Il destino di Martina 4

di
genere
dominazione

Il ristorante di Felice Mantica è al quartiere Flaminio, basta attraversare il Tevere e ti trovi di fronte lo stadio Olimpico. Quando ci sono le partite è parecchio frequentato, ma lavora anche a pranzo con gli uffici. Ci lavorano quattro camerieri, due italiani, un libanese, una ragazza ucraina timida e dolce, con i capelli color paglia e troppo magra per i gusti del proprietario. Il cuoco è egiziano e di certo non si dà arie da chef, in cucina c'è una signora cresciuta alla Sgurgola che ha passato i sessant'anni e l'ultima arrivata si divide tra i piatti da lavare e la sala quando i clienti diventano troppi.
Il primo giorno di lavoro, Martina è alle prese con i ritmi intensi del ristorante. Felice la tiene sotto stretta osservazione, correggendola senza mezzi termini quando serve.
Felice: “Martina, quello che fai qui riflette su di me. Non puoi permetterti di sbagliare.”
Martina annuisce, cercando di mascherare l’affaticamento. Sta sistemando i bicchieri, sperando che Felice noti quanto si stia impegnando. Tuttavia, lui osserva solo ciò che ritiene imperfetto.
Martina: “Mi sto abituando al ritmo… è solo questione di tempo.”
Felice: “Non hai tempo. Nel nostro lavoro o lo fai bene subito, o non lo fai.”
Martina lavora con un top che le lascia scoperte le spalle e come al solito suda troppo. Più tardi, mentre è intenta a pulire un tavolo, Felice si avvicina e con uno sguardo curioso si sofferma sul tatuaggio dietro la schiena di Martina, quello della carta capovolta dei tarocchi.
Felice: “Quella stella… interessante. Ti porti il marchio sulla pelle, ma non sembri il tipo da tarocchi, Martina.”
Martina sorride debolmente, sfiorandosi la schiena come per coprire quel simbolo.
Martina: “Lo sai perché lo porto.”
Felice (con un tono più morbido): “Be’, la pelle parla. Non puoi cancellare quello che racconta, ma puoi scegliere di renderlo parte di chi sei oggi.”
Martina rimane in silenzio, sorpresa dall’accenno di comprensione di Felice. Per qualche istante, avverte una connessione, anche se fugace.
Nei giorni seguenti, Felice continua a mostrarle sia durezza che attenzione. Martina si sente quasi ossessionata dal suo giudizio. La sera, mentre ripone le sedie, prende coraggio per fare una domanda che le rimbalza in testa da giorni.
Martina: “Dicevi che potresti aiutarmi a trovare altre opportunità… come funziona?”
Felice la guarda intensamente, poi annuisce.
Felice: “Ci vuole tempo, Martina. Dimostrami che puoi essere costante, che sei capace di crescere senza scappare alla prima difficoltà.”
Martina: “Io non scappo. Voglio cambiare davvero.”
Felice sorride appena, forse riconoscendo in lei un frammento di verità.
Felice: “Mi hai sorpreso, sai? Quando sei arrivata qui, pensavo saresti durata due giorni.”
Martina: “Sono piena di sorprese… e anche di qualche cicatrice.”
Felice la osserva di nuovo, con uno sguardo che sembra scandagliare i segreti che porta dentro. Gli sguardi si incrociano per un istante, poi lui torna al suo consueto tono di comando.
Felice: “Allora sorprendimi, continua così. Chissà, magari un giorno qualcuno vedrà in te quello che vedo io. Il dottor Aldobrandi potrebbe trovarti di suo gradimento”
Martina: “Il ristorante è suo?”.
Felice: “Ti pare che uno come lui si sporca le mani per un posto del genere? Il locale è a mio nome. Il resto non sono affari tuoi”.
Con il tempo, Martina si ritrova sempre più legata a lui, trovando in Felice un sostegno insperato. Anche se Felice non è mai esplicito, Martina inizia a vedere ogni suo ordine come una sfida per dimostrare il suo valore, quasi a cercare il suo apprezzamento. Una sera, dopo un turno particolarmente impegnativo, lui la trova ancora al lavoro.
Felice: “Martina, è tardi. Vai a casa.”
Martina: “Posso finire, manca poco. Non mi pesa.”
Felice si avvicina e posa una mano sulla sua spalla, guardando di nuovo il tatuaggio della stella. Poi, senza preavviso, dice:
Felice: “Non hai bisogno di tatuaggi per dire chi sei, sai? E non sono certo i tarocchi a decidere il tuo futuro.”
Martina sente un nodo in gola; la durezza di Felice è sempre accompagnata da quei rari momenti di comprensione, che la spingono ad avvicinarsi a lui.
scritto il
2024-10-30
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