Il mio primo bondage (1)
di
VPow
genere
dominazione
INTRODUZIONE
La storia che andrò a raccontare rappresenta il terzo "episodio" di una delle mie prime volte. Dopo "il primo tradimento" e "il primo threesome" arriva il momento de "il primo bondage".
Avviso subito il lettore amante del genere che il titolo è volutamente enfatizzato visto che non si è trattato di un vero e proprio rapporto BDSM. Tuttavia il lettore interessato avrà comunque modo di leggere un racconto attraverso cui venire a conoscenza di un altro paio di aspetti perversi della mia personalità sessuale e di un'altra fantasia realizzata dalla sottoscritta.
Anche questo, come i precedenti, infatti, è tratto da una storia vera, realmente accaduta quando, dopo la fine di una relazione, avevo cercato conforto tra le braccia (le brave ragazze così dicono) di vari uomini trovandolo soprattutto tra quelle di P.
Questa volta la vostra V. vestirà anche i panni dell'amante, ruolo che aveva già recitato in passato ma che aveva avuto una maggiore espressione romantica.
Con P. il romanticismo non solo verrà messo da parte ma addirittura bannato (in special modo dalla camera da letto). Il suo vuoto verrà colmato da una frenetica passione fatta di qualche "non si può" ma che alla fine troverà la sua massima espressione nella notte di cui scriverò i fatti.
IL PASSAGGIO
L'allenamento era terminato da poco e mi apprestavo a lasciare la sala per andare a fare la doccia quando mi si parò davanti la figura stanca e sudata di A., un caro amico di vecchia data.
A.: >
V.:
Sapevo bene che P. avesse ancora spazio in macchina ma avevo provato in ogni modo a trovare una soluzione alternativa.
Non andare alla festa non era una di queste dato che G. ci sarebbe rimasta malissimo e non me l'avrebbe perdonata.
Così avevo cercato disperatamente a chiedere soccorso a tutti i miei conoscenti della palestra ma tra chi come A. aveva già tutti i posti in auto occupati, tra chi non sarebbe andato e tra chi era in dubbio, non mi rimaneva che l'ultima spiaggia rappresentata da P.
Vi starete chiedendo come mai tanta attenzione per evitare quest'uomo e cosa mai sia accaduto per giustificare un tale comportamento. Un po' di pazienza e ci arriviamo!! Promesso!!
NUOVA CONOSCENZA
Ma chi era P.?
P. era un amico di A., un uomo di quasi 40 anni, sposato con prole (2 bellissime bimbe, una delle quali nata da un annetto).
La moglie di P. era una donna molto affascinante ma dal carattere complicato. Lui diceva sempre che bisognava saperla prendere e, per scherzare, parlava di una improbabile legge di compensazione tra bellezza esteriore e carattere. Diceva che "più una è bella e più è rompiscatole". La sua presunta tesi non la risparmiava nemmeno alla sottoscritta a cui non mancava di dire "devi essere una gran rompicoglioni tu!! Tanto figa quanto rompicoglioni". Ho sempre trovato interessante il fatto che definisse la moglie rompiscatole mentre con me usava il termine rompicoglioni; magari voleva sottintendere che fossi più bella della moglie stante la sua teoria? Chissà...
Ad ogni modo la cosa mi faceva alquanto sorridere perché un po' trovava fondamento nella realtà: ero veramente abbastanza rompicoglioni!! Ma quale donna un po' non lo è?
La nostra conoscenza era avvenuta grazie ad A. un pomeriggio di luglio, uno di quei giorni tanto caldi in cui andare in palestra dimostra la grandissima determinazione o la follia del soggetto.
A. e P. erano fermi a chiacchierare tra loro quando mi avvicinai per salutare il mio amico.
Come nel più classico dei casi, A. ci presentò ed inconsapevolmente diede il via a questa storia.
Avevo già notato P. durante i miei allenamenti, era difficile non farlo.
Egli era un uomo dal fascino indiscutibile, moro, alto e dallo sguardo intenso. Un fisico statuario disegnato da anni di costante attività fisica a sollevare pesi. Come già detto, aveva all'incirca 40 anni ma il tempo per lui sembrava essersi fermato da almeno 5 anni.
Anche lui mi aveva notata (come ebbe poi modo di confessarmi) ma, limitato dal suo giuramento matrimoniale e dal fatto che il tempo di fare il piacione in palestra fosse ormai terminato, non aveva assolutamente provato in alcun modo ad attaccare bottone.
A. invece gli diede modo di farlo!! "Galeotto fu l'amico e chi lo indusse" (Dante mi perdonerà per questa pessima citazione parafrasata), ci diede la possibilità di stringerci la mano e fu inconsapevole complice del tradimento di P.
Ad onor del vero, A. non fu l'unico amico galeotto... Ma non anticipiamo troppo le cose.
NON SI PUÒ
Il primo contatto molto ravvicinato tra me e P. ebbe luogo nello stesso posto in cui ci eravamo conosciuti: la palestra.
Una sera, rimasti praticamente soli ad allenarci, iniziammo un gioco di sguardi tra un esercizio e l'altro. Ci tenevamo d'occhio di sottecchi e ci guardavamo in maniera diretta quando l'altro era girato nella direzione opposta tornando a fare la parte indifferente nel momento in cui tornava a guardare verso il compagno di fatiche.
Tra i 2 fu P. a finire per primo e a venire a salutarmi per andare a fare la doccia ma fui io a chiedergli di aspettare che finissi gli ultimi esercizi in modo da lasciare la sala insieme.
Da buon amico e da cattivo marito che non scappa di fronte ad una situazione potenzialmente pericolosa, P. rimase a "sorvegliarmi" mentre portavo a termine una serie alla glutes machine che tanto metteva in risalto, nemmeno a dirlo, il mio culetto.
Alla fine ci incamminammo insieme verso gli spogliatoi.
disse P. per rompere il silenzio.
>.
Indubbiamente le mie domande sparate a mo' di mitragliatrice suscitarono in P. una certa ilarità.
Messo da parte il suo sorrisetto sincero e compiaciuto, mi guardò con occhi carichi di desiderio ed esclamò:
La storia che andrò a raccontare rappresenta il terzo "episodio" di una delle mie prime volte. Dopo "il primo tradimento" e "il primo threesome" arriva il momento de "il primo bondage".
Avviso subito il lettore amante del genere che il titolo è volutamente enfatizzato visto che non si è trattato di un vero e proprio rapporto BDSM. Tuttavia il lettore interessato avrà comunque modo di leggere un racconto attraverso cui venire a conoscenza di un altro paio di aspetti perversi della mia personalità sessuale e di un'altra fantasia realizzata dalla sottoscritta.
Anche questo, come i precedenti, infatti, è tratto da una storia vera, realmente accaduta quando, dopo la fine di una relazione, avevo cercato conforto tra le braccia (le brave ragazze così dicono) di vari uomini trovandolo soprattutto tra quelle di P.
Questa volta la vostra V. vestirà anche i panni dell'amante, ruolo che aveva già recitato in passato ma che aveva avuto una maggiore espressione romantica.
Con P. il romanticismo non solo verrà messo da parte ma addirittura bannato (in special modo dalla camera da letto). Il suo vuoto verrà colmato da una frenetica passione fatta di qualche "non si può" ma che alla fine troverà la sua massima espressione nella notte di cui scriverò i fatti.
IL PASSAGGIO
L'allenamento era terminato da poco e mi apprestavo a lasciare la sala per andare a fare la doccia quando mi si parò davanti la figura stanca e sudata di A., un caro amico di vecchia data.
A.: >
V.:
Sapevo bene che P. avesse ancora spazio in macchina ma avevo provato in ogni modo a trovare una soluzione alternativa.
Non andare alla festa non era una di queste dato che G. ci sarebbe rimasta malissimo e non me l'avrebbe perdonata.
Così avevo cercato disperatamente a chiedere soccorso a tutti i miei conoscenti della palestra ma tra chi come A. aveva già tutti i posti in auto occupati, tra chi non sarebbe andato e tra chi era in dubbio, non mi rimaneva che l'ultima spiaggia rappresentata da P.
Vi starete chiedendo come mai tanta attenzione per evitare quest'uomo e cosa mai sia accaduto per giustificare un tale comportamento. Un po' di pazienza e ci arriviamo!! Promesso!!
NUOVA CONOSCENZA
Ma chi era P.?
P. era un amico di A., un uomo di quasi 40 anni, sposato con prole (2 bellissime bimbe, una delle quali nata da un annetto).
La moglie di P. era una donna molto affascinante ma dal carattere complicato. Lui diceva sempre che bisognava saperla prendere e, per scherzare, parlava di una improbabile legge di compensazione tra bellezza esteriore e carattere. Diceva che "più una è bella e più è rompiscatole". La sua presunta tesi non la risparmiava nemmeno alla sottoscritta a cui non mancava di dire "devi essere una gran rompicoglioni tu!! Tanto figa quanto rompicoglioni". Ho sempre trovato interessante il fatto che definisse la moglie rompiscatole mentre con me usava il termine rompicoglioni; magari voleva sottintendere che fossi più bella della moglie stante la sua teoria? Chissà...
Ad ogni modo la cosa mi faceva alquanto sorridere perché un po' trovava fondamento nella realtà: ero veramente abbastanza rompicoglioni!! Ma quale donna un po' non lo è?
La nostra conoscenza era avvenuta grazie ad A. un pomeriggio di luglio, uno di quei giorni tanto caldi in cui andare in palestra dimostra la grandissima determinazione o la follia del soggetto.
A. e P. erano fermi a chiacchierare tra loro quando mi avvicinai per salutare il mio amico.
Come nel più classico dei casi, A. ci presentò ed inconsapevolmente diede il via a questa storia.
Avevo già notato P. durante i miei allenamenti, era difficile non farlo.
Egli era un uomo dal fascino indiscutibile, moro, alto e dallo sguardo intenso. Un fisico statuario disegnato da anni di costante attività fisica a sollevare pesi. Come già detto, aveva all'incirca 40 anni ma il tempo per lui sembrava essersi fermato da almeno 5 anni.
Anche lui mi aveva notata (come ebbe poi modo di confessarmi) ma, limitato dal suo giuramento matrimoniale e dal fatto che il tempo di fare il piacione in palestra fosse ormai terminato, non aveva assolutamente provato in alcun modo ad attaccare bottone.
A. invece gli diede modo di farlo!! "Galeotto fu l'amico e chi lo indusse" (Dante mi perdonerà per questa pessima citazione parafrasata), ci diede la possibilità di stringerci la mano e fu inconsapevole complice del tradimento di P.
Ad onor del vero, A. non fu l'unico amico galeotto... Ma non anticipiamo troppo le cose.
NON SI PUÒ
Il primo contatto molto ravvicinato tra me e P. ebbe luogo nello stesso posto in cui ci eravamo conosciuti: la palestra.
Una sera, rimasti praticamente soli ad allenarci, iniziammo un gioco di sguardi tra un esercizio e l'altro. Ci tenevamo d'occhio di sottecchi e ci guardavamo in maniera diretta quando l'altro era girato nella direzione opposta tornando a fare la parte indifferente nel momento in cui tornava a guardare verso il compagno di fatiche.
Tra i 2 fu P. a finire per primo e a venire a salutarmi per andare a fare la doccia ma fui io a chiedergli di aspettare che finissi gli ultimi esercizi in modo da lasciare la sala insieme.
Da buon amico e da cattivo marito che non scappa di fronte ad una situazione potenzialmente pericolosa, P. rimase a "sorvegliarmi" mentre portavo a termine una serie alla glutes machine che tanto metteva in risalto, nemmeno a dirlo, il mio culetto.
Alla fine ci incamminammo insieme verso gli spogliatoi.
disse P. per rompere il silenzio.
>.
Indubbiamente le mie domande sparate a mo' di mitragliatrice suscitarono in P. una certa ilarità.
Messo da parte il suo sorrisetto sincero e compiaciuto, mi guardò con occhi carichi di desiderio ed esclamò:
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