Gabriele e Nicoletta (Finale)

di
genere
corna

NICOLETTA

Dario si limita a socchiudere le labbra e a fissarmi. Il modo in cui mi guarda può essere descritto solo come quello di Satana. Sicuro di sè, dolce come un angelo. È snervante… ed eccitante. Mi prende per mano e mi conduce verso un divano grande. Si lascia andare a sedere e mi trascina con sé, prendendomi sulle ginocchia. Mi siedo rigidamente. Nessuno mi ha preparato a cosa fare in questa situazione.

I muscoli delle sue cosce e la forza delle sue mani sono evidenti quando mi massaggia le braccia, con le dita che salgono e scendono lungo il mio corpo in una carezza dolce. Mi fa sentire bene e mi fa rabbrividire di consapevolezza. Non odio il modo in cui mi tocca, ma sono ancora incerta se lasciarlo fare. “Va tutto bene, principessa?” mi chiede. La sua voce è profonda e il suo respiro mi solletica il collo mentre si avvicina.

“No”, sbuffo una risata. “Mi rendi nervosa.”

“Nervosa in senso buono o cattivo?” chiede, facendo scorrere le dita lungo la mia coscia. C’è divertimento nella sua voce. “Perché non chiedi al tuo ragazzo, se lui è nervoso?” Mi volto verso Gabriele. Il sorriso abbagliante del mio ragazzo è uno dei più genuini che io abbia mai visto sul suo viso. I suoi occhi hanno lacrime trattenute a stento e, anche con tutti i suoi difetti e la sua goffaggine, è ancora una delle persone più gentili e attente di tutto questo mondo. La sua voce è dolce con un accenno di stupore.

“Vuoi davvero che accada, oggi, tesoro?” Gli mando un sorriso a mia volta. “Certo. È una situazione strana per me, però tu lo desideri e io farò avverare questo desiderio.” La sua voce, roca, ha un tremolio: “Ricorda, amore…, ... io non ti imporrò mai niente, devi essere tu a volerlo. Se mi dici no è no. Se mi dici sì è sì.”

Sono una ragazza un po’ timida e non so che cosa mi farà fare, ma devo accettare per amore del mio fidanzato. L’uomo che ho d’avanti deve dimenticare tutte le donne che ha conosciuto, anche se poche, e pensare che solo io saprò dargli del sesso meraviglioso. Voglio fare impazzire di piacere il mio Gabriele. “Accetto, amore.” Lo bacio sulle labbra con ardore e lui ricambia.

“Gabriele, togliti tutto, dobbiamo essere nudi per aiutare la tua bella principessa a superare il proprio imbarazzo.” Il mio ragazzo non se lo fa ripetere e si toglie tutto, anche i boxer. Il suo membro è nella media e ho un brivido pensando che fra poco sarà eccitato, osservandoci. Anche Dario si spoglia, restando nudo. Il suo è poco più grosso, ma mi sembra più lungo. Si mettono entrambi seduti sul divano e aspettano che finisca di spogliarmi anch’io. Ormai sono in gioco e devo andare avanti. Mi tolgo il reggiseno e vedo che al mio amore brillano gli occhi. Dario non ha fatto una piega. Già! Chissà quante tette ha visto in vita sua, ed io ho un seno discreto.

Mi abbasso le mutandine e me le tolgo. Sono completamente nuda davanti a Gabriele e a uno sconosciuto. Impedisco alla mia timidezza di arrivare al cervello e farmi coprire le tette e la figa con le mani. Tengo gli occhi bassi. Dario si alza, si avvicina e mi abbraccia. Sento il suo uccello sfregare contro il mio sesso. Guardo il mio ragazzo, che continua a sorridere. Mi prende il viso tra le mani. Ci guardiamo negli occhi, poi io li chiudo e socchiudo le labbra. Entra con la sua lingua nella mia bocca e io sento la vagina bagnarsi ancora di più. Inizia a usare la lingua in velocità e io lo lascio fare. Sono fra le braccia di un altro uomo, nuda, e il mio ragazzo mi guarda mentre vengo baciata con la lingua.

Poco dopo mi ritrovo a partecipare attivamente al bacio. Le lingue si intrecciano e ci scambiamo la saliva, che io ingoio senza pensarci. Lo abbraccio e lo accarezzo su tutto il corpo, mentre sento il suo uccello indurirsi e premere contro la mia figa. Ogni tanto controllo il viso di Gabriele, ma vedo che è tranquillo, sembra felice. Non so come sia possibile, ma ogni minuto che passa mi sembra di amarlo di più. Ci accarezziamo e ci baciamo a lungo. Ci scambiamo la saliva, che io ingoio. Immagino ci sia Gabriele al suo posto e mi eccito ancora di più.

La mia mano scende fino al suo uccello, che è diventato duro e preme contro la mia pancia. Lo spingo giù e lo faccio passare fra le mie gambe. Ora è a contatto con le grandi labbra della mia figa, che è bagnatissima. Lui lo muove avanti e indietro e io sento l’orgasmo salire. Inizio a tremare tutta e vengo. Ho avuto un orgasmo con un altro uomo col permesso del mio ragazzo; davanti al mio ragazzo. Sento le guance arrossire dall’imbarazzo.

Dario mi tiene stretta finché non mi calmo. “Non preoccuparti, principessa. La notte è lunga.”

DARIO

Saliti a bordo, ho provato a sondare il terreno stendendo le mie mani, grandi e callose, sulle sue cosce scoperte, tenendola stretta contro di me. Quando le mie dita hanno scavato nella sua pelle, il suo corpo si è contratto e il suo respiro ha iniziato ad accorciarsi in piccoli e brevi ansimi. Il suo vestito corto si era arricciato sui fianchi e ogni suo singolo poro era consapevole del modo in cui la stavo toccando. Lentamente. Con fermezza. Ripetevo il processo, mordicchiando e succhiando lungo la sua spalla, spostando le spalline del vestito per avere accesso a tutta la sua pelle. Poi, mi ero limitato a socchiudere le labbra e a fissarla, lasciando loro il tempo di chiarirsi.

Il suo orgasmo prematuro mi aveva sorpreso, ma colmato d’entusiasmo.

“Shhh, è tutto a posto”, le canticchio dolcemente, avvolgendola più strettamente. “Stai bene. Sei al sicuro.” Le do alcuni baci teneri lungo il collo e tutto il suo corpo si rianima. Le mie mani le allargano le cosce. Le dita le sfiorano la pelle finché la sensazione diventa travolgente per lei. Geme.

Rido. “Gabriele, è già così bagnata. Guardala, povera principessa. Ne ha bisogno, vero?” Il suo petto si alza e si abbassa mentre aspetta quello che succederà dopo. “Gabriele, posso toccare il tuo angelo?" Gli chiedo. “Le permetterai di avere ciò che vuole da me?” Lui annuisce con la testa, timidamente. “Oh no, Gabriele, non è così che funziona. Nicoletta ed io abbiamo bisogno di sentirtelo dire”. “Sì…Sì”. Il ragazzo emette un lungo sospiro, come se aspettasse da quando era salito a bordo di dare quel permesso.

GABRIELE

Osservo Dario inginocchiarsi davanti alla mia ragazza. Le gambe le tremano. L’istinto la spinge a chiuderle, ma lui non lo permette. “Non nasconderti da noi, angelo”. Aggrotto le sopracciglia e mi mordo il labbro inferiore. Quello che vedo mi fa male da morire, ma mi eccita come mai mi è successo prima. Ma non ho il tempo di dire le parole che vorrei, che Dario le bacia la coscia, risalendo verso l’alto. “Hai un aspetto delizioso”, dice. Un sorriso gli si allarga sul viso mentre le tiene le gambe aperte. “Posso assaggiarti, meraviglia?” la sua voce profonda rimbomba nella cabina.

“Sì.” Le guance del mio amore si scaldano per la sua sfacciataggine.

“Gabriele, sei un uomo fortunato. È così carina”. Lo vedo prendere due dita ed aprirla. “E così pronta”. La sua lingua si muove in cerchi sul suo clitoride. Devo mostrargli di avere il controllo di tutto. Gli rispondo, con voce densa e pesante: “Ha un sapore buono come sembra?” “Ancora meglio”. Dario fa una pausa, guardandola mentre si lecca le labbra, prima di continuare la sua adorazione tra le sue cosce. In un attimo, il mio amore è senza fiato, ansimante, implorante.

Il ritmo della sua lingua si fa più veloce. Il corpo di Nicoletta si contrae in modo incontrollato. La lingua di Dario rallenta, alternando un leggero sfregamento contro il suo clitoride a un percorso su e giù per il suo centro, soffermandosi a immergersi dentro di lei quando sa che è troppo vicina. Ripete l’operazione, portandola tortuosamente al limite prima di fermarsi ancora una volta. “Per favore”, geme. “Ti prego.” Le sue dita affondano nei capelli di Dario mentre cerca di tirarlo più vicino a lei. Gli occhi di lui si alzano per incontrare quelli della mia fidanzata proprio mentre le sue labbra si chiudono intorno al suo clitoride e lo succhiano. La mia mano stringe la mia eccitazione.

NICOLETTA

Le dita di Dario scivolano dentro di me. Un dito solo, la prima volta, per allargarmi, prima di affondare il secondo. Il modo in cui arriccia le dita contro la mia parete, andando a tempo con l’aumento della pressione della sua lingua che si muove intorno al mio clitoride, è la cosa più bella che abbia mai provato. “Oddio. Non fermarti. Per favore.” La mia voce è senza fiato. Le mie gambe premono contro il suo viso, intrappolandolo proprio lì. “Proprio così”. Le mie unghie sfregano il suo cuoio capelluto. “Ti prego. Sto per venire”. Dolore e piacere si mescolano. Gabriele è il mio dolore, si sega. Dario è il mio piacere. Li voglio entrambi, in questo momento, ne ho bisogno.

Quando penso di non farcela più, quando mi convinco che quello che sto provando è troppo e che potrei morire, esplodo. Il tempismo della sua bocca contro la mia pelle sensibile mi spinge oltre il limite, e l’orgasmo mi scoppia dentro. Grido e sussulto contro la sua presa, il mio urlo mi squarcia il petto mentre la mia figa pulsa intorno alle sue dita. Che cosa ho appena fatto? Dario è implacabile. Mi lecca tra le ondate di piacere, finché non mi accascio contro di lui, il mio corpo è stremato ed esausto. Il mio petto si alza e si abbassa pesantemente e devo chiudere gli occhi per riprendere fiato… Sono troppo stanca e troppo soddisfatta per provare imbarazzo per lo stato in cui sono sicura di trovarmi.

“Brava ragazza”, dice Dario, con approvazione, “Sei stata bravissima, principessa. Così meravigliosamente reattiva per noi, angelo.” Alla cieca, mi avvicino a lui, trovandolo più duro di prima. Muovo le dita avanti e indietro contro la sua lunghezza, ma la sua mano mi avvolge il polso e mi posa un bacio sulla tempia. “Principessa. La notte è ancora lunga. Gabriele ha bisogno della tua mano.”

GABRIELE

Guardo il mio amore mentre si siede vicina. La sua mano corre sulla mia, mi abbranca e si sostituisce nel movimento che mi da sollievo. “Amore, lo faccio per te… con Dario.” La sua voce è uno schiaffo, lui la prenderà davanti ai miei occhi. La sua voce è una carezza, la vedrò trombata da un altro uomo. Freno il mio orgasmo dirompente. Le blocco il polso. “Dario, i tuoi modi…” lui mi osserva con fare curioso, “... Sei troppo gent… “ le accarezzo i capelli, “scusa amore…. io vorrei che fosse…meno gentile.”

DARIO

Le parole di Gabriele mi sorprendono, ma soltanto per un attimo. Il ragazzo vuole crescere in fretta, è un passivo, uno che… mi avvicino e la tiro per un braccio, deciso ma senza essere violento. Non potrei mai.

NICOLETTA

“A terra.” I miei occhi si spalancano. “Cosa?” “Mettiti a terra” ribadisce, liberandomi e spingendomi sul pavimento dello yacht. Mi inginocchio e mi trovo faccia a faccia con il suo cazzo ondeggiante. Cerco di superare il panico crescente per riuscire ad accettare questa situazione. Dario si muove di nuovo e si abbassa davanti a me. “Stenditi.” Mi chiudo a riccio, guardandolo a bocca aperta. “Dario.. ti prego...” La sua mano scatta in avanti per afferrare, delicatamente,una manciata dei miei capelli. “Lo sai che implorare rende tutto più eccitante per il tuo ragazzo, principessina? Quindi, implora quanto vuoi. Vedi cosa succede al suo cazzo ogni volta che apri la bocca? Diventa più grosso. Più duro.”

Mi mordo l’interno della guancia, costringendomi a fare silenzio mentre fisso il membro del mio amore e la sua mano che corre su e giù, per la pelle rosa e tesa della sua erezione.

“Stenditi” ripete, con voce ingannevolmente uniforme. “No.” Non glielo permetterò. “Questo non accadrà.” La sua risatina è flebile e ruvida. “Vuoi scommettere? Gabriele, posso?” Non aspetta il suo assenso e usa la mano tra i miei capelli per spingermi indietro. Gli stringo il polso, scalcio con una gamba, ma lui usa ogni parte del suo corpo per costringermi alla sottomissione. Mi fa cadere a terra in un attimo, con una mano piantata nella mia spalla e l’altra che allontana la mia. I muscoli del suo petto quasi non si muovono mentre mi sale sopra, usando gli avambracci, le ginocchia, le gambe per bloccarmi, completamente incurante dei miei arti che si dimenano. Il suo cazzo scivola contro il mio stomaco. È liscio e caldo e la punta lascia un residuo appiccicoso sulla mia pancia.

Col respiro pesante, abbassa lo sguardo sul mio petto, fissando avidamente i miei seni. “Perfetto” mormora, strofinando i miei capezzoli eretti coi pollici. “Fottutamente perfetto.” Cercando di impedire al mio petto di ansimare, emetto una serie di appelli in preda al panico. “Non ho intenzione di scoparti, non ancora, Nicoletta” mi informa. “Almeno, non la tua fica.” Si china, e per un attimo penso che stia per baciarmi. Le mie labbra fremono al pensiero, ma lui abbassa la testa e lecca invece l’incavo tra i miei seni. Si rimette a sedere, il suo cazzo si muove sul mio petto bagnato. Le sue mani mi impastano i seni, stringendoli e spingendoli insieme prima di separarli. Chiudo la bocca, temendo che voglia forzarlo tra le mie labbra, ma lui lo allinea alle mie tette e lo spinge tra di esse. “Sì, questo sì che ti piace, Gabriele” geme, facendo lentamente dentro e fuori. Le sue rotule, il peso del suo corpo che mi tiene giù... mi fanno male. Non posso fare nulla. Non posso andare da nessuna parte. Sono in trappola, fisso Dario, la sua mascella che si stringe e i suoi occhi che si chiudono mentre assume un ritmo. I suoi pollici continuano a premere sui miei capezzoli molto sensibili.

Mi risveglia, inviando graduali scosse di piacere indesiderato nel mio corpo. Ogni volta che spinge, il suo sedere sfiora avanti e indietro il mio basso ventre, stuzzicandomi appena sopra il bacino. Un calore rovente e traditore si accumula tra le mie gambe mentre assisto impotente. Non ha la minima idea di quello che mi sta facendo. O almeno è quello che penso finché non rallenta, spingendo la punta del suo cazzo sempre più vicino al mio viso.
Apre gli occhi e ringhia: “Bacialo.” Volto la testa dall’altra parte. “No.” Il calore nel mio ventre aumenta a ogni spinta, a ogni strattone e stimolazione dei miei capezzoli.
“Lo farai, Nicoletta. Non puoi deludere il tuo amore” mi assicura, rallentando il respiro e i movimenti. Ha lui il controllo qui.
“Bacialo.” Sputo: “Fottiti.” Ma pronunciare frasi del genere ora mi confonde. Lo sto dicendo per farlo smettere? O lo sto dicendo per incoraggiarlo ancora di più? Una nebbia è calata sul mio cervello, che si combina con gli affondi ritmici del suo cazzo, che si avvicina lentamente e sempre più alla mia bocca. Spinge, tira, spinge, tira.

La cosa più sconcertante è che, nonostante il modo in cui mi sta tenendo bloccata qui, nonostante il dolore, non mi sembra nemmeno aggressivo. È come se il mio corpo fosse improvvisamente in fiamme, come se dovessi mettere tutta la mia forza di volontà per non alzare i fianchi di pari passo con i suoi. Sapere che Gabriele ci osserva e che la sua eccitazione sta raggiungendo livelli impensabili… mi ci vuole tanta di quella forza di volontà che è impossibile combattere l’impulso di assaggiarlo.

Si spinge di nuovo in avanti, aggrotta la fronte. Quando è abbastanza vicino, tiro fuori la lingua e lecco la punta salata. “Caaaazzo!” Sussulta, un fremito gli attraversa il corpo. Lo fa di nuovo, e questa volta apro la bocca e lo accolgo dentro di me. È scivoloso, salato, bollente. Il suo respiro si accorcia insieme al mio. Stringo le gambe, cercando attrito tra le mie cosce, ma la verità è che non ne ho nemmeno bisogno. Sento che la tensione che si sta formando nel mio ventre sta per esplodere solo per il modo in cui sta giocando con le mie tette, per il sapore che ha nella mia bocca, per il peso del suo corpo che grava su di me.
Apre gli occhi e li tiene fissi sui miei per un lungo istante prima di spingersi in avanti un’ultima volta, con il cazzo stretto nella sua mano. Il suo corpo si pietrifica, audace, e dalla punta sgorga lo sperma caldo che mi ricopre il petto e il collo. Cade in avanti, con le mani accanto alla mia testa e il viso a pochi centimetri dal mio. Sono ancora intrappolata sotto il suo peso, con una pozza di sperma sul petto. Mi guarda, con la fronte sudata e le guance arrossate. Ora è di una calma inquietante. Il mio respiro è ancora affannoso, sono ancora in tensione per essermi vista privata di un orgasmo, il terzo, che volevo, prigioniera di un turbine di emozioni.
Dario espira, liberando le mie braccia e le mie gambe, e poi si rimette in piedi. Sono consapevole di potermi muovere ora, ma non lo faccio. Rimango esattamente dove mi ha lasciata, distesa, senza fiato, dolorante, usata. Guardo Gabriele. Il suo viso è rosso. La mano impugna ancora il suo cazzo, ma è ferma. Incantato da ciò che ha visto. Voglio premiarlo.

DARIO

Sono un uomo e la notte è ancora lunga. Ho bisogno di recuperare ma non ci sono tempi morti stasera. Non ci possono essere. “Vado in cambusa a prendere una bottiglia di bollicine…”
“Aspetta” sussurra, fermandomi. Quando mi giro, lei si sta spostando, contorcendosi. Non incontra il mio sguardo, guarda il suo amore. “Non posso... sai... insomma...”
“Non puoi cosa?” Lei fa una smorfia, puntando gli occhi su Gabriele. “Non posso... sai...”
Che io sia fulminato. Possibile che la dolce principessina sia eccitata da quella scopata con le sue tette? Combatto il mio sorriso. “Mi stai chiedendo di farti godere?” Lei rimane zitta.
“Guarda il tuo amore, baby. Ti chiede di pronunciare le parole. Non posso farlo se non me lo chiedi esplicitamente.” Mi lancia un’occhiata bollente e bellicosa che mi fa sobbalzare il cazzo. Certo, non ha tutti i torti. L’ho già fatta venire senza che me lo chiedesse, due volte.
“Bene” ringhia lei, mantenendo la parte a beneficio del suo ragazzo. “Puoi farmi venire, per favore?” In un attimo, ce l’ho nuovamente duro come una roccia. Vorrei ridere, ma non lo faccio. Intuitivamente, so esattamente come affrontare la faccenda. Torno accanto a lei con gli occhi fissi sul fremito del suo mento.

A bassa voce, per il piacere del suo amore, le ordino: “Guardami,” e lei ci mette un attimo, ma alla fine lo fa, con quegli occhi umidi che incrociano i miei. So di cosa ha bisogno. Le cingo la guancia con una mano prima di posare le mie labbra sulle sue. Mantengo il bacio delicato, lento, casto. Lascio che lei si sciolga un po’ al contatto. È facile coinvolgerla, lasciare che sia lei a separare quelle sue labbra carnose. Prima sono stato cattivo e rude. Un po’ di tenerezza sarà più che sufficiente, ma io non faccio mai le cose a metà. Quando le lecco la bocca, lei sta già sospirando, sta venendo verso di me come se fossi una dannata ancora di salvezza. Il suo modo di baciare è privo di qualsiasi arte. Ogni volta che imita i miei movimenti, leccando la mia lingua, è come se io la stessi modellando, plasmandola in tutto ciò che mi aggrada.
Non passa molto tempo prima che io faccia scorrere le dita in modo stuzzicante lungo il suo braccio tiepido. Quando raggiungo la sua mano, arriccio le mie dita nel suo palmo e lei chiude le sue, stringendomi. Le porto la mano alla sua fica nuda. La sua bocca rimane immobile, ma non protesta, mi lascia disporre le sue dita proprio sul suo clitoride. Le premo lì, la incito a riprendere il bacio mentre intanto guido la sua mano. È una che impara in fretta, ed emette un gemito sommesso nella mia bocca quando la costringo a fare pressione sul clitoride. Non riuscendo a trattenermi, lascio le sue dita lì ed esploro un po’ anche io, scendendo più in basso. Non riesco a frenare il mio gemito quando sento quanto è bagnatissima. Porca puttana, questa ragazza è fottutamente fradicia. Si stacca dalla mia bocca per ansimare, ma io rimango vicino e noto il modo in cui i suoi occhi si chiudono, mentre le poso dei morbidi baci lungo la mascella.

Sussurro: “Ti ho portata al limite, tesoro?” Lei mugola, con i denti che si conficcano nel labbro mentre i suoi fianchi inseguono la mia mano. Dal tremore delle sue gambe capisco già che non ci vorrà molto. “Stai godendo?” La sento annuire sotto le mie labbra mentre le inondo la gola di baci delicati. Ora sta diventando più rumorosa, irrazionale, come capita sempre quando si è sull’orlo dell’orgasmo. Incapace di resistere, alla fine lascio che la mia lingua assaggi il suo collo, e mi aggrappo alla sua pelle proprio sopra un tendine in tensione. Succhio con foga. Si irrigidisce e grida: “Gabriele, amore!” lo sento. Si contrae tutta, tremando sotto di me in maniera così delicata. È ancora meglio... sentire i suoi spasmi, le sue gambe che si stringono attorno al mio polso mentre la masturbo. Sembra in stato di beatitudine, con gli occhi vitrei e il petto ansante.

NICOLETTA

Sono sfinita, ma guardo Gabriele in piena estasi e decido di andare avanti. Il cazzo di Dario si è ripreso.
“Amore, e se io...” Deglutendo, cerco di trovare il coraggio di esprimere il pensiero che mi frulla in testa, “...volessi?”
La sua fronte si aggrotta e gli occhi finalmente incontrano i miei. “Piccola, se tu volessi cosa?” So che il mio viso deve essere rosso. Me lo sento così caldo che mi premo i palmi delle mani sulle guance, con lo stomaco in subbuglio. Tremante, offro: “Potrei... succhiarglielo. Se vuoi.”
Inarca un sopracciglio, i suoi occhi sprizzano sgomento e… felicità. “tu vuoi fargli un pompino?”
Con una smorfia, distolgo lo sguardo, imbarazzata. Per molti versi, ha ragione. Il pensiero di farlo mi fa venire la nausea. Mi fa anche sentire più caldo. Mi incuriosisce. “Io non... non voglio farlo. Non sono una…di quelle. Voglio fare ciò che è necessario per renderti questa serata indimenticabile.” Con la coda dell’occhio mi sembra di vedere sorridere Dario. Non sono stata credibile.
Gabriele si infila il labbro inferiore tra i denti e il suo sguardo torna a posarsi sul mio viso. “Va bene” decide. “Piccola, ti amo.”
Il mio corpo ci mette un attimo a mettersi in moto, ad alzarsi e ad avvicinarsi ai piedi di Dario, in piedi, con le gambe aperte e gli occhi scuri che mi scrutano da sotto le lunghe ciglia.

Strofino nervosamente i palmi delle mani l’uno contro l’altro prima di inginocchiarmi adagio. Le sue cosce sono calde e solide sotto le mie mani quando mi avvicino, titubante, a lui ma lui non si muove. Non sbatte le palpebre. Non mi dice di fare altro.
Così, faccio scorrere i palmi delle mani su e giù, con lo stomaco sottosopra per l’agitazione quando sento i suoi muscoli flettersi. Penso al cazzo grosso e duro che mi aspetta sotto. Mi sfugge un lento sospiro, e per un attimo non so cosa fare.
Poi il suo pene si contrae. Allungo la mano senza fretta, con esitazione, e sfioro l’erezione tesa e vellutata con la punta delle dita. Dario emette un gemito nel profondo del petto, basso e roco. È così che mi dà il coraggio di avvolgere finalmente il palmo della mano. “Così” sussurra, allungandosi per toccarmi i capelli. Le sue dita si intrecciano, si arricciano fino alla nuca e io commetto l’errore di incontrare i suoi occhi.
La sua mano si stringe tra i miei capelli, spingendomi verso il punto in cui il suo cazzo è stretto nella mia. “Avanti. Dagli un piccolo assaggio.” Chiudendo gli occhi, apro la bocca e do una leccata di prova alla punta. Non è molto. Ho a malapena il suo sapore sulla lingua. Ma la sua coscia si tende sotto la mia mano. Aspetta.
Faccio un passo in più, spingendo la punta fino in fondo nella mia bocca. Lo succhio lentamente e delicatamente prima di lasciarlo andare, sondando il terreno. I suoi fianchi si spostano appena, inseguendo il calore delle mie labbra. Dal peso crescente della sua mano sulla mia testa capisco che sta diventando impaziente e desideroso, così, alla fine, calo la bocca su di lui. “Cazzo, sì,” sospira, le dita mi massaggiano la testa. Sento il calore dei suoi occhi su di me, che mi scrutano, la voce di Gabriele bassa e roca. “Così, bimba, bagnalo per bene. Ti piace?”

Io rispondo con un mugugno e lui geme. “Puoi prenderlo più a fondo. Forza, so che puoi, amore mio.” Mi sto ancora abituando al suo sapore, alla sapidità e alla carne, e alla sua forma contro la mia lingua. Voglio esplorarlo, scoprire cosa c’è in tutto questo che mi sta mandando una serie di formicolii nel mio sesso. Come se Gabriele mi leggesse nel pensiero, mi chiede in un sussurro rasposo: “Ti fa bagnare, vero?” Fa una risatina stentata e la mano di Dario mi preme un po’ più forte.
“Sei proprio un esserino agitato quando sei eccitata, amore.” Le sue parole portano un nuovo calore sul mio viso, ma fanno un effetto ancora maggiore a Dario. Si gonfia nella mia bocca, la mano pigia con sempre più vigore.
Non sono certo la regina dei pompini. Faccio del mio meglio per emulare quello che ho appreso dal mio ex (Gabriele sa quanto era capriccioso con la mia bocca), usando la lingua e le labbra, succhiando e stuzzicando la punta salata quando la sua mano mi lascia salire.
Probabilmente è lui a dettare il ritmo più di me, ma in segreto gli sono grata di questa istruzione gentile, priva di violenza, dispetto e avidità. Più lo fa, più voglio dimostrargli che funziona. Che sono brava. Che posso essere brava.
Gabriele sembra capire, e mi elogia con delle sommesse imprecazioni strappate a denti stretti. “Cazzo, proprio così. La tua bocca è così calda. La riempirà, ti farà soffocare con il suo seme. Ti piacerebbe, eh? Ingoiare il suo sperma, sentire il suo sapore per tutta la notte.”
So che è quello che vuole, e so che è per questo che lo farò: lo ingoierò.
“Ti darò il permesso” dice, con voce più affannata.
Lo succhio con foga, mugugnando per le frasi sconce del mio ragazzo, incurante della saliva che mi cola sul mento. So che Dario sta per venire quando si ingrossa, diventa più duro, cresce nella mia bocca.

Mi sposto in avanti sulle ginocchia, in attesa, cercando di non farmi prendere dal panico quando la sua mano mi schiaccia verso di lui, spingendo il suo cazzo in profondità.
Viene con un lungo gemito tremante, con la mano stretta tra i miei capelli.
Riesco a sentire il suo sapore, il calore e la sapidità del suo sperma. Posso apprezzare il fremito dei suoi addominali che si flettono, i fianchi che scattano in avanti mentre le sue spalle sono scosse da un unico, violento sussulto. Sento il suo rantolo e so che è finita, so che posso scivolare via e deglutisco a fatica, passandomi una mano sulla bocca.
Vedo Gabriele sdraiato sul divano, la mano imbrattata, e provo qualcosa di diverso dalla nausea alla vista della sua espressione appagata. Ho uno scopo, e mi sento meno giocattolo e più donna. Il mio amore è felice. Io non mi annoio.

DARIO

Gabriele e Nicoletta sono sorprendenti. Non mi era mai successo di vedere così tanto amore e trasporto in una coppia così giovane. Dopo il pompino, li avevo invitati a riposare in cabina. Ora siamo lontani da sguardi indiscreti. Il Sole sta sorgendo.
Gabriele si siede sul materasso appoggiato alla testata. “Vieni qui e mettiti fra le mie braccia, amore. Apri bene le gambe.”

NICOLETTA

Sono una donna fra le braccia del suo amore e un altro uomo è davanti alla sua figa aperta. Lo ripeto mentalmente per convincermi che è tutto normale. Ho il permesso di Gabriele, non mi devo preoccupare. Ad essere sincera, sono eccitata e curiosa. Dario mi scoperà.
È in ginocchio davanti a me. Si avvicina e mi bacia.

GABRIELE

Che celestiale visione. Le accarezzo la pelle ruvida dalla pelle d’oca. Il corpo è sensibile a ogni tocco e non aspetta altro che una miccia per poter esplodere. Con delicatezza, Dario si stende sopra la mia ragazza, cercando il contatto per l’ingresso della sua cavità.
La mia mano accarezza la figa di Nicoletta, trovandola fradicia dall’eccitazione. Tocco anche il cazzo rigido di lui per indirizzarlo agevolandone l’ingresso. Quasi in contemporanea, la mano della mia fidanzata lo ruba dalle mie mani per spingerlo al meglio. Dritto all’obiettivo.
Nella mia testa vortica un turbine di emozioni e sensazioni mai provate prima.
L’eccitazione raggiunge livelli altissimi. Mi domando se sta succedendo davvero oppure se sia solo frutto della mia immaginazione. Faccio fatica a unire tutti i puntini per comprendere dove finisce la realtà e inizia la fantasia.
Sono rallentato ma, in un attimo, riprendo contatto con il presente. Il desiderio di vedere la mia compagna fare sesso con un altro uomo ha il sopravvento.

Sono diventato CORNUTO!

I miei ricettori osservarono e registrarono ogni minima mossa o sensazione di Nicoletta.
Le sue gambe si attorcigliano dietro alla schiena di Dario e realizzo che lo sta “accettando”.
Si è sciolta e, con quel gesto, colgo quel meraviglioso messaggio implicito: “è tutto ok”. Provo un enorme sollievo perché comprendo che si sta godendo a pieno quell’intenso momento tutto suo. Il mio pisello, di colpo, si indurisce, schiacciato dalla schiena del mio amore, partecipe dell’andirivieni dentro la mia ragazza.
Guardo il corpo di Dario muoversi e, dopo pochi minuti di penetrazione, Nicoletta raggiunge l’orgasmo. Forte e intenso. Come mai prima d’ora, si scatena in lei facendola irrigidire e contorcere dal godimento. Assistere a questa scena per me è una sensazione a dir poco stupenda.
Vorrei abbracciarla, trasmetterle tutto il mio calore. L’essere con lei. Assorta in quell’estasi, dopo qualche respiro, ritrova un ritmo più regolare. Attimi di pausa e di silenzio in cui ci sono solo i loro corpi che si parlarono.
Ogni affondo di Dario dentro la mia Nicoletta mi riempie il cuore di gioia e felicità. Volevo essere il suo cornuto e, finalmente, mi ha reso cornuto e felice. Dentro di me è chiara l’inferiorità, l’umiliazione in termini di resistenza, di prestazione e anche nei modi di fare. Lui è stato molto bravo a conquistarsi la sua fiducia e ad accompagnarla a un orgasmo esplosivo e coinvolgente. Non lo invidio. Non voglio prendere il suo posto sopra di lei. Sono ben consapevole invece di quale dev’essere il mio ruolo. Stare qui, sotto di lei, mentre lui la fa godere al massimo. Voglio essere al servizio per il suo piacere e, da quello, trarne il mio.

L’umiliazione provata, per me rappresenta una nuova fonte di gioia. Non ne ho mai provata così tanta in vita mia. Sono queste le sensazioni tanto sognate che volevo scoprire. Cosa significasse e cosa si provasse a essere un cornuto. Dario esce, ma solo per rientrare dentro più deciso. La figa di Nicoletta lo accoglie e i movimenti divengono più fluidi e profondi.
Lei geme, in preda ai piaceri della sua carne, lo provoco dicendogli: “è tutto qui quello che sai fare?” La sua risposta arriva immediata ed efficace.
Senza proferire parola, affonda ancora di più il cazzo fino a farlo entrare tutto dentro di lei. Passano i minuti, gli affondi dentro la fica del mio amore si ripercuotono sul mio petto, finché la mia ragazza non raggiunge un nuovo orgasmo, ancora più forte e intenso rispetto a quello di prima.
Dario non le da tregua, la sposta da me. Osservo il suo cazzo. É al massimo del suo vigore. Lui è intento a posizionare Nicoletta a quattro zampe. Ora lei è a pecorina e lui da dietro infligge colpi secchi e decisi dentro la figa con ritmo serrato e quasi animalesco.
I loro gemiti e le gesta di eccitazione riempiono la cabina.

NICOLETTA

Sono sull’orlo, sul filo del rasoio, un altro affondo, un'altra spinta e prenderò il volo, sento Dario ingrossarsi dentro di me e penetrarmi con spinte rapide e frenetiche, questo mi manda in un nuovo picco di piacere, mi allarga le ginocchia e con un unico movimento, mi riempie fino in fondo. L’orgasmo rimonta e il mio corpo si contrae attorno alla sua asta, le sue mani sui miei fianchi sono brutali per tenermi ferma e impedirmi di assecondare i suoi movimenti.
Mi volto. I suoi occhi sono pieni di lussuria e furia. Molla la presa dai miei fianchi e aumenta il ritmo rubandomi un gemito straziante. Le mie pareti vaginali si contraggono spasmodicamente attorno a lui ma lui mi afferra per la spalla costringendomi a inarcare la schiena, mi penetra più a fondo, dentro e fuori, dentro e fuori.
Mi fa scivolare la mano lungo il collo, mi afferra per il mento e mi tira indietro la testa. Passare dalla forza bruta alla dolcezza mi disorienta e m’imprigiona nel suo incantesimo. Sono sempre così vicina, sono in un bagno di sudore e tremo per trattenere l’orgasmo. Va avanti per un tempo che mi sembra infinito, poi finalmente l’orgasmo esplode nuovamente, Dario geme, mentre il mio sesso lo stringe come in un pugno. I suoi affondi si fanno scoordinati e profondi, colpendomi dolorosamente il profondo della vagina. Tocca a lui, viene ringhiando. Il nostro piacere si affievolisce, fino a quando ci abbandoniamo senza forze.

Gabriele si avvicina e mi accarezza dolcemente i capelli. “Ti amo, piccola.”

scritto il
2024-09-14
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