Il primo a leccare la figa di Martina
di
DaMe96
genere
prime esperienze
Piccola spiegazione: mi chiamo Maicol, classe 1996. Attualmente sono single e ho deciso di raccontare le mie esperienze con le mie 4 storiche ex fidanzate (Francesca classe 1996, Martina del 1998, Chiara del 1977, Sandy del 1983) o qualche scappatella bisex successa online negli ultimi tempi. Sono tutti racconti/esperienze vere!
Ormai il freddo era arrivato. Le foglie degli alberi erano completamente cadute, spogliandoli delle loro chiome. Il cielo ero quasi sempre grigio e nuvoloso, insomma un classico giorno di inizio novembre.
Ero in macchina e stavo guidando in direzione Martina, la mia fidanzata di quel periodo. In realtà eravamo ancora nel periodo di frequentazione, ci sentivamo da poco meno di 3 mesi ed eravamo usciti insieme forse 6 o 7 volte. Le ultime due uscite erano anche diventate un po' più intime diciamo, in quanto avevamo iniziato a baciarci mentre nel frattempo partiva qualche palpata un po' timida. Spesso in chat volavano battutine col doppio senso o allusioni in po' più spinte e questo stava a significare che entrambi avevano voglia di provare a spingerci un po' oltre.
Arrivai sotto casa di Martina e la vidi seduta sulla panchina di fronte a casa sua che mi stava aspettando, le suonai con il clacson e una volta vistomi sorrise e si alzò dirigendosi verso la mia auto. Avevamo un paio di anni di differenza, lei più piccola. Aveva fatto i 21 anni qualche giorno prima e per questo eravamo diretti al ristorante per festeggiare.
Martina non era altissima, però era ben proporzionata. Aveva delle belle gambe non troppo magre ma comunque toniche grazie alla palestra, quella sera fasciate in un jeans chiaro che risaltava il suo bel culo sodo. Aveva una vita abbastanza stretta e una terza di seno. Portava i capelli a caschetto tendente al mosso, colore nocciola con riflessi naturali sul rossiccio e infine occhi marroni. Aveva un bel sorriso contagioso con delle labbra non troppo carnose. Il viso era cosparso di lentiggini che non nascondeva essendo una ragazza acqua e sapone, difatti quel giorno aveva solo mascara e eyeliner per gli occhi. Niente rossetto, niente fondotinta nonostante l'occasione.
Salì in auto, ci salutammo con un breve bacio e partimmo dirigendoci al ristorante. Il locale era piuttosto serio, direi quasi elegante, forse anche troppo per i nostri standard essendo ragazzi semplici.
Notai solo quando mi sedetti di fronte a lei che indossava un dolcevita blu scuro attillato: non mostrava nulla del suo seno però era così stretto che fasciava perfettamente il suo ben di dio. Con mio stupore mi accorsi di una piacevole sorpresa che mi fece eccitare...era senza reggiseno. Vero che il dolcevita la conteneva bene, ma non avendo lei il seno piccolo si notava subito che fosse con le tette all'aria. Me ne accorsi infatti perché ogni movimento ballavano, uno spettacolo per gli occhi.
Allora ridendo le dissi: "certo che il regalo me l'hai fatto tu a me, nonostante sia il tuo di compleanno". Lei inizialmente mi guardò confusa, poi notò che le stavo guardando le tette e allora arrossendo e distogliendo lo guardo mi rispose "dai scemo, sono molto più comoda così, e poi non è nulla di che, non si vede nemmeno niente".
La serata proseguì piacevolmente parlando del più e del meno: di lavoro e università, di amici, del ristorante ecc... Mangiammo un antipasto e un primo a testa, infine un dolce da dividere, tutto accompagnato da una bottiglia di vino bianco. A fine serata prima di andarcene le dico che dovevo andare una scappata in bagno, nel frattempo invece vado a pagare il conto e a prenderle il regalo che avevo lasciato in macchina. Una volta tornato le dico "questo è un piccolo pensiero per te" porgendole una busta. La colsi di sorpresa, probabilmente non se lo aspettava. Aprì la bocca ma non disse nulla, però diventò rossa come un peperone e i suoi occhi sprizzavano felicità nonostante non avesse ancora visto il contenuto. Aprì la busta e vedendo il contenuto si emozionò per poi rivolgermi lo sguardo. Era felice come una bimba. "Grazie, non dovevi, davvero. Ci andremo assolutamente insieme!". Erano due biglietti per il concerto di una delle sue cantanti preferite, con tanto di backstage. Una volta che ci alzammo a fine serata si propose lei di pagare la cena perché si sentiva in colpa per il regalo, ma le dissi che avevo già pagato poco prima quando ero andato in bagno.
Salimmo in macchina e tornammo a casa sua. Il viaggio lo passammo a ridere e scherzare, la sua gioia era contagiosa. Entrambi eravamo su di giri, forse anche a causa della bottiglia di vino appena bevuta. Infatti poco prima di arrivare al parcheggio di fronte a casa sua si fece un po' più seria cercando di controllarsi e disse "ti va di stare ancora un po' insieme?". Io felice le dissi che non c'era alcun problema, anzi mi avrebbe fatto solo piacer. Martina mi indicò una strada che portava ad una rotonda, mi fece girare e proseguendo ci trovammo nella zona industriale. Parcheggiammo in un posto tra due aziende, illuminato solo da qualche lampione, per di più eravamo un po' distanti dalla via principale. Li inizia a rendermi conto di quello che sarebbe potuto succedere a breve. Lei pareva un po' nervosa, guardava fuori dal finestrino ma ad un certo punto ruppe il silenzio e la tensione calò: "grazie davvero per la bellissima serata. Anche per il regalo, sei pazzo, non mi aspettavo minimamente una cosa del genere". Io risposi sorridendo cercando trasparire tranquillo "si sono molto felice anche io per come è andata. Per quanto riguarda il regalo è stato un piacere, credimi". Si girò verso di me e si avvicinò per baciarmi, io ricambiai volentieri andandole incontro. Dapprima si incontrarono solo le nostre labbra, lentamente, timidamente. Poi si insinuarono le lingue, con calma come a studiarsi. Sembrava un bacio da film romantico. Più il bacio durava più prendevamo ritmo e osavamo. La voglia dell'altro aumentava, da bacio dolce e passionale si trasformò in qualcosa di più spinto ed erotico.
Le nostre lingue si intrecciavano sempre più velocemente, in profondità, in un vorticare frenetico. Le mani iniziarono ad esplorare il corpo dell'altro. Prima sul viso, poi tra i capelli, infine sui fianchi. Passammo 5 o 10 minuti così, chi può dirlo, il tempo sembrava rallentato e nessuno dei due voleva smettere. Ad un tratto per riprendere fiato ci staccano e ci fissiamo negli occhi. Senza pensarci dissi "ti va di spostarci sui sedili posteriori?" e lei accettò.
Ci togliemmo i cappotti entrambi e passammo ai sedili dietro, essendo un po' più largo e spazioso. Tornammo senza troppi preamboli a dare ciò che avevamo interrotto prima, stavolta però le mani avevano più libertà di movimento senza l'ingombro del pesante cappotto invernale. Nell'impeto le toccavo ogni centimetro, dai fianchi alle cosce fino al culo, ed infine a quelle meravigliose tette senza reggiseno. Attraverso il tessuto del dolcevita le sentivo morbide ma contemporaneamente belle sode, riuscito perfino a percepire i capezzoli ormai inturgiditi grazie al mio tocco ma anche a causa del freddo che era venuto, essendo passata la mezzanotte da un po'.
In tutto questo io ero duro come il marmo essendo molto eccitato dalla situazione che sognavo da giorni. Mi mise una mano sul cazzo che nonostante i pantaloni si vedeva e sentita fossi in piena erezione, lei infatti iniziò a massaggiarmelo da sopra. Ero in estasi. Nel frattempo io continuavo a palparle le tette con una mano, mentre con l'altra ero sceso per slacciarle i jeans. Lei con un movimento mi agevolò e se li sfilò completamente. Indossava un tanga modello sgambato di pizzo blu scuro, era pazzesca così.
Riprendemmo a baciarci, le palpavo il culo nel frattempo, ci giocavo come un bambino con il suo nuovo giocattolo. Poi passai al davanti... Le toccai la figa da sopra il tanga, la sentì avere in brivido, sorride e nel giro di qualche secondo percepì dell'umido. Le mutandine si stavano inzuppando dei suoi umori. Andammo avanti così qualche minuto masturbandoci al di sopra dell'intimo.
Ad un certo punto decisi che fosse il momento: spostai di lato il tanga esponendo la sua figa inviolata, era liscia e rasata, sembrava quella di una adolescente. Passai sopra le sue labbra gonfie e bagnate le mie dita, lei sospirò e si appoggiò meglio al sedile, allargando le gambe per facilitarmi e dandomi una visione celestiale. Tornai a toccarle le grandi labbra, le separai per giocare un po' con le piccole. Martina aveva la bocca aperta e guardava le mie dita giocare con il suo sesso. Ad un certo punto però, come se fosse un po' preoccupata mi disse "Maicol sai che sono ancora vergine... Fai solo da fuori per favore". Io tranquillizzandola la baciai, le sorrisi e riposi "certo, lo so, non ti preoccupare. Ti farò godere senza entrarti dentro" e ripresi a giocare con le sue labbra, sempre più bagnate e gonfie. Infine decisi di darle il colpo di grazia... Posai un dito sul suo piccolo clitoride e inizia a fare movimenti circolari. Lei impazzì inizio ad ansimare, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente alle mie mani. Io con una mano le strozzavo un seno, anzi passai a prenderle un capezzolo attraverso il cotone del dolcevita e lo strinsi mentre con l'altra mano continuavo a trastullare la sua fighetta rasata. La tentazione di affondare un dito al suo intento era tanta... Ma giustamente non feci niente, lo avevo promesso. E inconsciamente volevo essere io a sverginarla durante un rapporto sessuale vero e proprio. Capì che stava per venire, era sempre più bagnata e il suo respiro accelerò. Così mentre aveva gli occhi chiusi approfittai e le feci una piccola sorpresa. Mi fiondati con la testa tra le sue gambe aperte e inizia a leccare tutto quel succo. Lei spalancò gli occhi e fece un urlo si sorpresa, non si aspettava nulla di tutto ciò probabilmente. Io leccavo le grandi labbra, le piccole mentre il clitoride alternavo un po' le dita e un po' qualche colpetto di lingua. Ormai lei urlava senza contegno, si agitava, stava godendo come una matta e io sentivo il cazzo esplodere chiuso nei pantaloni. Il sapore dei suoi umori era come una droga, il profumo del suo sesso era frastornante... Non desideravo nulla di più in quel momento. Ad un certo punto Martina esplose. Mi mise le mani tra i capelli premendomi la testa contro la sua figa, ansimo fortissimo: "cazzo si, godo, aaaah continua così, bravo, vengoooo, mio dio siiiiii". Ansimava, urlava, si dimenava, era sudata nonostante il freddo. Quando si calmò mi staccai dalla sua figa che era un lago, io avevo la bocca e il mento fradicio del suo orgasmo. Ci guadammo qualche secondo dopo di che ci abbracciammo e ci baciammo delicatamente. Rischiammo di addormentarci li una volta scaricata tutta la tensione. Lei era provata forse addirittura più mentalmente che fisicamente, infatti non pretesi nulla in cambio, anche quando lei ci provò a mettermi la mano sul cazzo. "Va bene così Martina, oggi è dedicata a te, vedilo come un secondo regalo di compleanno" ridemmo entrambi. Ci sistemammo e la riportai a casa. Il giorno dopo mi svegliai e trovai un suo messaggio che diceva: "grazie per la cena, per i biglietti e per il secondo regalo ahaha era la prima volta che mi leccavano e ti giuro non ho mai goduto così tanto in vita mia. Sei fantastico in tutto e per tutto. Non vedo l'ora di ricambiare il favore!"
Ormai il freddo era arrivato. Le foglie degli alberi erano completamente cadute, spogliandoli delle loro chiome. Il cielo ero quasi sempre grigio e nuvoloso, insomma un classico giorno di inizio novembre.
Ero in macchina e stavo guidando in direzione Martina, la mia fidanzata di quel periodo. In realtà eravamo ancora nel periodo di frequentazione, ci sentivamo da poco meno di 3 mesi ed eravamo usciti insieme forse 6 o 7 volte. Le ultime due uscite erano anche diventate un po' più intime diciamo, in quanto avevamo iniziato a baciarci mentre nel frattempo partiva qualche palpata un po' timida. Spesso in chat volavano battutine col doppio senso o allusioni in po' più spinte e questo stava a significare che entrambi avevano voglia di provare a spingerci un po' oltre.
Arrivai sotto casa di Martina e la vidi seduta sulla panchina di fronte a casa sua che mi stava aspettando, le suonai con il clacson e una volta vistomi sorrise e si alzò dirigendosi verso la mia auto. Avevamo un paio di anni di differenza, lei più piccola. Aveva fatto i 21 anni qualche giorno prima e per questo eravamo diretti al ristorante per festeggiare.
Martina non era altissima, però era ben proporzionata. Aveva delle belle gambe non troppo magre ma comunque toniche grazie alla palestra, quella sera fasciate in un jeans chiaro che risaltava il suo bel culo sodo. Aveva una vita abbastanza stretta e una terza di seno. Portava i capelli a caschetto tendente al mosso, colore nocciola con riflessi naturali sul rossiccio e infine occhi marroni. Aveva un bel sorriso contagioso con delle labbra non troppo carnose. Il viso era cosparso di lentiggini che non nascondeva essendo una ragazza acqua e sapone, difatti quel giorno aveva solo mascara e eyeliner per gli occhi. Niente rossetto, niente fondotinta nonostante l'occasione.
Salì in auto, ci salutammo con un breve bacio e partimmo dirigendoci al ristorante. Il locale era piuttosto serio, direi quasi elegante, forse anche troppo per i nostri standard essendo ragazzi semplici.
Notai solo quando mi sedetti di fronte a lei che indossava un dolcevita blu scuro attillato: non mostrava nulla del suo seno però era così stretto che fasciava perfettamente il suo ben di dio. Con mio stupore mi accorsi di una piacevole sorpresa che mi fece eccitare...era senza reggiseno. Vero che il dolcevita la conteneva bene, ma non avendo lei il seno piccolo si notava subito che fosse con le tette all'aria. Me ne accorsi infatti perché ogni movimento ballavano, uno spettacolo per gli occhi.
Allora ridendo le dissi: "certo che il regalo me l'hai fatto tu a me, nonostante sia il tuo di compleanno". Lei inizialmente mi guardò confusa, poi notò che le stavo guardando le tette e allora arrossendo e distogliendo lo guardo mi rispose "dai scemo, sono molto più comoda così, e poi non è nulla di che, non si vede nemmeno niente".
La serata proseguì piacevolmente parlando del più e del meno: di lavoro e università, di amici, del ristorante ecc... Mangiammo un antipasto e un primo a testa, infine un dolce da dividere, tutto accompagnato da una bottiglia di vino bianco. A fine serata prima di andarcene le dico che dovevo andare una scappata in bagno, nel frattempo invece vado a pagare il conto e a prenderle il regalo che avevo lasciato in macchina. Una volta tornato le dico "questo è un piccolo pensiero per te" porgendole una busta. La colsi di sorpresa, probabilmente non se lo aspettava. Aprì la bocca ma non disse nulla, però diventò rossa come un peperone e i suoi occhi sprizzavano felicità nonostante non avesse ancora visto il contenuto. Aprì la busta e vedendo il contenuto si emozionò per poi rivolgermi lo sguardo. Era felice come una bimba. "Grazie, non dovevi, davvero. Ci andremo assolutamente insieme!". Erano due biglietti per il concerto di una delle sue cantanti preferite, con tanto di backstage. Una volta che ci alzammo a fine serata si propose lei di pagare la cena perché si sentiva in colpa per il regalo, ma le dissi che avevo già pagato poco prima quando ero andato in bagno.
Salimmo in macchina e tornammo a casa sua. Il viaggio lo passammo a ridere e scherzare, la sua gioia era contagiosa. Entrambi eravamo su di giri, forse anche a causa della bottiglia di vino appena bevuta. Infatti poco prima di arrivare al parcheggio di fronte a casa sua si fece un po' più seria cercando di controllarsi e disse "ti va di stare ancora un po' insieme?". Io felice le dissi che non c'era alcun problema, anzi mi avrebbe fatto solo piacer. Martina mi indicò una strada che portava ad una rotonda, mi fece girare e proseguendo ci trovammo nella zona industriale. Parcheggiammo in un posto tra due aziende, illuminato solo da qualche lampione, per di più eravamo un po' distanti dalla via principale. Li inizia a rendermi conto di quello che sarebbe potuto succedere a breve. Lei pareva un po' nervosa, guardava fuori dal finestrino ma ad un certo punto ruppe il silenzio e la tensione calò: "grazie davvero per la bellissima serata. Anche per il regalo, sei pazzo, non mi aspettavo minimamente una cosa del genere". Io risposi sorridendo cercando trasparire tranquillo "si sono molto felice anche io per come è andata. Per quanto riguarda il regalo è stato un piacere, credimi". Si girò verso di me e si avvicinò per baciarmi, io ricambiai volentieri andandole incontro. Dapprima si incontrarono solo le nostre labbra, lentamente, timidamente. Poi si insinuarono le lingue, con calma come a studiarsi. Sembrava un bacio da film romantico. Più il bacio durava più prendevamo ritmo e osavamo. La voglia dell'altro aumentava, da bacio dolce e passionale si trasformò in qualcosa di più spinto ed erotico.
Le nostre lingue si intrecciavano sempre più velocemente, in profondità, in un vorticare frenetico. Le mani iniziarono ad esplorare il corpo dell'altro. Prima sul viso, poi tra i capelli, infine sui fianchi. Passammo 5 o 10 minuti così, chi può dirlo, il tempo sembrava rallentato e nessuno dei due voleva smettere. Ad un tratto per riprendere fiato ci staccano e ci fissiamo negli occhi. Senza pensarci dissi "ti va di spostarci sui sedili posteriori?" e lei accettò.
Ci togliemmo i cappotti entrambi e passammo ai sedili dietro, essendo un po' più largo e spazioso. Tornammo senza troppi preamboli a dare ciò che avevamo interrotto prima, stavolta però le mani avevano più libertà di movimento senza l'ingombro del pesante cappotto invernale. Nell'impeto le toccavo ogni centimetro, dai fianchi alle cosce fino al culo, ed infine a quelle meravigliose tette senza reggiseno. Attraverso il tessuto del dolcevita le sentivo morbide ma contemporaneamente belle sode, riuscito perfino a percepire i capezzoli ormai inturgiditi grazie al mio tocco ma anche a causa del freddo che era venuto, essendo passata la mezzanotte da un po'.
In tutto questo io ero duro come il marmo essendo molto eccitato dalla situazione che sognavo da giorni. Mi mise una mano sul cazzo che nonostante i pantaloni si vedeva e sentita fossi in piena erezione, lei infatti iniziò a massaggiarmelo da sopra. Ero in estasi. Nel frattempo io continuavo a palparle le tette con una mano, mentre con l'altra ero sceso per slacciarle i jeans. Lei con un movimento mi agevolò e se li sfilò completamente. Indossava un tanga modello sgambato di pizzo blu scuro, era pazzesca così.
Riprendemmo a baciarci, le palpavo il culo nel frattempo, ci giocavo come un bambino con il suo nuovo giocattolo. Poi passai al davanti... Le toccai la figa da sopra il tanga, la sentì avere in brivido, sorride e nel giro di qualche secondo percepì dell'umido. Le mutandine si stavano inzuppando dei suoi umori. Andammo avanti così qualche minuto masturbandoci al di sopra dell'intimo.
Ad un certo punto decisi che fosse il momento: spostai di lato il tanga esponendo la sua figa inviolata, era liscia e rasata, sembrava quella di una adolescente. Passai sopra le sue labbra gonfie e bagnate le mie dita, lei sospirò e si appoggiò meglio al sedile, allargando le gambe per facilitarmi e dandomi una visione celestiale. Tornai a toccarle le grandi labbra, le separai per giocare un po' con le piccole. Martina aveva la bocca aperta e guardava le mie dita giocare con il suo sesso. Ad un certo punto però, come se fosse un po' preoccupata mi disse "Maicol sai che sono ancora vergine... Fai solo da fuori per favore". Io tranquillizzandola la baciai, le sorrisi e riposi "certo, lo so, non ti preoccupare. Ti farò godere senza entrarti dentro" e ripresi a giocare con le sue labbra, sempre più bagnate e gonfie. Infine decisi di darle il colpo di grazia... Posai un dito sul suo piccolo clitoride e inizia a fare movimenti circolari. Lei impazzì inizio ad ansimare, chiuse gli occhi e si abbandonò completamente alle mie mani. Io con una mano le strozzavo un seno, anzi passai a prenderle un capezzolo attraverso il cotone del dolcevita e lo strinsi mentre con l'altra mano continuavo a trastullare la sua fighetta rasata. La tentazione di affondare un dito al suo intento era tanta... Ma giustamente non feci niente, lo avevo promesso. E inconsciamente volevo essere io a sverginarla durante un rapporto sessuale vero e proprio. Capì che stava per venire, era sempre più bagnata e il suo respiro accelerò. Così mentre aveva gli occhi chiusi approfittai e le feci una piccola sorpresa. Mi fiondati con la testa tra le sue gambe aperte e inizia a leccare tutto quel succo. Lei spalancò gli occhi e fece un urlo si sorpresa, non si aspettava nulla di tutto ciò probabilmente. Io leccavo le grandi labbra, le piccole mentre il clitoride alternavo un po' le dita e un po' qualche colpetto di lingua. Ormai lei urlava senza contegno, si agitava, stava godendo come una matta e io sentivo il cazzo esplodere chiuso nei pantaloni. Il sapore dei suoi umori era come una droga, il profumo del suo sesso era frastornante... Non desideravo nulla di più in quel momento. Ad un certo punto Martina esplose. Mi mise le mani tra i capelli premendomi la testa contro la sua figa, ansimo fortissimo: "cazzo si, godo, aaaah continua così, bravo, vengoooo, mio dio siiiiii". Ansimava, urlava, si dimenava, era sudata nonostante il freddo. Quando si calmò mi staccai dalla sua figa che era un lago, io avevo la bocca e il mento fradicio del suo orgasmo. Ci guadammo qualche secondo dopo di che ci abbracciammo e ci baciammo delicatamente. Rischiammo di addormentarci li una volta scaricata tutta la tensione. Lei era provata forse addirittura più mentalmente che fisicamente, infatti non pretesi nulla in cambio, anche quando lei ci provò a mettermi la mano sul cazzo. "Va bene così Martina, oggi è dedicata a te, vedilo come un secondo regalo di compleanno" ridemmo entrambi. Ci sistemammo e la riportai a casa. Il giorno dopo mi svegliai e trovai un suo messaggio che diceva: "grazie per la cena, per i biglietti e per il secondo regalo ahaha era la prima volta che mi leccavano e ti giuro non ho mai goduto così tanto in vita mia. Sei fantastico in tutto e per tutto. Non vedo l'ora di ricambiare il favore!"
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