Estate 2003. 2a puntata

di
genere
incesti

La sveglia aveva appena suonato e m'ero ridestato da un lungo sonno ristoratore. Quanto successo ieri mi sembrava un sogno bellissimo e lontano. Ma fu proprio per non farlo svanire del tutto, anzi per cercare di concretizzarlo il prima possibile, che mi alzai di scatto e dopo una veloce doccia mi incamminai verso la piscina comunale dove avevo il solito appuntamento con Luca. Era il mio migliore amico, nonché confidente, da sempre. Siamo andati a scuola insieme per tutte le elementari e le medie e non ci siamo mai persi di vista. È cresciuto a casa mia ed io a casa sua si può dire.
Abbiamo la stessa età, lui è italiano da parte di padre e inglese da parte di madre.
Quindi ha un aplomb e una compostezza inglesi al tempo stesso contaminati dai modi romani e sboccacciati del padre.
È un bel ragazzo, alto 1,85 con un fisico robusto e ben messo, ha sempre fatto nuoto sin da piccolo. Ha capelli pel di carota portati a spazzola, occhi celesti e i baffi molto curati. Ben si confaceva al mio scopo anche perchè quando in passato (e per dirla tutta ogni tanto ci capitava anche adesso) ci segavamo davanti a qualche porno il sabato sera lui se ne usciva sempre con la solita frase, priva di qualsiasi aplomb inglese:
'Manu guarda che pezzo di fica, guarda ha gli stessi capelli e lo stesso culo di tua mamma! Dio quanto mi chiaverei tua mamma, guarda come mi si drizza al solo pensiero!'
Così dicendo mi mostrava il suo cazzo gonfio come se stesse per scoppiare mentre se lo menava. Ecco un'altra sua caratteristica era quella di avere un cazzo non lunghissimo, sui 15-16 cm eretto, ma estremamente largo. Così largo che quando facevamo le seghe insieme ad altri amici, qualcuno se ne usciva sempre dicendogli che con quel 'cosone' avrebbe davvero fatto gridare di piacere le ragazze.
Dunque grazie al fatto che:
1° era uno di casa e mia mamma lo ammirava molto; 2° eravamo amici e confidenti; 3° era di bell'aspetto; 4° che avesse un cazzone così grande; 5° che provasse un'attrazione per mia madre; ebbene questi 5 punti lo facevano essere, a tutti gli effetti, il candidato ideale!
Riflettendo su ciò ero arrivato all'entrata della piscina, nell'attesa accesi una sigaretta e poco dopo, puntuale proprio come un vero inglese, Luca arrivò.
Mi salutò con una pacca sulla spalla e fece per entrare ma subito lo fermai:
Io: Luca devi parlarti di una certa faccenda. Però non qui, andiamo in pineta, a quest'ora lì non ci disturberà nessuno.
Luca: Che succede Manu? Stai bene? Hai combinato qualche cazzata per caso? Dai io voglio allenarmi!
Io: Non ho combinato proprio un cazzo ma fidati, è una cosa che ti riguarda e sono sicuro che ti piacerà. In un certo senso riguarda anche un 'certo' allenamento.
L: Va bene rompiscatole mi hai convinto. Ma non puoi anticiparmi niente? Così muoio dalla curiosità!
Subito scossi la testa in segno di no. Ci incamminammo parlando del più e del meno, anche se spesso rispondevo in differita in quanto il pensiero di quello che dovevo dirgli mi riempiva la mente. Una volta arrivati ci sedemmo suo prato, sotto due grandi alberi. Effettivamente non c'era proprio nessuno e in più eravamo riparati dalla vegetazione e dal cinguettio degli uccelli. Inziai subito a raccontare quello m'era capitato ieri; di quando avevo visto mia madre mezza nuda, di quanto la cosa mi avesse eccitato e soprattutto della scopata tra lei e Marco che avevo origliato.
Luca aveva sgranato gli occhi e aveva ascoltato tutto con grande stupore, non sembrava però turbato dalla cosa:
L: Cazzo che storia Manu, che storia fratellino mio, cazzo, cazzo e ancora cazzo! Sei un grande! Quindi hai ascoltato tua mamma che veniva fottuta da quel cazzone di Marco. Ora lui è il mio eroe sappilo. Che gran fortuna, a scoparsi quella grandissima fica di Anna! Hai fatto bene a confidarti come me, non lo dirò a nessuno, giuro.
Io: Luca fammi finire. Vorrei chiederti una cosa...
Gli spiegai per filo e per segno la mia idea, che avevo voglia di fargli scopare mia mamma, che avrebbe dovuto raccontarmi ogni particolare, ogni odore/sapore della sua fica etc. etc. A quel punto lui balzò in piedi e guardandomi iniziò quasi a balbettare, ma poi si riprese:
L: Manu quindi vuoi dirmi che posso e devo scoparmi tua madre... ma per caso è un sogno o uno scherzo? Cioè non ci credo!
Io: Luca se vuoi te lo rispiego ma il succo è questo: Voglio che scopi mia mamma per bene, che la fai godere come una gran porca, e che poi mi racconti tutto.
L: Oddio Manu, guarda, sto tremando! Sai che è uno dei miei sogni erotici da sempre. Ma scusa, come dovrei fare? Vado lì e le dico 'Salve Signora Anna, sono qui per darle una bottarella, si sfili le mutande e mi dia la figa!'. Non mi pare così facile!
Io: Non ti preoccupare, cercherò di creare la situazione giusta e troverò la giusta soluzione. Fidati di me e presto avrai mia mamma tutta per te.
L: Allora quand'è così... devo fare una cosa, scusa ma se non la faccio esplodo!
Si guardò per bene intorno, scrutò ogni angolo, oltre gli alberi, poi si rimise a sedere. A questo punto si sbottonò i pantaloncini, si calò i box e tirò fuori il cazzo, che già stava gonfio e in tiro.
Iniziò a toccarselo dalla punta fino allo scroto, si accarezzava quell'uccellone e lo smanettava a più non posso. E intanto stava a occhi chiusi e sussurrava: 'Oh Anna, mia piccola Anna, si brava così, segalo per bene così poi quando è bello duro te lo sbatto tutto in quella bella fighetta bagnata! Oh si oh si!!! Ora te lo butto dentro, come dici? È troppo grosso? No no, dai lo facciamo entrare suvvia resisti un altro attimo e vedrai che entra del tutto! Così così così, che fica stretta Anna che fica stretta... vengo vengo cazzo sborro, ah si! Anna siii!'
A queste ultime frasi iniziò a sborrare tantissimo, ma proprio tanto. Si vedeva che quel cazzone aveva le palle piene da qualche giorno. A quel punto, immaginando mia mamma che veniva slargata da quel cazzone largo, e al pensiero che venisse riempita o che benessere tutta quella sborra, lo tirai fuori e mi segai. Ero così eccitato che dopo appena due smanettate sborrai subito.
A quel punto ci alzammo, rimanemmo in silenzio, andammo in piscina e poi lo salutai per tornare a casa. Erano le 12:30. Ci saremmo rivisti quella stessa sera.
scritto il
2024-08-23
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