Sotto il Giogo del Dominio - 1 Un Giorno Come Tanti

di
genere
dominazione

Questo è il mio primo racconto, sarà strutturato in capitoli brevi e spero di facile lettura.
Non ci saranno inizialmente scene di sesso ma sarà un gioco di crescendo per quanto riguarda il soggiogamento di una famiglia relativamente normale.
Piu avanti nella narrazione la situazione si farà più intensa e cruenta ma vorrei arrivarci per gradi, non ho mai apprezzato quei racconti dove la fretta di mettere tutto sul piatto ha rovinato storie che sarebbero potute essere molto interessanti.
Spero vi piaccia e che lo troviate avvincente e intrigante.
Buona lettura.


Capitolo 1: "Un Giorno Come Tanti"

Il sole di Milano filtrava attraverso le ampie vetrate dell'ufficio di Marco Ferretti, proiettando lunghe ombre sul pavimento in legno pregiato. Erano le 7:30 del mattino e, come ogni giorno, Marco era già alla sua scrivania, impeccabile nel suo completo grigio antracite. A 45 anni, incarnava l'immagine del perfetto Amministratore Delegato: capelli brizzolati curati con precisione, fisico asciutto mantenuto con regolari sessioni in palestra, e uno sguardo penetrante che celava anni di esperienza nel settore della sicurezza elettronica.

Marco osservò il panorama della città che si svegliava, sorseggiando il suo primo espresso della giornata. Milano, con i suoi grattacieli che si stagliavano contro il cielo mattutino, sembrava riflettere la sua stessa natura: efficiente, ambiziosa, sempre in movimento.

La TechGuard, l'azienda che dirigeva da cinque anni, era leader nel campo della sorveglianza per società ed imprese. Marco ne era orgoglioso, consapevole che il suo approccio metodico e la sua dedizione avevano contribuito significativamente a questo successo. Aveva trasformato una piccola start-up in un colosso del settore, navigando abilmente attraverso le acque turbolente del mercato e della tecnologia in rapida evoluzione.

Sfogliando l'agenda del giorno, Marco si preparava mentalmente agli incontri in programma. La sua voce calma ma autorevole risuonò nell'interfono: "Signora Moretti, può portarmi i report finanziari dell'ultimo trimestre?"

"Certamente, dottor Ferretti. Li avrà sulla sua scrivania entro dieci minuti," rispose prontamente la sua efficiente assistente.

Mentre aspettava, il suo sguardo vagò verso la foto sulla scrivania: lui e suo fratello minore, sorridenti durante una vacanza di molti anni fa. Un'ombra di tristezza gli attraversò il volto, rapidamente sostituita dalla sua usuale espressione composta. Il ricordo di suo fratello era una ferita mai completamente rimarginata, un promemoria costante del prezzo del successo e delle insidie nascoste dietro le apparenze.

La giornata procedeva con la consueta efficienza. Una riunione con il consiglio di amministrazione per discutere la strategia trimestrale, seguita da una conference call con un potenziale cliente in Germania. Marco navigava attraverso grafici, proiezioni e domande incalzanti con la sicurezza di un capitano che conosce ogni centimetro della sua nave.

Durante una breve pausa, Marco si ritrovò a fissare il suo riflesso nella finestra dell'ufficio. Vedeva un uomo di successo, rispettato, temuto da alcuni, ma si chiedeva se qualcuno vedesse davvero oltre quella facciata. La solitudine, compagna costante nonostante - o forse a causa - del suo successo, si fece sentire per un momento.

Il pomeriggio portò con sé una serie di decisioni cruciali. Un nuovo progetto di ricerca e sviluppo da approvare, un dipendente problematico da gestire, una potenziale partnership da valutare. Marco affrontava ogni questione con la stessa calma determinazione, soppesando ogni opzione, considerando ogni possibile risultato prima di pronunciare il suo verdetto finale.

Mentre il sole iniziava a calare, tingendo il cielo di Milano di sfumature arancioni e rosa, l'ufficio di Marco rimaneva un'isola di attività in un edificio che si svuotava gradualmente. Era il momento che preferiva, quando il silenzio gli permetteva di riflettere senza interruzioni.

Fu proprio in quel momento di quiete che notò qualcosa di strano nei file che stava esaminando. Una discrepanza, piccola ma innegabile. Il suo istinto, affinato da anni di esperienza, gli suggerì che c'era qualcosa che non quadrava.

Marco si fermò, la mano a mezz'aria sopra il mouse. Con un sospiro, riaccese il monitor che stava per spegnere. Il suo consueto allenamento serale in piscina avrebbe dovuto aspettare. C'era qualcosa che richiedeva la sua immediata attenzione.

"Signora Moretti," chiamò attraverso l'interfono, "può cortesemente rimanere oltre l'orario questa sera? Ho bisogno di controllare alcuni documenti urgentemente."

"Certamente, dottor Ferretti," rispose prontamente la voce della sua assistente, nascondendo abilmente qualsiasi segno di sorpresa o fastidio.

Marco si alzò, stiracchiandosi leggermente. Si avvicinò alla finestra, osservando per un momento il panorama notturno della città. Le luci dei grattacieli brillavano come stelle terrestri, un promemoria della vita che continuava incessante là fuori. Il suo riflesso gli restituì lo sguardo di un uomo determinato, con gli occhi leggermente stanchi ma vigili.

"Qualcuno sta giocando un gioco pericoloso," mormorò a se stesso, "e io ho tutta l'intenzione di scoprire chi è."

Tornando alla scrivania, Marco iniziò a raccogliere i documenti necessari. I numeri ballavano davanti ai suoi occhi, ma la sua mente analitica iniziava già a tracciare connessioni, a formare ipotesi. Sapeva che la serata sarebbe stata lunga, ma non gli importava. La caccia era iniziata, e lui era determinato a seguire questa pista ovunque lo portasse.

Mentre si immergeva nel lavoro, un pensiero gli attraversò la mente: questa indagine avrebbe potuto portare a conseguenze ben oltre una semplice frode aziendale. Ma Marco Ferretti non era un uomo che si tirava indietro di fronte alle sfide. Anzi, una parte di lui, una parte che teneva ben nascosta dietro la facciata professionale, fremeva all'idea di ciò che avrebbe potuto scoprire.

Le ore passavano, segnate solo dal ticchettio dell'orologio a parete e dal fruscio delle pagine che Marco esaminava meticolosamente. La città fuori si era addormentata, ma dentro quell'ufficio, illuminato dalla luce fredda del computer, una caccia silenziosa era appena iniziata.

Marco sapeva che ciò che stava per scoprire avrebbe potuto cambiare tutto. Non solo per la sua azienda, ma forse anche per lui personalmente. Era un territorio inesplorato, pieno di pericoli ma anche di possibilità. E mentre la notte avanzava, Marco si sentiva più vivo di quanto non si fosse sentito in anni.

La notte si preannunciava lunga, ma potenzialmente rivelatrice. E Marco era pronto ad affrontarla, ignaro di come questa scoperta avrebbe scosso le fondamenta della sua esistenza ordinata e controllata, portandolo su un sentiero che avrebbe messo alla prova non solo la sua intelligenza, ma anche la sua integrità e, forse, la sua stessa anima.
scritto il
2024-07-13
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