisce cosa stia accadendo. Il movimento all’interno di lei, nonostante il dolore, gonfia, si intestardisce e cresce, aumentando la pulsazione. Non vuole dargliela vinta, continua a guardarlo negli occhi quando può. È lei che ha il comando. Basta una parola e tutto si ferma ma la questione rimane sempre la solita: vuole fermarlo?
Lui non molla lo sguardo, ogni tanto si avvicina le posa la bocca sui seni, le succhia i capezzoli che reagiscono violenti e per un attimo il desiderio di venire scopata lì nel modo più tradizionale le corre sul corpo, ma è la memoria del passato, non ha nulla a che vedere col presente. E lei indietro non torna. Un altro colpo e poi un altro e ancora uno. Sente male. Lui lo sa di farle male ma lo sguardo che ha, è quanto di più erotico abbia mai visto e questo l’accende senza farle pronunciare un suono.
Guardarla lì, esposta, furente, nonostante la posizione da sottomessa, senza esitazioni mentre lo tiene incollato occhi negli occhi, lo eccita ancora di più e in un attimo, quel nodo apparentemente difficile da sciogliere, si disfa. La sorregge mentre si accascia sul tappeto di casa, aspetta che le sue gambe si allarghino ed entra dentro di lei, lasciando che il tempo finalmente, perda tutti i battiti…
La questione rimane la stessa: vuole davvero che lei decida di fermarlo? Lo sa: lei non lo fermerà.
scritto il
2024-06-16
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