La mia colf

di
genere
confessioni

Sono un ragazzo che vive ancora con mamma e papà.
Sono figlio unico. I miei genitori sono da sempre molto impegnati con i rispettivi lavori.
Io sono parcheggiato all’ università, frequentandola quando ho voglia.
Viviamo in un appartamento molto grande, su due livelli, in centro città.
Ho sempre avuto un debole per la nostra colf, una marocchina trentenne, Adiba ma che si fa chiamare Mary.
È sempre sorridente e gentile con me. Si mette a pulire casa indossando sempre quei pantaloni della tuta grigi e la maglietta nera.
Ha un fisico normale, né troppo magra ma neanche cicciottella e quando si mette a novanta mi fa venire voglia di incularla.
Una mattina, mentre ero sotto la doccia, mi è venuta ancora più voglia di Mary.
Esco dalla doccia in accappatoio, mi accendo una sigaretta e vado in salotto dove Mary sta pulendo.
“Hey Mary, ma dimmi una cosa. I ragazzi italiani ti piacciono?”
Lei diventa rossa, mi guarda e mi dice “non saprei, si, siete carini, perché mi chiede queste cose?”
“Sìediti qui con me un attimo, dai fai una pausa” le dico battendo la mano sul divano.
“Ma devo finire di lavorare se no i suoi genitori si arrabbiano e mi licenziano” mi dice.
“Tranquilla, loro non decidono un cazzo, sono io che decido in casa. Siediti qui”.
Mary viene verso di me e si siede sul divano dandomi un po’ di distanza.
“Brava, vedi tu sei molto brava a pulire, ma sei molto bella e mi farebbe più piacere se passassi qualche momento con me”.
Mary mi guarda, ha capito “ma come faccio?io devo pulire, la casa è grande”.
Metto una mano dietro alla sua schiena, sotto la maglietta, le slaccio il reggiseno.
“Mary se tu ti diverti con me, puoi mandare a fanculo i miei genitori”.
Si lascia slacciare il reggiseno e si lascia toccare.
“Ma io ho marito e figli a casa” mi dice, ma in quel momento ho aperto l’accappatoio mostrandole il mio cazzo in tiro.
Mary dice qualcosa di incomprensibile in arabo guardando il cielo.
Le prendo la mano e gliela appoggio sul cazzo.
“Brava, prendilo in mano”.
Mary inizia a toccarmelo ma non con una vera e propria sega.
“Dai toccamelo che ti piace zozza”
Le tiro giù un po’ i pantaloni della tuta guardando la sua chiappa. Bella senza cellulite. Le tiro uno schiaffo su quel culo.
“Dai Mary, fammi divertire, altrimenti oggi è il tuo ultimo giorno”. Con questa minaccia Mary inizia a segarmi lentamente.
Le tiro via maglietta e reggiseno guardando i suoi capezzoli scuri.
Le afferro la testa e le metto praticamente il cazzo in bocca.
“Dai Mary, fammi godere, prendilo in bocca”
Mary con il suo pompino me lo sta facendo afflosciare. È proprio negata.
Inizio a prenderla a schiaffi con l’uccello “dai mi stai facendo perdere la voglia di scoparti. Fammi vedere come sei zozza” le dico.
Mary mi guarda, sembra sincera “mai fatto”.
Porca puttana, mi mancava solo questa.
La metto a novanta sul divano e le tiro giù per bene i pantaloni della tuta e mutandoni neri.
Ha il culo e la figa pelosi.
Inizio a sditalinarla, almeno è bagnata.
Mary inizia a provare piacere “ ti piace eh? Perché hai sto cazzo di buco del culo peloso?”
La faccio bagnare e inizio a sditalinarle anche il culo.
Mary si lascia fare. La guardo in faccia è bordeaux.
“Ti piace eh?” Faccio rinvenire il mio cazzo e inizio a scoparle da dietro quella figa pelosa.
Le schiaffeggio le chiappe, Mary approva.
La sua scopata è stato un aaaaaaaa unico, monotono, quasi snervante. L’unico acuto lo ha avuto quando le sono entrato in culo con il pollice.
“Ti piace zozza essere scopata in tutti e due i buchi?”
Non risponde, chi tace acconsente.
Gioco ancora un po’ con il cazzo in figa ed il pollice in culo, poi…. Vengo! Vengo sulle sue chiappe.
“Brava Mary! Così mi piaci”.
Mi guarda, tutta sudata.
La abbraccio “ora torna a pulire”
scritto il
2025-01-03
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