Estate 2003. 1a puntata

di
genere
incesti

Era cominciata l'estate da meno di due settimane e già si moriva dall'afa. Ricordo ancora quel pomeriggio come fosse ieri. Me ne stavo tranquillo davanti alla TV con la PS2 a fare la mia solita partita a Forbidden Siren, un gioco horror che mi aveva catturato da un paio di mesi, quando mia mamma mi passò davanti in mutandine e reggiseno. Non so cosa mi sia successo ma all'improvviso ricordo che iniziai a sudare freddo e non riuscivo più a giocare lucidamente. Avevo in testa solo le mutandine bianche di mamma. Avevo da poco compiuto 19 anni e devo ammettere che, tranne su qualche rivista e in qualche VHS porno, non avevo mai visto una donna nuda o quasi dal vivo. Lo ricordo come fosse oggi.
Mi sembrava che quel pomeriggio non finisse mai. Io davanti alla PS2 che continuavo a starmene col joystick in mano, continuando a perdere, con una strana voglia di qualcosa di proibito che mi distoglieva da tutto il resto. Finalmente si fece sera. Dopo cena guardai la TV fino alle 23:00 poi salutai mamma, dicendole che avevo mal di testa, e mi precipitai nella mia stanza. Avevo una gran voglia di farmi una bella sega ma al tempo stesso mi sentivo in colpa perchè avevo in testa ancora quella visione: Gli slippini bianchi di mamma che lasciavano intravedere un qualcosa che, sino a quel pomeriggio, avevo solo potuto immaginare. Chiusi la porta a chiave, aspettai finché anche mamma non chiuse la porta della sua stanza, poi presi un giornalino porno occultato nel fondo del cassetto del mio comodino. Mi misi seduto alla scrivania, col giornalino aperto nella pagina centrale, dove ricordo una bellissima Pamela Anderson a gambe aperte, con la sua gattina nuda e liscia. Si, ancora la chiamavo gattina (qualche volta anche vagina), non riuscivo a chiamarla figa o fica, ero troppo timido. Anche quando ci segavamo tra amici la chiamavo sempre in quel modo: Gattina. Ma dopo quel pomeriggio, dopo aver visto mamma, qualcosa in me era cambiato (o stava cambiando), perchè quella sera sentivo crescere in me una gran voglia, una gran voglia proprio di fica. Avevo tirato fuori il mio arnese e stavo iniziando a segarmi sulla fica di Pamela quando, all'improvviso, avevo sentito aprire e poi subito richiudere la porta di mamma. Incuriosito m'ero rimesso i box e avevo deciso di fare una cosa che non avevo mai fatto. Origliare. La stanza di mamma era adiacente alla mia, mi bastava salire sul letto, mettere un orecchio e il gioco era fatto. Mi vergognavo al solo pensiero ma alla fine avevo ceduto. Ero sul letto, in religioso silenzio, ad ascoltare. Non ci potevo credere: Sentivo la voce di mamma e quella di Marco, il suo personal trainer di 30 anni, che ridacchiavano. Rettifico. Forse non ci volevo credere perchè sapevo bene che mamma, rimasta vedova da due anni, qualche volta usciva con Marco oramai da qualche mese. Ed era del tutto normale, aveva 45 anni e ben sapevo che non poteva rimanere da sola. Sono sempre stato consapevole di questo ma, dopo quel pomeriggio, una qualche forma di gelosia era scattata in me. Cercai di tornare in me per concentrarmi e sentire cosa succedeva. Stavano parlando e ridendo:
Marco: Anna quanto sei bella! Sei il mio sogno erotico lo sai? Non mi stancherò mai di dirtelo! Aspetta aspetta, non sfilarti le mutandine, te le voglio togliere io!
Anna: Si Marco, dai vieni qui, è tutto il giorno che ti aspetto. Sono due giorni che non mi tocco, stavo aspettando te! Vieni!
M: Brava amore mio, brava... ma sei sicura che Manuel stia dormendo? Non vorrei far rumore!
A: Non ti preoccupare, era stanco, ha giocato tutto il pomeriggio e questa sera aveva mal di testa. È andato a dormire.
M: Seee a dormire, io alla sua età mi sfondavo di segoni la notte. E poi sono passato a sfondare le fiche, altro che dormire! Dai porcellina vieni qui... come sei bagnata senti qua!
A: Oh Marco si, ti piace?
M: E me lo chiedi pure? Dai vieni amore, senti come sei tutta eccitata e bagnata!! Siediti sul mio cazzone dai! Si così, brava! Come sei calda e umida!
A: Oh si Marco, si, spingi così, com'è grosso!
M: Ti piace? Si prendilo tutto amore mio, cavalcalo tutto il mio bel cazzone!
A: Si Marco si!
Non riuscivo a capacitarmi.
Mentre sentivo mia mamma che faceva sesso col suo personal trainer il mio arnese stava diventando duro come il marmo. Allora mi sono tolto i box, mi sono sdraiato a letto ed ho incominciato a segarmi, memore di quello che avevo sentito pochi attimi prima e conscio che in quel momento Marco la stava ancora scopando. Mentre mi segavo fantasticavo e immaginavo la scena. Nella mia mente iniziai a ripetere cose del tipo 'Dai Marco sfondala per bene! Falla godere, prendila per bene e soddisfala come farei io! Falla gridare di piacere e vienile dentro, poi soddisfala e falla venire! Bravo così!' Mentre pensavo a tutto ciò, e la mia mano faceva su e giù, all'improvviso sborrai. Sborrai tantissimo, mi schizzai sulla pancia e quasi sulla faccia. Subito dopo mi resi conto di essermi appena segato pensando alla fica di mia mamma. Ma non mi sentivo in colpa, anzi ero finalmente appagato e soddisfatto come non ero mai stato in vita mia. E non mi sentivo più in colpa. Mi lavai di corsa e poi, altrettanto di corsa, mi rimisi a origliare.
Ora sentivo chiaramente rumore di colpi, rumori di qualcosa che fa su e giù, di molle del materasso. E sentivo mamma:
A: Marco stringimi più forte, più forte, si ancora, dammene ancora ti prego!
M: Si amore è tutto tuo, prendilo tutto così, questa notte te la rompo a colpi di cazzo!
A: Si Marco ancora, così Marco così, ancora, dammene ancora, si così!
Poi all'improvviso Marco iniziò a gridare qualcosa di incomprensibile e mamma inziò a godere e gemere come avevo sentito solo nei films porno.
Evidentemente erano arrivati al capolinea entrambi, era stato fantastico sentirli.
Nemmeno a dirlo avevo il cazzo che mi tirava di nuovo. Ora non era più l'arnese ma era diventato il cazzo, il mio grosso cazzo. Dopo che avevo sentito mamma scopare con Marco, e soprattutto dopo che avevo sentito mamma gemere e godere come un'ossessa, mi sentivo un uomo, un uomo grande e appagato sul serio. Lo tirai fuori e mi tirai un altro segone e intanto pensavo: 'Come sarebbe stato bello se Marco, in quel momento, fosse entrato e mi avesse descritto per filo e per segno ogni millimetro della fica di mamma, con tanto di particolari sul suo sapore, sul suo odore'.
Certo sarebbe stato fantastico ma al tempo stesso anche fantascientifico. Chiedere tutto ciò all'amante, al quasi ragazzo di mamma, non si poteva. Come colto da febbre improvvisa mi venne in mente un'idea... e se magari un mio amico si fosse scopato mamma? Ecco, a quel punto, sarei riuscito nel mio intento di avere tutte quelle (per me) preziose informazioni. Eccitato da tutti quei pensieri sborrai e prima di addormentarmi, pensando ancora a quella giornata che mi aveva cambiato (o che mi stava cambiando) la vita, mi ripromisi che il giorno seguente avrei parlato di questa cosa al mio migliore amico Luca.
scritto il
2024-08-23
7 . 5 K
visite
5 5
voti
valutazione
4.5
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.