Un Giorno nel Buio: Le Confessioni di uno Schiavo Sadomaso - Parte IV

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sadomaso

Il mio fisico statuario, i capelli biondi e gli occhi verdi non erano passati inosservati. Una sera, mentre giacevo stanco e dolorante nella baracca, alcune guardie entrarono e mi portarono via con loro. Mi condussero alla casa del padrone, ma prima mi fecero fare una doccia. Mi ripulirono accuratamente, lavando via la sporcizia e il sudore accumulati durante i giorni di lavoro nella cava. Ogni gesto era meccanico e freddo, preparandomi per quello che sarebbe venuto dopo.

La Notte da Schiavo Sessuale
Preparazione e Presentazione
Dopo la doccia, fui condotto davanti al padrone. Egli mi osservò con occhi predatori e, con un sorriso soddisfatto, disse: "Stasera sarai il mio schiavo sessuale."

1. Bondage Estremo
Venni legato con corde di seta, strette intorno ai polsi e alle caviglie, rendendomi completamente immobile. Il padrone si assicurò che ogni nodo fosse perfetto, ogni corda tirata con precisione. Il bondage era non solo una forma di sottomissione fisica, ma anche psicologica, un preludio a ciò che sarebbe seguito.

2. Fustigazione e Flagellazione
Con il corpo immobilizzato, il padrone iniziò a fustigarmi con una frusta di cuoio. Ogni colpo era preciso, infliggendo un dolore che bruciava sulla pelle. La fustigazione non era solo punitiva, ma serviva a risvegliare ogni nervo del mio corpo, preparandomi per le pratiche successive.

3. Cera Calda
Il padrone accese diverse candele e, lentamente, iniziò a versare gocce di cera calda sul mio petto, sull’addome e sulle cosce. Ogni goccia era un'esplosione di calore e dolore, un contrasto acuto con il freddo della notte. La cera si solidificava rapidamente, creando un mosaico di sofferenza e piacere.

4. Spanking e Corporal Punishment
Mi fece inginocchiare e iniziò a colpire le mie natiche con un paddle di legno. Ogni colpo era potente e ritmico, lasciando segni rossi e doloranti. Il padrone modulava l'intensità, alternando colpi più leggeri a quelli più forti, mantenendo un equilibrio tra il dolore e il piacere.

5. Dominazione e Umiliazione
Il padrone mi costrinse a svolgere atti di sottomissione estrema, facendomi assumere posizioni umilianti e ordini degradanti. Ogni comando era un test della mia obbedienza e della mia capacità di sottomettermi completamente alla sua volontà. La dominazione era totale, un esercizio di potere e controllo assoluto.

6. Gioco con le Pinze
Il padrone utilizzò delle pinze per stimolare i miei capezzoli e altre parti sensibili del corpo. Le pinze erano dotate di piccoli denti che affondavano nella carne, creando un dolore acuto e pungente. Ogni movimento delle pinze era calcolato per massimizzare il dolore e il piacere.

7. Deprivazione Sensoriale
Mi bendò gli occhi e mi mise dei tappi nelle orecchie, isolandomi dal mondo esterno. La deprivazione sensoriale amplificava ogni sensazione, rendendo ogni tocco, ogni colpo, ogni goccia di cera un'esperienza intensamente acuta. Ero perso in un mondo di dolore e piacere, guidato solo dal volere del padrone.

8. Gioco con le Temperature
Utilizzò cubetti di ghiaccio per raffreddare alcune parti del mio corpo, alternandoli alla cera calda per creare un contrasto estremo di temperature. Il freddo del ghiaccio si mescolava al calore della cera, creando un'esperienza sensoriale unica e profondamente intensa.

9. Sesso Forzato e Controllato
Il padrone mi usò per il proprio piacere sessuale, controllando ogni aspetto dell'atto. Ogni movimento era diretto, ogni respiro misurato. La mia volontà era nulla, ridotto a un mero strumento di piacere. Mi costrinse a eseguire un fellatio, obbligandomi a spompinare il suo cazzo fino a quando non fu soddisfatto. Ogni spinta era un ulteriore segnale della mia completa sottomissione. Poi mi sodomizzò ripetutamente, ogni penetrazione una conferma del suo dominio assoluto.

La Fine della Notte
Dopo ore di torture e umiliazioni, il padrone finalmente decise di concedermi un po’ di tregua. Mi slegò e mi lasciò giacere sul pavimento, il corpo dolorante e la mente confusa. Non ci fu alcuna parola di conforto, nessuna promessa di sollievo. Solo il freddo della notte e la consapevolezza che, nonostante tutto, ero ancora uno schiavo, prigioniero del mio destino.

La mattina seguente, mi riportarono alla cava. Le catene tintinnavano mentre camminavo, il corpo segnato dalle pratiche della notte precedente. Ripresi la mia solita routine, ogni colpo di martello contro le pietre un promemoria della mia eterna prigionia e delle notti passate a servire il padrone in modi che mai avrei immaginato.
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scritto il
2024-07-03
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