L'amica a quattro zampe - Racconto in POV (dal punto di vista di lei)

di
genere
dominazione

"Vengo a casa da te stasera". Sorrido per il contenuto del messaggio che ti ho scritto io stessa, perché è esattamente quello che ho intenzione di fare. In tutti i sensi. Sei solo, nessun impegno. E allora, perfetto. Possiamo dedicare una serata solo a noi due, senza interferenze. E senza doverci trattenere. "Siamo veramente, veramente perversi" mi dico, sorprendendomi ancora una volta. Scopiamo da mesi, di nascosto da tutti, ma a volte ancora non mi sembra vero. Ho messo un vestitino nero con le spalline con la zip che arriva fin sotto il seno, il reggiseno trasparente anch'esso nero, la gonna di pelle aderente, quella che mi evidenzia il culo - che a te piace molto, non è vero? -, le autoreggenti a rete e niente mutandine. Esattamente come piace a te. Come ti sentirai sapendo che ho fatto la strada fino a casa tua, a piedi e in autobus, con la mia fighetta al vento? Ti ecciterai? Mi fotterai subito o riuscirai a resistere? Sono davanti alla porta, suono, il portone si apre e salgo. La porta l'hai lasciata aperta. Me la chiudo alle spalle e giro il pomello di chiusura. Non voglio interruzioni. Ti trovo in camera, seduto alla scrivania ma rivolto verso di me, un sorriso malizioso sulla bocca. "Mmmh... Non male" dici, dondolando sulla poltrona mentre mi squadri da capo a piedi. Tiri fuori dal cassetto il guinzaglio in pelle nero, brividi mi percorrono la schiena. Me lo metti lentamente, resto immobile, mi giri attorno ammirandomi e giocando con il collarino. Ti metti davanti a me e tiri giù i pantaloni. Sei senza mutande, ed hai una vistosa erezione. Mi tiri per il guinzaglio ed io mi inginocchio, davanti al tuo cazzo bene eretto. È duro, venoso, la cappella bene esposta e bagnata, quanto mi piace. Faccio per prenderlo in bocca e pulirlo tutto con la lingua, la tentazione è troppo forte, ma non vuoi darmela vinta così. Ti afferi il cazzo e me lo sbatti contro la guancia, come per schiaffeggiarmi. "Ti ho dato il permesso? Ti ho detto che potevi succhiarmelo?" Abbasso lo sguardo. Mi umili, so che ti piace farlo. E tu sai quanto questo mi eccita, sono tutta un bollore. "No..." mormoro, sollevando la mano per togliere dalla guancia la traccia della tua sborra, per poi pulirmi le dita per bene succhiandole. Ti mordi il labbro. Sei eccitato dal mio gesto, e il tuo cazzo duro come il marmo me ne dà la conferma, palpita davanti ai miei occhi. Vorresti fottermi qui e subito, ma non sarebbe abbastanza divertente per entrambi. Mi afferri per i capelli e mi spingi il cazzo in bocca. Lentamente lo fai sprofondare fino a farlo entrare tutto… Quando senti il mio naso toccarti il pube ti fermi. Mi sento la gola piena di te, lo sento duro e pulsante, mi sto eccitando tantissimo… Lo estrai ed io respiro a pieni polmoni dalla bocca spalancata mentre un piccolo rigolo di bava tiene uniti la mia bocca e la tua grossa cappella a mezz'aria. Ti fisso, fisso il tuo sorriso di soddisfazione. In un attimo è di nuovo dentro, fino in fondo. Giochi così per qualche affondo, poi inizi a fartelo succhiare, mi offri la cappella in pasto, ed io la assaporo affondo. La voglio, la desidero, sento il tuo sapore in bocca e questo mi fa impazzire. Mi scopi per un po' la bocca prima di lasciarmi. Di nuovo afferri il guinzaglio e mi costringi ad alzarmi. Hai cambiato idea, so che vuoi punirmi, e lo farai nel modo peggiore che conosci. Quasi mi trascini verso il tavolo - ho le gambe instabili-, prima di spingermici sopra di cattiveria, la faccia e le tette schiacciate contro la superficie, il culo bene esposto e completamente alla tua mercé. Non mi muovo mentre ti sento cercare qualcosa, ma un brivido violento mi attraversa quando mi spalanchi le gambe di colpo: vuoi incatenarmi al tavolo così, a pecora, in modo che non possa né scappare né sottrarmi in alcun modo. Mi afferri le braccia, torcendomele dietro la schiena e leghi anche quelle fra di loro, prima di lasciarmi andare. Passa del tempo, non so quanto, senza che tu ti muova o parli o faccia qualunque cosa. Poi, sento un rumore umido e ripetitivo alle mie spalle, e capisco: ti stai masturbando guardandomi. Sento una fitta nel basso ventre, e so che sto bagnandomi al solo pensiero. "Che fai? No, non così... Ti prego" ti supplico, ma non proseguo quando mi arriva una sculacciata forte sulla natica destra. Il messaggio è chiaro: tu sei mia, e io faccio quello che voglio, è chiaro? Ti avvicini e cominci a strofinarmi il cazzo tra le labbra zuppe, facendomi contorcere tutta per la voglia. La tua eccitazione si mischia alla mia, basterebbe una spinta leggera e scivolerebbe dentro fino in fondo senza resistenza, ma non sarà così facile. Ti sposti, dopo un po', e quasi tiro un sospiro di sollievo pensando che sia finita. Non ancora. (continua…)


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scritto il
2024-07-19
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