Olio di cocco

di
genere
masturbazione

Mi solleva piano dalla sedia e mi porta a letto in braccio. "Non ti esaltare" mi ripeto tra me, sono 2 settimane che non scopiamo, 16 giorni a voler essere precisi. Con tutto lo stress che ha in questo periodo non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di eccitarsi, so bene che dovrò avere ancora parecchia pazienza e che devo vedere la proposta di guardare un film come completamente innocua, mio malgrado. Si sistema sul letto e mi fa accomodare tra le sue gambe, posso sentire il calore del suo petto dietro di me, cosa non darei per poterlo almeno sfiorare. Mette su "gli Aristogatti", "perfetto", mi dico fra me, più innocuo di così non poteva trovare altro. Nel giro di poco tempo sentiamo la porta di casa sbattere parecchie volte, lasciando uscire la maggior parte della famiglia; in casa rimangono solamente il nonno claudicante e il padre addormentato, rumorosamente, dall'altro lato del corridoio. Avverto quasi le calde gocce che sono pronte a sgorgare copiose, dagli occhi e non solo, al pensiero di come avremmo approfittato di quella solitudine, un tempo. Mentre i ricordi delle nostre chiavate migliori, misti alle più soddisfacenti sveltine, si attorcigliano nella mia mente costringendomi a serrare con forza le gambe, sento le sue mani scivolarmi sulle spalle e scendere, seppure di poco, verso il seno. "Non voglio illuderti", mi sussurra all'orecchio, "non riesco ancora a farmelo venire duro, ma questo non significa che non ho voglia di occuparmi di te". Detto questo afferra l'orlo del maglione e lo solleva mentre mi osserva e mi domanda se mi stia bene avere questo tipo di esperienza al posto di un rapporto completo. Invece che rispondere, cosa che al momento mi risulta impossibile, scosto leggermente i lati della felpa e abbandono la testa contro il suo petto. Infila una mano dentro e mi solletica noncurante la punta del mio capezzolo più sensibile, nel frattempo fruga nel comodino. Quando trova ciò che cerca stringe, soddisfatto, capezzolo che ancora stava titillando. Mano a mano che fruga nella scatola della sua hair routine stritola con maggiore ferzo il capezzolo con la mano sinistra. Estrae dalla scatola il burro di cocco. In un secondo mi ritrovo senza maglione, lo infila nel comodino e lo sostituisce con una sua giacca, é enorme su di me e mi permette di tenere il mio piccolo seno completamente scoperto, alla sua mercé, pur potendolo coprire rapidamente nella remota ipotesi che uno dei suoi parenti si presenti alla porta. Spalma generosamente il burro freddo contor la mia pelle, in un attimo il contatto gelato si trasforma in scivoloso ed oleoso calore, la semi sfericità dei seni viene risaltata dalla lucentezza della pelle, i capezzoli assumono la loro tipica forma appuntita e scivolano tra le sue dita alla perfezione. É bello, eccitante all'invero simile, ma voglio di più. Gli bacio la punta del mento, più su non arrivo, e ne approfitto per chiedergli di essere più violento con quelle zone tanto sensibili quanto resistenti, non se lo fa ripetere due volte. I capezzoli vengono tirati con forza, schiacciati, attorcigliati e premuti senza pietà, per la prima volta arrivo all'orgasmo con dei semplici tocchi ai capezzoli. Intanto che mi godo la senziano lui é già scivolato giù dal letto e li ha spogliata della parte sotto, pur lasciandomi sotto le coperte. Mi massaggia tutto il corpo con il burro di cocco, che sotto le sue mani calde si trasforma in tiepido olio che raggiunge ogni parte di me. Mi fa girare più volte, mi massaggia tutta evitando però, con ostinata precisione, la zona del pube. Solo mentre sono a pancia sotto si lascia scappare un leggero solletichio al retro della vulva, ma anche questo é più che fugace. Mi fa girare nuovamente e questa volta mi scopre tutta, mi ammira sorridendo, preleva un gigantesco pezzo di burro ma all'ultimo ci ripensa e si avventa sulla vulva con la bocca, non mira al clitoride o alla vagina, da semplicemente un lungo, passionale e voracissimo bacio con la lingua, si comporta esattamente come se quella fosse una bocca; succhia, infila la lingua e bacia senza tregua, per pochi bellissimi secondi. Quando il campanello suona avverto un dolore lacerante che si estende dal pube al ventre, si alza e corre ad aprire, temendo che il padre possa svegliarsi e interromperci; nell'andarsene abbandona il cubetto di burro di cocco sul mio monte di venere. Mentre lo aspetto sento il blocco calare di volume precipitosamente, percepisco ogni millimetro che le gocce di olio compiono tra le pieghe della vulva, basterebbe quello a farmi venire se solo non avessi quella sensazione, al limite del dolore, dovuta alla pausa forzata che abbiamo dovuto prenderci. Quando risale trafelato vedo la busta che gli hanno consegnato, temo che sia quella tanto attesa e preoccupante, ma non ho tempo di pensarci... Si inginocchia accanto a me, non mi bacia più purtroppo, ma insinua una mano sotto la mia coscia destra mentre l'altra la abbandona sul monte di venere, mentre giocherella con la pozza lasciata dall'olio, mi sussurra di coprirmi dato che é stato disturbato il sennò del padre e da inizio alle danze. Scopre piano il clitoride, ci gira attorno con la punta del dito, si sofferma sul quel centimetro di pelle, sulla destra, così sensibile e sempre disponibile ad accoglierlo. Nel frattempo il trattamento in vagina é insolito ma efficace, disegna cerchi attorno all'ingresso della vagina, per poi entrare di pochi millimetri e premere. Dopo infiniti minuti entra abbastanza da individuare quel punto rugosetto del canale che, se premuto, manda in estasi. Così, a distanza di 16 maledetti giorni, vengo, soffocando le grida, mentre lui fa tremare un dito sul clitoride, bussa su una parete della vagina e con una falange di un provvidenziale dito di troppo si infila nell'ano, solleticandolo deliziosamente.
scritto il
2024-09-13
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