English teacher - The beggining
di
The bad student
genere
etero
Per affinare la conoscenza della lingua inglese opto per frequentare un corso serale di una decina di lezioni.
A quella inaugurale mi presento con largo anticipo sull’orario di inizio, fissato per le 19: sia perché ritengo corretto essere puntuale, sia per indagare sui vari aspetti di questa nuova esperienza. Ed è esattamente su un punto fondamentale di essi che faccio una scoperta inaspettata. Arrivo in aula per primo e ad attendermi c’è colei che è stata la mia English teacher delle scuole superiori. Si chiama Edda, ha 55 anni e, nonostante non sia più giovanissima, è tutt’oggi una donna di rara avvenenza.
Ci salutiamo cordialmente e riconosce in me un passato alunno –Sono felice di rivedere un volto noto. Ma come sei cresciuto bene, potresti somigliare benissimo a qualche star televisiva-. Io ricambio –La ringrazio per il complimento ma in termini di bellezza rimane uno scalino sopra le altre-, causando la sua reazione –Intanto dammi del tu altrimenti mi fai sentire più vecchia di quanto già lo sia. Tra la menopausa, la cellulite e le zampe di gallina oramai non mi fila più nessuno. Neanche mio marito che mi ha soppiantato per una trentenne! Per questo sono qui: per svagarmi e fare un favore a una collega-. Ho il difficile compito di rincuorarla -Mi dispiace per le tue difficoltà, affatto marginali. Io, in tutta sincerità, ti vedo tale e quale a quindici anni fa, con qualche ruga che ti rende più affascinante, se rapportata alla tua carta d’identità. Se avessi avuto io la fortuna di essere tuo consorte…-, facendole capire che non mi è mai stata indifferente. Con un timido sorriso e rinfrancata dalle mie affermazioni si dirige verso la cattedra dato l’arrivo dei miei compagni di corso.
Solitamente, in questo ambito, nessuno vuole occupare i primi posti a sedere difatti le altre persone occupano i più arretrati. Conoscendo la docente, che da prassi veste l’abbinata tubino e calze nere, e rilevando una fenditura sul suo tavolo, mi accaparro perspicacemente la prima fila in solitudine. Inizia la lezione e con essa il suo involontario ma ricorrente accavallare a mia esclusiva visuale. E’ un tuffo nel passato a sbirciare furtivamente le sue gambe flessuose che, oggi come allora, fanno scaturire lo stesso sintomo: un repentino alzabandiera. Resasi conto di essere sotto la mia torbida osservazione, non si scompone affatto e la ricambia intelligentemente. Avendo captato il mio interesse per la sua mercanzia, la esibisce scosciando impavidamente, mettendo in risalto le sue mutandine.
Le suddette provocazioni si protraggono per l’intera lezione fino allo scoccare della campanella alle ore 21. La prof mi fa segno di aspettare per far defluire gli altri dalla saletta. Rimasti soli fa un’audace premessa –Se ti va di approfondire un argomento, vai a chiudere la porta a chiave…- ed io eseguo celermente la sua direttiva, incuriosito da ciò che accadrà. Me la ritrovo in piedi, priva del suo abito, con indosso scarpe con il tacco, le autoreggenti, uno slippino succinto e gli occhiali da vista. Non vi è traccia di reggiseno benché i suoi seni, non originali, siano degni di nota. Il suo sguardo lussurioso mi chiama e io non mi tirerò indietro.
Azzerata la distanza interpersonale ci baciamo quasi timidamente. La dolcezza embrionale, giustificata dalla sua carenza affettiva, è però presto spazzata via e ci porta a limonare animatamente, allungando impudicamente le mani sull’intimità altrui. La sfioro delicatamente ponendole un quesito –E’ calda la mandorla?- e mi risponde –E’ ovvio! Sono tutta bagnata!-. Le sfilo il suo perizoma fradicio, annusandolo morbosamente e intascandolo come un prezioso souvenir. Ed eccola la sua fica imperiale, ridotta e curatissima, che per anni è stata al centro della mia immaginazione e che posso decantare –What a gorgeus pussy Miss Edda!-, incredulo di poterla avere.
Impaziente di farne la conoscenza, sistemo l’insegnante sulla cattedra, indicandole di assumere una confacente postura “ginecologica”. Per dare il là alle danze accarezzo, con indice e medio della mano destra il suo baffetto accennato e alliscio le sue grandi labbra gocciolanti, facendola rabbrividire. Poi mi chino in adulazione ed entro in contatto con il suo clitoride, che vado prontamente a titillare, facendola rabbrividire. Glielo stuzzico incessantemente, con la punta della lingua, cesellandolo di fino e turbando la sua stabilità. La scruto nel suo dimenarsi e ansare per la vampa che la pervade, lieto di essere a tu per tu con una delle cose che più ho ambito nella mia gioventù. Non ha via di esodo e difatti arriva la prima festa di giornata; il suo sbuffare –Uuuh! Uuuh! Uuuh!- si fonde allo zampillare dei suoi umori, simili a un ruscello che sgorga in alta montagna. Non bastasse c’è la sua attestazione –Che diletto! Me ne sono venuta come una quindicenne alle prime armi! Hai fatto un orale da dieci e lode… Complimenti! Se questo era l’antipasto, chissà che delizie mi attendono-.
Lasciandola sullo scranno, soddisfo la sua curiosità, togliendomi la maglietta e sbottonando a fatica i miei jeans. Li calo unitamente ai boxer, con una mossa a liberare la mia poderosa erezione, a sua completa disposizione. Un mix di gioia e sconcerto traspare dai suoi occhi –Oh my God! What a great dick! It’s the biggest I ever seen!- e sorride maliziosamente pensando alla rivincita che sta per prendersi. Agguanta con una presa bimane il mio pisello e ne tesse le lodi –Cavoli quanto è grosso, nodoso e irresistibile. Io sono stata solamente con il mio stupido marito e il suo insulso pisellino. Con te ho trovato l’America!-. Ne segue un dialogo boccaccesco in cui si informa –Ti sei mai segato pensando a me?- trovando uno scontato riscontro –Ovviamente è successo… Centinaia e centinaia di volte! Perfino dopo l’esame di maturità! E’ un miracolo che le mie diottrie siano intatte!- cui segue la sua chiusura –Sei così dolce! Dobbiamo recuperare il tempo perduto! Ti prego, dammelo subito… non posso resisterti-.
Senza tergiversare do la giusta inclinazione al mio pene e lo faccio scivolare nella sua vagina, accolto da un suo sospiro di sollievo –Mamma mia che duro! It’s incredibile!-. E’ alquanto angusta perciò mi muovo pacatamente, addentrando non oltre metà del mio range, alla ricerca della giusta confidenza anatomica. La penetrazione somiglia al rallentatore ma le è sufficiente per essere già in brodo di giuggiole. Sbuffa profondamente, praticamente ipnotizzata sul punto d’incontro dei nostri organi sessuali e non lesina il suo gradimento –Finalmente il sesso vero! Your’re my perfect toyboy!-.
Si morde le labbra, quasi a darsi un contenimento, per interiorizzare in sé la novità di un piacere inaspettato a sopperire un digiuno pluriennale. Di riflesso, qualsiasi forzatura sarebbe inopportuna e, anche standomene calmo, so di renderla veramente felice. Io lo sono già, per l’avverarsi del sogno erotico che mi ha turbato da giovane, e non gielo nascondo –Sei bellissima e finalmente sei mia! Sapessi quanto ti ho desiderata!-. Altrettanta è la sua trasparenza –Perdonami se per me non era lo stesso. Ti vedevo per un ragazzo qualunque; se avessi saputo che eri un tale virgulto te l’avrei mollata quando eri un teenager!-.
Acclarata l’unità d’intenti, non esente da nostalgia, mantengo inalterato il mio rilassato incedere. Si capisce che non è una semplice botta e via ma la sua rivalsa verso colui che l’ha soppiantata ingiustamente, essendo un privilegiato, e la mia nel poter avere per me la donna più bella che abbia mai conosciuto. Sono emozionato nel vederla fremere per il nostro coinvolgente amplesso e farò in modo di riuscire a darle il dovuto appagamento come non è riuscito a fare il mio stupido predecessore.
Tuttavia, la vista ravvicinata delle sue sexy legs with stockings, ricordo indelebile della mia passata giovinezza, tende a destabilizzarmi e mi spinge a dare un upgrade, che risulterà decisivo. A sorpresa, piazzo una serie di rasoiate, che le danno tangibilmente coscienza del mio ampio potenziale e mandano in subbuglio i suoi ormoni. Vedendo approssimarsi l’insperata meta e il lievitare la propria fibrillazione, mi sprona a non tornare indietro –Please… Go on like this! Like this! Like this!-.
Ha un’autostrada spianata verso la sua gloria personale e in me il condottiero che la sostiene –Dai pollastra, fammi udire la tua fregola!-. Mi guarda fiduciosa, con la brama di chi sa che sta per accadere qualcosa di miracoloso. Improvvisamente si contorce, quasi a opporre un’improbabile resistenza, per poi abbandonarsi al giubilo di un meritato orgasmo. Non manca di esternare vis a vis –Ci siamo amore! Yes! Yeees! Yeeeees! Yeeeeeees! Yeeeeeeeees!- andando a toccare il cielo con un dito.
Si chiude gloriosamente il primo rapporto sessuale su cui Edda, recuperata la normale respirazione, ha le idee chiare –Credevo da mo’ di essere frigida. Mi è voluto più di mezzo secolo per scoprire il vero sesso. Solamente grazie a te, che sei un vero uomo, con gli attributi… e che attributi! Adesso ho perso seriamente la mia verginità!-. Le mie non differiscono –Ti sei guadagnata una giusta ricompensa! Tu sei un’icona e mi hai permesso di concretizzare il desiderio inarrivabile di fare sesso con te. Quello che è successo ha dell’incredibile e non era altro che un buon inizio!-
Senza spostarla dalla scrivania e soprattutto senza separare la nostra magica unione, le faccio traslare una gamba per coricarla su un fianco. Sotto la sua attenta osservazione, riparto all’arrembaggio continuando sul medesimo binario ovvero dandole una dozzina di centimetri, sufficienti al da farsi. Avendo in questo caso un’angolatura più chiusa devo spingere con più forza, pur tenendo un’andatura compassata. Il suo apprezzamento non manca -Sì ragazzo mio! Scopami come solo tu sai fare!- ed è musica per le mie orecchie.
Il mio modus operandi mi permette di mantenere il controllo delle operazioni, nonostante la panoramica ravvicinata sul suo apprezzabile didietro che stuzzica ulteriormente la mia insana fantasia. Mi limito a palpare, con aplomb, le sue tette rifatte sul quale ha una postilla, che intercala il suo mugolare -Pensa che me le ero leggermente ritoccate per quello stronzo, che poi si è scelto una tutta siliconata- che io giustifico -Meglio così, altrimenti dubito ci saremmo incontrati! Passano gli anni e tu sei sempre più figa!-. Sorride compiaciuta per la mia considerazione e per il nostro copulare, che si procrastina secondo i suddetti canoni, anche se l’idea di dare una scossa sta per prendere il sopravvento.
Senza preavviso la stringo a me, rimanendole dentro, e la alzandola di peso per ricollocarla con un piede a terra e tenendo sollevata l’altra gamba dietro il ginocchio. La professoressa mi scruta curiosamente, sapendo che trarrà giovamento dal mio progetto e vogliosa di riprendere il nostro inatteso accoppiamento. Io staziono al suo fianco perpendicolarmente a lei, che poggia una mano sulla mia spalla, pronto per riprendere con il suo appoggio -Oh yes my dear! Keep pushing!-. Con l’altra mano palpeggio la sua natica polposa per agevolarmi nella trazione e stravolgere la linearità avuta finora.
Infatti riparto di gran carriera con la mia verga d’acciaio a inerpicarsi gradatamente nella sua guaina a livelli inesplorati, sino a infilzarla con buoni quindici centimetri. Il suo sguardo allupato ed il suo ansimare la dicono lunga sulla libidine che sta incominciando a provare con tanto di plauso al mio arnese -What a massive cock! It’s wonderful!-. Per non essere da meno, omaggio il corpo da sballo che sto maneggiando -I love your perfect body! You’re the best milf of the world!- e mi preparo a entrare a pieno regime.
Con un’accelerazione progressiva, mi rilancio a scoparla alla grande e stantuffo dritto per dritto il mio tronco nella sua fica bollente, a un ritmo incalzante. La mia stupenda partner mischia un intenso boccheggiare, in iperventilazione, a una spinta emotiva e vocale nei miei confronti -Fuck me darling! Fuck! Fuck!- con il chiaro intento di replicare il voluttuoso epilogo precedente. Ho la fantastica sensazione di possederla a mio piacimento e inferirle un autentico godimento, che finora le è stato sconosciuto. Io non mi discosto di molto, essendo estasiato di chiavare vigorosamente la sua fregna, cosa fantasticata infinite volte nel passato.
La docente mora è in rampa di lancio per un nuovo traguardo, dandomi informazione con correttezza -Yes! Yes! Fucking come! Fucking come!-. Anch’io sono abbastanza prossimo ad arrivare al dunque e non mi esimio dallo spronarla -Forza bella sventolona, abbandonati al piacere!-. Mi fissa con gli occhi sbarrati dall’eccitazione e la stima di chi sa di essersi affidata all’amante che le mancava. Passano pochi secondi e viene senza freni, realizzando una tripletta inimmaginabile -Oh my god! Yes! Yes! Aaah! Aaaaa! Aaaaaaah! Aaaaaaaaah! Aaaaaaaaaaah!-. So di averle dato una soddisfazione immensa e sicuramente la imiterò a breve.
Dopo aver ripreso fiato, dimostra la sua scaltrezza chiamandomi in causa sulla mia imminente chiusura -Per alleviare la solitudine, ammetto di aver visto qualche video hard, inerente la mia professione. La teacher di turno, con stockings e glasses, dopo aver copulato con il suo studente riceveva un bel facialized. Se tu non hai nulla da obiettare mi piacerebbe riprodurre questo tipo di finale…-. La sua proposta è condivisibile e irrinunciabile, per chiudere perfettamente un cerchio aperto parecchi anni or sono.
Estraggo il mio membro roccioso dalla sua sorca, non più ristretta, e mi masturbo platealmente al suo cospetto. Emulando le pornodive più affermate, si prostra innanzi a me e, per no starsene con le mani in mano mi massaggia lo scroto chiosando -Bene, qui c’è un buon carico che la tua matrona attende palpitante…-. Lo stesso sta accadendo a me e glielo comunico -Anch’io non vedo l’ora di schizzare sul tuo viso splendido per rappresentare la baldracca che sei e suggellare la nostra sorprendente tresca.
Continuo a menarmelo lentamente, conscio di non avere via di scampo, con una musa ispiratrice talmente meravigliosa. Lo do il giusto preavviso -Ci siamo quasi bellissima, è giunto il momento cruciale- e mi ricorda la pianificazione -Come for me baby! I want your precious jizz on my happy face!-. Riesce a malapena a ultimare la frase e parte, simile a un idrante, la mia veemente eiaculazione. Indirizzo, con il mirino, i miei fiotti di liquido seminale dapprima sui suoi occhiali appropriati, colpendo una lente e poi l’altra. Seguitamente la centro sulla fronte e infine imbianco le sue guance, prima la destra e poi la sinistra. Su quest’ultima mi ripulisco affaticato ma entusiasta del mio operato e di aver realizzato il suo piano.
Edda, che ha seguito in silenzio la mia venuta, si scatta un selfie a ricordo dello storico accadimento e si spalma il mio seme, permutandolo in una maschera di bellezza. Il suo commento è trionfante –Sono esterrefatta da ciò che è avvenuto oggi; hai trasformato la mia grigia quotidianità in una giornata indimenticabile. Mi hai accettato con i miei difetti e mi hai fatto godere in maniera sublime, risarcendomi delle mie delusioni passate. Lo hai fatto senza esagerazione, con il garbo e l’oculatezza adatte alla mia situazione. Ti chiedo scusa se ti posso essere sembrata passiva me ero solo incredula di stare tra le tue braccia e con la tua mazza spaventosa dentro il mio ventre. Grazie al cielo, la ricezione del tuo sperma ha ribadito che fortunatamente è tutto reale. Vederti segare e eiaculare per me è stata una piacevolissima novità ma soprattutto uno spettacolo maestoso e sono inorgoglita che tu l’abbia fatto tantissime volte. Venerdì, se ti va, possiamo replicare: la canonica lezione di inglese e a seguire la scopata del mio strepitoso toy-boy…-.
Anch’io sintetizzo le mie conclusioni -Quando meno te l’aspetti i sogni si avverano. Non avrei mai immaginato di trovarti qui e neanche che potessi essere finalmente tutta per me. La tua fichetta che sembra disegnata da Michelangelo è stata tra le cose che ho più bramato. Pertanto ho preferito penetrarti gradualmente per avere una goduria sia fisica che mentale. Passano le decadi ma, ai miei occhi, rimani incredibilmente attraente ed irresistibile. Non avevo mai provato delle emozioni sessuali così marcate e, come te sono orgoglioso di averti potuto imbrattare del vivo, dopo tanta immaginazione. Non serve che ci scambiamo numeri di telefono perché stai sicura che tra soli tre giorni sarò di nuovo qui per darti dentro come meriti-.
Ci congediamo con intenti bellicosi, a cui fa da contraltare un abbraccio, con un tenero bacio, che è solo un arrivederci. To be continued…
A quella inaugurale mi presento con largo anticipo sull’orario di inizio, fissato per le 19: sia perché ritengo corretto essere puntuale, sia per indagare sui vari aspetti di questa nuova esperienza. Ed è esattamente su un punto fondamentale di essi che faccio una scoperta inaspettata. Arrivo in aula per primo e ad attendermi c’è colei che è stata la mia English teacher delle scuole superiori. Si chiama Edda, ha 55 anni e, nonostante non sia più giovanissima, è tutt’oggi una donna di rara avvenenza.
Ci salutiamo cordialmente e riconosce in me un passato alunno –Sono felice di rivedere un volto noto. Ma come sei cresciuto bene, potresti somigliare benissimo a qualche star televisiva-. Io ricambio –La ringrazio per il complimento ma in termini di bellezza rimane uno scalino sopra le altre-, causando la sua reazione –Intanto dammi del tu altrimenti mi fai sentire più vecchia di quanto già lo sia. Tra la menopausa, la cellulite e le zampe di gallina oramai non mi fila più nessuno. Neanche mio marito che mi ha soppiantato per una trentenne! Per questo sono qui: per svagarmi e fare un favore a una collega-. Ho il difficile compito di rincuorarla -Mi dispiace per le tue difficoltà, affatto marginali. Io, in tutta sincerità, ti vedo tale e quale a quindici anni fa, con qualche ruga che ti rende più affascinante, se rapportata alla tua carta d’identità. Se avessi avuto io la fortuna di essere tuo consorte…-, facendole capire che non mi è mai stata indifferente. Con un timido sorriso e rinfrancata dalle mie affermazioni si dirige verso la cattedra dato l’arrivo dei miei compagni di corso.
Solitamente, in questo ambito, nessuno vuole occupare i primi posti a sedere difatti le altre persone occupano i più arretrati. Conoscendo la docente, che da prassi veste l’abbinata tubino e calze nere, e rilevando una fenditura sul suo tavolo, mi accaparro perspicacemente la prima fila in solitudine. Inizia la lezione e con essa il suo involontario ma ricorrente accavallare a mia esclusiva visuale. E’ un tuffo nel passato a sbirciare furtivamente le sue gambe flessuose che, oggi come allora, fanno scaturire lo stesso sintomo: un repentino alzabandiera. Resasi conto di essere sotto la mia torbida osservazione, non si scompone affatto e la ricambia intelligentemente. Avendo captato il mio interesse per la sua mercanzia, la esibisce scosciando impavidamente, mettendo in risalto le sue mutandine.
Le suddette provocazioni si protraggono per l’intera lezione fino allo scoccare della campanella alle ore 21. La prof mi fa segno di aspettare per far defluire gli altri dalla saletta. Rimasti soli fa un’audace premessa –Se ti va di approfondire un argomento, vai a chiudere la porta a chiave…- ed io eseguo celermente la sua direttiva, incuriosito da ciò che accadrà. Me la ritrovo in piedi, priva del suo abito, con indosso scarpe con il tacco, le autoreggenti, uno slippino succinto e gli occhiali da vista. Non vi è traccia di reggiseno benché i suoi seni, non originali, siano degni di nota. Il suo sguardo lussurioso mi chiama e io non mi tirerò indietro.
Azzerata la distanza interpersonale ci baciamo quasi timidamente. La dolcezza embrionale, giustificata dalla sua carenza affettiva, è però presto spazzata via e ci porta a limonare animatamente, allungando impudicamente le mani sull’intimità altrui. La sfioro delicatamente ponendole un quesito –E’ calda la mandorla?- e mi risponde –E’ ovvio! Sono tutta bagnata!-. Le sfilo il suo perizoma fradicio, annusandolo morbosamente e intascandolo come un prezioso souvenir. Ed eccola la sua fica imperiale, ridotta e curatissima, che per anni è stata al centro della mia immaginazione e che posso decantare –What a gorgeus pussy Miss Edda!-, incredulo di poterla avere.
Impaziente di farne la conoscenza, sistemo l’insegnante sulla cattedra, indicandole di assumere una confacente postura “ginecologica”. Per dare il là alle danze accarezzo, con indice e medio della mano destra il suo baffetto accennato e alliscio le sue grandi labbra gocciolanti, facendola rabbrividire. Poi mi chino in adulazione ed entro in contatto con il suo clitoride, che vado prontamente a titillare, facendola rabbrividire. Glielo stuzzico incessantemente, con la punta della lingua, cesellandolo di fino e turbando la sua stabilità. La scruto nel suo dimenarsi e ansare per la vampa che la pervade, lieto di essere a tu per tu con una delle cose che più ho ambito nella mia gioventù. Non ha via di esodo e difatti arriva la prima festa di giornata; il suo sbuffare –Uuuh! Uuuh! Uuuh!- si fonde allo zampillare dei suoi umori, simili a un ruscello che sgorga in alta montagna. Non bastasse c’è la sua attestazione –Che diletto! Me ne sono venuta come una quindicenne alle prime armi! Hai fatto un orale da dieci e lode… Complimenti! Se questo era l’antipasto, chissà che delizie mi attendono-.
Lasciandola sullo scranno, soddisfo la sua curiosità, togliendomi la maglietta e sbottonando a fatica i miei jeans. Li calo unitamente ai boxer, con una mossa a liberare la mia poderosa erezione, a sua completa disposizione. Un mix di gioia e sconcerto traspare dai suoi occhi –Oh my God! What a great dick! It’s the biggest I ever seen!- e sorride maliziosamente pensando alla rivincita che sta per prendersi. Agguanta con una presa bimane il mio pisello e ne tesse le lodi –Cavoli quanto è grosso, nodoso e irresistibile. Io sono stata solamente con il mio stupido marito e il suo insulso pisellino. Con te ho trovato l’America!-. Ne segue un dialogo boccaccesco in cui si informa –Ti sei mai segato pensando a me?- trovando uno scontato riscontro –Ovviamente è successo… Centinaia e centinaia di volte! Perfino dopo l’esame di maturità! E’ un miracolo che le mie diottrie siano intatte!- cui segue la sua chiusura –Sei così dolce! Dobbiamo recuperare il tempo perduto! Ti prego, dammelo subito… non posso resisterti-.
Senza tergiversare do la giusta inclinazione al mio pene e lo faccio scivolare nella sua vagina, accolto da un suo sospiro di sollievo –Mamma mia che duro! It’s incredibile!-. E’ alquanto angusta perciò mi muovo pacatamente, addentrando non oltre metà del mio range, alla ricerca della giusta confidenza anatomica. La penetrazione somiglia al rallentatore ma le è sufficiente per essere già in brodo di giuggiole. Sbuffa profondamente, praticamente ipnotizzata sul punto d’incontro dei nostri organi sessuali e non lesina il suo gradimento –Finalmente il sesso vero! Your’re my perfect toyboy!-.
Si morde le labbra, quasi a darsi un contenimento, per interiorizzare in sé la novità di un piacere inaspettato a sopperire un digiuno pluriennale. Di riflesso, qualsiasi forzatura sarebbe inopportuna e, anche standomene calmo, so di renderla veramente felice. Io lo sono già, per l’avverarsi del sogno erotico che mi ha turbato da giovane, e non gielo nascondo –Sei bellissima e finalmente sei mia! Sapessi quanto ti ho desiderata!-. Altrettanta è la sua trasparenza –Perdonami se per me non era lo stesso. Ti vedevo per un ragazzo qualunque; se avessi saputo che eri un tale virgulto te l’avrei mollata quando eri un teenager!-.
Acclarata l’unità d’intenti, non esente da nostalgia, mantengo inalterato il mio rilassato incedere. Si capisce che non è una semplice botta e via ma la sua rivalsa verso colui che l’ha soppiantata ingiustamente, essendo un privilegiato, e la mia nel poter avere per me la donna più bella che abbia mai conosciuto. Sono emozionato nel vederla fremere per il nostro coinvolgente amplesso e farò in modo di riuscire a darle il dovuto appagamento come non è riuscito a fare il mio stupido predecessore.
Tuttavia, la vista ravvicinata delle sue sexy legs with stockings, ricordo indelebile della mia passata giovinezza, tende a destabilizzarmi e mi spinge a dare un upgrade, che risulterà decisivo. A sorpresa, piazzo una serie di rasoiate, che le danno tangibilmente coscienza del mio ampio potenziale e mandano in subbuglio i suoi ormoni. Vedendo approssimarsi l’insperata meta e il lievitare la propria fibrillazione, mi sprona a non tornare indietro –Please… Go on like this! Like this! Like this!-.
Ha un’autostrada spianata verso la sua gloria personale e in me il condottiero che la sostiene –Dai pollastra, fammi udire la tua fregola!-. Mi guarda fiduciosa, con la brama di chi sa che sta per accadere qualcosa di miracoloso. Improvvisamente si contorce, quasi a opporre un’improbabile resistenza, per poi abbandonarsi al giubilo di un meritato orgasmo. Non manca di esternare vis a vis –Ci siamo amore! Yes! Yeees! Yeeeees! Yeeeeeees! Yeeeeeeeees!- andando a toccare il cielo con un dito.
Si chiude gloriosamente il primo rapporto sessuale su cui Edda, recuperata la normale respirazione, ha le idee chiare –Credevo da mo’ di essere frigida. Mi è voluto più di mezzo secolo per scoprire il vero sesso. Solamente grazie a te, che sei un vero uomo, con gli attributi… e che attributi! Adesso ho perso seriamente la mia verginità!-. Le mie non differiscono –Ti sei guadagnata una giusta ricompensa! Tu sei un’icona e mi hai permesso di concretizzare il desiderio inarrivabile di fare sesso con te. Quello che è successo ha dell’incredibile e non era altro che un buon inizio!-
Senza spostarla dalla scrivania e soprattutto senza separare la nostra magica unione, le faccio traslare una gamba per coricarla su un fianco. Sotto la sua attenta osservazione, riparto all’arrembaggio continuando sul medesimo binario ovvero dandole una dozzina di centimetri, sufficienti al da farsi. Avendo in questo caso un’angolatura più chiusa devo spingere con più forza, pur tenendo un’andatura compassata. Il suo apprezzamento non manca -Sì ragazzo mio! Scopami come solo tu sai fare!- ed è musica per le mie orecchie.
Il mio modus operandi mi permette di mantenere il controllo delle operazioni, nonostante la panoramica ravvicinata sul suo apprezzabile didietro che stuzzica ulteriormente la mia insana fantasia. Mi limito a palpare, con aplomb, le sue tette rifatte sul quale ha una postilla, che intercala il suo mugolare -Pensa che me le ero leggermente ritoccate per quello stronzo, che poi si è scelto una tutta siliconata- che io giustifico -Meglio così, altrimenti dubito ci saremmo incontrati! Passano gli anni e tu sei sempre più figa!-. Sorride compiaciuta per la mia considerazione e per il nostro copulare, che si procrastina secondo i suddetti canoni, anche se l’idea di dare una scossa sta per prendere il sopravvento.
Senza preavviso la stringo a me, rimanendole dentro, e la alzandola di peso per ricollocarla con un piede a terra e tenendo sollevata l’altra gamba dietro il ginocchio. La professoressa mi scruta curiosamente, sapendo che trarrà giovamento dal mio progetto e vogliosa di riprendere il nostro inatteso accoppiamento. Io staziono al suo fianco perpendicolarmente a lei, che poggia una mano sulla mia spalla, pronto per riprendere con il suo appoggio -Oh yes my dear! Keep pushing!-. Con l’altra mano palpeggio la sua natica polposa per agevolarmi nella trazione e stravolgere la linearità avuta finora.
Infatti riparto di gran carriera con la mia verga d’acciaio a inerpicarsi gradatamente nella sua guaina a livelli inesplorati, sino a infilzarla con buoni quindici centimetri. Il suo sguardo allupato ed il suo ansimare la dicono lunga sulla libidine che sta incominciando a provare con tanto di plauso al mio arnese -What a massive cock! It’s wonderful!-. Per non essere da meno, omaggio il corpo da sballo che sto maneggiando -I love your perfect body! You’re the best milf of the world!- e mi preparo a entrare a pieno regime.
Con un’accelerazione progressiva, mi rilancio a scoparla alla grande e stantuffo dritto per dritto il mio tronco nella sua fica bollente, a un ritmo incalzante. La mia stupenda partner mischia un intenso boccheggiare, in iperventilazione, a una spinta emotiva e vocale nei miei confronti -Fuck me darling! Fuck! Fuck!- con il chiaro intento di replicare il voluttuoso epilogo precedente. Ho la fantastica sensazione di possederla a mio piacimento e inferirle un autentico godimento, che finora le è stato sconosciuto. Io non mi discosto di molto, essendo estasiato di chiavare vigorosamente la sua fregna, cosa fantasticata infinite volte nel passato.
La docente mora è in rampa di lancio per un nuovo traguardo, dandomi informazione con correttezza -Yes! Yes! Fucking come! Fucking come!-. Anch’io sono abbastanza prossimo ad arrivare al dunque e non mi esimio dallo spronarla -Forza bella sventolona, abbandonati al piacere!-. Mi fissa con gli occhi sbarrati dall’eccitazione e la stima di chi sa di essersi affidata all’amante che le mancava. Passano pochi secondi e viene senza freni, realizzando una tripletta inimmaginabile -Oh my god! Yes! Yes! Aaah! Aaaaa! Aaaaaaah! Aaaaaaaaah! Aaaaaaaaaaah!-. So di averle dato una soddisfazione immensa e sicuramente la imiterò a breve.
Dopo aver ripreso fiato, dimostra la sua scaltrezza chiamandomi in causa sulla mia imminente chiusura -Per alleviare la solitudine, ammetto di aver visto qualche video hard, inerente la mia professione. La teacher di turno, con stockings e glasses, dopo aver copulato con il suo studente riceveva un bel facialized. Se tu non hai nulla da obiettare mi piacerebbe riprodurre questo tipo di finale…-. La sua proposta è condivisibile e irrinunciabile, per chiudere perfettamente un cerchio aperto parecchi anni or sono.
Estraggo il mio membro roccioso dalla sua sorca, non più ristretta, e mi masturbo platealmente al suo cospetto. Emulando le pornodive più affermate, si prostra innanzi a me e, per no starsene con le mani in mano mi massaggia lo scroto chiosando -Bene, qui c’è un buon carico che la tua matrona attende palpitante…-. Lo stesso sta accadendo a me e glielo comunico -Anch’io non vedo l’ora di schizzare sul tuo viso splendido per rappresentare la baldracca che sei e suggellare la nostra sorprendente tresca.
Continuo a menarmelo lentamente, conscio di non avere via di scampo, con una musa ispiratrice talmente meravigliosa. Lo do il giusto preavviso -Ci siamo quasi bellissima, è giunto il momento cruciale- e mi ricorda la pianificazione -Come for me baby! I want your precious jizz on my happy face!-. Riesce a malapena a ultimare la frase e parte, simile a un idrante, la mia veemente eiaculazione. Indirizzo, con il mirino, i miei fiotti di liquido seminale dapprima sui suoi occhiali appropriati, colpendo una lente e poi l’altra. Seguitamente la centro sulla fronte e infine imbianco le sue guance, prima la destra e poi la sinistra. Su quest’ultima mi ripulisco affaticato ma entusiasta del mio operato e di aver realizzato il suo piano.
Edda, che ha seguito in silenzio la mia venuta, si scatta un selfie a ricordo dello storico accadimento e si spalma il mio seme, permutandolo in una maschera di bellezza. Il suo commento è trionfante –Sono esterrefatta da ciò che è avvenuto oggi; hai trasformato la mia grigia quotidianità in una giornata indimenticabile. Mi hai accettato con i miei difetti e mi hai fatto godere in maniera sublime, risarcendomi delle mie delusioni passate. Lo hai fatto senza esagerazione, con il garbo e l’oculatezza adatte alla mia situazione. Ti chiedo scusa se ti posso essere sembrata passiva me ero solo incredula di stare tra le tue braccia e con la tua mazza spaventosa dentro il mio ventre. Grazie al cielo, la ricezione del tuo sperma ha ribadito che fortunatamente è tutto reale. Vederti segare e eiaculare per me è stata una piacevolissima novità ma soprattutto uno spettacolo maestoso e sono inorgoglita che tu l’abbia fatto tantissime volte. Venerdì, se ti va, possiamo replicare: la canonica lezione di inglese e a seguire la scopata del mio strepitoso toy-boy…-.
Anch’io sintetizzo le mie conclusioni -Quando meno te l’aspetti i sogni si avverano. Non avrei mai immaginato di trovarti qui e neanche che potessi essere finalmente tutta per me. La tua fichetta che sembra disegnata da Michelangelo è stata tra le cose che ho più bramato. Pertanto ho preferito penetrarti gradualmente per avere una goduria sia fisica che mentale. Passano le decadi ma, ai miei occhi, rimani incredibilmente attraente ed irresistibile. Non avevo mai provato delle emozioni sessuali così marcate e, come te sono orgoglioso di averti potuto imbrattare del vivo, dopo tanta immaginazione. Non serve che ci scambiamo numeri di telefono perché stai sicura che tra soli tre giorni sarò di nuovo qui per darti dentro come meriti-.
Ci congediamo con intenti bellicosi, a cui fa da contraltare un abbraccio, con un tenero bacio, che è solo un arrivederci. To be continued…
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