L'appartamento

di
genere
gay

Dovevamo essere in cinque nel mio appartamento. Divisi in due stanze.
Ma quando uno di loro ha capito i miei gusti ha iniziato a trovare scuse diverse per non farsi più vedere e dopo un mese ci ha scritto dicendo che aveva deciso di non venire più, pur continuando a pagare la sua quota. E così mi sono ritrovato nella doppia da solo.
Qualche giorno dopo durante la cena è venuto fuori l'argomento e uno di loro si è sentito in dovere di scusarsi per il comportamento dell'altro ragazzo. Gli altri si sono accodati. Anche Marco, fidanzato e decisamente di destra, mi ha espresso solidarietà.
Per sdrammatizzare ad un certo punto ho detto loro che in fondo era un vantaggio avermi con loro perché io sono single e loro erano tutti carini, compreso quello che se n'era andato.
La battuta ha fatto ridere tutti e per un po' siamo andati avanti a scherzare sul fatto che si potevano fare dei turni. Lasciando ovviamente fuori Marco.
Con i freni inibitori allentati dal vino mi sono lasciato andare a qualche espressione colorita su ciò che mi piace, provando un certo gusto a vedere l'imbarazzo sui loro visi prima di scoppiare in riso.
Credo che le frasi "farmi montare" "sapore del cazzo e dello sperma" siano state quelle più d'effetto.

Quella sera salutando tutti prima di entrare in camera ho semplicemente detto che non scherzavo. Perché in fondo era vero.
Per quanto oscene e spinte erano tutte frasi vere e quindi perché mentire?

Una sera eravamo soli io e Stefano, uno studente di Filosofia di un anno più grande. Il discorso l'ha introdotto lui in maniera vaga mentre stavamo bevendo il caffé.
Un paio di sigarette dopo eravamo nella mia stanza a scopare. Una scopata breve ma intensa che si è conclusa con una gran bella sborrata sulle mie chiappe.
La mattina dopo Giorgio, che è già in tesi, è rimasto a casa. Quando stavo per uscire mi ha chiesto se potevo mettergli su una moka mentre lui si faceva la doccia.
Non so perché ho aspettato che finisse. Forse perché avevo in mente il pacco che avevo addocchiato da tempo. Gli ho portato il caffé quando l'ho sentito uscire dalla doccia.
Mentre lo beveva seduto sulla tazza gli ho chiesto se potevo andare o se voleva anche un pompino.
Il suo "perchè no?" accompagnato dall'apertura delle gambe per mostrarmi il suo arnese era quello che speravo e mi sono accucciato tra le sue cosce per dimostrare tutta la mia bravura. E ovviamente non mi sono lasciato sfuggire l'occasione di farmi sbattere davanti al lavandino.

Ormai abbiamo il nostro equilibrio.
Se siamo insieme usiamo la mia camera. Mentre quando siamo solo in due tutto l'appartamento è a disposizione. Il tutto nella massima naturalezza e alla luce del sole.
Se uno mi chiede di andare in camera sappiamo tutti il motivo e nessuno ha da ridire. A volte può capitare che al primo segua un secondo.
Sesso tra compagni di appartamento. Nulla di più.

Nell'arco di una settimana passo da un minimo di sette volte fino al record fin'ora ineguagliato di dodici.

E Marco?
Beh lui è fidanzato e di destra e non può certo tradire i suoi ideali né la sua ragazza.

Quindi si limita a chiedermi la bocca per svuotarsi tutte le volte che è troppo pieno o vuol fare bella figura con la tipa.


scritto il
2024-10-16
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