La prima volta che ho provato la figa.

di
genere
prime esperienze

Nella mia adolescenza ho passato un periodo molto brutto a causa dei miei genitori, perché da una vita idilliaca vissuta d’amore e d’accordo specialmente nel letto dove davano un senso alla loro irriverente attività sessuale praticata in tutte le sue forme, con me come primo uditore, alle scaramucce prima ed alle vere e proprie liti ad alta voce quando mamma è stata presa con le mani nella marmellata, infatti si è fatta scopare dall’amico di papà. Parlavano di separazione, non dormivano più insieme, non si guardavano neanche, qualche frase solo per le cose che riguardavano me. In seguito ho capito che non si sarebbero mai lasciati. In quel periodo mi sono isolato, era d’estate, avevano costruito quattro piccoli edifici in una zona sul mare dove prima c’erano dei terreni incolti con la vegetazione aveva preso il sopravvento. C’erano delle piccole dune sulla sabbia. Con la bici mi rintanavo in quel meraviglioso posto, mi portavo sempre il libro di matematica, era la materia per me incomprensibile, e forse quello non era il posto più adatto per cercare di capire, era un mio modo di fare. Un giorno ho avuto l’ardire di restare nudo tra quelle dune, Che dire?
Una sensazione mai provata prima, in seguito è diventato un vizio quello di stare nudo. Di carnagione scura come mio papà, mi abbronzavo facilmente, prendere il sole in quelle condizioni mi ha dato un’abbronzatura integrale. Mi vedevo bello, mi eccitavo, immancabilmente mi facevo una sega. Riuscivo a dimenticare il problema di casa. Dovevo ancora provare qualcosa a cui non ero preparato perché ero in fase di eccitazione quando all’improvviso appare una donna. Mi sono rannicchiato per la paura, lei
invece mi ha tranquillizzato -Non ti preoccupare, resta tranquillo, mi posso mettere vicino a te, magari riesco a diventare nera come te- Non avevo voce per rispondere, un po’ per la sorpresa ed anche perché non sapevo le intenzioni della donna che ad occhio mi sembrava avesse una quarantina di anni. Ha notato il libro, mi ha chiesto perché
lo portavo al mare, ho risposto che era una materia a me ostile. -Sai che sono un’insegnante di matematica?- Ho avuto una risposta da ebete -Ma io non voglio studiare- -Perché porti il libro?- -Per giustificarmi con i miei genitori- -Dai fammi spazio mi metto vicino a te- Ci siamo seduti sullo stesso piccolo telo che usavo per me, forse sarà stato il contatto col suo corpo ho avuto l’erezione. Cercavo di coprirmi, invece lei -Hai un bel pisellone- Istintivamente l’ho coperto, io ed il mio “pisellone” che poi per me era un pisello, avevamo una storia tutta nostra, avevamo un dialogo ed a qualsiasi domanda con un semplice movimento del mio bacino rispondeva si. Purtroppo il pisellone è tornato a cuccia, lei ha capito il mio disordine mentale, mi ha salutato gentilmente ed è andata via. Non me lo aspettavo, mi sentivo deluso da me stesso. Nella mia vita ho visto di sfuggita la figa di mamma, ed il cazzo di papà, oltre a loro nulla. Riflettendo ero pentito di aver perso una bella occasione. Quella giornata è finita in modo strano. Ero incazzato, a casa la stessa situazione, la notte non ho chiuso occhio, speravo che arrivasse il tempo di tornare in quel maledetto posto. Ho preso il mio libro e via con la bici. Dopo un’ora è arrivata finalmente, ancora una volta ho mostrato tutta la mia immaturità -Mi spieghi la matematica?- Lei, che non aspettava altro -Certo che te la spiego, andiamo a casa mia, potrai prendere degli appunti, e cercherò di farti capire qualche regola o nozione- Non mi sembrava vero, ho preso la bici portandola a mano, l’ho seguita. In quel momento ho avuto un’altra erezione, la mente viaggiava per conto suo -Ho visto che sei eccitato
ti piaccio io?- -Si molto- -Fammi vedere come ti piaccio- l’ho abbracciata, non riuscivo a cingerla -Andiamo sul letto, spogliati- Lei mi ha preceduto, il seno enorme,
la figa non si vedeva, coperta di peli fino all’ombelico. -Ecco il pisellone mio- l’ha preso e stretto con la mano fino a farmi male -Ora ci penso io- Senza tanti fronzoli ha messo il cazzo nella figa, ho sentito il calore, i suoi peli li sentivo sul pube, in confronto i miei si contavano facilmente, un po’ il calore della figa, un pozzo senza fondo, un po’ mi stavo gasando ho sborrato. Lei non si è accorta subito, ha capito
quando il pisellone è diventato pisellino. Non ho capito se delusa o incazzata si è portata con la bocca sul cazzo, Ha imboccato anche lo scroto, era ancora bagnato di sborra, succhiava come un aspiratore. Si è calmata solo quando è diventato duro di nuovo, mi ha preso la testa portandosela sulla figa -Lecca, mordi, cazzo ti voglio sentire, mettici la mano dentro, ecco ora sono pronta, dai col cazzo, dai veloce, sto per venire- E’ venuta urlando ed ho sborrato anch’io. Due volte mi ha fatto venire, di seghe in un giorno ero arrivato a tre. -Ti va di studiare?- -No voglio stare vicino a te, mi è piaciuto un casino- Anche a me è piaciuto, devi fare di più però- Siamo stati ancora un pochino sul letto, mi ha invitato ad andarmene. Sono tornato a casa,
toccavo il cielo con un dito, avevo scopato per la prima volta. Siamo stati insieme tutti i pomeriggi fino al venerdì, tutte le volte due scopate, ero diventato più bravo, anche lei ha goduto due volte. E' ripartita, mi ha promesso che sarebbe tornata, non l’ho più vista. Ora mi sentivo uomo, avevo provato i piaceri della figa. Per una concomitanza anche i rapporti tra mamma e papà sono ripresi. La vita mi è apparsa in tutt’altro colore. Mi è tornata in mente questa avventura successa trent’anni fa, l’ho paragonata a qualche notizia apparsa recentemente sulla stampa, perché qualche
insegnante si è fatta scopare dallo studente e questo lo ha raccontato ai suoi genitori. Non siamo tutti uguali, ma se una donna è disposta a farti scoprire i piaceri della figa lo racconti ai tuoi? E che cazzo… Anche se a volte penso che se l’avessi raccontata a mamma o papà mi avrebbero detto BRAVO
scritto il
2024-09-30
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