A story by Thomas Andersen

di
genere
scambio di coppia

Marco è con Sara, Luca con Elisa.

Quattro persone con le fedi al dito che, come molte coppie presumibilmente senza figli, escono in amicizia; si trovano ora al tavolo rettangolare di un ristorante.

Marco è un grazioso quarantenne moro, dai modi affabili, capello corto e leggera barba fanno da contorno ad un look ordinato ma senza esser troppo elegante, da quel che ho origliato fa il rappresentante di una famosa marca di ciabatte e pantofole, quelle che si trovano negli ipermercati. In questo momento ha di fronte Luca e stanno dibattendo sulla qualità del vino appena servito.

Sua moglie Sara, magra, capelli castani lisci appena oltre le spalle, abitino leggero, siede alla destra del marito. Non è oggettivamente bella ma ha il fascino delle donne particolari ed inquiete, un uomo sa già cosa intendo, per le lettrici donne dovrò esser più preciso: vivacissima, iperattiva, curiosa di qualsiasi argomento che riguardi viaggi, tendenze, feste, nuove esperienze in genere. Una impegnativa, che si annoiano a restare mezza giornata in casa. Raccontava che segue i conti aziendali dell’azienda del padre. Ha sicuramente parecchio tempo libero.

Elisa è invece molto posata, casta camicetta bianca, pantalone estivo floreale, un caschetto di capelli tendenti al rosso e occhi azzurri, pelle molto chiara, una bambola, più bassa di Sara, più giovane e anche un po’ più in carne. Ascolta molto, sorride spesso, utilizza le posate in modo composto e fine, non tocca con le mani nemmeno il pane. L’amica, seduta di fronte, le sta parlando del desiderio di acquistare un camper.

Luca è un trentacinquenne probabilmente milionario, se non sbaglio ha un orologio Audemars Piguet che, prima d’ora, ho visto soltanto in televisione. Una chiave col logo Maserati è poggiata accanto al suo piatto. Stasera veste casual, comodo, jeans e una polo che non aiuta a nascondere la sua avversità per le attività sportive. Non è comunque sovrappeso, biondino, occhiali da vista, pimpante e sicuro di sé. Stranamente non sembra viziato, mi è simpatico.

Io sono solo, seduto ad un tavolino poco distante dal loro.
Se dovessi scegliere, sarei indeciso. Sara la vedo adatta per un’avventura di una notte, una botta di adrenalina, un capriccio. Elisa sembra poter dare il meglio di sé in una relazione da amanti. A prima sensazione, vedrei meglio Sara con Luca, lei potrebbe godere degli agi di lui per appagare le sue smanie.
Devo scoprire di più, serve che bevano ancora. Mi alzo, raggiungo il bancone e chiedo al cameriere di portar loro una bottiglia di champagne ma senza riferire chi la offre.
Sorpresi ed entusiasti, la stappano immaginando che sia stato un gesto del ristoratore, in realtà hanno indovinato, quello che ignorano è che il gestore di questo posto sia io. Ho rilevato questo piccolo hotel ristorante qualche anno fa, adoro ospitare gente, interagire con persone nuove ogni giorno, cogliere le loro energie, tentare di scoprire le loro storie, o anche solo immaginarle. Ho ricevuto la prenotazione per due notti da due coppie provenienti dalla stessa città, immaginavo fossero amici, speravo si fermassero a cena, ed è accaduto. Ho riservato loro due matrimoniali, quelle in cui ho sistemato microcamere nascoste. Ok, non sono corretto, la mia curiosità è morbosa ma non è niente di innovativo, lo fanno tanti da sempre, si sa. D’altra parte, se fossi perfetto, non stareste leggendo questa storia.
Proseguono le conversazioni, domani mattina visiteranno il centro, sono indecisi, Elisa è incuriosita dal museo, Sara dal giro turistico sul battello, io da cosa faranno appena rientrati in camera.
Marco è furbo, propone di acquistare subito online i biglietti salta coda per la galleria, assecondando la moglie dell’amico. Sara, lievemente indispettita, finge di rinunciare scherzosamente:” Sì,ottima idea, meglio evitare il fiume, ci saranno sicuramente zanzare”.
L’armonia si è spezzata. Provano a cambiar discorso, versare altro vino, ma siamo sinceri, è evidente che Marco vorrebbe fottere la moglie dell’amico.
Il clima è teso, l’alcool potrebbe portare ad un secondo incidente diplomatico, lo spero con tutto il cuore. Ordinano i caffè per cercare di accelerare i rispettivi ritorni in camera. Luca fa roteare il calice del vino fingendo di contemplare il nettare prima di fare la sua mossa:” Propongo di visitare il noioso museo al mattino e sfidare le zanzare navigando nel pomeriggio, abbiamo tutta la giornata, perché non concedersi entrambe le opzioni?”
Bella mossa, uno a uno, palla al centro. Ovviamente tutti sono d’accordo, sorseggiano i caffè, tranne Elisa che rifiuta per evitare insonnia notturna. Si congedano e raggiungono le camere.
Vado nella mia stanza e accendo il pc. Elisa sta discutendo con Luca, gli rimprovera di avere definito noioso il museo. Lui si difende dicendo che doveva rispondere alla mossa dell’amico per non lasciargliela passare passivamente. Lei insiste sul fatto che poteva proporre la soluzione senza rendere tediosa l’idea della moglie. Il battibecco è leggero, termina in poche battute e si mettono a letto freddamente.
Nell’altra stanza vedo Sara imbestialita:”Bravo, hai rovinato il pathos del weekend, mi hai fatta sentire ignorata, vuoi farti Elisa? Basta dirlo, senza cimentarti in questi velati corteggiamenti. Vado a letto. Se domani sento ancora una frase del genere prendo le valigie e rientro in treno da sola.”

Mi è andata male, potevo gustarmi qualche scena di sesso e invece in due camere su due ho spiato solo qualche piccola schermaglia coniugale. Lascio comunque tutto acceso mentre mi accingo ad addormentarmi. Sto per prendere sonno quando un lieve bisbiglio richiama la mia attenzione. Luca allunga una mano verso la consorte, le accarezza la schiena, le sussurra qualcosa che non riesco a cogliere. Lei inizialmente sembra glissare poi si gira verso il marito e con la mano inizia a coccolarlo sul pantalone del pigiama, all’altezza del sesso. Non lo bacia, è buio ma la mia videocamera ha visore notturno. Lui non può vedere il viso scocciato di lei, io sì. Lui smette di toccarla, si stende, lei gli abbassa calzoni ed intimo, liberandogli l’erezione. Non faccio in tempo a vedere la sua dotazione perché subito Elisa la accoglie interamente nella bocca. Sembra che abbia fretta, forse vuol far scorrere pacificamente la vacanza, forse vuol marcare il territorio, succhiando via qualsiasi idea strana dalla mente del marito. Succhia così profondo e senza stenti da farmi dedurre che Luca non abbia dimensioni importanti. Mi eccito, ma solo perché sto spiando, non sicuramente per la performance della coppia. Lui resta steso, non prende iniziative, non viene nemmeno. Forse mossa da orgoglio, lei si spoglia rapidamente, restando solo in reggiseno, sale sopra di lui e si infila ondeggiando decisa. La sua pelle è così chiara che fa quasi luce. Questa particolarità scuote l’oscenità delle mie fantasie che la collegano a una spietata principessa pallida dal sangue blu, è palese che stia scopando recitando, ha gli occhi aperti e guarda di lato, è così finta nell’atto che nemmeno una prostituta di lusso potrebbe far di meglio, non resisto, mi sbottono velocemente per masturbarmi.
Lei improvvisamente si sfila e…

io e Luca veniamo nello stesso istante.

Lui grazie alla carne della sua donna, io innescato dalla sua recita.

Il giorno seguente è trascorso, mi resta soltanto un’ultima notte per nutrirmi delle vite di questi quattro avventori.
Rientrano la sera. Per la precisione sono i due uomini ad avvicinarsi alla reception chiedendo la possibilità di avere altre due camere: sicuramente hanno litigato di brutto durante la giornata. Vista la disponibilità, permesso accordato; comunico alla dipendente di riferire che non verrà loro addebitato alcun sovrapprezzo.

Le camere con microcamere piazzate sono le due nelle quali restano le due donne, stanotte resterò sveglio, sono le 23.20, potrebbe accadere qualcosa di interessante e non vorrei perdermelo.
Ore 00.03: Elisa sta massaggiando con qualcuno.
Ore 00.04: Marco prende il telefonino e sta interagendo, sicuramente con lei, ma non ho possibilità di riuscire a captare cosa stiano scrivendo.
Ore 00.09: Marco, con fare circospetto, esce dalla stanza e raggiunge la camera della moglie di Luca.
Quelli che sbirciano il grande fratello non sanno quale sia davvero il significato della parola “spiare”.
Ore 00.11: Elisa apre, ha una camicia da notte che rende ridicolo ognuno dei dieci comandamenti. Quel pallore di pelle adornato da quei pizzi fa tentennare lui ma lei lo prende per la camicia, risucchiandolo nel vortice della sua lingua.
Ore 00.13: Lei spoglia lui, che a sua volta dimostra un'intraprendenza che denota esperienza. Aiuta l’intento di lei di svestirsi senza mai staccare le bocche.
Ho scrutato centinaia di rapporti. Devo ammettere che c’è una grossa differenza tra chi compie l’atto e chi scopa. Li riconosci subito, non perdono mai il contatto con la partner, non interrompono il vortice di passione perdendosi in patetiche parentesi organizzative. Sanno denudarsi in pochi istanti senza sciogliere il valzer di lingue.
Ore 00.15: Mi sto masturbando, Elisa ha liberato il grosso pene di Marco: ha la forma curva tipica delle banane, quella che stimola il punto G sia nella posizione del missionario che a smorza candela.
Ore 00.16: mi accorgo, con la coda dell’occhio sulla seconda camera, che Sara esce dalla camera e vaga per i corridoi dell’hotel.
Ore 00.17: Luca dorme, Marco ha preso in braccio Elisa e la sta spingendo al muro, pronto per impalarla, io smetto di toccarmi perché troppo impegnato a seguire le videosorveglianze dei corridoi: Sara sembra smarrita.
Ore 00.19 : Elisa e Marco sono ora sul letto, missionario come previsto, lui ha tre dita nella bocca di lei che, con la mano destra, cerca di infilare un dito nell’ano di lui che la penetra profondo e imponente. Luca dorme ancora.
Ore 00.20 : Esco fingendo di accendere una sigaretta e, guarda caso, incontro Sara. “Buonasera, tutto bene?”
Lei risponde:” Tutto ok, grazie. Ho bevuto troppo, non riesco a dormire, ma lei è quello che ieri sera cenava vicino al nostro tavolo?”
“Sì, sono io, ecco dove l’avevo già vista, grazie per avermi tolto il dubbio, non ci avrei dormito. Mi son svegliato perché mi pareva di sentire ansimi nell’hotel, credo provengano dalla 109, non vorrei che qualcuno stesse male, venga che verifichiamo”
Ore 00.22: Sara è a conoscenza, come me, di chi pernotta in quella camera, ma ovviamente faccio l’ingenuo. Ci avviciniamo alla porta e i gemiti non lasciano dubbi. Sta per battere pugni alla porta in preda ad un isterismo ma la prendo, trascinandola via.
Ore 00.24: Piange, delira, la accarezzo.
Ore 00.25: il diavolo si insidia nelle nostre debolezze, ci conosce, sa dove colpire e affondare le tentazioni.
Tenendola stretta, spingo Sara in una delle camere vuote. “Perché hai questa reazione? Per caso c’è tuo marito in quella camera? Tranquilla, domani testimonierò. Non mi dirai che ti sta tradendo con quella dai capelli rossi? Non posso pensare che sostituisca una tremenda e vispa gitana come te con quella gatta morta.”
Ore 00.26: Elisa sta tremando e venendo secernendo liquidi densi.
Ore 00.27: la mia voglia di Sara e la sua necessità di scollegarsi dalla realtà entrano in collisione, ci baciamo, romanticamente. Ci teniamo i volti, lei non mette mani nelle mie zone erogene perciò nemmeno io cado nella tentazione.
Ore 00.39: dopo dodici minuti di baci e carezze, sfilo l’intimo di Sara. Scendo, succhio le sue cosce, risalgo, la bacio, torno giù, tratto le sue grandi labbra delicatamente, poi come se fossero un kiwi troppo maturo, bisognoso di venir risucchiato. Torno dalla sua bocca, non voglio abbandonare il contatto più intimo.
Mi tuffo di nuovo nella sua sensibile e dolce polpa. Non è una porca selvaggia, ha avuto una brutta serata, le sussurro frasi tenere, lasciando però che la mia voce soffochi nella sua pozza. Faccio in modo che mi senta quasi sbrodolare e, più lo faccio, più rilascia perdizione. Infilo un solo dito, stasera non sarà la dimensione a spingerla oltre, ma l’intesa, l’affinità. Lecco la clitoride aumentando sempre più la pressione del palmo goloso della mia lingua. Le mie mani raggiungono i suoi seni, li stringo, serve un colpo di grazia. Mi scosto appena per poterle dire qualcos'altro, è inibita dal caos del weekend, devo aiutarla. “Sara, sento il tuo cuore battere qui, nel tuo sesso, dove sei stata? Avevo bisogno di te”. Non respiro, i liquidi alterano quella mia frase, dimostrando inequivocabilmente che la sto anche deglutendo. Premo ancor di più accelerando con la lingua.. Viene.
Continuo a leccarla per tutto l’orgasmo, ma con una carezza molto lieve, voglio prolungarle il piacere senza che risulti troppo forte da farla scappar via.
Ore 00.40: tra Sara e Marco è finita. Credo che quando una donna viene nella bocca di un altro, non ci siano davvero speranze per il coniuge. Non la penetro. Non mi interessa che lei ricambi sessualmente, la stringo forte, recupera il respiro mentre la tengo protetta sul mio petto e ci addormentiamo insieme.
Ore 01.19: Luca è quello che ha avuto meno problemi e sconvolgimenti, dorme beato. Elisa rientra nella sua camera e si addormenta vicino a lui, forse ha paura di perderlo, forse gli vuole bene, forse non ha il coraggio di lasciarlo, forse sa che si stancherebbe anche di Marco dopo qualche tempo.
Ore 07.45: Marco, elettrizzato come un Dio, si sveglia e va a bussare alla porta di Sara. La moglie non apre. Prova a quella di Elisa, niente. Allora scende nella sala colazioni, dove trova Elisa e Luca che iniziano la giornata amorevolmente insieme davanti ad un cappuccino.
Ore 07.46: La cameriera, su mia direttiva, mente a Marco, dicendogli che Sara ha lasciato l’albergo all’alba.
Ore 07.47: La Sara di due giorni fa non esiste più, il panta rei non fa sconti, è ora sotto le lenzuola a viziare il mio risveglio. Non le verrò in bocca, anzi, forse sì, le farò intuire che l’orgasmo starà per arrivare e se non si sposterà le griderò devozione eterna, mi sfilerò solo quando avrà la bocca piena, baciandola a fondo prima che ingoi. La penetrerò incurante del mio seme rimasto sul glande.
So che è una donna impegnativa, desidererà vivere una vita frenetica, cavalcare l’onda dell’esistenza, ridere attraversando sospesi ponti tibetani, viaggiare la notte su treni in tratte da brivido, assaggiare ostriche mentre il mare del nord spruzzerà gelidi sospiri verso i nostri baci. Potrebbe sembrare arduo e gravoso, ma un po’ la amo già, e in questo momento non potrei sostituirla con nessuna.

Poi, in una notte d'inverno, dispersi in una baita, le farò mordere un grosso cuscino, bianco come la neve che scenderà fuori dalla finestra, mentre le castigherò il culo.
scritto il
2024-07-05
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