L'ultimo desiderio

di
genere
prime esperienze

era una fredda notte di fine Ottobre, fuori pioveva a dirotto e il dr. Alessandro De Risio era intento ad aggiornare le ultime cartelle, l'atbajour emanava una lieve e fioca luce giallastra e lui si sentiva in preda alla stanchezza, un leggero mal di testa si fece beffe di lui, buttò sulla scrivania la penna, si stiracchiò pigramente come un vecchio gatto grigio e fece un lungo e rumoroso sbadiglio, per un momento rimase come bloccato in una strana posizione e notò un luccichio del suo orologio che segnava le 02.40, cercò di tornare ad una posizione normale ma invano, qualcosa non andava, ad un certo punto entrò un vecchio infermiere sulla settantina con la divisa larga di qualche taglia, stringeva per un polso una giovane ragazza dai capelli rossi e gli occhi profondi e scuri. l'infermiere disse che la ragazza aveva fatto arrapare due pazienti che si erano presi a botte e lei portava la diagnosi di un carcinoma polmonare in fase terminale e che si rifiutava di fare la chemio. lo psichiatra, squadrò la ragazza da capo a piedi mentre sotto gli occhiali alzò gli occhi al soffitto innervosito dalla situazione, tutti i suoi colleghi sapevano che la ragazza sarebbe morta durante quella notte come poteva morire tra 6 mesi e tutti gli domandavano se potevano fare qualcosa e lei rispondeva sempre che non voleva niente, l'infermiere continuò a dire che un collega le aveva cancellato completamente la terapia, Alessandro risquadrò la scena, la ragazza magra e piena di cicatrici sulle mani e sui polsi, l'infermiere che la stringeva, alla fine lui ringhiò di mollarla e di lasciarli soli, l'infermiere mollò la ragazza e uscì come un cane sottomesso con la coda tra le gambe.
Lo Psichiatra e la ragazza si fissarono per qualche secondo incerti sul da farsi, lui continuava a guardarla, era terribilmente bella ma lei Mai e poi mai avrebbe avuto il coraggio di fermarlo, il momento tanto desiderato e sognato era arrivato.
Le loro labbra s' incontrarono la passione li travolse, la lingua di lei si abbandonò completamente nella bocca di lui e viceversa. la ragazza posò le sue mani tra i capelli di lui, mentre le mani dello spasimante Psichiatra vagavano avanti e indietro sul corpo della donna senza sosta.

Gli tolse la maglietta e lo baciò sul petto, provocandogli un brivido di piacere che si tramutò in desiderio. De risio le tolse la camicetta bottone dopo bottone, lentamente le fece scivolare i pantaloni verso il basso. Era veramente sexy, portava un completino reggiseno e tanga blu con un pizzo azzurro.
“Ammettilo... non volevi altro che provare un pretesto per portarmi nella tua tana!”
“Si ma ora non uscirai facilmente da qui, voglio il tuo corpo.”
“Zitto!” disse abbassandogli i boxer, ma lui la fermò
“Le tolse il reggiseno e prese a morderle e baciarle il seno, provocandole un immenso piacere. Le tolse il tanga e lo abbandonò sul pavimento. Si fece togliere i boxer e si scambiarono di posizione, ora era lui sopra di lei.
La baciava e continuava a baciarla, il suo profumo di rose gli annebbiava i sensi, la voleva non resistette, la penetrò lentamente con delicatezza, non voleva farle del male, non voleva rovinare tutto.
Il desiderio non li fece più ragionare, ora si spingeva con più vigore e forza all' interno della sua amata, divennero una cosa sola.
La ragazza stava iniziando ad arrivare, le contrazioni muscolari, il sudore ed i respiri irregolari erano un chiaro segno. Ora stava gemendo ed urlando dal piacere “ si... così, ti prego ancora... ancora”
Adorava sentirla supplicare, gli dava la forza di assestarle altre spinte sempre più a fondo.
“Adesso sei mio! Mi appartieni, voglio torturarti” e dicendo così lei si staccò dal corpo di lui appena un attimo prima che raggiungesse l' orgasmo.
“Sei un Meticcio bastardo!” disse con dolcezza
“Si un meticcio bastardo che ti porterà nelle glorie del piacere”
La fece voltare e la penetrò da dietro con forza e mentre le assestava spinte sempre più forti, lunghe e continue le fece raggiungere l' orgasmo in pochi minuti “ si così... sei fantastico...” Anche lui in breve tempo raggiunse il massimo piacere e nonostante lei lo supplicasse “ basta ti prego sono esausta” Lui continuava a possederla “ che c'è piccola? mi volevi così tanto !ora lasciami divertire”.
“Dottore non pensavo fossi così...”
“Oh... e non hai ancora provato niente!”
Uscì dalla donna e si distese vicino a lei sulla chaise longue, certo era stretta ma si accontentarono.
“Piccola, ti lascio tre minuti di tregua e poi si ricomincia” e raccolse la sciarpa dal cumulo di vestiti, le legò i polsi ringhiando eccitato “Voglio farlo di nuovo, adesso!", ma qualcosa non andava, lei con un gemito triste rispose: "Dottore, sono soddisfatta così ed è arrivata la mia ora", lo psichiatra capì e nel silenzio estrasse dalla tasca del camice un flacone di cloroformio e bagnandone un lembo glielo poggiò delicatamente sul sul viso e lei poco si lasciò andare senza ribellarsi, lui le diede un bacio sulle labbra, sentiva il sapore dolciastro del farmaco, e prendendo una siringa le fece una dose letale, le lacrime gli scendevano centimetro dopo centimetro bagnandoli il volto e prendendo lo stetoscopio, poggiando il tamburo sul suo petto dopo qualche secondo esclamò: "ora del decesso: 4.45", le restò accanto tutta la notte, era disteso accanto a lei dopo che l'aveva rivestita e si era rivestito anche lui, pensava e piangeva. non aveva mai amato così tanto una paziente come più di ogni altra cosa.
Voleva inebriarsi del suo dolce profumo di giovane donna, assaporare le sue labbra e voleva quella ragazza. Ma era troppo tardi,
Era stupendo nonostante il broncio, i singhiozzi e le lacrime che scivolavano dolcemente; accarezzandogli centimetro dopo centimetro il volto, per poi abbandonarsi lentamente sul cuscino.
A denti serrati soffocava nell' animo quel pianto, quasi come fosse un peccato e con le mani stringeva il lenzuolo per placcare la rabbia.
Alle 6.00 del mattino con il cuore in pezzi Alessandro De risio si addormentò, stremato dal dolore.
scritto il
2024-10-18
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