Noelle capitolo 16

di
genere
dominazione

Juditta e Vanessa


Al mattino mi sveglio di buon umore e mi sento piena di energia. Quando apro gli occhi mi accorgo che Juditta non è nel letto, ma la sento in cucina a spignattare. Le urlo dal letto: 《avevi detto che Vanessa ti pagava per parlare con me, non hai accennato al fatto che dovevi anche fare l'amore con me》 《 no, infatti, mi sa che devo chiederle un extra.... stanotte mi hai distrutta!》 e si affaccia alla camera con un vassoio... 《caffè, spremuta e le famose paste alle mandorle, che ieri non hai neanche assaggiato. Avessi visto come mi guardavano stamattina alla pasticceria.... Dai mangia, poi ti presto dei vestiti e andiamo a passeggiare al porto, lì potremo parlare... e prima che tu lo chieda, sì oggi vedrai la tua cara Vanessa, ma non prima di stasera>
La città vecchia di Siracusa è bellissima e parlare mentre passeggiamo viene facile: 《Cosa sono le "cacce" ?》 《Una cosa che tu non dovresti conoscere.... mai! Tu dovresti prendere il primo treno e filare dritta a Palermo da tuo marito. Senti Noelle fare l'amore con qualcuno è anche un modo per conoscerlo. E tu fai l'amore in maniera estremamente dolce e fragile e spontanea ... se ti fai invischiare in questo gioco rischi parecchio》 《Ma tu lo fai!》 《Si ma siamo molto diverse io e te, io sono corazzata, sia fisicamente che mentalmente》 《insegnami》 《perché lo vuoi fare? Non capisco, i soldi non ti mancano...》 Mi fermo e abbasso gli occhi. 《Non lo so.... è che Vanessa... insomma....》 《Benedetta ragazza ma lo vuoi capire che ti cacci in un giro di merda? Tutta questa gente, nel migliore dei casi sono dei maiali, sadici e senza scrupoli! E molti di loro sono dei veri psicopatici!》 Al che alzo il mento, determinata: 《bè io lo faccio, che tu mi insegni oppure no. Quindi se ci tieni a me come dici, puoi spiegarmi qualche "trucco"? O metodo? O che ne so.... aiutami Juditta!》 Infine capisce che è inutile e, con un sospiro, capitola... 《Sei testarda!... va bene. Dai andiamo a sederci in riva al mare che sarà lunga》
Parliamo fino a sera, mi spiega cosa sono le "cacce", come funzionano, chi partecipa, e mi dà anche dei consigli.
Le chiamano cacce perchè sono delle vere e proprie cacce all'uomo, anzi alla donna. Sono eventi, organizzati da qualcuno come Vanessa, gente che ha abbastanza soldi e un posto abbastanza grande dove farlo. Nel suo caso il posto è un paesino abbandonato, su una collina qui vicino, case a un piano, di pietra, mezze diroccate. Lei ha comprato tutta l'area, l'ha recintata ed attrezzata, inoltre ha un albergo extra lusso nelle vicinanze dove ospita i partecipanti. Per tutta la durata, dovrò cercare di non farmi prendere e loro di prendermi. Chi mi prende ha il "diritto del predatore", lo chiamano così: in pratica può fare e farmi (a livello di sesso) quello che vuole finché riesce a non venire. I partecipanti, tutti uomini, spendono cifre assurde per il brivido di sentirsi predatori, di cacciare una preda indifesa, di strapparle i vestiti e scoparla in mezzo a un bosco o in un castello o quale che sia la location. A volte sono uomini che hanno un sacco di soldi e non sanno come spenderli, si annoiano e vogliono provare qualcosa di nuovo. Questi sono molli, non fanno tanto male e in genere durano poco. Poi ci sono quelli che lo fanno per passione, gli esperti, fanno cacce regolarmente. Sono pericolosi, conoscono i trucchi e i nascondigli, sanno fare male. Nel migliore dei casi sono dei sadici pervertiti, ma alcuni di loro sono dei veri e propri malati. In ogni caso è gente con tanti soldi, disposta a spendere un sacco per avere "servizi" fuori dal comune. Usano tutti pastiglie offerte dalla casa per mantenere e prolungare l'erezione e spesso sono sotto cocaina o peggio. Juditta mi raccomanda di non farmi tentare dalla cocaina, me la offriranno ma devo rifiutare, devo essere lucida. Loro invece saranno super eccitati oltre che drogati, quindi se mi nascondo bene è difficile che mi trovino. La "vittima" è una prostituta, pagata molto bene per fingere di scappare e avere paura. Juditta guadagna almeno 10.000 euro ogni volta, ma spesso arriva a più del doppio, perche è molto richiesta: è bella, ben fatta e sa recitare bene. Io non accetterò un soldo, lo faccio per amore di Vanessa, ma questo a Juditta non lo dico. Sono eventi in costume, l'organizzatore decide il tema ed eventuali piccoli cambiamenti alle regole. Ad esempio, la prossima di Juditta avrà il tema "cappuccetto rosso", dove lei indosserà la mantella rossa e praticamente nient'altro, mentre i partecipanti saranno travestiti da lupi cattivi o taglialegna. Mi dice che sarà la sua ultima caccia, ha guadagnato abbastanza da aprirsi un bar o un locale e ritirarsi da questo mondo.
La caccia è divisa in 4 fasi: la prima è vestizione che ha la durata di circa un'ora: arrivo in manette in una stanza dove le "ancelle" mi spogliano, mi lavano, anche e soprattutto internamente, amoreggiano con me, mi truccano, mi profumano e poi mi vestono col costume. È tutto totalmente filmato e trasmesso agli uomini che aspettano in una stanza vicina, dove sarò condotta per la fase successiva, la presentazione. In questa fase, mi presento e posso interagire in qualsiasi modo coi giocatori. Juditta mi consiglia di parlargli, per vedere che tipi sono e, se me lo permettono, di soppesare la loro "attrezzatura". Devo individuare quelli che ce l'hanno piccolo, quelli che durano poco, quelli insicuri.... devo cercare di mostrarmi sempre molto vulnerabile e inesperta. Poi c'è la caccia: inizio al centro dell'arena, loro partono ai bordi, ognuno sceglie da dove partire. Al fischio si comincia. Sono "presa" quando qualcuno riesce ad afferrarmi per i capelli. Allora si ferma il gioco, tutti i partecipanti vengono dove siamo io e il vincitore. A questo punto sono sua e ha diritto di fare e di farmi quello che vuole finché, come detto prima, non viene. A questo punto i concorrenti tornano alla partenza. Allo scadere del tempo suona la sirena e si interrompe il gioco. In genere una caccia dura intorno alle 6 o 8 ore. Juditta mi dice che una volta che sono presa mi conviene arrendermi subito e collaborare al massimo. Quasi tutti vorranno scoparmi nel culo o in bocca, il lubrificante mi sarà messo all'inizio dalle ancelle e poi basta, quindi devo assolutamente imparare a rilassare e dilatare l'ano. Devo sembrare una "fanciulla" innocente, inesperta e impaurita. Devo cercare di evitare di avere orgasmi o almeno devo nasconderli, a loro non piace vedermi godere quando dovrei aver paura. Ed infine l'ultima fase, il gran finale: i giocatori rimasti che non mi hanno mai presa hanno un'ora di tempo per scoparmi, tutti insieme, tipo gangbang. Questa è forse la parte peggiore, perchè quelli rimasti sono incattiviti e hanno poco tempo. Non devo cercare di resistere, anzi, devo cercare di assecondarli al massimo e di non farli litigare.
Quando finiamo di parlare ormai è buio e torniamo verso casa sua. Inizio ad agitarmi, so che sta per arrivare Vanessa, non vedo l'ora. Quando siamo su mangiamo qualcosa veloci e aspettiamo. Juditta si innervosisce, vede che sono impaziente, non capisce cosa trovo in Vanessa, lei la odia.
Suona il campanello e io balzo in piedi. 《Smettila! Mi dai ai nervi! Come fai a essere così..... sottomessa! È Vanessa cazzo, una stronza e nient'altro!》 Non rispondo, annuisco e abbasso gli occhi, nel fondo so che ha ragione... ma non posso impedire al mio cuore di battere così forte, non posso evitare di bagnarmi così tanto.... Apre Juditta, la saluta con un cenno e la fa passare: Vanessa entra, splendida come sempre, mi guarda qualche secondo e poi si rivolge a Juditta 《te la sei scopata vero?》 《Non me l'avevi proibito....》 sorridendo maliziosa. Io prevedo guai, mi cresce l'ansia, mi appoggio al muro. Vanessa continua a ignorarmi: 《le hai spiegato cosa sono le "cacce"?》 《Le ho spiegato tutto e non penso che sia il caso...》 《non mi interessa cosa pensi, non sei pagata per pensare》 《e grazie al cielo tra poco non sarò più pagata per niente. La prossima è l'ultima caccia che faccio, dopodiché ti saluto e spero di non rivedere più la tua faccia!》 《non preoccuparti, come vedi ho già una valida sostituta...》 indicandomi con un gesto della mano. Poi va a sedersi in poltrona, come una regina su un trono. 《Noelle vieni qui》 Mi avvicino, titubante guardando per terra. 《Spogliati》 sono a disagio, non vorrei farlo davanti a Juditta ma inizio a spogliarmi. Sento la donna che sbuffa, mi vergogno 《Vanessa ti prego, potremmo...》 《no, spogliati adesso, in silenzio. Jiuditta deve sapere cosa sei》 Finisco di togliermi la biancheria intima, sono paonazza dalla vergogna, non voglio che Juditta mi veda così. 《Chiedi perdono》 mi inginocchio davanti a lei ma non riesco a parlare, balbetto qualcosa di incomprensibile; lei accavalla una gamba e mi porge il piede: inizio a baciarle la scarpa, con devozione. 《La lingua Noelle, fammi sentire la lingua》 Mi fermo un secondo, mi sento lo sguardo di Juditta addosso, sento i suoi commenti schifati, ma tiro fuori la lingua e lecco! Lecco la scarpa, lecco il dorso del piede.... ma Vanessa alza il piede e mi porge la suola.... 《per favore Vanessa...》 ma lei resta ferma così....e io inizio a leccare la suola! Juditta è schifata:《Ma che cazzo sta succedendo? Cosa diavolo fai Noelle?》 So dove è passata la padrona con queste scarpe, li ho percorsi anche io questi vicoli, posso immaginare cosa sto leccando, lo schifo e la vergogna salgono finché non resisto più, mi alzo e mi precipito in bagno. Mentre vomito e poi mentre mi pulisco, sento le loro voci, stanno litigando furiosamente. Torno da loro in tempo per sentire urlare Juditta: 《... non tiene niente a che vedere con me, io me ne vado!》 Vanessa risponde calma 《sei già stata pagata, e profumatamente, fino a domattina. Quindi no, non te ne vai, resti qui e guardi》 e adesso capisco cosa vuole Vanessa: umiliarmi! Vuole dimostrarmi che sono sua, le appartengo, sono il suo giocattolo. Ma io questo lo sapevo già... Torno in silenzio davanti alla mia padrona e mi inginocchio di nuovo, mi chino per riprendere a leccare ma lei col piede mi dà un colpo in faccia. Non è un calcio, non è tanto forte, ma lo stesso scoppio a piangere, per la vergogna. Non mi lascia tregua, mi afferra i capelli e mi costringe a guardarla, mi sputa in faccia e mi spinge per terra. Non mi pulisco la saliva dal viso, non me ne ha dato il permesso, non mi muovo neanche, resto così, in attesa. Vanessa si alza, si avvicina, istintivamente alzo le mani per proteggermi e la sento ridere. Si posiziona a gambe larghe sopra di me, ho paura che voglia pisciarmi addosso, invece non fa niente, resta lì in attesa. 《Allora? Ti muovi o no?》 mi precipito sotto la sua gonna, le tiro giù gli slip e inizio a baciare e leccare, con cura, voglio farla contenta, voglio farla godere. E gode! La sento dai mugolii, da come si muove, dall'odore che esce sempre più copioso, da come si tira su la gonna e mi prende per i capelli.... spasmi convulsi, un verso roco: è venuta. Ma non mi lascia, mi tiene la faccia incollata alla sua.... ecco adesso sì, mi sta pisciando addosso, mi sta pisciando sul viso. Mi lascia andare e torna a sedersi in poltrona 《Juditta, cara, potresti fare vedere a Noelle dov'è il necessario per pulire? Grazie》 Juditta mi guarda incredula e mi fa cenno di raggiungerla in cucina. Mi indica lo sgabuzzino dove trovo secchio, mocio, stracci, detersivo. Cerco di pulire come posso, nuda, bagnata di piscio, sotto lo sguardo delle due donne, una sconvolta e l'altra divertita. Quando ho più o meno finito vengo spedita a lavarmi e le sento di nuovo litigare. Non sopporto questa situazione ma non so cosa fare. Finisco e Vanessa mi chiama a sè, vado a sedermi ai suoi piedi, appoggio la testa sulle sue gambe. Mi accarezza i capelli, poi abbassa la mano su una spalla e poi sul seno, mi sfiora un capezzolo, sto tremando di desiderio, e improvvisamente stringe, pizzica, torce. Fa male ma non voglio url... 《AHAAA》 ha una pinza con delle punte! Ansimo dal dolore ma le porgo l'altra tetta e me ne mette una anche lì. Ho gli occhi lucidi, non mi muovo, non parlo. 《Cristo Vanessa ma questa è tortura!》 《infilale una mano nella figa!》 《eh?》 《fallo e vedrai!》 Sento Juditta che si avvicina, mette una mano tra le mie gambe, insinua le dita nella mia fessura... le tira fuori totalmente bagnate dei miei umori, se le guarda stranita. 《Ma come cazzo.... Noelle tutto questo ti eccita?》 Vorrei sotterrarmi per la vergogna, come faccio a spiegarle che sì, tutto questo mi eccita, anche se lo odio? Interviene Vanessa:《Noelle vai a prendere la mia borsa, dentro troverai dei piccoli pesi. Portameli》 Mi alzo e ubbidisco, le porgo i pesi e mi metto in ginocchio, con le mani dietro la schiena, protendendo il seno: li attacca con delle catenelle alle pinze e li fa dondolare, mugolo e piango dal dolore; Juditta urla 《BASTA!》 e va nell'altra stanza. Rimaniamo sole, la schiava e la sua signora, e ho paura. Oggi è cattiva, sembra che voglia continuare la punizione della settimana scorsa. Mi affretto a chiederle scusa 《Perdonami Vanessa, non ti darò più problemi, d'ora in poi sarò la brava schiava che vuoi, non farmi male ti prego, sono pentita, mi comporterò bene, lo prometto...》 mi interrompe con una sberla. Mi azzittisco, trattengo le lacrime, tremo. Gioca con le catenelle, fa dondolare i pesi, dà dei colpi ai capezzoli e intanto mi parla. 《Domani inizi.... è qui vicino.... ovviamente niente.... tanti soldi... devi comportarti bene... brutta figura... premio.... 》 Il dolore è tremendo, non capisco neanche la metà delle parole che dice, annuisco e rispondo di sì, qualsiasi cosa pur di finire questa tortura. Intuisco soltanto che la mia prima caccia sarà domani e che lo farò gratis, perché sono la sua stupida schiava.
Smette di parlare e di torturarmi, poi mi stacca le pinze dalle mammelle: il sollievo è talmente grande che mi scappa un mugolio, mi sfioro dove fa male, è piacevole. La guardo, mi sorride compiaciuta, è contenta di me! Mi prende il mento e mi bacia, sulla bocca, un bacio tenero, io tremo di desiderio. 《Brava Noelle, continua così, faremo grandi cose insieme》 ... brava... insieme... non resisto, anche se non mi ha dato il permesso allungo le mani e le carezzo le gambe, le bacio un ginocchio, non mi ferma, bacio anche l'altro, scendo giù baciando fino alle scarpe, le sfioro con le labbra, le annuso: l'odore del cuoio, della sua pelle... sto bruciando, respiro a fatica, la guardo supplicandola con gli occhi e finalmente annuisce, allarga le gambe! Mi tuffo nel suo miele, di nuovo come prima, bacio, lecco, succhio, ma stavolta è più bello, è meraviglioso, il suo odore, il suo sapore, il suo respiro, le sue mani sulla mia testa.... viene e stavolta lo fa con un urlo, e continuo a baciarle la vulva finché si calma. Sto ansimando, ho bisogno.... 《Ti prego Vanessa》 mi guarda benevola e allunga un piede, me lo strofina tra le gambe. Non posso fare a meno di sorridere e lo faccio, mi masturbo sul suo piede, strizzandomi i seni martoriati con le mani per ritardare l'orgasmo.... ma infine arriva ed è esplosivo, urlo, rido, tremo, piango. Infine sono a quattro zampe, ansimando, cercando di calmarmi.... e la vedo, Juditta, sulla soglia che mi guarda, sconvolta, schifata. Poi si gira e torna in cucina. Mi sono vista coi suoi occhi, la degradazione e la depravazione più assolute. Ma lo stesso, non riesco a non provare desiderio, persino gratitudine per la mia padrona! Si alza, sembra voglia andarsene, le chiedo precipitosa 《Vanessa ti prego..... dormiamo insieme...》 con gli occhi bassi. Mi risponde dopo alcuni secondi: 《Noelle se dormiamo insieme ti faccio del male lo sai, e domani voglio che tu sia in forma...》 《ti supplico...》 《prendi la mia borsa, portala qui》 corro a prenderla, gliela porgo 《guarda dentro, ci sono alcuni "giocattoli". Prendi quello che pensi sia piu adatto. Vado a colpo sicuro, infilo la mano e la tiro fuori stringendo un enorme cazzo di gomma, con delle cinghie, uno strapon. 《Molto bene Noelle andiamo in camera....》
Mentre si prepara prendo una boccetta di lubrificante dal comò, è di Juditta spero non le dispiaccia. Vanessa ha finito, si volta: è quasi nuda, ha indosso solo le calze e lo strapon, gigantesco. È bellissima, come sempre, lo sguardo mi cade sul seno, superbo, perfetto. Ho un pò di paura per il cazzo enorme ma le sorrido, mi avvicino. 《metti via il lubrificante, non ti servirà》 ... 《per favore Vanessa, è grosso. Ti prego, non farmi male》 《certo che te ne faccio, sono venuta apposta!》 Mi prende per i capelli e mi butta sul letto. Sto ansimando, mi metto in posizione, a quattro zampe, ma lei mi dà un colpo e mi fa sdraiare supina. Allargo, anzi spalanco le gambe, e se volesse scoparmi sul serio? In vagina? Si mette sopra di me, mi guarda negli occhi e con la mano fa aderire il dildo al mio culo. Tremo, ansimo, ho paura. 《Ti prego Vanessa, ho paura...》 Una spinta forte è l'inizio. Da questo momento in poi è una discesa agli inferi, paura, dolore, rassegnazione, umiliazione. Va avanti un bel pò, fermandosi a tratti per riprendere fiato e poi ricominciando, per tutto il tempo rimango abbracciata a lei, stretta, il contatto con la sua pelle mi dà un minimo di conforto. Quando infine si ferma è sfinita, si sdraia di fianco, ansimante. Io sono devastata, non riesco a fermare le lacrime, non oso toccarmi il culo, non riesco neanche a lamentarmi. Eppure sono eccitata, a dismisura, sto letteralmente colando sul letto. E vorrei che ricominciasse, in questa posizione, per poterla abbracciare ancora, stringerla, guardarla. Invece si alza, si riveste, va a parlare con Juditta. Sento che litigano ancora, alzano le voci e poi più niente. La porta si apre e si chiude. Se n'è andata, senza neanche salutarmi, senza degnarmi di uno sguardo.
E arriva Juditta, con le mani cariche di unguenti e quello che mi serve, ultima di una serie di donne che si sono prese cura del mio corpo: Jezabel, Maruska, e adesso lei. Mi cura, mi carezza, mi coccola, mi bacia, fa tutto quello che può per farmi stare meglio, poi si sdraia vicino a me e mi abbraccia. Affondo nel suo corpo come in una tana, calda, accogliente, sicura.
E mi addormento.
scritto il
2024-10-25
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