Dominazione di una bella stronza
di
Arietedifuoco
genere
dominazione
La stanza era illuminata dalla luce della luna. Un odore di sesso e di sudore permeava la l'aria. Si sentiva ansimare.
Lei l'imprenditrice, la donna di polso capace di zittire il marito, di mettere i piedi in testa ai dipendenti; lei che guardava dall'alto in basso i rappresentanti e tutti quelli che, in base a come le girava il momento, le si presentavano davanti, lei stava vergognosamente, sfacciatamente godendo. Alle volte il suo respiro era pesante, poi d'un tratto diventava leggero e silenzioso come se aspettasse qualcosa. Di colpo una contrazione le tirava fuori un grido di piacere, e poi ansimava e si dimenava. Voleva muoversi di più, ma era bloccata, domata e la cosa la eccitava ancora di più.
Era li. In ginocchio ai piedi del letto. Lui la stava penetrando da dietro nella figa fradicia di umori. La teneva bloccata tendendo ben saldi i suoi polsi.
Le sue erano spinte forti e decise. Ad ogni affondo lui si bloccava per un istante e poi tornava indietro.
Di tanto in tanto le liberava un braccio, ma solo per afferrarla per i suoi lunghi capelli castano scuro, tanto da costringerla a reclinare il capo e inarcare la schiena così da rendere ancora più evidenti le sue natiche rotonde. Poi le dava uno forte schiaffo sul culo che le strappava di bocca un leggero mugolio, e subito affondava il suo cazzo turgido fino in fondo. Lei si sentiva una troia. Si vergognava e le piaceva allo stesso tempo.
A ogni affondo i suoi bei seni grandi sobbalzavano. I suoi capezzoli dall'aura grande e rosso scuro erano turgidi e rigidi.
Godeva, godeva al'invero simile. Aveva il sedere a chiazze per gli schiaffi.
D'un tratto l'uomo la tirò a se, senza fare uscire il suo cazzo dalla figa.
Lei era in preda all'eccitazione. Era già venuta diverse volte e sentiva un altro orgasmo alle porte.
L'avvolse con un braccio. Le si avvicinò all'orecchio e le disse: "ti piace il potere che senti quando tratto male F., vero?"
-"si!" Disse ansimando.
E lui, dandole uno affondo secco con il suo cazzo: " ti piace possedere chi è sotto, vero? Scommetto che al tuo maritino due dita in culo gliele metti bene e volentieri, non è cosi?"
- "si è cosi, è cosi! Aaaah!"-
Disse godendo.
Lui le afferrò un seno con la mano, le prese con due dita il capezzolo turgido e lo strinse fino a farle tirare fuoi un gridolino misto di dolore, piacere ed eccitazione.
Poi la piegò in avanti spignedole la testa sul lensuolo.
Tiro via il suo cazzo turgido si inginocchiò a e le iniziò a leccare la figa aprendole le natiche con le mani.
Lei godeva come una matta. Con la faccia sul letto, le sue braccia tese in avanti che stringevano le lenzuola. Godeva, ma non si azzardava a spostarsi, aveva paura di interrompere l'amplesso.
Lui le leccava la figa, di tanto intanto inserva un paio di dita, prima con una mano poi con l'altra. Con la lingua saliva su e giù.
Scendeva fino al clitordie e saliva sempre più su. Ogni volta osava sempre più avvicinarsi all'ano.
D'un tratto si fermò. Si alzò e la afferro per i capelli facendola alzare, poi le afferrò il viso con una mano e le diede un bacio in bocca.
Le due lingue si incontrarono, si accarezzarono, si gustarono. Lui le palpava i seni, cercava di abbracciarlo con passione.
Le loro guance si muovevano con ardore. Le loro lingue di intrecciavano e si leccavano.
Poi lui la tirò su per un istante. La girò verso di lui e la scaraventò sul letto. Le aprì le gambe e in un attivo aveva ripreso a leccarle quella figa pelosa ma curata e fradicia di uomore e saliva. Gli ormoni di lei alimentavano l'eccitazione dell'uomo.
Lei finalmente era libera di dimenarsi e di godere liberamente.
Lui la leccava su e giu. Scendendo sempre più vicino all'ano.
Lei godeva, si dimenava.
Lui continuava a leccarle l'ano e la figa. Ora la sua lingua le penetrava la figa, ora osava entrare in quello stretto e rugoso buco che lei non avrebbe mai pensato di concendere a nessuno.
Lei godeva e lui infilò un dito, mentre le succhiava il clitoride.
Piano piano cominciò a fare fare su e giù allargando sempre di più il suo ano fino. Poi la penetrò con due dita.
Questo lei lo sentì. Era fastidioso, ma tutto sommato non stonava con la sinfonia del momento.
Quando ormai due dita entravano e uscivano senza resistenza ui si fermò, la fece mettere a pancia in giù, la mise in ginocchio e le allargò le gambe. Le piantò il suo cazzo nella figa con un colpo cosi forte e secco che la fece trasalire.
-ah! Ma sei matto?! Vuoi svegliare il vicinato?!-
Per tutta risposta lui le diede un ceffone sulle natiche e inizio a stantuffarle la figa con veemenza.
Lei non potè fare altro che reclinare il capo e godere ad alta voce.
-Porco bastardo! Sono io che comando!
-"Zitta e goditela, porcona!
A lei piaceva da impazzire
Lui cominciò a insalivarle il buco del culo. Poi ci infilò prima un dito, poi un secondo, poi un terzo.
Le stava scopando la figa con il cazzo e il culo con tre dita.
Lei godeva quasi in trans. Non ci stava capendo più niente.
D'un tratto lui l afferó per i capelli tirandola a se.
Si avvicinò all orecchio e le disse:
- ti piace comandare su tutti, vero?-si-
Poi, spre con il cazzo nella figa e una mano che le strigeva forte un capezzolo continuò:
- ti piace tenere sotto i piedi F. Vero?-
- si, mi eccita, disse ansimando.
- ah si?! E se potessi cosa faresti?
- Me lo inculerei com uno strap-on fino a venire. Disse animando
- ah si? Lo inculeresti? E perchè? --Le domandò-
- Perchè lui è mi piace, e voglio tenerlo cosi! - le rispose ansimando eccitatissima-
-lui rise: -sei proprio una stronza!
Ora ti farò sentire cosa si prova e a quel che ho visto ti piacerà!
Lei per un attimo impallidì!
Il suo cuore che già batteva forte, cominciò a battere ancora più forte.
-No, no ,no- disse di istinto, ma in realtà era curiosa.
Non lo aveva mai dato a nessuno. Non avrebbe mai pensato di farlo...lei che inculava il marito e pretendeva che gli leccasse la figa. Lei che lo teneva soggiogato. Lei che era così orgogliosa tanto da non avergli mai concesso un pompino; lei che immaginava di incularsi un dipendente; ora era sul letto, a quattro zampe con uno sconosciuto che le teneva aperte le natiche e le stava puntando il suo cazzo nel buco che mai avrebbe pensato di far violare a nessuno.
C era silenzio tutto intorno. Lei era ferma, immobile in attesa. Gli umori le colavano dalla figa ormai aperta, sentiva il glande dell'uomo sulla superficie dell'ano. Era li, in attesa.
Lei l'imprenditrice, la donna di polso capace di zittire il marito, di mettere i piedi in testa ai dipendenti; lei che guardava dall'alto in basso i rappresentanti e tutti quelli che, in base a come le girava il momento, le si presentavano davanti, lei stava vergognosamente, sfacciatamente godendo. Alle volte il suo respiro era pesante, poi d'un tratto diventava leggero e silenzioso come se aspettasse qualcosa. Di colpo una contrazione le tirava fuori un grido di piacere, e poi ansimava e si dimenava. Voleva muoversi di più, ma era bloccata, domata e la cosa la eccitava ancora di più.
Era li. In ginocchio ai piedi del letto. Lui la stava penetrando da dietro nella figa fradicia di umori. La teneva bloccata tendendo ben saldi i suoi polsi.
Le sue erano spinte forti e decise. Ad ogni affondo lui si bloccava per un istante e poi tornava indietro.
Di tanto in tanto le liberava un braccio, ma solo per afferrarla per i suoi lunghi capelli castano scuro, tanto da costringerla a reclinare il capo e inarcare la schiena così da rendere ancora più evidenti le sue natiche rotonde. Poi le dava uno forte schiaffo sul culo che le strappava di bocca un leggero mugolio, e subito affondava il suo cazzo turgido fino in fondo. Lei si sentiva una troia. Si vergognava e le piaceva allo stesso tempo.
A ogni affondo i suoi bei seni grandi sobbalzavano. I suoi capezzoli dall'aura grande e rosso scuro erano turgidi e rigidi.
Godeva, godeva al'invero simile. Aveva il sedere a chiazze per gli schiaffi.
D'un tratto l'uomo la tirò a se, senza fare uscire il suo cazzo dalla figa.
Lei era in preda all'eccitazione. Era già venuta diverse volte e sentiva un altro orgasmo alle porte.
L'avvolse con un braccio. Le si avvicinò all'orecchio e le disse: "ti piace il potere che senti quando tratto male F., vero?"
-"si!" Disse ansimando.
E lui, dandole uno affondo secco con il suo cazzo: " ti piace possedere chi è sotto, vero? Scommetto che al tuo maritino due dita in culo gliele metti bene e volentieri, non è cosi?"
- "si è cosi, è cosi! Aaaah!"-
Disse godendo.
Lui le afferrò un seno con la mano, le prese con due dita il capezzolo turgido e lo strinse fino a farle tirare fuoi un gridolino misto di dolore, piacere ed eccitazione.
Poi la piegò in avanti spignedole la testa sul lensuolo.
Tiro via il suo cazzo turgido si inginocchiò a e le iniziò a leccare la figa aprendole le natiche con le mani.
Lei godeva come una matta. Con la faccia sul letto, le sue braccia tese in avanti che stringevano le lenzuola. Godeva, ma non si azzardava a spostarsi, aveva paura di interrompere l'amplesso.
Lui le leccava la figa, di tanto intanto inserva un paio di dita, prima con una mano poi con l'altra. Con la lingua saliva su e giù.
Scendeva fino al clitordie e saliva sempre più su. Ogni volta osava sempre più avvicinarsi all'ano.
D'un tratto si fermò. Si alzò e la afferro per i capelli facendola alzare, poi le afferrò il viso con una mano e le diede un bacio in bocca.
Le due lingue si incontrarono, si accarezzarono, si gustarono. Lui le palpava i seni, cercava di abbracciarlo con passione.
Le loro guance si muovevano con ardore. Le loro lingue di intrecciavano e si leccavano.
Poi lui la tirò su per un istante. La girò verso di lui e la scaraventò sul letto. Le aprì le gambe e in un attivo aveva ripreso a leccarle quella figa pelosa ma curata e fradicia di uomore e saliva. Gli ormoni di lei alimentavano l'eccitazione dell'uomo.
Lei finalmente era libera di dimenarsi e di godere liberamente.
Lui la leccava su e giu. Scendendo sempre più vicino all'ano.
Lei godeva, si dimenava.
Lui continuava a leccarle l'ano e la figa. Ora la sua lingua le penetrava la figa, ora osava entrare in quello stretto e rugoso buco che lei non avrebbe mai pensato di concendere a nessuno.
Lei godeva e lui infilò un dito, mentre le succhiava il clitoride.
Piano piano cominciò a fare fare su e giù allargando sempre di più il suo ano fino. Poi la penetrò con due dita.
Questo lei lo sentì. Era fastidioso, ma tutto sommato non stonava con la sinfonia del momento.
Quando ormai due dita entravano e uscivano senza resistenza ui si fermò, la fece mettere a pancia in giù, la mise in ginocchio e le allargò le gambe. Le piantò il suo cazzo nella figa con un colpo cosi forte e secco che la fece trasalire.
-ah! Ma sei matto?! Vuoi svegliare il vicinato?!-
Per tutta risposta lui le diede un ceffone sulle natiche e inizio a stantuffarle la figa con veemenza.
Lei non potè fare altro che reclinare il capo e godere ad alta voce.
-Porco bastardo! Sono io che comando!
-"Zitta e goditela, porcona!
A lei piaceva da impazzire
Lui cominciò a insalivarle il buco del culo. Poi ci infilò prima un dito, poi un secondo, poi un terzo.
Le stava scopando la figa con il cazzo e il culo con tre dita.
Lei godeva quasi in trans. Non ci stava capendo più niente.
D'un tratto lui l afferó per i capelli tirandola a se.
Si avvicinò all orecchio e le disse:
- ti piace comandare su tutti, vero?-si-
Poi, spre con il cazzo nella figa e una mano che le strigeva forte un capezzolo continuò:
- ti piace tenere sotto i piedi F. Vero?-
- si, mi eccita, disse ansimando.
- ah si?! E se potessi cosa faresti?
- Me lo inculerei com uno strap-on fino a venire. Disse animando
- ah si? Lo inculeresti? E perchè? --Le domandò-
- Perchè lui è mi piace, e voglio tenerlo cosi! - le rispose ansimando eccitatissima-
-lui rise: -sei proprio una stronza!
Ora ti farò sentire cosa si prova e a quel che ho visto ti piacerà!
Lei per un attimo impallidì!
Il suo cuore che già batteva forte, cominciò a battere ancora più forte.
-No, no ,no- disse di istinto, ma in realtà era curiosa.
Non lo aveva mai dato a nessuno. Non avrebbe mai pensato di farlo...lei che inculava il marito e pretendeva che gli leccasse la figa. Lei che lo teneva soggiogato. Lei che era così orgogliosa tanto da non avergli mai concesso un pompino; lei che immaginava di incularsi un dipendente; ora era sul letto, a quattro zampe con uno sconosciuto che le teneva aperte le natiche e le stava puntando il suo cazzo nel buco che mai avrebbe pensato di far violare a nessuno.
C era silenzio tutto intorno. Lei era ferma, immobile in attesa. Gli umori le colavano dalla figa ormai aperta, sentiva il glande dell'uomo sulla superficie dell'ano. Era li, in attesa.
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Commenti dei lettori al racconto erotico