La confessione

di
genere
gay

La confessione
Era un ferragosto di qualche anno fa e mi trovavo in vacanza in Riviera, con mia moglie. Quel giorno mi venne una voglia matta di sentire il sapore fi un cazzo duro tra le labbra. Avevo assaggiato un paio di uccelli, tempo addietro, ed ora quel desiderio improvviso mi aveva colto ed eccitato all'improvviso. Non sapendo dove andare, mi venne un'idea alquanto strana e così mi recai in un paesino vicino dove avevo visto una chiesetta isolata dal piccolo borgo. Entrato in chiesa, mi accorgo che non c'è nessuno, mi siedo e aspetto. Dopo qualche minuto, un rumore di passi mi fa guardare verso il confessionale e vedo un prete, non giovane ma neanche vecchio, sulla cinquantina. Mi alzo e vado verso di lui e quando sono lì vicino, gli chiedo se mi può confessare. Lui mi guarda, io sono sulla cinquantina come lui, e mi fa entrare nel confessionale,quindi mi dice di esporre i miei peccati. Inizio dicendo che, dopo, vari anni di matrimonio, ho avuto un'esperienza omosessuale. Lui mi chiede come è successo e io inizio a raccontare che ero a casa di un mio amico e, dopo aver bevuto un po' più del solito, guardando un video porno, ho fatto un bocchino al mio amico. Il prete ha iniziato a chiedermi dopo cosa era successo e io gli ho raccontato tutto quello che avevamo fatto. Mentre raccontavo, scendendo in particolari eccitantissimi, attraverso la grata, mi accorgo che aveva iniziato a toccarsi il pacco, quindi mi ha fatto la domanda che mi aspettavo:se quando lo avevo preso in bocca, mi era piaciuto. Era ciò che volevo, gli ho detto che mi era piaciuto tantissimo e che avevo una voglia matta di ripetere quel giochino. Gli dissi come era bello aprire la bocca e far scivolare il cazzo duro, fino alle palle, quindi iniziare a spompinarlo piano, dolcemente, leccare tutta l'asta e le palle, quindi riprenderlo tra le labbra e ciucciarlo a dovere. Gli dissi che avevo capito che aveva preso a menarsi l'arnese e che mi sarebbe piaciuto se fossi stato io a farlo. Non disse nulla, apri il confessionale e mi disse di segiirlo. Entrammo nel suo appartamento che confinava con la sagrestia, chiuse la porta a chiave e si alzo'la tonaca, quindi prese fuori il suo uccello e mi chiese cosa potevo fare. Senza dire una parola, glielo presi in mano e iniziai a fargli una sega. In men che non si dica, gli divenne duro come il marmo, sui 17 centimetri, a quel punto,lo feci sedere sul divano e mi accucciai davanti alle sue cosce aperte mentre la sua bella verga si ergeva dritta davanti a me. Lo accarezzai un po', quindi iniziai a leccarlo per tutta la lunghezza. Aveva un buon profumo, si era lavato poco prima, e così aprii la bocca e iniziai una pompa da sogno. Era da tanto che sognavo di fare un bocchino ad un sacerdote. Fu questione di pochi minuti e, mentre mi diceva "succhia troia, prendimelo tutto in bocca, sei la mia puttana, la mia vacca bocchinara", lo sentii ansimare sempre più forte quindi lo tiro'fuori dalla bocca e mi sborro'sulla faccia, dicendomi"grazie puttanella", quindi si ricompose, mi diede um bacio in bocca e me ne andai. Inutile dire che ho dovuto confessarmi ancora un paio di volte prima di ritornare a casa.
scritto il
2024-08-15
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