Ricordi di un autentico tradimento II (Ora è un perfetto fidanzato cornuto)
di
F.1.0
genere
tradimenti
Esco dall’ ascensore, mi guardo intorno, vedo tre portoni, tutti in legno massiccio lavorato, uno dei tre portoni è socchiuso, mi avvicino, sto per spingere la maniglia, quando vengo anticipato, il portone viene aperto davanti a me e compare lei, bassina sul metro e cinquantacinque, capelli color ebano, stesso sguardo accattivante e ammiccante che avevo notato già il giorno precedente. Indossa un reggiseno di pizzo, questa volta rosso, molto bello che mette in risalto due tette di dimensioni non esagerate ma ben proporzionate al resto del corpo complessivamente molto affascinante. Noto il tatuaggio di un fiore di loto in mezzo alle tette, ed un altro piccolo tatuaggio coperto per metà dal piccolo perizoma rosso a vita alta che le cinge i fianchi e che copre la sua intimità. Un piccolo piercing argenteo con pendente di una piuma che scende dall’ ombelico, gambe toniche ma tornite, piedi scalzi suppongo un 38 sempre smaltati con un nero intenso e lucente, una cavigliera dorata a cingere la caviglia destra. Mi guarda intensamente con quei due occhioni da cerbiatta, mi fa entrare in casa senza parlare, voltandosi mi lascia ammirare un culetto niente male, sodo e allenato. Cerco in quei pochi istanti che ho a disposizione di mettere a fuoco la situazione alquanto strana, sono entrato in casa di una perfetta sconosciuta con la quale non ho mai parlato, e della quale conosco la voce solo attraverso il citofono. Comincio ad essere eccitato, sento la mia pelle, già calda di suo, che sta raggiungendo la temperatura di ebollizione, mi fa entrare nel salotto di casa, un divano di pelle rosso bordeaux molto grande occupa quasi tutta una parete della stanza, mi ci fa accomodare, non abbiamo ancora rotto questo silenzio tombale che pervade tutto l’appartamento. Una volta che mi sono seduto lei rimane in piedi davanti a me, la guardo, mi guarda visibilmente eccitata, non resisto più. La prendo per un braccio e la tiro verso di me, non oppone alcuna resistenza, stava aspettando solo questo immagino, cade tra le mie braccia. Un ultimo sguardo, il più intenso di tutti. Le stringo la faccia con la mia mano e avvicino la mia bocca alla sua, inizio a baciarla con avidità, iniziamo un gioco di lingua meraviglioso, nemmeno a dirvi che in pochi secondi ho il cazzo che mi diventa di marmo, lei sente il movimento sotto il suo culo e si lascia scappare un sorrisino. Continuiamo a limonare intensamente, si stacca per un secondo da me, il tempo di togliermi la t-shirt, inizia a massaggiare pettorali e spalle in modo sensuale, le nostre bocche si riattaccano come calamite, la osservo mentre ci baciamo, ha gli occhi chiusi ed una espressione di puro piacere stampata sul volto, questa volta sono io a lasciarmi sfuggire un accenno di sorriso. Continua a massaggiarmi i pettorali, le prendo entrambe le mani e le sposto sui bicipiti, quanto mi eccita farmi massaggiare i bicipiti, intuisco che gradisce i miei muscoli allenati, il mio cazzo rimane eretto e duro come il marmo, sta spingendo in maniera compulsiva sugli slip e sui pantaloni, lei lo sente, è appoggiato sul suo bel culetto. Non resiste più, si stacca dalla mia bocca, si alza dal divano e si inginocchia sul pavimento davanti a me, non aspettavo altro. Mi slaccia con maestria gli anfibi e me li sfila, sfila anche i pantaloni, rimango con gli slip indosso, il mio cazzo spinge prepotentemente sul sottile tessuto e disegna tutta la sua forma, le mie palle gonfie non sono più trattenute dalla mutanda e fuoriescono, mi guarda molto soddisfatta, senza continuare a proferire alcuna parola. Inizia a massaggiarmi il cazzo da sopra gli slip, sono fottutamente in estasi, questa situazione mi sta letteralmente mandando fuori di testa. Avvicina la faccia agli slip, con una mano inizia ad accarezzare le palle in vista, la sua bocca si trova al massimo a cinque centimetri dalla mia asta ancora coperta. Mi sfilo via gli slip, sono finalmente completamente nudo, ho il cazzo totalmente in tiro, duro, la cappella lucida, lo fissa, non resiste, si avvicina, tira fuori la lingua e inizia a leccarmi il palo. Reclino la testa indietro verso lo schienale del divano assuefatto da quella sensazione di calore umido che scorre sul mio cazzo di marmo. Con la mano destra cinge il cazzo alla base, questa volta avvicina la bocca aperta, io istintivamente la prendo per i capelli e assecondo il movimento di avvicinamento alla cappella, non oppone resistenza, in un istante le infilo il cazzo in bocca, per qualche momento accompagno i movimenti della sua testa sul mio arnese, dopo poco la lascio fare e mi riaccomodo con la testa appoggiata al divano. Inizia un pompino da Oscar, non so quanti cazzi deve aver assaggiato per essere così brava, ma mi sta spompinando così bene che sembra non abbia mai fatto altro in vita sua. Continua spompinandomi in modo magistrale per più di dieci minuti, alterna leccate sull’ asta, lecca e ingoia le palle, a tratti prova ad infilarsi tutti i miei diciassette centimetri in gola non riuscendo nel suo intento, ma fermandosi cinque o sei centimetri prima della base del cazzo, emettendo suoni che richiamano conati di vomito. A questo punto è arrivato il mio momento, senza parlare la faccio alzare, credo voglia essere subito scopata, ma io ho tremendamente voglia di assaggiare la sua fica che suppongo essere un lago. La faccio distendere sul divano a pancia insù, le sfilo via il reggiseno, compaiono due belle tette non molto grandi, come mi aspettavo, piacevoli alla vista e anche al tatto. Inizio a massaggiarle, lei chiude gli occhi e inizia a mugolare sommessamente mordendosi il labbro inferiore, mi piace. Mi avvicino e inizio a baciare, leccare e succhiare i due bei capezzoli turgidi che si ergono sulle due tette, li mordicchio e ci gioco con la lingua. Inizio a baciare lo spazio tra le tette, insalivo il fiore di loto che ha tatuato sul petto, scendo con la lingua in basso, lecco il piercing e l’ombelico, inizio a scostare con la mano sinistra il perizoma abbassandolo, si scopre anche il secondo tatuaggio, una piccola fantasia floreale sul fianco destro, abbasso ancora di più il perizoma, fino a scoprire la sua bella fichetta. Noto con piacere che non è totalmente depilata, anzi una peluria ben curata copre tutta la sua intimità, sfilo via il perizoma, lo avvicino al naso, profuma di femmina in calore, la parte a contatto con la fica è fradicia, la porto alla bocca e la lecco, ripulendola da tutti gli umori. La guardo, mi sorride, porto il perizoma alla sua bocca e la invito a leccare come ho fatto io un istante prima, prende il perizoma dalla mia mano e inizia a leccare voracemente il pezzo di stoffa che poco prima copriva il suo sesso. Riabbasso la testa in mezzo alle sue gambe, i peletti che ricoprono le grandi labbra sono bagnatissimi, apro la fica con pollice e indice, inizio a leccare dal monte di Venere ricoperto di peli, scendo giù sul clitoride, lei inizia a gemere sottovoce, comincio a baciare il clitoride, ci gioco, inizia a godere come una troia, alterno leccate e piccoli morsetti che le provocano dei tremori alle gambe, adesso sta gemendo senza ritegno. Continuo a leccare imperterrito quella meravigliosa fica che profuma di donna, lei mantiene con le sue mani la mia testa incollata là in basso. Dopo cinque o sei minuti sento che si sta irrigidendo, inizia un tremore prolungato alle gambe, ed un urletto sordo spezza il silenzio nella stanza, è venuta. Mi solleva la testa con le mani, ci guardiamo di nuovo per un attimo. Mi metto in ginocchio in mezzo alle sue gambe, avvicino le dita della mia mano alla sua bocca, le massaggio le labbra, apre la bocca, le infilo dentro indice e medio, inizia a leccarli in modo molto sensuale, sta spompinando le mie dita, ha gli occhi chiusi e si sta godendo quel momento. Allontano le due dita dalla sua bocca e le avvicino alla vagina, le infilo all’unisono, si fanno strada nel suo buco stretto e bagnatissimo, inizio a sditalinarla come si deve in maniera molto veloce, ha ricominciato a gemere. Riprendo a leccarle il clitoride mentre le stantuffo la fica con le dita, altri pochi minuti la conducono al secondo orgasmo, questa volta sento il respiro affannoso e percepisco il suo battito molto accelerato. La sua pelle brucia ed è visibilmente sudata, non ce la faccio più, ho voglia di scoparla selvaggiamente. Non ho bisogno di lubrificarle il buco da quanto è bagnato, le sollevo le gambe e appoggio le sue caviglie sopra le mie spalle, prendo il cazzo in mano e punto la cappella verso il suo buco, con un po’ di pressione riesco ad infilare il cazzo dentro, un suo gemito vigoroso accompagna la mia prima spinta, inizio lentamente avanti e indietro, fisso il mio cazzo che entra ed esce dalla sua fica grondante di umori. Aumento il ritmo, finché anche io inizio ad avere il respiro più pesante e inizio a grugnire come un porco, la troia geme sotto le spinte del mio cazzo che tocca il collo dell’utero, continuo a sbatterla profondamente, gode come una vacca montata dal toro. Dopo qualche minuto stringe le caviglie intorno al mio collo e con le mani blocca il mio culo non consentendomi più di spingere il cazzo dentro di lei, è appena venuta di nuovo. Sfilo il cazzo fradicio di umori, lei sempre distesa a pancia insù sul divano, mi alzo in piedi e avvicino il cazzo alla sua bocca, la apre istintivamente, ficco tutto il palo nella sua bocca, me lo faccio ripulire per bene per qualche minuto, mentre lei si riprende dall’ orgasmo. La faccio girare a pecora, mi sistemo dietro di lei, divarico le chiappe con le mani e inizio a leccarle il buco del culo, infilo la lingua dentro e avverto che le piace molto, continuo a leccare con insistenza, riuscendo ad allargare parzialmente quel bel buchetto depilato che mi fa impazzire. Sputo abbondantemente sopra al buco e infilo l’indice con poca pressione, il dito viene risucchiato istantaneamente, noto una leggera resistenza da parte sua, ma solo momentanea, si lascia andare quasi subito, e il mio dito inizia a stantuffare il buchetto del culo, comincia a piacerle. Sfilo il dito e lo porto alla sua bocca, inizia a succhiare il dito che poco prima le stava scopando il culo, mi avvicino e la bacio infilandole la lingua in gola, siamo due animali. Mi stacco dalla sua bocca, la tengo aperta con due dita e sputo al suo interno un grande fiotto di saliva, gradisce, richiude la bocca e ingoia tutto. Rimane a pancia insù, alzo nuovamente le sue gambe a formare un angolo retto, appoggio di nuovo le caviglie sopra le mie spalle, questa volta voglio sfondarle il culo, lo intuisce. Ricomincio a stuzzicarle il buchetto del culo con l’indice della mano destra, inserisco anche il medio, dopo un po’ di resistenza dello sfintere riesco a penetrarle il culetto con entrambe le dita, le muovo insistentemente avanti e indietro, inizia nuovamente a gemere sommessamente, alternando mugolii di piacere a piccoli versetti di dolore, l’idea che possa provare piacere e dolore allo stesso momento mi manda in estasi. Sfilo le dita dal suo culo, dopo averle attentamente leccate per assaggiare il sapore dolciastro del suo culo, prendo in mano il cazzo, ne indirizzo la punta davanti al buchetto già abbastanza dilatato, lei alza la testa e mi guarda un po’ preoccupata, credo sia la sua prima volta, sputo abbondantemente sul buco, molta saliva scompare all’ interno del canale anale, risistemo le sue caviglie sulle mie spalle e con un movimento deciso ma non troppo brusco inserisco il cazzo nel culo. Per un attimo sento i muscoli dello sfintere contrarsi, è ansiosa di provare dolore. Dopo le prime tre o quattro stantuffate, la sento rilassarsi, inizio ad aumentare il ritmo dell’inculata, comincia a gradire, e non poco. Il suo bel buchetto adesso è molto dilatato, la sto sfondando per bene, sta nuovamente gemendo come una puttanella appena sverginata. Mentre la inculo selvaggiamente le stringo le mani intorno al collo, il colorito della pelle del suo viso assume colorazioni bluastre, apprezza la troia, mi afferra le mani e se le costringe ancora di più intorno al collo fin quasi a strozzarsi. Continuo un paio di minuti, dopodiché stacco le mani, continuo ad incularla a ritmo serrato, ho i suoi piedi ai lati della mia faccia, li prendo e li posiziono sulla mia faccia, le sue piante aderiscono al mio naso e alla mia bocca. Inspiro profondamente quell’ odore pungente tra le dita dei piedi, un odore di sudore e cuoio mi pervade le narici. Tiro fuori la lingua e inizio a leccarle i piedi, partendo dal tallone risalendo su fino alle dita, passo la lingua in mezzo a tutte le dita, succhio bene l’alluce e di nuovo tutte le dita una ad una, ha gli occhi chiusi, si sta godendo il momento, le spinte del mio cazzo di marmo che le stanno trapanando il culo e la mia lingua sui suoi piedi smaltati di nero le stanno provocando molto piacere, anche io sento che il mio culmine è vicino, stiamo per venire insieme. Come successo in precedenza, mi blocca il culo non consentendomi più di muovermi e con vistosi tremori alle gambe e intensi mugolii viene selvaggiamente. Rimane qualche secondo con la bocca aperta e gli occhi chiusi, io non sono riuscito a venire. Sfilo il cazzo dal culo, mi distendo vicino a lei, con la mano sinistra accompagno la sua testa sul mio palo, inizia a spompinarmi di nuovo, io riprendo i suoi piedi e li riporto sulla mia faccia, riprendo a leccarli come un porco che si sfama nella stalla, li bacio, li lecco, li succhio, lei sorride fiera e mi lascia fare. Dopo circa cinque minuti sento che sto per venire, sposto la sua testa dal mio cazzo, la faccio distendere, prendo il cazzo in mano, mi sistemo davanti ai suoi piedi, due o tre smanacciate al cazzo e comincio a venire copiosamente sui suoi piedi imbiancandoli completamente. Sette fiotti di sborra calda e densa mi escono dall’uretra, le ho completamente bagnato i piedi di sperma e anche il divano è completamente sborrato. Adesso sto per chiederle di fare una cosa che mi eccita molto, prima ancora che possa proferire parola, mi guarda maliziosa, ha capito cosa voglio. Si porta entrambi i piedi alla bocca con una elasticità da ballerina e inizia a leccare via tutta la mia sborra sopra. Passano altri tre o quattro minuti prima che abbia terminato di ingurgitare tutto il mio seme cosparso sulle sue estremità. Dopo aver ingoiato tutta la mia sborrata, soddisfatta e visibilmente stanca si avvicina a me. Io mi siedo sul divano, lei si siede sopra di me e appoggia la testa sulla mia spalla, sembriamo una coppietta di innamorati al termine di una delle tante scopate serali. Io invece a questa l’ho vista per la prima volta la sera precedente, che si teneva per mano con un altro ragazzo peraltro, e nemmeno so che voce ha dal vivo. Ci guardiamo per l’n-esima volta, mi guarda con dolcezza, penso che abbia gradito il trattamento da porco che le ho riservato, anche lei comunque in fatto di porcaggine non sembra essermi seconda. Decido di rompere il ghiaccio per primo:
“Credo che quantomeno merito di sapere il tuo nome adesso, dato che abbiamo saltato tutti i convenevoli iniziali passando direttamente al dunque.” Sorride di nuovo e guardandomi inizia a parlarmi con una vocina stanca e molto femminile: “Sono Valeria, questa è stata la più bella scopata degli ultimi tre anni.” Sorrido e riprendo: “Ah pensavo la più bella di sempre…” Non mi lascia finire la frase: “La più bella da quando sto con quello che questa sera hai fatto diventare il cornuto del mio fidanzato.” La situazione immaginata fino a quel momento era diventata realtà. Riprende: “Da quando sto con lui non sono mai stata così soddisfatta a letto, anche perché il cosetto che ha tra le gambe quando è dritto ha le dimensioni di un cetriolino sott’olio”, sorrido, “in più ultimamente preferisce il telefono e Instagram a me.” La incalzo: “Perché invece di punirlo così severamente non lo hai lasciato direttamente?” Continua: “Non avevo mai pensato di poter fare una cosa del genere infatti, ma ieri sera presa dalla noia, che accomuna ormai tutte le nostre uscite, e incazzata dal fatto che è sempre incollato davanti allo schermo del cellulare, lo hai notato pure tu penso, appena ti ho visto nel locale, mi è subito balenata in mente una scena di te che mi scopavi davanti a lui a pecora appoggiata su un tavolino.” Sorrido di nuovo e le dico: “Sì, ho visto che non mi staccavi gli occhi di dosso…” Mi interrompe ridendo divertita: “Va bene ma adesso non te la tirare troppo.” Ribatto: “Non me la sto tirando io, sei tu che mi hai fatto arrivare qui, vivo dall’ altra parte di Roma e per una scopata guarda che mi tocca fare, una metro due autobus e sentirmi anche in colpa di cornificare un poveretto con un cetriolino.” Ci guardiamo e ridiamo entrambi. A questo punto lei: “Se devo dirti la verità ieri sera dopo tutti gli sguardi mi aspettavo che mi avresti seguita nel bagno…” Questa volta la interrompo io: “Eh no bella mia, in quel caso te la saresti tirata tu poi”. Mi guarda e sorride di nuovo: “Tanto alla fine sei comunque venuto qui.” “Vero” rispondo io, “ma la comodità di questo divano non si può paragonare al cessetto di un locale di periferia, non credi?” Annuisce fissandomi la bocca, si avvicina e mi ficca la lingua in bocca. “Non vorrai anche il bis” aggiungo sornione, e lei: “A dire la verità potresti fermarti qui con me questa notte, questo appartamento è di mia zia, non tornerà fino al prossimo venerdì, è fuori per lavoro, mi lascia sempre le chiavi per annaffiare le sue piantine, e io oltre ad annaffiare le piantine porto uno sconosciuto qui e mi faccio scopare sul suo bel divano, mi sembra uno scambio equo non trovi?” Ridiamo di nuovo. Riprendo: “Ti ringrazio dell’allettante invito ma non posso proprio, domani mattina devo alzarmi presto e andare in università, non ho nulla con me.” Abbassa la testa un po’ rattristata, le alzo il mento con la mano fino a riportare il contatto visivo: “Ho capito che hai ancora voglia di un cazzo vero, ma mi sa tanto che dovrai aspettare, oppure puoi sempre scendere sotto casa e cercare qualcun’ altro che possa soddisfare i tuoi bisogni.” Lei: “Non voglio nessun altro scemo, vorrei solo continuare a scopare con te tutta la notte.” “Questa notte proprio non posso, te l’ho detto.” “Allora è vero che te la tiri”, mi fa lei con sguardo tra il rassegnato e il divertito, “Forse un po’” le replico con un sorrisetto furbo. Mi alzo in piedi, raccolgo i miei vestiti da terra, mi rivesto con calma, avrei anche bisogno di pisciare ma controllo l’orologio e si sono fatte le 22:30, a quest’ ora per tornare a casa con i mezzi impiegherò almeno due ore, alle sei suona la sveglia, penso tra me. Si alza in piedi davanti a me, quando indosso gli anfibi sembra ancora più bassa, non arriva nemmeno all’ altezza della mia spalla, la guardo, lei mi si avvinghia addosso come un koala, le sorreggo il culo con le mani, ci baciamo con passione. Mi avvio al portone con questa ancora appiccicata, “Rivestiti che prendi freddo” le dico, lei con un broncetto tipico delle bimbe che non hanno ottenuto quello che vogliono: “Se prendo freddo la colpa è tua che non rimani qui a scaldarmi”. Sorrido dolcemente e riprendo: “Sarà per la prossima dai, se tanto tua zia torna tra alcuni giorni, abbiamo modo di provare anche i letti…” Con sguardo felice mi bacia sulla guancia come la bimba quando il papà le compra lo zucchero filato. La faccio staccare da me, apro il portone, le prendo il viso tra le mani, la bacio sulla fronte, mentre sto per uscire le faccio: “Ah un’ultima domanda, Ma quanti anni hai?”, lei: “23, tu?” “Io 24” rispondo, “pensavo fossi più piccola”, “Sarà l’altezza che inganna” mi fa lei; le carezzo la guancia ed esco dal portone avviandomi verso l’ascensore. “Mandami un messaggio quando sei a casa”, alzo il pollice della mano destra e le faccio l’occhiolino. Ricambia con un bacino e richiude il portone dietro di sé.
Dopo i vari trasbordi nei mezzi rincaso, ho il cellulare scarico, è quasi l’una. Collego il telefono al caricatore e lo riaccendo, con sorpresa trovo un messaggio Whatsapp di lei: “Vieni da me domani sera alla stessa ora, ho una bella sorpresa per te.” [CONTINUA]
“Credo che quantomeno merito di sapere il tuo nome adesso, dato che abbiamo saltato tutti i convenevoli iniziali passando direttamente al dunque.” Sorride di nuovo e guardandomi inizia a parlarmi con una vocina stanca e molto femminile: “Sono Valeria, questa è stata la più bella scopata degli ultimi tre anni.” Sorrido e riprendo: “Ah pensavo la più bella di sempre…” Non mi lascia finire la frase: “La più bella da quando sto con quello che questa sera hai fatto diventare il cornuto del mio fidanzato.” La situazione immaginata fino a quel momento era diventata realtà. Riprende: “Da quando sto con lui non sono mai stata così soddisfatta a letto, anche perché il cosetto che ha tra le gambe quando è dritto ha le dimensioni di un cetriolino sott’olio”, sorrido, “in più ultimamente preferisce il telefono e Instagram a me.” La incalzo: “Perché invece di punirlo così severamente non lo hai lasciato direttamente?” Continua: “Non avevo mai pensato di poter fare una cosa del genere infatti, ma ieri sera presa dalla noia, che accomuna ormai tutte le nostre uscite, e incazzata dal fatto che è sempre incollato davanti allo schermo del cellulare, lo hai notato pure tu penso, appena ti ho visto nel locale, mi è subito balenata in mente una scena di te che mi scopavi davanti a lui a pecora appoggiata su un tavolino.” Sorrido di nuovo e le dico: “Sì, ho visto che non mi staccavi gli occhi di dosso…” Mi interrompe ridendo divertita: “Va bene ma adesso non te la tirare troppo.” Ribatto: “Non me la sto tirando io, sei tu che mi hai fatto arrivare qui, vivo dall’ altra parte di Roma e per una scopata guarda che mi tocca fare, una metro due autobus e sentirmi anche in colpa di cornificare un poveretto con un cetriolino.” Ci guardiamo e ridiamo entrambi. A questo punto lei: “Se devo dirti la verità ieri sera dopo tutti gli sguardi mi aspettavo che mi avresti seguita nel bagno…” Questa volta la interrompo io: “Eh no bella mia, in quel caso te la saresti tirata tu poi”. Mi guarda e sorride di nuovo: “Tanto alla fine sei comunque venuto qui.” “Vero” rispondo io, “ma la comodità di questo divano non si può paragonare al cessetto di un locale di periferia, non credi?” Annuisce fissandomi la bocca, si avvicina e mi ficca la lingua in bocca. “Non vorrai anche il bis” aggiungo sornione, e lei: “A dire la verità potresti fermarti qui con me questa notte, questo appartamento è di mia zia, non tornerà fino al prossimo venerdì, è fuori per lavoro, mi lascia sempre le chiavi per annaffiare le sue piantine, e io oltre ad annaffiare le piantine porto uno sconosciuto qui e mi faccio scopare sul suo bel divano, mi sembra uno scambio equo non trovi?” Ridiamo di nuovo. Riprendo: “Ti ringrazio dell’allettante invito ma non posso proprio, domani mattina devo alzarmi presto e andare in università, non ho nulla con me.” Abbassa la testa un po’ rattristata, le alzo il mento con la mano fino a riportare il contatto visivo: “Ho capito che hai ancora voglia di un cazzo vero, ma mi sa tanto che dovrai aspettare, oppure puoi sempre scendere sotto casa e cercare qualcun’ altro che possa soddisfare i tuoi bisogni.” Lei: “Non voglio nessun altro scemo, vorrei solo continuare a scopare con te tutta la notte.” “Questa notte proprio non posso, te l’ho detto.” “Allora è vero che te la tiri”, mi fa lei con sguardo tra il rassegnato e il divertito, “Forse un po’” le replico con un sorrisetto furbo. Mi alzo in piedi, raccolgo i miei vestiti da terra, mi rivesto con calma, avrei anche bisogno di pisciare ma controllo l’orologio e si sono fatte le 22:30, a quest’ ora per tornare a casa con i mezzi impiegherò almeno due ore, alle sei suona la sveglia, penso tra me. Si alza in piedi davanti a me, quando indosso gli anfibi sembra ancora più bassa, non arriva nemmeno all’ altezza della mia spalla, la guardo, lei mi si avvinghia addosso come un koala, le sorreggo il culo con le mani, ci baciamo con passione. Mi avvio al portone con questa ancora appiccicata, “Rivestiti che prendi freddo” le dico, lei con un broncetto tipico delle bimbe che non hanno ottenuto quello che vogliono: “Se prendo freddo la colpa è tua che non rimani qui a scaldarmi”. Sorrido dolcemente e riprendo: “Sarà per la prossima dai, se tanto tua zia torna tra alcuni giorni, abbiamo modo di provare anche i letti…” Con sguardo felice mi bacia sulla guancia come la bimba quando il papà le compra lo zucchero filato. La faccio staccare da me, apro il portone, le prendo il viso tra le mani, la bacio sulla fronte, mentre sto per uscire le faccio: “Ah un’ultima domanda, Ma quanti anni hai?”, lei: “23, tu?” “Io 24” rispondo, “pensavo fossi più piccola”, “Sarà l’altezza che inganna” mi fa lei; le carezzo la guancia ed esco dal portone avviandomi verso l’ascensore. “Mandami un messaggio quando sei a casa”, alzo il pollice della mano destra e le faccio l’occhiolino. Ricambia con un bacino e richiude il portone dietro di sé.
Dopo i vari trasbordi nei mezzi rincaso, ho il cellulare scarico, è quasi l’una. Collego il telefono al caricatore e lo riaccendo, con sorpresa trovo un messaggio Whatsapp di lei: “Vieni da me domani sera alla stessa ora, ho una bella sorpresa per te.” [CONTINUA]
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