Piscina - Parte 2

di
genere
etero

La settimana dopo vado sempre alla solita ora in piscina, faccio la mia nuotata e poi torno in spogliatoio. Questa volta però non trovo Silvia, di lei non c'è traccia. Così mi vesto tranquillamente e un po' sconfortato. Quando esco per rimettermi le scarpe la trovo seduta su una delle panche in quella stanzetta. Io mi siedo di fronte a lei, oggi indossa una gonna nera che le arriva sopra il ginocchio e una camicetta bianca. Quando mi siedo lei apre leggermente le gambe, non posso fare a meno di guardare, solo delle mutandine bianche in pizzo mi dividono dalla sua intimità.
Quando ho rimesso le scarpe mi fa cenno di seguirla, mi porta in un corridoio e poi una stanzetta adibita a fisioterapia, ma che non viene usata nel weekend. Quando entro lei richiude la porta. Iniziamo a baciarci appena gira la chiave nella serratura, lei ha messo una mano sopra i miei pantaloni della tuta, trovando il mio pene già duro. Io a quel punto infilo una mano sotto la sua gonna, accarezzando finalmente la sua vagina, la sento calda e umida.
Poco dopo lei mi ferma, mi chiede di spogliarmi mentre lei si siede sul lettino. Io mi tolgo tutto di dosso in un baleno, lei mi scruta ogni centimetro del mio corpo, ogni centimetro del mio cazzo. Così lei si cala le mutandine e mi fa cenno di abbassarmi. Io mi inginocchio e infilo la mia faccia tra le sue gambe, iniziando a leccargliela per bene. Le ragazze con cui ero già stato mi avevano detto che con la lingua ci sapevo fare. Così uso tutto ciò che avevo e decisamente la stava appagando. A fatica soffocava i gemiti che la mia lingua le stava procurando. Lei mi incitava a continuare, la sua vagina mi incitava a farlo, perché era letteralmente in fiume in piena. Con la mia mano le stringo le tette, mentre lei con la sua mi tiene tra le sue gambe. Finché con un piccolo gemito arriva all'orgasmo.
Io a quel punto mi rialzo con in volto una soddisfazione papabile, lei però mi dice chiaro e tondo di avere ancora da fare. Lei spalanca ancora di più le gambe, invitandomi ad entrare dentro di lei. La guardo quasi a chiederle il permesso, lei mi fa cenno con la testa e io spingo la mia erezione dentro di lei. Complice il fatto che era appena venuta, lo affondo con facilità dentro di lei e prendo a farlo con un ritmo subito abbastanza deciso. Intanto le tolgo la camicetta e il reggiseno, ormai decisamente di troppo, cosicché possa finalmente leccarle anche i capezzoli. Continuiamo così finché io non le chiedo d cambiare posizione. La faccio alzare e piegare a novanta sul lettino, riprendendo subito dopo a penetrarla. La tengo sui fianchi e continuo ad affondare la mia erezione dentro di lei molto rapidamente. Continuiamo a farlo finché non viene di nuovo, affondando la testa sul lettino per soffocare i gemiti. Io esco di lei subito dopo, dicendole che ormai c'ero quasi. Lei si inginocchia davanti a me e me lo prende in bocca. Tempo qualche secondo e anche io sono venuto, tutto nella sua bocca.
Mentre ci rivestiamo scambiamo qualche parola, mi dice di aspettarmi anche prossima settimana e mi da il suo numero di telefono, dicendo però di evitare di scriverle, che lo avrebbe fatto lei, perché mi confidò che era sposata.
scritto il
2024-11-29
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