Il bello di essere fuorisede - Cap. 2

di
genere
etero

Immediatamente la squadro da capo a piedi. S'è cambiata. Ora ha addosso uno di quei vestitini estivi pezzo unico con scollatura generosa e taglio sopra il ginocchio. Con il cazzo ancora duro non riesco a non fissarle le tette, fa caldissimo, sono appena imperlate di sudore, le spoglio con la fantasia.

"Scusa, ti disturbo ancora. Ho un problema coi fornelli in cucina, non si accendono e non so dove mettere le mani. Te ne intendi?" La sua voce mi riporta alla realtà.
Incerto provo, "Posso dargli un'occhiata ma non prometto nulla. Credo di saperne quanto te".
La seguo in casa, rottura di coglioni, perlomeno potrò vedere ancora un po' di quel corpo. Oppure è solo una scusa, in realtà vuole farmi entrare in casa perchè prima si è eccitata anche lei. No, queste cose succedono solo nei porno, ti pare possibile? Non mi ha mai fatto un sorriso in questi mesi, quasi non mi salutava, e ora è vogliosa del mio cazzo al punto da venire lei da me. È sposata cristo! Sbircio per bene e dopo mi faccio una bella sega, il massimo che potrò fare.

"La cucina è di qui. Li ho provati tutti, non se ne accende nemmeno uno", non me ne frega niente.
Svogliato apro un fornello, non esce gas. "Non c'è puzza di metano, sembra che non arrivi il gas"
Tolgo e rimetto le piastre, niente da fare. Si inginocchia al mio fianco davanti ai fornelli. Occhiata alla scollatura, sono magnetiche! Non capisco già nulla, siamo vicini, le nostre bocche sono a meno di 20 centimetri l'una dall'altra, il suo profumo di donna le rende più vicine di quello che sono. Il mio cuore accelera. Mi sto eccitando di nuovo, come può farmi questo effetto?
L'occhio cade sul rubinetto giallo del gas, chiuso. Riprendo il controllo di me e allungo la mano.
"Ecco il problema, c'era il rubinetto chiuso, ora dovrebbe andare"
Si accende.
"Chissà com'è potuto succedere, sarà stato mio marito", sospira, "Non mi dice mai quello che fa e trovo sempre queste sorprese. Grazie!"
"Figurati, per una cazzata simile", sarei potuto rimanere sul divano.
"Hai già mangiato? Devo ancora preparare, potresti fermarti"
Da quando è così gentile? Abito qui da oltre 7 mesi e non ci avevo mai parlato. Che abbia sbagliato a giudicarla?
"Non vorrei disturbare", faccio l'educato.
"Devo comunque preparare per me, butto più pasta e ti rendo il favore"
Annuisco come per dire 'ok, mi hai convinto'.

Io appoggiato alla credenza, lei cucina, il tavolo ci separa. Lei, la padrona di casa, è di spalle e sta riempiendo d'acqua una pentola, le guardo il culo. Mi fa davvero voglia. Voglio vedere di più. Ho un'idea! Mi avvicino, "Ti serve una mano?", "Si, puoi tagliare della cipolla". Inizio ad affettare di fianco a lei e appena posso le guardo nella scollatura. Sono arrapatissimo e quasi spero che mi scopra. Ha un reggiseno un po' troppo piccolo e le tette sono schiacciate una contro l'altra, quanto ci metterei la faccia mentre le strizzo il culo da sotto il vestito!
Vorrei farmi sentire per vedere come reagisce, ma come?

Ci sediamo a tavola.
"Allora? Non parli molto. Sei sempre così?"
"Beh dai, di solito non sono così timido, è molto strano essere qui a pranzare!"
"Si, non hai tutti i torti. A volte penso che sarebbe bello creare un rapporto con gli studenti dell'appartamento in affitto, ma non so mai da dove iniziare"
"Un pranzo così non è male come inizio" Sorrido, la conversazione è inutile, penso solo a una cosa, la guardo negli occhi e mi fingo distratto. Mi cade il coltello. Mi chino a raccoglierlo sotto il tavolo e come mi aspettavo ho una bella vista delle sue gambe, lo sguardo sale, le cosce semiaperte mi offrono l'altra faccia del perizomino delle scale. Le grandi labbra creano un bel rigonfiamento e s'intravede la duna del clitoride. Accavalla le gambe "Beh? Il coltello dove si sta nascondendo?"
Cazzo se n'è accorta! Mi alzo e faccio finta di nulla. Il pranzo continua.

...

"Sai Ale, per la domanda di prima, in realtà ti ho mentito. A volte in salotto sento dei rumori di donna dal vostro appartamento e credo che in quella zona ci sia la tua camera"
Nel dirlo appoggia la testa sui pugni e si sbilancia in avanti, ho una vista perfetta delle sue tette incredibilmente compresse, sembra che le stiano per uscire dal vestito. Non mi aspettavo una frase del genere. Arrossisco, ho una vampata di calore al petto e istintivamente mi copro la bocca con una mano.
"Ehm... Sai..."
"Dai, non vergognarti. Siamo adulti, possiamo parlare liberamente di questi argomenti."
Resto immobile.
"A giudicare da quanto ho sentito devi essere bravino" Alza il sopracciglio.
Sento che il calore dal petto scende fino al pube, a quanto pare quella frase non ha toccato solo il mio orgoglio.
Si passa la lingua sul labbro superiore, "Ti confesso che a volte mentre ascolto sola sul divano mi eccito e inizio a toccarmi.."
Nel dirlo una mano le cade sotto il tavolo.

gibarian@tiscali.it
scritto il
2024-06-22
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