Sotto il Giogo del Dominio - 2 "La Pista"

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Capitolo 2: "La Pista"

I giorni seguenti videro Marco immerso in un'indagine silenziosa ma intensa. Il suo ufficio, solitamente un modello di ordine e precisione, era ora disseminato di documenti, grafici e appunti scarabocchiati. Con meticolosità chirurgica, esaminava ogni transazione, ogni documento, ogni email che potesse essere collegata alle discrepanze finanziarie.

Le notti si facevano sempre più lunghe, il sonno sempre più sfuggente. Marco si ritrovava spesso a fissare il soffitto della sua camera da letto, la mente che vorticava con numeri e teorie. L'eccitazione della caccia si mescolava a una crescente inquietudine, un presentimento che ciò che stava per scoprire avrebbe potuto cambiare tutto.

Fu durante questa ricerca ossessiva che un nome iniziò a emergere con una frequenza sospetta: Luca Bianchi, un contabile di medio livello nel dipartimento finanziario. A prima vista, Bianchi sembrava l'ultimo dei sospetti: un uomo grigio in un mare di impiegati anonimi.

Marco decise di osservare Bianchi da vicino. Organizzò riunioni non necessarie, passò "casualmente" vicino alla sua scrivania, studiò i suoi movimenti con l'occhio attento di un predatore. Notò il nervosismo appena percettibile di Bianchi, il modo in cui evitava il contatto visivo diretto, come sembrava voler scomparire nella folla.

"Come può un uomo così insignificante essere al centro di una frode del genere?" si chiedeva Marco, osservando Bianchi che si affrettava verso l'uscita a fine giornata, la testa bassa e le spalle curve come se portasse il peso del mondo.

Fu proprio seguendo Bianchi che Marco fece una scoperta interessante. Una sera, mentre osservava il contabile lasciare l'edificio, notò una donna che lo aspettava in auto. Era solo un'occhiata fugace, ma fu sufficiente per catturare l'attenzione di Marco.

La donna era l'esatto opposto di Bianchi: elegante, sicura di sé, con un'aura di autorità che sembrava fuori posto accanto al timido contabile. I suoi capelli biondi brillavano sotto la luce dei lampioni, il suo profilo affilato visibile anche dalla distanza. Marco rimase colpito dal contrasto: era come vedere un leone accanto a un topolino.

Incuriosito, Marco decise di approfondire. Una rapida ricerca nei file del personale gli rivelò che Bianchi era sposato con una certa Elena Moretti. Non c'erano foto, ma la descrizione corrispondeva alla donna che aveva intravisto.

Scavando più a fondo, Marco scoprì che Elena gestiva un piccolo centro estetico in un quartiere residenziale di Milano. Niente di particolarmente esclusivo o di alto profilo, ma abbastanza per mantenere un'apparenza di rispettabilità. Le recensioni online parlavano di un posto gradevole ma non eccezionale, con prezzi nella media.

Tuttavia, esaminando più attentamente i documenti finanziari di Bianchi, Marco notò un pattern di spese che non corrispondeva al loro apparente reddito. Conti di ristoranti di lusso, acquisti in boutique di alta moda, viaggi costosi - tutto ben oltre le possibilità di un contabile di medio livello e della proprietaria di un modesto centro estetico.

"Stanno vivendo ben al di sopra dei loro mezzi," mormorò Marco, scrutando i dettagli delle transazioni. Le sue dita tamburellavano sulla scrivania, un'abitudine che emergeva solo quando era profondamente concentrato. "Ma da dove vengono tutti questi soldi?"

Ulteriori indagini rivelarono che il centro estetico di Elena era in realtà in difficoltà finanziarie. I libri contabili mostravano un business in declino, con più uscite che entrate. Marco notò un pattern di cancellazioni dell'ultimo minuto, appuntamenti non presentati, forniture ordinate ma mai utilizzate.

"Quindi, non solo stanno spendendo più di quanto dovrebbero potersi permettere, ma lo stanno facendo mentre la loro attività va a rotoli," rifletté Marco. "Questo spiega il motivo dei furti, ma non come riescano a nasconderli così bene."

L'immagine che si stava formando era quella di una coppia disperata per mantenere uno stile di vita lussuoso, disposta a rischiare tutto. Elena, pur non essendo una figura pubblica di rilievo, sembrava essere il motore dietro questa facciata di ricchezza.

Marco si alzò dalla scrivania, sentendo il bisogno di muoversi. Si avvicinò alla finestra, osservando la città notturna. Le luci di Milano brillavano come sempre, ignare del dramma che si stava svolgendo all'interno di uno dei suoi tanti grattacieli.

Mentre rifletteva su queste nuove informazioni, Marco sentì una strana sensazione nel petto. Non era solo l'eccitazione della caccia, c'era qualcos'altro. Qualcosa di più personale, più doloroso.

L'immagine di Elena, pur non avendola mai incontrata veramente, evocava ricordi che aveva cercato di seppellire per anni. Ricordi di un'altra donna, altrettanto bella e spietata, che aveva portato alla rovina qualcuno a lui molto caro. Il volto di suo fratello, sorridente nella foto sulla scrivania, sembrò guardarlo con un misto di tristezza e rimprovero.

Marco scosse la testa, cercando di allontanare quei pensieri. Doveva rimanere concentrato, obiettivo. Questa non era una vendetta personale, si disse. Era una questione di giustizia, di proteggere la sua azienda e i suoi dipendenti.

Ma mentre si alzava per versarsi un altro caffè, la tazza tremò leggermente nella sua mano. Sapeva che questa indagine stava per diventare molto più di una semplice questione aziendale. Stava per aprire vecchie ferite, per mettere alla prova non solo la sua intelligenza, ma anche la sua integrità.

La caccia era iniziata, e Marco sentiva che stava per intraprendere un percorso che avrebbe potuto cambiare tutto. Non solo per Luca e Elena Bianchi, ma anche per lui stesso. Era un territorio inesplorato, pieno di pericoli ma anche di possibilità.

Mentre la notte avanzava, Marco si sentiva più vivo di quanto non si fosse sentito in anni. L'adrenalina scorreva nelle sue vene, mescolata a una determinazione ferrea. Qualunque cosa avesse scoperto, qualunque fosse stata la verità dietro questa frode, era determinato a portarla alla luce.

Con un ultimo sguardo alla foto di suo fratello, Marco tornò alla scrivania. La notte era ancora giovane, e c'era molto lavoro da fare. La caccia continuava, e Marco Ferretti era determinato a vincere, a qualunque costo.
scritto il
2024-07-13
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