Il primo threesome
di
VPow
genere
trio
PREMESSA
Dopo aver raccontato la storia del mio primo tradimento, eccomi di nuovo qui a scrivere di un'altra esperienza e di un'altra prima volta: il mio primo rapporto a 3 con 2 uomini.
Ho deciso di raccontare anche questa storia perché essa ha rappresentato un cambiamento abbastanza importante nel mio modo di vivere il sesso. L'esperienza infatti mi ha aperto un mondo e ha allargato ulteriormente i miei orizzonti facendomi capire perché tale fantasia è così diffusa tra noi donne.
Quella sera diede alla luce una nuova parte di me, una nuova V., che si sarebbe consolidata e rafforzata nel corso degli anni grazie alle tante conoscenze avute durante il lungo percorso che mi hanno condotta fino ai giorni nostri.
Come sempre mi auguro che la storia sia di gradimento dei lettori e che possa riscuotere lo stesso apprezzamento del primo racconto.
Auguro a tutti buona lettura.
INTRODUZIONE
La storia che sto per raccontare vede protagonista me, V., la mia amica S., il nostro amico in comune T. e gli amici di quest'ultimo A. e N.
All'epoca dei fatti ero molto giovane, avevo solo 23 anni mentre tutti gli altri ragazzi erano di diversi anni più grandi. La mia amica S. aveva 27 anni mentre T. e i suoi amici addirittura 32.
Ho sempre frequentato persone più grandi di me, vuoi perché sono cresciuta in fretta, vuoi perché sono sempre stata attratta dalla maturità, vuoi perché ho sempre considerato i miei coetanei molto immaturi e inconcludenti.
Inoltre avevo sempre sognato di fare sesso con 2 uomini, una fantasia tanto diffusa quanto complessa da realizzare.
Questo spiega solo in parte perché un'ingenua e giovane ragazza di soli 23 anni si ritroverà, dopo una cena di fine anno, ad essere posseduta da 2 uomini che conosceva a malapena.
A. e N. saranno i miei compagni di gioco, coloro senza i quali questa storia non esisterebbe.
Essi erano 2 grandi amici, molto complici ed evidentemente attratti dalla medesima ragazza. La cosa avrebbe potuto far nascere delle frizioni tra loro ma perché litigare quando si può condividere e godere della stessa contemporaneamente?
L'INVITO
Mancavano pochi giorni all'inizio del nuovo anno e come ogni fine anno ci si poneva la solita ed imperterrita domanda: "che si fa a capodanno?"
Per nostra fortuna, la mia e quella della mia amica S., il quesito non ci accompagnò fino alle ultime ore buone per organizzare qualcosa come successo le altre volte ma l'occasione ci piombò dal nulla la mattina del 26 dicembre.
Io e S. eravamo in giro per il paese godendoci l'aria di festa che si respirava tra la gente e che solo il periodo natalizio fatto di luci, canzoni e gioia sa regalare ed infondere nell'animo delle persone.
Tra un saluto e un augurio, iniziavamo a domandarci cosa organizzare, dove ma soprattutto con chi.
Entrambe frequentavamo un gruppo di amici con regolarità ma tutti o quasi avevano già ricevuto inviti o preso degli impegni per il veglione. Dovevamo quindi inventarci qualcosa ma né io né S. eravamo così avvezze ad organizzare degli eventi, soprattutto all'ultimo minuto.
Tuttavia, per una naturale legge di compensazione, eravamo dotate di una buona dose di fascino e bellezza che ci rendeva delle ottime compagnie femminili da far presenziare a qualche festa.
Fu così che quella mattina entrò in gioco quel nostro aspetto e accompagnate da una buona dose di fortuna riuscimmo a rimediare un invito.
Il nostro benefattore aveva le sembianze di T., un caro amico per cui S. aveva una cotta che riusciva a celare con qualche difficoltà.
T. era un giovane uomo molto carino, di altezza media e dal viso pulito, nel quale si stagliavano grandi e luminosi come stelle 2 occhi nocciola. Non era particolarmente prestante fisicamente ma il fisico asciutto e sportivo gli conferiva comunque una bella presenza.
T. era inoltre figlio di una nota coppia della zona, non so se si potesse definire ricco ma certamente non si poteva non dire benestante; era insomma il classico buon partito con cui ci si poteva sistemare.
S., che si scioglieva ogni volta che si trovava a parlare con T., era invece una ragazza mora tutta ricci e sorrisi, molto solare e alla mano. Il suo fisico armonioso modellato da tanto sport la rendeva una bellezza difficile da non notare.
L'uno di fianco all'altro formavano una coppia davvero bellissima ma i loro stili di vita e i loro conti bancari ne facevano 2 delle persone meno affini che io conoscessi.
Ma si sa, l'amore non guarda in faccia a queste cose!!!
T. ricambiava i sentimenti di S. ma, chissà per quale strana ragione, i 2 non si erano mai dichiarati o trovati in condizione di poterlo fare. Quel capodanno rappresenterà un punto di svolta anche per loro.
Mentre passeggiavamo per il corso del paese, vedemmo venirci incontro T. nel suo magnifico cappotto nero e avvolto nella sua costosa sciarpa di cashmere.
Il viso di S. si illuminò appena lo intravide tra la folla e subito si accese del suo magnifico sorriso.
Da lì a qualche minuto T. le diede un ulteriore motivo per sorridere.
Saluti, auguri e frasi rompighiaccio, tutti rigorosamente in quest'ordine, fecero da apripista all'invito che T. ci fece, ovvero quello di trascorrere la cena dell'ultimo dell'anno nella casa di montagna di sua proprietà insieme ai suoi amici A. e N. e ad un altro paio di coppie.
Dopo la cena ci saremmo poi spostati per il veglione a casa di un suo amico che aveva organizzato una mega festa con un numero imprecisato ma decisamente molto cospiscuo di persone.
T. infine concluse invitandoci a partire con lui qualche giorno prima in modo da prendere possesso della casa e a sistemare le nostre cose.
Non ci sembrava vero, non solo avevamo rimediato un invito per l'ultimo dell'anno ma avevamo addirittura avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno in montagna per una mini-vacanza.
Appena T. fu lontano, io e S. ci guardammo e scoppiammo a ridere in maniera isterica come 2 pazze anche se di folle c'era solo quella fantastica offerta avuta in dono con un giorno di ritardo rispetto la tipica usanza natalizia ma decisamente molto apprezzata.
Per una volta la dea bendata aveva estratto i nostri nomi dall'urna e ci aveva consegnato un bellissimo invito da accettare senza pensarci troppo.
TUTTO VERO!!!
Il giorno della partenza stentavamo ancora a crederci. Nonostante la sera prima T. ci avesse dato appuntamento per le 8 del mattino successivo, temavamo che non fosse vero quanto ci fosse accaduto: 2 giorni prima non avevamo nulla in programma ed ora eravamo pronte a partire per vivere qualche giorno lontano da casa.
Io in particolare pensavo potesse essere uno scherzo, ero sempre in attesa che qualcuno arrivasse e ci dicesse "ehi, ci siete proprio cascate per bene!!! Era tutto finto!!!". Mi liberai di questo timore solo quando cominciai a vedere che ci stavamo effettivamente allontanando dal paese e che stavamo prendendo la direzione delle montagne.
Con S. ci eravamo date appuntamento fuori casa mia sia per dar modo a T. di non dover passare a prendere entrambe in 2 luoghi differenti sia perché, qualora ce ne fosse stato bisogno, saremmo state in grado di fronteggiare insieme la terribile notizia dello scherzo di cattivo gusto che eravamo pronte a ricevere.
Appena T. ci vide cariche come 2 muli, ci rimproverò scherzosamente di avere valigie fin troppo grandi.
Ci aveva infatti raccomandate di viaggiare leggere visto che dovevamo rimanere poco e visto che la macchina non era così grande da riuscire a contenere tanti bagagli.
In effetti in confronto a lui, eravamo veramente molto cariche di roba: una valigia grande e uno zaino stracolmo a testa contro la sua unica valigia di dimensioni medie riempivano completamente il suo bagagliaio e parte del retro dell'auto oltre che le nostre facce di imbarazzo.
Ma per fortuna T. sapeva che alle donne non puoi chiedere di viaggiare leggere senza attendersi di essere presto disubidito, sapeva bene che alle donne piace riempire la valigia di abiti che magari non indosseranno ma che devono essere sicure di avere dietro con sé e sapeva perfettamente che alle donne piace semplicemente tirar fuori dall'armadio i propri abiti anche solo per guardarli e poter dire di non avere nulla da indossare.
T. sapeva inoltre di avere a che fare con 2 donne che amavano curarsi e curare il proprio aspetto esteriore, per questo non poteva aspettarsi una situazione ben diversa da quella che gli si parava davanti.
Caricate le valigie in auto studiando meglio di un ingegnere le possibili soluzioni all'equazione che permettesse di riempire gli spazi senza rinunciare alla comodità dei passeggeri, tutti e 3 salimmo finalmente in macchina e partimmo alla volta della casa in montagna.
Io e S. ci facemmo perdonare per le difficoltà causate con la nostra proverbiale allegria riempiendo i pochi spazi vuoti con tutta la felicità che sprizzava dai nostri pori.
Nessuna delle 2 aveva mai fatto un weekend in montagna o una settimana bianca, figurarsi un veglione!!
Era dunque plausibile che non stavamo nella pelle ed era altrettanto plausibile che non riuscissimo a trattenerci dal trasmetterlo anche a T..
T. fu contagiato dalla nostra gioia e in poco tempo si lasciò alle spalle la sua serietà di circostanza per unirsi a noi in canti, battute e pettegolezzi.
Il viaggio era insomma cominciato nel migliore dei modi ma soprattutto non c'era nessuno scherzo in atto: era tutto vero!!!
L'ARRIVO
Il viaggio fu molto piacevole e, nonostante fosse stato abbastanza lungo, passò senza creare troppa noia grazie alla compagnia degli altri 2 passeggeri.
Dai sediolini posteriori avevo potuto inoltre notare ancora di più quello che avevo più volte ripetuto a S., ovvero che avrebbe formato una bellissima coppia con T..
Dopo diverse ora di viaggio interrotto solo da una breve sosta ad un autogrill, cominciammò a salire la montagna passando agilmente i tortuosi tornantini che permettevano di arrivare in cima.
T. sembrava conoscerli a memoria ed impostava per ognuno di essi la curva in maniera specifica, ora allargando ora restringendo la traiettoria dell'auto.
Quella fu forse la parte più silenziosa del viaggio visto che l'unico a proferire parola fu lo stereo. Io e S. invece restammo in silenzio quasi a non voler deconcentrare T. che aveva messo occhi e cervello sull'asfalto.
Ad un certo punto l'inclinazione dell'auto cambiò repentinamente e il veicolo si stabilizzò tornando ad assumere un'angolazione più naturale e confortevole, segno che ormai eravamo quasi giunti a destinazione.
Ed infatti pochi Km dopo, dinanzi a noi si stagliò maestosa la casa che ci avrebbe accolte per qualche giorno e che avrebbe assistito ai fatti che racconterò.
La casa era veramente enorme, molto diversa da quelle che la circondavano anche se a detta di T. era un rudere in confronto a quella che ci avrebbe ospitate per la festa. Aveva un ampio spiazzale, una fornitissima cantina, una piccola dependance e un ampio garage. Si ergeva su 2 piani, la cui planimetria era così suddivisa: a pian terreno vi era la cucina, il soggiorno, un bagno e una piccola stanza messa spesso al servizio degli ospiti mentre al primo piano vi erano 3 camere e un bagno.
T. da buon padrone di casa ci mostrò le nostre stanze e ci invitò a fare come se fossimo a casa nostra. La mia era quella a piano terra mentre la sua e quella di S. si trovavano al piano superiore, a pochi passi l'una dall'altra. T. ci aveva fatto scegliere quella che preferivamo e io da novella cupido ma soprattutto da buona amica, speravo che concedendo ad S. la stanza più vicina a quella di T., le avrebbe permesso di entrare ancora di più in contatto con lui.
La scelta infatti ricadeva solo tra la stanza a piano terra e quella al primo piano visto che una era dei genitori di T. e l'altra di T. stesso.
Colsi anche l'occasione di prendere un po' in giro S. dicendole che se avesse voluto uscire dalla sua stanza per intrufolarsi in quella di T. nel bel mezzo della notte, avrebbero dovuto avere la buona decenza di non produrre rumori molesti visto che non avevo nessuna voglia di sentirli.
S. diceva che non c'era alcun pericolo di vedere minacciato il sonno di nessuno ma lo diceva sorridendo, quasi a voler confermare di aver pensato la medesima cosa che le avevo detto.
Dal canto mio avevo una stanza piccola ma decisamente accogliente, tutta tappezzata di libri e fumetti, segno che la cultura in quella casa non era un'ospite sgradito. Vedendo quanto fosse piena la libreria mi dissi che non avrei avuto assolutamente difficoltà a passare la notte insonne qualora S. e T. avessero avuto la brillante idea di trascorrerla in compagnia dedicandosi ad attività decisamente più divertenti della lettura.
Ad ogni modo mi sarei sacrificata volentieri per la mia amica che in quei giorni era veramente raggiante di vivere quell'esperienza, indipendentemente da come sarebbe andata a finire con T.
GLI INVITATI
Il giorno dopo l'arrivo eravamo già perfettamente a nostro agio. Avevamo superato l'iniziale imbarazzo e ci eravamo inserite in casa come dimostrava il fatto che sapevamo già dove trovare le posate, i vari barattoli dello zucchero e del caffè, gli utensili da cucina e gli oggetti per le pulizie.
Eravamo 2 perfette donne di casa anche se, a dirla tutta, non eravamo (e forse non lo siamo nemmeno ora) molto portate per il ruolo. Però ci impegnavamo e cercavamo di contraccambiare il soggiorno offertoci da T. mettendoci a disposizione.
T., dal canto suo, non badava troppo né a queste cose né alla forma ma si "accontentava" di avere in giro per casa non 1 ma ben 2 ragazze.
Il pomeriggio del 28 incontrammo A. e N.
Ci demmo appuntamento ad un bar in centro per bere insieme qualcosa e parlare della cena.
Entrambi erano dei ragazzi abbastanza alti, decisamente più alti di T.: vicino a quest'ultimo, sembravano fargli da guardie del corpo mentre di fianco a loro, io, che sono una donna leggermente più alta della media, mi sentivo ancora più piccola degli anni che avevo.
Non potevo assolutamente dire di non sentirmi protetta vicino a loro ma ritrovarsi da sola in mezzo a quei 2 energumeni eccitati capovolse completamente la sensazione.
Altro tratto comune era rappresentato dalle spalle molto grandi e larghe mentre le fattezze del fisico erano abbastanza diverse.
N. era decisamente più muscoloso e sportivo mentre A. più in carne con un po' di pancetta.
N. era moro con i capelli leggermente lunghi mentre A. rasato.
N. portava un orecchino a cerchio e aveva un grosso tatuaggio sulla spalla destra mentre A. non aveva né accessori né tatuaggi.
Le differenze tra i 2 non finivano qui ma preferisco descriverle nel prosieguo del racconto, quando entrambi si presenteranno senza indumenti.
Caratterialmente invece erano abbastanza simili anche se spesso tendevano a confrontarsi anche aspramente su alcune tematiche ma rispettando sempre il punto di vista altrui. Era interessante sentirli discutere soprattutto di questioni sociali, un po' meno di politica e cinema, ed era molto divertente vedere come tendevano a fare apprezzamenti sulle ragazze che l'uno o l'altro adocchiavano. Spesso infatti erano in disaccordo anche su questo tema e ora l'uno, ora l'altro smontavano o denigravano in maniera scherzosa la ragazza di turno che piaceva all'amico.
In generale era spassoso stare con loro, il tempo volava e non ci si annoiava.
Tra i 2 io preferivo N. sia per motivi estetici che di pensiero.
Non si poteva invece dire che A. fosse il mio tipo ma nel complesso non si poteva nemmeno dire che fosse agli antipodi.
Per me non erano affatto degli sconosciuti visto che li avevo già conosciuti l'anno prima, anno durante il quale ero rimasta in contatto con entrambi ma sentendo maggiormente N., il quale aveva per altro manifestato anche un leggero interesse nei miei confronti.
Durante la conoscenza avevo infatti intuito di interessargli solo fisicamente e che non aveva intenzioni serie. La giovane V. di quel tempo non colse l'occasione di approfondire perché N. in quel periodo frequentava un'altra ragazza; la V. di oggi, con l'esperienza maturata negli anni, si sarebbe invece sicuramente concessa qualche uscita seguendo il motto "se non si fa il problema lui perché dovrei farmelo io?".
Durante l'uscita in gruppo discutemmo della cena e di alcuni dettagli riguardanti il menù.
Inoltre l'incontro rappresentò anche una buona occasione per parlare degli altri invitati alla cena e in particolare sulla coppia di cui T. ci aveva già accennato durante il viaggio. Ci aveva detto che era stato molto indeciso sul fatto di estendere l'invito anche a loro visto che non stavano attraversando un momento felice e che addirittura erano in procinto di lasciarsi. Temeva giustamente che l'atmosfera potesse essere pesante e che metterli di fronte un'altra coppia felice potesse accentuare maggiormente i loro contrasti ed il loro malessere.
A. e N. ovviamente non furono d'accordo tra loro e motivarono in maniera accesa le proprie ragioni. A. si rivelò più convincente e alla fine ebbe più consensi di N.
Sapere comunque della situazione delle 2 coppie fu importante per capire come regolarsi ed agire evitando di dire o fare cose che avrebbero potuto urtare la loro sensibilità e i loro già fragili equilibri.
GLI ULTIMI GIORNI DELL'ANNO
Avevamo definito cosa mangiare e cosa comprare per la cena, per questo negli ultimi giorni dell'anno, dopo esserci procurati il necessario, potemmo dedicarci al più completo relax e divertimento.
In quei giorni ebbi l'occasione di incontrare più volte A. e N. e di mettermi a parlare con loro. Era una cosa che mi faceva piacere sia per la loro grande simpatia sia perché così avevo il pretesto per lasciare S. da sola in compagnia di T.
A. e N., che di certo non scarseggiavano in spirito di osservazione, notarono quanto i 2 fossero vicini e complici e provarono più volte ad estorcermi qualche informazione. Io resistetti stoicamente ai loro continui tentativi cercando di essere il più convincente possibile nel minimizzare. Purtroppo non riuscii nel mio intento completamente, un po' perché erano avvezzi a certe situazioni, un po' perché S. e T. sembravano palesemente una coppietta.
A. e N. erano comunque molto attenti anche a me e a mettermi a mio agio. Sapevano di avere a che fare con una ragazza decisamente più giovane di loro ma questa differenza di età, sebbene potesse essere marcata, non veniva mai fuori o quantomeno non mi veniva mai fatta pesare in qualche modo.
Durante una passeggiata in centro ebbi modo di parlare a tu per tu con N. riguardo la "nostra situazione". Mi fu chiaro che N. nutrisse una certa attrazione per me visti i vari complimenti e le numerose attenzioni che mi riservava. Erano diversi mesi, comunque che il nostro sentirci quotidiano era andato via via diminuendo ma, in quei giorni, ci eravamo di nuovo avvicinati e avevamo ripreso a scriverci con buona frequenza.
N. mi disse che apprezzava molto il mio modo di fare e la mia spensieratezza che lo faceva sentire almeno 5 anni più giovane e mi confessò di sentirsi molto attratto dal mio aspetto fisico "maturo" che non sembrava quello di una giovane ragazza ma quello di una donna già fatta e formata. I suoi complimenti mi facevano certamente piacere ma sapevo bene che non erano disinteressati e sapevo anche che le sue intenzioni si sarebbero palesate sicuramente nei giorni successivi. In tal senso mi aspettavo un tentativo durante la festa del veglione.
La cosa non mi dispiaceva affatto e per questo stavo al gioco. Ad ogni modo cercavo di stare attenta a non scoprire troppo il fianco perché dare certezze ad un uomo che cerca di portarti a letto non è sempre buono ed io, seppur giovane, già lo sapevo.
Il momento tra l'altro era propizio perché avevo saputo da T. che N. non aveva legami o frequentazioni con altre donne. Inoltre, anche io non uscivo con un ragazzo da un paio di mesi e la voglia di fare sesso stava cominciando a diventare molto pressante.
In quei giorni, tuttavia, ebbi modo di conoscere meglio anche A..
Lui era decisamente meno espansivo di N. ma aveva un certo fascino di cui ancora oggi non riesco a darmi una spiegazione.
Comunque sia non era certamente meno attivo di N. quando si parlava di donne. Anche lui, infatti, mi diede diverse attenzioni e mi fece vari complimenti ma molto meno diretti rispetto a quelli di N..
Mentre quest'ultimo per esempio si complimentava per il mio lato B senza troppi fronzoli, A. lo faceva prendendo il giro alla larga, ringraziando madre natura e l'attività fisica.
Il legame con loro si rafforzò anche grazie alle numerose battute a sfondo sessuale a cui ero soggetta senza però che venisse mai superato il limite.
Quei giorni furono dunque fondamentali per arrivare a concecedermi perché si instaurò un legame molto particolare. Mi sentivo veramente protetta e coccolata tra loro, ero viziata e ricevevo le giuste attenzioni in ogni momento ora da l'uno e ora dall'altro e avevo l'impressione di essere con 2 amici che conoscevo da anni vista la grande intesa che avevamo.
IL MESSAGGIO
Eravamo quasi giunti alla fine dell'anno e, come ogni anno, iniziai a tracciare un bilancio.
Avevo passato un anno decisamente non semplice, di transizione e di riflessione. Mi ero ormai lasciata alle spalle l'ultima relazione e mi sentivo pronta per accogliere nella mia vita un altro uomo.
Ero anche un po' stufa di uomini che andavano e venivano dalla mia vita solo per per portarmi a letto e volevo qualcosa di più stabile. Certamente N. non poteva essere quello che cercavo ma perché negarsi un'esperienza in attesa dell'amore?
Mi aspettavo un approccio al veglione, magari durante un ballo sfrenato o mentre riposavamo su un divano in disparte. Mi ero immaginata tutte le possibili situazioni in modo da non rimanere impreparata e capire quando il momento sarebbe giunto. Ero talmente sicura che N. ci avrebbe provato da non aver nemmeno valutato per un istante la possibilità che tentasse l'approccio con un'altra ragazza presente alla festa.
Sapevo che N. voleva me e in cuor mio sentivo che iniziava a farsi strada l'idea di andare a letto con lui se ce ne fosse stata l'occasione.
Il bilancio di fine anno era ormai stato accantonato nell'angolo più recondito della mia testa perché altro aveva preso il suo posto. Immaginavo che l'anno sarebbe potuto cominciare in maniera decisamente migliore rispetto a quello che si stava per concludere e che nel bilancio avrei inserito un altro divertente paragrafo prima di scrivere la parola fine a quel capitolo della mia vita.
Fantasticavo e pensavo a situazioni eccitanti ma non immaginavo nemmeno lontanamente che la realtà, per una volta, avrebbe completamente annientato la fantasia. L'idea che la coppia sarebbe diventata un trio non mi era balenato per la testa nemmeno un istante. Se l'avessi solo creduto possibile mi sarei detta che non si sarebbe mai potuta avverare una cosa del genere ma mi avrebbe resa sicuramente più umida di quello che in quel momento ero.
Il mio eccitante divagare fu per un attimo interrotto da un SMS di N. in cui mi chiedeva se avessi avuto voglia di fargli compagnia il giorno successivo per comprare le ultime cose per la cena.
Non gli risposi subito perché la mia mente divagò immaginando che quello fosse un invito ad uscire insieme e un modo per cominciare a preparare il terreno per "l'attacco". Perché chiedere a me di fargli compagnia quando c'erano altre persone che avrebbero potuto accompagnarlo?
Non mi soffermai comunque molto sui miei quesiti e gli risposi in maniera affermativa dato che, qualora avesse voluto provarci, ero più che ben disposta a concedermi alle sue avances.
Pensai che quella sarebbe stata la prima volta in cui mi sarei trovata da sola con N. e pensai che potesse addirittura definirsi un mezzo appuntamento.
N. mi diede appuntamento per le 11 del mattino successivo e mi raccomandò di non fare tardi. Quell'invito aveva cambiato completamente i miei piani per quel giorno visto che avevo già un impegno con S. di cui però mi ero dimenticata presa dall'euforia.
Senza perdere tempo, corsi da lei ad avvisarla di quanto accaduto e per "chiederle il permesso" di accettare l'invito di N. (che in realtà avevo già accettato) sicura che non me l'avrebbe negato.
E infatti S. fu felicissima di lasciarmi libera di andare: mi guardò ammiccando e sorridendo maliziosamente, come se anche lei avesse subito pensato ad un appuntamento tra me ed N.. Io minimizzai dicendole che sicuramente ci sarebbe stato anche A. e che era completamente fuori strada.
Non ero brava a mentirle perché mi conosceva fin troppo bene. Aveva intuito che anche io pensavo quelle cose e che avevo tutta l'intenzione di passare il veglione in maniera più trasgressiva rispetto ai piani iniziali.
S. mi diede subito tutto il suo supporto, proprio come io avevo fatto con lei per lanciarla tra le braccia di T.. Lei aveva fatto esattamente le stesse cose che avevo fatto io nel momento in cui mi aveva incitata ad andare all'appuntamento ma ora i ruoli si erano invertiti visto che io minimizzavo e lei mi spingeva ad osare.
S. fu un'amica fantastica perché mi diede tanto coraggio e mi trasmise la carica giusta per andare all'incontro nella mia forma migliore.
Addirittura si propose per aiutarmi nella scelta degli abiti da indossare l'indomani ma preferii rifiutare il suo aiuto perché volevo risultare naturale e non dare troppo peso a quello che forse poteva definirsi un appuntamento ma che nella realtà dei fatti era un semplice invito ad andare a comprare le ultime cose per la cena.
Fu così che liquidai S. e ritornai a pensare per un attimo al bilancio di fine anno che avevo interrotto. Provai a portarlo avanti per un po' ma poi mi bloccai e alzai bandiera bianca: la mia testa era solo ed esclusivamente rivolta all'incontro del giorno successivo.
SGUARDI E CAFFÈ
Rimanendo fedele al mio proposito di non voler dare troppa importanza a quell'invito, mi vestii in maniera poco ricercata, indossando un pantalone e una maglia di lana molto semplici.
S. mi consigliò invece di cambiare look ribadendo l'importanza del vestiario in una situazione come quella. Io le ribadii di nuovo che non esisteva alcuna situazione e che era un normale incontro per comprare le ultime cose. Le mie parole non furono molto con convincenti, soprattutto nella forma ma bastarono lo stesso per zittire S. che pertanto non insistette ulteriormente.
Mi infilai così il cappotto e uscii di casa camminando con passo svelto in direzione del luogo dell'appuntamento. Man mano che mi avvicinavo però al punto di incontro, il mio incedere si faceva sempre più lento, come se le parole di S. mi avessero indotta ad una riflessione ritardata. In effetti nella mia testa si contrapponevano 2 correnti di pensiero: da una parte quella che mi aveva spinta a ritenere l'invito di N. un semplice giro per comprare il necessario, dall'altra quella che ascoltava ancora ciò che S. si era premurata di dirmi come una sorella maggiore.
Decisi comunque di procedere seguendo il mio istinto anche perché non era più possibile tornare a casa a cambiarsi e poi andare all'appuntamento senza ritardare.
Arrivata al punto prefissato, vidi N. che mi aspettava già da qualche minuto.
Ci salutammo con dei rapidi baci sulle guance e ci mettemmo in cammino verso il negozio di alimentari.
Sembravamo 2 normali amici e non un uomo e una donna attratti l'uno dall'altro. La naturalezza e la semplicità di quei momenti fu senza dubbio importante per non accentuare la tensione sessuale che poteva esserci tra noi e rese l'incontro molto sereno senza creare alcuna aspettativa.
Era però come se io e N. ci stessimo corteggiando senza dichiarazioni o gesti eloquenti ma facendolo in una maniera molto più sottile e sofisticata visto che ognuno rimaneva in attesa di un azione da parte dell'altro.
Eravamo come 2 eserciti sul punto di cominciare uno scontro in attesa di un segnale (che sicuramente sarebbe arrivato) da parte dell'avversario per dar avvio alle ostilità.
Una volta comprato l'occorrente, N. mi chiese se avessi programmi per il pranzo. Risposi che nel pomeriggio avrei dovuto raggiungere S. per fare le commissioni che avevo rimandato e che per questo preferivo ritornare a casa. Quell'invito, seppur rifiutato, aveva un grande valore per me perché rappresentava proprio quello che stavo aspettando, ovvero il segnale per far scoppiare le ostilità.
Un po' deluso dalla risposta inattesa, N. allora tornò alla carica con un invito più soft: mi chiese se avessi voluto prendere un aperitivo o un caffè prima di salutarci.
Optai per la seconda scelta.
Ci sedemmo così al tavolino di un piccolo bar in centro e ordinammo entrambi un caffè.
N. non riusciva a togliermi gli occhi di dosso, mi guardava intensamente e con desiderio. Sarebbero bastati i suoi sguardi a lanciare una infuocata dichiarazione di guerra ma per non lasciare dei dubbi si affidò anche alle parole.
Quello che all'inizio sembrava un semplice appuntamento tra amici iniziò piano piano ad assumere le sembianze di un'uscita galante.
N. divenne più sfacciato e curioso della mia vita privata. Mi chiese se in quel periodo stessi frequentando o sentendo qualcuno. Quando gli risposi in maniera negativa si lasciò andare ad un "i tuoi coetanei non capiscono un cazzo!!" che mi strappò un sorriso sincero.
Io ribattei spiegandogli che solitamente non ero attratta dai miei coetanei e che anzi preferivo gli uomini più grandi.
N. si sentí tirato in causa e replicò con un semplice" buono a sapersi" ripetuto per 2 volte, quasi a voler rafforzare il concetto.
Fu molto attento anche ai dettagli del mio abbigliamento. In particolare, si concentrò sugli orecchini di perla che mi erano stati regalati da S. per il mio compleanno. Apprezzai tantissimo quei complimenti perché adoravo letteralmente quegli orecchini, sia per motivi estetici sia per l'enorme valore affettivo che avevano.
Infine parlammo di cosa indossare per la cena e la festa.
Mi disse che sarebbe andato sul classico: camicia e maglione, senza giacca.
Io mi sbilanciai sul vestito della cena ma volli lasciare un velo di mistero su quello della festa.
N., che non si aspettava addirittura 2 vestiti in una sera, ne rimase piacevolmente affascinato testimoniato dal suo "tu ci vizi... ci sarà da ammirarti sia prima che dopo la cena".
Gli sguardi che ci scambiammo furono carichi di elettricità, segno ormai che qualcosa quella notte sarebbe successo, c'era solo da aspettare e cogliere il momento giusto.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto prima di pagare il conto e salutarci.
Il silenzio, che 9 volte su 10 crea imbarazzo, rappresentò in quel caso il momento più intenso dell'uscita dato che fu condito da fugaci scambi di sguardi che dicevano più di 1000 parole.
IL VESTITO
Appena rincasata, S. non mi diede neppure il tempo di mettermi comoda che cominciò ad incalzarmi con domande su domande.
"Dove siete stati? Che avete fatto? Che è successo? Di che avete parlato?" furono i quesiti sparati l'uno dopo l'altro in rapida sequenza.
Io risposi a tutte le domande in maniera sintetica senza fornire troppi dettagli, un po' per non ammettere che avesse ragione sul fatto che quella uscita non fosse un semplice incontro tra amici, un po' perché prima io avevo bisogno di metabolizzare quanto accaduto.
S., che mi conosceva come nessun altro, sapeva bene che non ero la tipa da dare risposte di quel genere e capí subito che qualcosa fosse successo.
Ma come fanno le vere amiche, fece un passo indietro, si prese le risposte per quelle che erano e mi lasciò il tempo di riflettere.
L'argomento di discussione passò rapidamente su cosa indossare la sera del veglione, come se quel giorno tutti si fossero svegliati ossessionati da quella domanda.
Mentre io stranamente avevo le idee chiare, S. era ancora in alto mare visto che era ancora indecisa tra ben 4 vestiti.
Voleva qualcosa che lasciasse T. senza parole, qualcosa che gli facesse strabuzzare gli occhi, qualcosa che gli facesse pensare "se mi lascio scappare questa ragazza sono un grandissimo coglione".
La rassicurai sul fatto che sarebbe stata fantastica anche con la busta dell'immondizia e le chiesi di rimandare la scelta a dopo pranzo sia perché la situazione con N. mi aveva messa fame sia perché certe cose vanno fatte a stomaco pieno.
Dopo esserci riempite la pancia, dunque, ci concentrammo sul main topic del giorno.
Mi sedetti così sul letto della sua camera e la ammirai cambiare un vestito dopo l'altro e sfilare davanti a me come una modella in erba.
Alternò 4 splendidi vestiti resi ancora più belli dalla sua figura snella e curata. Mentre la vidi muoversi sinuosa dinanzi a me e lamentarsi che non le stava bene nulla (tipico di noi donne) pensai che T. sarebbe davvero stato un grandissimo coglione se se la fosse lasciata sfuggire.
I dubbi che aveva S. furono presto risolti grazie alla cooperazione tra noi 2. Io ero anche più giovane di lei ma in fatto di moda potevo vantare un talento nettamente superiore.
Alla fine S. era raggiante, l'ultimo step era stato finalmente fatto con successo ed eravamo pronte per goderci la splendida serata che si prospettava.
LA CENA
Finalmente giunse l'ultimo dell'anno, mai così atteso come quella volta. Mai io e S. avevamo partecipato ad una cena lontano dalla famiglia a capodanno, farlo in montagna, circondate da bei ragazzi rendeva tutto ancora più entusiasmante.
E poi c'era la neve che aveva cominciato a scendere copiosa nel tardo pomeriggio che rendeva l'atmosfera molto suggestiva e natalizia.
La tavola era preparata di tutto punto con piatti, posate e candele: mancavano solo gli ospiti e le portate che avevamo preparato io, S. e T. per tutto il giorno.
In casa si respirava il tipico profumo di festa e si avvertivano le vibrazioni che solo l'attesa dell'arrivo di un nuovo anno può regalare.
Mancava circa un'oretta all'inizio della cena quando N. e A. si presentarono.
Io e S. li accogliemmo senza ancora indossare gli abiti scelti per la cena mentre T. era già pronto ed elegantissimo.
Dopo una rapida chiacchierata, io e S. ci congedammo per terminare la preparazione.
Fui più veloce della mia amica nei preparativi e così nel giro di 30 minuti mi ripresentai agli ospiti con indosso una camicetta bianca non completamente abbottonata per mettere in evidenza il décolleté e creare un effetto vedo-non vedo, un maglioncino lilla con un'ampia scollatura per far risaltare l'abbondante seno regalatomi da madre natura, una gonna nera che arrivava a metà coscia, calze nere autoreggenti e stivale dello stesso colore che arrivava poco sotto il ginocchio.
Appena N. mi vide entrare nella stanza, nonostante gli avessi già detto cosa avrei indossato, fece partire un sonoro applauso al quale si unirono in maniera spontanea anche T. ed A..
Quest'ultimo, a sua volta, emise forti urla di approvazione per quanto stava vedendo.
Sebbene quegli apprezzamenti, anche se esagerati, facessero piacere, mi sentii per un attimo in imbarazzo e cercai di spostare l'attenzione su S., che ci avrebbe raggiunti da lì a poco, dicendo che sarebbero ammattiti quando l'avrebbero vista arrivare.
N. però non volle sentire ragioni e mi fece di nuovo i complimenti non appena gli fui vicino. In più, con la sua consueta sfacciataggine, mi chiese se l'intimo fosse di colore rosso come da tradizione dell'ultimo dell'anno. Recuperando velocemente la mia faccia tosta, gli risposi con un secco e diretto "ovvio!!!" che scatenò la sua controreplica manifestata con l'affermazione "interessante".
Dopo pochi minuti iniziammo ad udire il rumore dei tacchi provenire dalle scale, segno che S. era pronta e che ci stava raggiungendo. E infatti, in breve, comparve sulla soglia del salone nel suo bellissimo abito da sera di colore nero.
Alla vista di S., tutti e 3 i ragazzi riproposero lo stesso teatrino messo in scena con me. Stavolta, tuttavia, T. sembrava essere più coinvolto e per questo più scatenato.
Una volta che gli animi si furono calmati ci mettemmo a parlare in attesa degli altri ospiti.
L'attesa fu molto breve visto che non dovettimo aspettare molto tempo prima di ricevere la loro visita.
Dinanzi a me si presentarno le 2 coppie di cui avevo sentito parlare nei giorni scorsi. Ero molto curiosa di conoscere soprattutto la coppia che T. aveva detto di non voler invitare ma, a primo impatto, non riuscii subito a capire quale delle 2 coppie fosse quella in crisi: mi ci volle l'aiuto di T. per poterlo comprendere.
Una volta terminati i saluti e scambiate un po' di chiacchiere per fare conoscenza, ci sedemmo a tavola pronti per cominciare finalmente a mangiare.
La cena fu davvero molto piacevole e si svolse nella più completa leggerezza tra discorsi profondi e battute che ne smorzavano prontamente la serietà.
In questo clima di festa si arrivò alla mezzanotte e ai brindisi per l'arrivo del nuovo anno. L'abbraccio che mi riservo N. fu un po' più "caloroso" di quello degli altri ma, in quel momento, non vi diedi particolarmente peso.
LA BUFERA
Mentre i brindisi ed i festeggiamenti procedevano, fuori la neve cominciò a cadere in maniera sempre più abbondante.
Quando le 2 coppie ci salutarono per avviarsi alla festa, la vera bufera doveva ancora scatenarsi ma era ormai in procinto di farlo.
In breve, infatti, le condizioni cambiarono e quella che all'inizio rendeva l'atmosfera molto natalizia, ora metteva paura.
Dopo un rapido consulto tra noi, decidemmo di aspettare in casa che la tempesta di neve si placasse prima di rischiare di metterci in auto per raggiungere il luogo della festa.
Quell'evento tanto improvviso quanto inaspettato sparigliò tutte le carte e ci costrinse così a rimanere in casa e a rivedere i nostri piani iniziali cercando delle soluzioni per ammazzare il tempo in attesa che la situazione migliorasse.
Fu così che T. propose di vedere un film tutti insieme rilassandoci sul divano.
Avendo trascorso una giornata pesante, accolsi l'idea con favore.
Io presi posto tra N. ed A. mentre T. e S. si sedettero su un altro divanetto l'uno accanto all'altra.
Galeotto fu il film!!! S. e T. nella penombra della stanza, sotto lo stesso plaid, ebbero finalmente modo di trovarsi vicini fisicamente e mentre la bufera non accennava a calmarsi, un altro tipo di tempesta si scatenò in quella casa nei cuori della mia amica S. e del suo ormai ex amico T..
Presi dalla passione repressa per troppo tempo, i 2 si lasciarono andare in un sensuale bacio con la lingua che, in tutta sincerità, distolse il mio sguardo dalla TV e mi riempì di gioia per il conseguimento del suo obiettivo.
Quelle tenere e al contempo calde effusioni, tuttavia, furono ben presto celate ai nostri occhi perché i 2 amanti decisero di trasferirsi nella stanza di T. al piano superiore e di continuare lì ciò che non potevano ovviamente fare dinanzi a noi.
Fu così che T. ci salutò e ci augurò buon proseguimento, facendoci capire che loro 2 non sarebbero venuti alla festa.
Io e S. ci scambiammo un rapido cenno di intesa con cui entrambe ci dicevamo di essere estremamente felici per come erano andate le cose.
S. era raggiante, erano bastati pochi attimi di passione per trasformarla nella versione più felice di sé.
Stringedola per mano, T. la condusse su per le scale e i 2 sparirono alla nostra vista.
Rimasi in compagnia di N. e A. coi quali ci furono subito degli sguardi misti tra incredulità ed imbarazzo.
A. si mise le mani dietro la testa come se facesse fatica a credere a quanto aveva assistito. N., invece, scoppiò a ridere in maniera isterica ribadendo di averci visto lungo.
Rimanemmo poi qualche minuto in silenzio come a voler cercare di carpire ciò che stava accadendo al piano superiore. Nessun rumore si udiva provenire dalla stanza di T., perlomeno non ancora.
Appena i 2 evidentemente iniziarono a fare sesso, però, si cominciarono a sentire i gemiti di piacere di S. e i rumori del letto provocati da chissà quali posizioni adoperate.
In breve l'atmosfera si scaldò anche al piano inferiore. Ormai nessuno più aveva alcun interesse a guardare la TV e la concentrazione era tutta rivolta a cosa stava succedendo tra T. e S..
Iniziai a provare un forte senso di eccitazione nel sentir godere la mia amica ed evidentemente non fui l'unica.
N., infatti, iniziò a palesare una certa agitazione per la situazione che si stava verificando accertata da una lieve erezione che non passò inosservata né ad A. né alla sottoscritta.
Inizialmente entrambi la prendemmo a ridere e cogliemmo l'occasione per sfottere N. ed i suoi primordiali istintici malcelati ma poi piano piano, con i rumori che si facevano sempre più insistenti, vennero fuori anche i nostri.
Mentre A. continuava a dire a N. di andarsi a fare una doccia, io, per rimanere in tema con gli sfottò, mi avvicinai a lui e con l'indice e il medio della mia mano diedi 3 rapidi colpetti sul rigonfiamento dei pantaloni di N. ordinandogli di far ritornare tutto alle dimensioni di riposo.
Quel gesto, tanto spontaneo quanto sconsiderato, sortí esattamente l'effetto contrario e anziché portare N. a "ritrarsi", lo invitò a lanciarsi su di me.
Egli mi cinse stretta a sé e mi ricordò che una ragazza non può toccare l'attrezzo di un uomo sperando che questi non si ecciti ancora di più. Conscia di non poter tornare indietro e in preda ai primi sintomi di una forte eccitazione, decisi di lasciarmi andare e di assecondare l'abbraccio di N..
Mi appoggiai su di lui, afferrai il suo maglione e avvicinai la mia bocca alla sua.
N. ne approfittò subito e accarezzandomi il viso con la mano libera mi baciò intensamente sulla bocca. Andammo avanti così per qualche secondo finché le parti del corpo toccate non cambiarono velocemente: lui cominciò a tastarmi il sedere mentre io ricambiai tornando a strofinare la mano sul pacco diventato nel frattempo ancora più consistente.
Ad un certo punto, sentii che le mani che mi stavano toccando non erano più 2 ma erano leggermente aumentate. A., che per un breve momento avevo dimenticato, aveva infatti deciso di unirsi a me e N. senza che gli fosse stato rivolto alcun invito.
La cosa non mi dispiacque ma la sorpresa fu veramente tanta.
Mi voltai rapidamente verso di lui e con un sorriso complice lo invitai ufficialmente a partecipare ai giochi. L'invito fu ancora più esplicito non appena cominciai a toccare anche il suo pacco con la stessa cura che avevo riservato ad N. fino a quel momento.
L'eccitazione in me crebbe a livelli altissimi, mi sentivo una gran troia per quello che stavo facendo. Mai prima di allora mi era capitato di avere entrambe le mani occupate da membri maschili: non osavo neppure immaginare cosa sarebbe stato accorglierli entrambi dentro me.
Al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere mi bagnai come raramente mi era successo e mi resi conto che una delle mie più insistenti fantasie stava finalmente per realizzarsi.
LA FANTASIA
La mia mente perversa da giovane adolescente aveva partorito da tempo la fantasia di potersi ritrovare nello stesso letto con 2 uomini. Certo non vi era nulla di originale, nulla di più e nulla di meno di quanto tante altre donne avessero mai desiderato nel pensare ad una situazione come quella.
Sentirsi osservate e desiderate da 4 occhi, avvinghiate da 4 braccia e strette da altrettante mani, baciate da 2 bocche e leccate dallo stesso numero di lingue, sfiorate da ben 20 dita e penetrate da 2 falli!!! Magari contemporaneamente!!!
Perché la curiosità e la trasgressione stava proprio nel poter trarre piacere da entrambi nello stesso momento. Sarebbe stato davvero un peccato trovarsi in quel contesto con ambedue e poterli sentire dentro sé solo in alternanza.
Mi ero sempre chiesta come sarebbe stato e quanto grande poteva essere il piacere nel sentirsi scopata da 2 uomini.
Dai porno si poteva solo intuire quanto poteva essere bello ma di certo non potevano essere un banco di prova attendibile. Diverso era invece leggere su vari forum il giudizio di chi aveva provato. Qualcuna diceva di essere un'esperienza sensazionale, qualcun'altra la definiva super eccitante, altre ancora addirittura mistica. Sta di fatto che nessuna, ma proprio nessuna, si sognava di relegarla tra le esperienze normali.
Probabilmente era proprio questo ciò che alimentava la mia fantasia: tutte coloro che l'avevano fatto dicevano che era da provare almeno una volta nella vita e che poteva essere solo qualcosa di bello.
In realtà c'erano molte controindicazioni. Avevo anche molti timori che frenavano leggermente la mia voglia di provare.
Innanzitutto c'era il problema dei partner.
Sarebbero dovuti essere degli sconosciuti?
In ogni caso bisognava trovare 2 persone affidabili, che non avrebbero messo in giro delle voci o che avrebbero raccontato tutto solo per farsi belli con gli amici, rovinando di fatto la reputazione della ragazza.
Non solo, era necessario trovare 2 uomini con un minimo di autocontrollo. La situazione sarebbe stata sicuramente incandescente e ritrovarsi con 2 persone senza cervello, offuscati per giunta dall'eccitazione, sarebbe stato un grosso rischio.
Questi e altri dubbi si facevano strada nella mia testa e mettevano a freno il mio desiderio di provare.
Per fortuna con A. e N. fu tutto estremamente naturale: i dubbi vennero accantonati e io potetti dar vita a quella che piano piano stava diventando quasi un'ossessione, un pensiero ricorrente, un desiderio malato che nn vedeva l'ora di essere finalmente realizzato!!!
LA FANTASIA REALIZZATA
Avevo fantasticato tante volte su quella situazione. Mi ero immaginata in 1000 occasioni in qualche triangolo, scopata senza troppe remore da un paio di amici o addirittura da qualche sconosciuto.
Mai avevo però pensato che sarebbe successo nelle condizioni e nella situazione in cui mi ritrovavo.
Non era stato nulla di programmato, nulla di orientato affinché succedesse e per questo era ancora più bello.
Mi ritrovai dunque in ginocchio, ai piedi del divano mentre mi prendevo cura di A. e N., ora accogliendo in bocca l'attrezzo dell'uno, ora quello dell'altro. E mentre la mia lingua giocava sul membro dell'uno, la mia mano coccolava attentamente quello dell'altro, alternando lentamente le attenzioni che venivano riservate loro in modo da non creare disparità e gelosia, cose che comunque sembravano non esserci tra i 2 amici. Sia A. che N. si stavano infatti godendo il momento e non sembravano voler entrare minimamente in competizione. Ognuno pareva conoscere il proprio ruolo: loro erano il duo che doveva collaborare per arrivare al comune obiettivo ed io ero la giovane fanciulla su cui dovevano sfogare tutta la loro complice carica sessuale. Era importante inoltre che non facessi emergere alcuna differenza tra loro e che trattassi entrambi come se fossero un unico uomo.
Questo sarebbe stato il compito più complesso perché non erano un unico uomo e soprattutto perché le differenze c'erano e come!!!
Innanzitutto A. non era N.. Con N. si era creato un rapporto che con A. non poteva esserci. C'era un certo feeling, avevamo flirtato, si era creata tensione sessuale e ci eravamo "promessi" in qualche modo di andare a letto.
Con A. c'era amicizia e stima ma nulla di più.
Inoltre, come già detto in precedenza, N. era più il mio tipo, sia fisicamente che caratterialmente.
Insomma N. aveva tanti punti a favore e ciò rendeva complicato il mio compito di non fare differenze.
A. tuttavia recuperava molti punti senza le mutande indosso.
Da quella posizione privilegiata potevo agevolmente confrontare gli oggetti del piacere dei 2 e da lì era abbastanza evidente che A. fosse decisamente messo meglio.
Le sue dimensioni suggerivano in particolare di non concedergli il lato meno utilizzato e meno avvezzo ad accogliere certi spessori. Per gli odiosi degli spoiler devo preannunciare che però non fu possibile limitare il suo accesso ad un solo pertugio. Col senno di poi posso dire che non è stato un male anche se un po' di male fece.
Ben presto ci ritrovammo nudi, avvinghiati gli uni agli altri come edere rampicanti intorno ad un palo.
Furono quelli gli ultimi momenti in cui riuscii ad avere un minimo di controllo della situazione.
Da lì in poi mi ritrovai solo preda dei miei 2 cacciatori che si dedicarono a me con tutta la loro veemente passione.
Mentre N. si prendeva cura del mio giovane clitoride, A. si dedicava con attenzione al mio prosperoso seno sul quale aveva posato gli occhi (e nn solo) già da tempo.
Stava iniziando a prendere forma la mia fantasia. Finalmente 2 lingue leccavano contemporaneamente 2 parti diverse del mio corpo e facevano crescere in me la voglia di essere penetrata.
Non passò molto tempo prima di essere accontentata.
Fu N. ad aprire le danze.
Distesa con la schiena sul divano, mi spalancò le gambe, mi guardò intensamente negli occhi e dopo aver velocemente lubrificato il suo pene, lo introdusse dolcemente dentro me e iniziò a spingere con un lento movimento di bacino.
Appena lo sentii dentro, ebbi un sussulto muto. A parlare furono però il mio viso e i miei occhi.
A. si accorse del mio gradimento e fece subito un cenno di intesa ad N. che, preso dal momento, non colse con la dovuta prontezza.
Appena cominciai a riprendere confidenza con il sesso e a riprovare certe sensazioni, ripresi a dare attenzioni anche ad A.
Questi, comprendendo la situazione, si era leggermente defilato attendendo con calma il proprio momento.
Fu così che ricominciai a succhiarlo e a prepararlo per il suo turno.
Passò poco tempo prima che arrivasse.
I 2 amici si diedero il cambio con un nuovo cenno d'intesa che questa volta fu colto anche da N.
Quest'ultimo, prima di liberare il campo raccomandò l'amico di fare piano e di non smontarmi subito.
Quelle parole, pronunciate tra il serio ed il faceto, per un attimo mi lasciarono perplessa e mi suggerirono che evidentemente i 2 conoscessero già il modo di scopare dell'altro.
Quando A. fu dentro me, avvertii subito la differenza con N.
Ciò mi fece scappare un "oddio" molto spontaneo ed un sorrisetto compiaciuto.
A questo punto i ruoli si erano perfettamente scambiati: N. a scoparmi la bocca ed A. la figa.
Si succedettero altre posizioni e altri scambi finché non arrivammo al tanto agognato momento. Finalmente la doppia!!!!
In quel momento mi trovavo cavalcioni su A. quando N. si posizionò dietro di me e con voce pacata ma carica di passione mi sussurrò 3 semplici parole: "te la senti?"
Io capii subito a cosa si riferisse e con grande spavalderia risposi con un'altra domanda senza fermarmi dalla mia cavalcata: "c'è pure da chiedere?"
Ero estremamente eccitata per la situazione e quelle semplici parole, che tuttavia annuncivano quello che da lì a poco sarebbe successo, mi avevano caricata ancora di più.
Mi fermai immediatamente e mi posizionai in maniera tale da facilitare N.
Mi stesi sul petto di A. e rivolsi ad N. il mio lato B, completamente inerme.
A. mi cinse a sé come a nn volermi far scappare qualora ci avessi ripensato. Io nn sognavo minimamente di sfuggire da quella situazione e mi lasciai stringere senza porre la benché minima resistenza.
Dopo che ebbe sapientemente strusciato ed adagiato il suo membro al mio buchetto solo per farmi desiderare ancor di più di essere penetrata, N. si insinuò dentro me andando ad esplorare con molta delicatezza quella parte del corpo che fino ad allora era stata solo un desiderio, un obiettivo dei miei compagni di gioco ma a cui non avevo ancora concesso il pass necessario.
N. invece lo aveva ricevuto, se l'era guadagnato e ora ne stava finalmente usufruendo.
Eccomi dunque giunta al tanto desiderato, agognato e tanto vituperato momento!!! Anni ed anni ad immaginare situazioni, a progettare incontri e a manipolare il destino pur di provare quelle sensazioni. Ora era tutto finalmente stato ottenuto. Il mio corpo accoglieva dentro 2 uomini contemporaneamente e cominciava a sentire tutti i benefici di quella favolosa unione.
Appena N. riuscì a farsi strada, il senso di pienezza fu incredibile!! Mi sentivo completamente "riempita", eccezionalmente distratta dalle sensazioni che permeavano tutto il mio corpo ed appagavano il mio spirito.
N. cominciò a spingere più intensamente mentre A. rimaneva disteso senza muoversi per facilitare i movimenti del compagno e far abituare me a quei piaceri nuovi e forti, talmente forti da ammansire anche la più indomita pantera e trasformarla in una tenera gattina.
Ed io, in preda alle attenzioni dei 2, avevo proprio subito la trasformazione suddetta passando dallo sbattere in maniera sfrontata le mie dita sul pisello di N. al farmi sbattere senza ritengo da 2 piselli.
Quanto si era ribaltata la situazione e quanto mi faceva sentire troia!!! Spettacolare!!!
A. e N., quasi come se fossero consci della svolta, iniziarono a spingere con maggiore forza ed intensità. La trasformazione da pantera a gattina fu completa: iniziai a mugolare e a gemere come mai avevo fatto ed i miei versi salirono fino al piano superiore dove S. e T. avevano evidentemente terminato il loro incontro d'amore.
Il mio (il nostro) era invece appena cominciato e aveva tutta l'intenzione di protrarsi per le lunghe.
Il piacere crebbe rapidamente e raggiunse in breve il suo apice. Cominciai a provare dei fortissimi spasmi che portarono la mia schiena ad inarcarsi in maniera decisa e nervosa, la testa si rovesciò all'indietro e gli occhi divennero smorti.
N. mi afferrò per i capelli e tirò la mia testa ancor più all'indietro, A. afferrò una tetta con la mano e iniziò a succhiare il capezzolo dell'altra.
Ero in trance!!!
Le pulsazioni aumentarono di intensità. Il cuore iniziò a battere all'impazzata ed i battiti si sincronizzarono con gli spasmi della mia vagina. Completamente sbattuta su quel divano da 2 uomini oramai fuori controllo, affondai inconsapevolmente le unghie nel petto di A. ed esplosi in una serie di urli veementi prima di scoppiare in un potentissimo e liberatorio orgasmo!!!!
Dopo aver infierito ed avermi lasciata con un bel po' di fiato da recuperare, N., che era anch'egli in debito di ossigeno, si prese una pausa e si sedette esanime sul divano.
A. invece che fino a quel momento aveva lavorato di meno ed era quindi pronto ad attingere alle sue riserve di aria e di foga sessuale da smaltire, si propose di prendere il posto che fino a qualche secondo fa era stato occupato da N.
L'importante differenza di dimensioni mi suggerì di non dargliene modo e, dopo avergli fatto presente la cosa, gli intimai di non muoversi da sotto di me visto che in breve sarei tornata ad assumere il ruolo di pantera e che sarei tornata a cavalcarlo.
Quella era infatti la posizione migliore per controllare A. e tenere a bada le sue dichiarazioni di guerra contro il mio culetto.
A. ci rimase un po' male e sul suo volto si dipinse un'espressione mista tra la delusione e la tristezza. Me ne accorsi e con molta dolcezza lo baciai facendogli capire che non volevo ritrovarmi letteralmente sfondata.
Poco dopo, ritornata al top, mantenni la mia promessa e ricominciai a muovermi nuovamente "on top".
Quello fu tuttavia un grave errore. Lo stato di estrema soddisfazione e rilassamento in cui mi aveva condotta l'orgasmo e la già faticosa "attività fisica" a cui ero stata sottoposta durante la prima parte del rapporto, mi lasciarono ben presto incapace di rimanere in controllo di A. e N. che, ovviamente, approfittarono subito della situazione.
Cominciò A., a cui era rimasto il pallino della penetrazione anale, ribaltò me e la posizione in cui ci stavamo esibendo dinanzi N. facendomi passare dal ruolo di cavallerizza esagitata a quello di implorante "missionaria" in un batter d'occhio.
Stendendosi sopra il mio corpo, A. allungò le mie gambe fin sopra le sue spalle e si distese con tutto il suo peso su di me.
Mi ritrovai quindi ancora più piccola ed in balia di quel grosso uomo che agognava più di ogni altra cosa la stessa possibilità che aveva avuto N..
Dall'alto verso il basso mi guardò con occhi lussuriosi, consapevoli del fatto che non mi sarei potuta opporre in alcun modo ai suoi desideri. Entrambi gli orifizi del piacere erano completamente alla sua mercé e ben dilatati per accogliere il suo fallo. Nell'aria fece vibrare poche semplici parole che sapevano di sfida e che chiarivano, qualora ce ne fosse stato bisogno, le sue intenzioni.
replicò subito N..
E così A., quasi come se avesse avuto il consenso più importante, addirittura più importante di quello della proprietaria del culo, iniziò a stimolare con le dita il desiderato pertugio.
In un misto tra timore ed eccitazione, provai invano a distogliere A. dai suoi propositi con un ultimo disperato appello a non esagerare.
La raccomandazione cadde nel vuoto perché ben prima che finissi i miei sproloqui, A. si stese completamente su di me facendo arrivare i miei piedi all'altezza della mia testa, appoggio il suo grosso glande all'entrata del mio culetto e con una lenta pressione cominciò ad introdurlo dentro me.
Fermai immediatamente il discorso che stavo portando avanti e strinsi i suoi polsi con grande forza come a voler fermare il suo tentativo. A. proseguí imperterrito.
Il lieve dolore che mi procurò quell'azione soffocò addirittura il mio urlo in gola.
Ne uscì solo un "A. fai piano" mezzo strozzato a cui sia A. che N. risposero con un mezzo sorrisetto infame.
Oramai ero in loro potere. Avevano il controllo della situazione, del mio piacere e del mio lato B.
A. accolse la mia implorante richiesta e gestí sapientemente l'andatura per farmi abituare a quel grosso corpo estraneo introdotto all'interno di me.
Man mano che procedeva, la situazione migliorò e il dolore lasciò presto spazio al piacere. Ritornai a gemere per le fantastiche sensazioni che stavo provando, nulla a che vedere con la doppia ma decisamente impensabili fino a qualche istante prima.
A. cominciò a scoparmi con maggiore intensità e a farmi letteralmente sprofondare nel divano. Sotto i suoi colpi, delle vere e proprie picconate, mi lasciai andare completamente e le forze abbandonarono il mio corpo quando il secondo orgasmo della serata decise di palesarsi.
Stavolta ansimai con meno fervore rispetto al primo ma il piacere non fu assolutamente da meno.
Appagato dallo sforzo compiuto e dal raggiungimento del suo obiettivo, A. lasciò nuovamente il campo a N.. Questi si avvicinò a me e con tanta passione ci perdemmo in un lungo ed intenso bacio.
Infine mi fece alzare e mi fece mettere carponi con il busto appoggiato sul divano.
Stavolta non feci nemmeno un vano tentativo per fermarlo.
N. si diresse deciso all'entrata sul retro e cominciò nuovamente a penetrarmi intensamente.
Sotto i suoi colpi cominciai a sfregarmi il clitoride e a pensare che ormai avrebbero potuto fare di me quello che volevano visto che il piacere aveva completamente prosciugato le mie energie.
Fu così che N. mise in pratica le parole che A. aveva pronunciato poco prima inondando il mio culetto di tanta calda sborra.
N. esausto si sedette sul divano e lasciò nuovamente spazio ad A. che ricominciò da dove aveva lasciato, ovvero a scoparmi il culo. Stavolta il dolore fu completamente assente e A. potette subito picconare senza remore.
Pochi istanti dopo il mio sedere fu riempito di un seme diverso dal precedente ma ugualmente carico di passione e goduria.
A. stravaccò esanime vicino N. con cui si scambiarono un paio di cenni di intesa che volevano essere dei complimenti per l'ottimo lavoro svolto.
Io rimasi invece in quella posizione completamente esausta, con gli occhi spalancati e spiritati, a corto di fiato e piena di seme caldo che cominciava a fuoriuscire dal mio buco posteriore.
N. si avvicinò a me e con grande dolcezza e, dopo aver chiesto se fosse tutto ok e aver ricevuto risposta affermativa, mi stampò un tenero bacio sulla giancia.
A., una volta ripreso fiato, fece altrettanto e mi ringraziò per l'inaspettata serata che gli avevo regalato.
EPILOGO
Il giorno successivo ero tutta lividi e dolori.
I marchi giallognoli erano un timbro delle libidinose attenzioni dei miei compagni di gioco ed erano lì a ricordarmi che sí, l'avevo fatto!! Non era tutto frutto della mia fantasia!! La serata con A. e N. era realmente avvenuta ed aveva lasciato in me una fortissima sensazione di appagamento.
Ma i segni sulla pelle non erano gli unici elementi che potessero esprimere quanto era successo. Un sintomo ben più pressante ma meno manifesto all'apparenza era comparso: un intenso dolore al fondoschiena (evidentemente A. e N. ci erano andati giù pesante) accompagnato da una leggera zoppia.
Il primo rendeva l'atto di sedersi abbastanza complicato e doloroso anche sul più comodo dei divani mentre il secondo faceva di me una buffa silhouette dai movimenti robotizzati.
La mia amica S., reduce anch'essa da una bollente serata di sesso, non riuscì a trattenere per più di qualche minuto il suo entusiasmo per ciò che aveva sentito dal suo giaciglio d'amore e così, ancor prima che potessi intavolare la discussione "serata con T.", lei mi anticipò e, senza alcun giro di parole, andò diretta al nocciolo della questione facendosi raccontare i dettagli (anche quelli più intimi) dell'incontro avuto la notte precedente.
Rivedere il giorno successivo i ragazzi, invece, lasciò in me una strana ed inaspettata sensazione di affetto.
Non mi sarei certamente aspettata di provare indifferenza nei loro confronti ma nemmeno un sentimento così "dolce". Invece mi sentii più vicina a loro 2 di quanto non lo fossi stata prima.
Diverso invece fu rivedere T..
Un po' di imbarazzo si palesò nei miei occhi e sul mio viso alla vista del nuovo compagno di S..
Sapevo bene che anche T. aveva avuto modo di apprendere le mie passionali avventure della notte appena trascorsa e questo fu la causa del mio sentimento.
T. in ogni caso non fece e non disse niente per alimentarlo ma mi salutò come se nulla fosse successo, come se non avesse udito i miei gemiti e le mie espressioni di piacere, come se fosse stato all'oscuro di ogni cosa fosse avvenuta sotto il tetto di casa sua.
La cosa, tuttavia, rendeva il mio imbarazzo ancora più acuto dato che sapevo che lui sapeva e che volontariamente taceva.
In ogni caso quella folle ed inattesa serata aveva segnato decisamente i nostri percorsi di vita e aveva indissolubilmente stampato nelle nostre menti il ricordo di una delle giornate più significative delle nostre esistenze caratterizzate chiaramente da situazioni differenti.
La neve aveva smesso di cadere da un pezzo e ora toccava sgomberare il passaggio d'accesso per tornare alla vita di tutti i giorni.
Dopo la festa tocca sempre ripulire la stanza e buttar via i bicchieri.
Dopo aver raccontato la storia del mio primo tradimento, eccomi di nuovo qui a scrivere di un'altra esperienza e di un'altra prima volta: il mio primo rapporto a 3 con 2 uomini.
Ho deciso di raccontare anche questa storia perché essa ha rappresentato un cambiamento abbastanza importante nel mio modo di vivere il sesso. L'esperienza infatti mi ha aperto un mondo e ha allargato ulteriormente i miei orizzonti facendomi capire perché tale fantasia è così diffusa tra noi donne.
Quella sera diede alla luce una nuova parte di me, una nuova V., che si sarebbe consolidata e rafforzata nel corso degli anni grazie alle tante conoscenze avute durante il lungo percorso che mi hanno condotta fino ai giorni nostri.
Come sempre mi auguro che la storia sia di gradimento dei lettori e che possa riscuotere lo stesso apprezzamento del primo racconto.
Auguro a tutti buona lettura.
INTRODUZIONE
La storia che sto per raccontare vede protagonista me, V., la mia amica S., il nostro amico in comune T. e gli amici di quest'ultimo A. e N.
All'epoca dei fatti ero molto giovane, avevo solo 23 anni mentre tutti gli altri ragazzi erano di diversi anni più grandi. La mia amica S. aveva 27 anni mentre T. e i suoi amici addirittura 32.
Ho sempre frequentato persone più grandi di me, vuoi perché sono cresciuta in fretta, vuoi perché sono sempre stata attratta dalla maturità, vuoi perché ho sempre considerato i miei coetanei molto immaturi e inconcludenti.
Inoltre avevo sempre sognato di fare sesso con 2 uomini, una fantasia tanto diffusa quanto complessa da realizzare.
Questo spiega solo in parte perché un'ingenua e giovane ragazza di soli 23 anni si ritroverà, dopo una cena di fine anno, ad essere posseduta da 2 uomini che conosceva a malapena.
A. e N. saranno i miei compagni di gioco, coloro senza i quali questa storia non esisterebbe.
Essi erano 2 grandi amici, molto complici ed evidentemente attratti dalla medesima ragazza. La cosa avrebbe potuto far nascere delle frizioni tra loro ma perché litigare quando si può condividere e godere della stessa contemporaneamente?
L'INVITO
Mancavano pochi giorni all'inizio del nuovo anno e come ogni fine anno ci si poneva la solita ed imperterrita domanda: "che si fa a capodanno?"
Per nostra fortuna, la mia e quella della mia amica S., il quesito non ci accompagnò fino alle ultime ore buone per organizzare qualcosa come successo le altre volte ma l'occasione ci piombò dal nulla la mattina del 26 dicembre.
Io e S. eravamo in giro per il paese godendoci l'aria di festa che si respirava tra la gente e che solo il periodo natalizio fatto di luci, canzoni e gioia sa regalare ed infondere nell'animo delle persone.
Tra un saluto e un augurio, iniziavamo a domandarci cosa organizzare, dove ma soprattutto con chi.
Entrambe frequentavamo un gruppo di amici con regolarità ma tutti o quasi avevano già ricevuto inviti o preso degli impegni per il veglione. Dovevamo quindi inventarci qualcosa ma né io né S. eravamo così avvezze ad organizzare degli eventi, soprattutto all'ultimo minuto.
Tuttavia, per una naturale legge di compensazione, eravamo dotate di una buona dose di fascino e bellezza che ci rendeva delle ottime compagnie femminili da far presenziare a qualche festa.
Fu così che quella mattina entrò in gioco quel nostro aspetto e accompagnate da una buona dose di fortuna riuscimmo a rimediare un invito.
Il nostro benefattore aveva le sembianze di T., un caro amico per cui S. aveva una cotta che riusciva a celare con qualche difficoltà.
T. era un giovane uomo molto carino, di altezza media e dal viso pulito, nel quale si stagliavano grandi e luminosi come stelle 2 occhi nocciola. Non era particolarmente prestante fisicamente ma il fisico asciutto e sportivo gli conferiva comunque una bella presenza.
T. era inoltre figlio di una nota coppia della zona, non so se si potesse definire ricco ma certamente non si poteva non dire benestante; era insomma il classico buon partito con cui ci si poteva sistemare.
S., che si scioglieva ogni volta che si trovava a parlare con T., era invece una ragazza mora tutta ricci e sorrisi, molto solare e alla mano. Il suo fisico armonioso modellato da tanto sport la rendeva una bellezza difficile da non notare.
L'uno di fianco all'altro formavano una coppia davvero bellissima ma i loro stili di vita e i loro conti bancari ne facevano 2 delle persone meno affini che io conoscessi.
Ma si sa, l'amore non guarda in faccia a queste cose!!!
T. ricambiava i sentimenti di S. ma, chissà per quale strana ragione, i 2 non si erano mai dichiarati o trovati in condizione di poterlo fare. Quel capodanno rappresenterà un punto di svolta anche per loro.
Mentre passeggiavamo per il corso del paese, vedemmo venirci incontro T. nel suo magnifico cappotto nero e avvolto nella sua costosa sciarpa di cashmere.
Il viso di S. si illuminò appena lo intravide tra la folla e subito si accese del suo magnifico sorriso.
Da lì a qualche minuto T. le diede un ulteriore motivo per sorridere.
Saluti, auguri e frasi rompighiaccio, tutti rigorosamente in quest'ordine, fecero da apripista all'invito che T. ci fece, ovvero quello di trascorrere la cena dell'ultimo dell'anno nella casa di montagna di sua proprietà insieme ai suoi amici A. e N. e ad un altro paio di coppie.
Dopo la cena ci saremmo poi spostati per il veglione a casa di un suo amico che aveva organizzato una mega festa con un numero imprecisato ma decisamente molto cospiscuo di persone.
T. infine concluse invitandoci a partire con lui qualche giorno prima in modo da prendere possesso della casa e a sistemare le nostre cose.
Non ci sembrava vero, non solo avevamo rimediato un invito per l'ultimo dell'anno ma avevamo addirittura avuto la possibilità di trascorrere qualche giorno in montagna per una mini-vacanza.
Appena T. fu lontano, io e S. ci guardammo e scoppiammo a ridere in maniera isterica come 2 pazze anche se di folle c'era solo quella fantastica offerta avuta in dono con un giorno di ritardo rispetto la tipica usanza natalizia ma decisamente molto apprezzata.
Per una volta la dea bendata aveva estratto i nostri nomi dall'urna e ci aveva consegnato un bellissimo invito da accettare senza pensarci troppo.
TUTTO VERO!!!
Il giorno della partenza stentavamo ancora a crederci. Nonostante la sera prima T. ci avesse dato appuntamento per le 8 del mattino successivo, temavamo che non fosse vero quanto ci fosse accaduto: 2 giorni prima non avevamo nulla in programma ed ora eravamo pronte a partire per vivere qualche giorno lontano da casa.
Io in particolare pensavo potesse essere uno scherzo, ero sempre in attesa che qualcuno arrivasse e ci dicesse "ehi, ci siete proprio cascate per bene!!! Era tutto finto!!!". Mi liberai di questo timore solo quando cominciai a vedere che ci stavamo effettivamente allontanando dal paese e che stavamo prendendo la direzione delle montagne.
Con S. ci eravamo date appuntamento fuori casa mia sia per dar modo a T. di non dover passare a prendere entrambe in 2 luoghi differenti sia perché, qualora ce ne fosse stato bisogno, saremmo state in grado di fronteggiare insieme la terribile notizia dello scherzo di cattivo gusto che eravamo pronte a ricevere.
Appena T. ci vide cariche come 2 muli, ci rimproverò scherzosamente di avere valigie fin troppo grandi.
Ci aveva infatti raccomandate di viaggiare leggere visto che dovevamo rimanere poco e visto che la macchina non era così grande da riuscire a contenere tanti bagagli.
In effetti in confronto a lui, eravamo veramente molto cariche di roba: una valigia grande e uno zaino stracolmo a testa contro la sua unica valigia di dimensioni medie riempivano completamente il suo bagagliaio e parte del retro dell'auto oltre che le nostre facce di imbarazzo.
Ma per fortuna T. sapeva che alle donne non puoi chiedere di viaggiare leggere senza attendersi di essere presto disubidito, sapeva bene che alle donne piace riempire la valigia di abiti che magari non indosseranno ma che devono essere sicure di avere dietro con sé e sapeva perfettamente che alle donne piace semplicemente tirar fuori dall'armadio i propri abiti anche solo per guardarli e poter dire di non avere nulla da indossare.
T. sapeva inoltre di avere a che fare con 2 donne che amavano curarsi e curare il proprio aspetto esteriore, per questo non poteva aspettarsi una situazione ben diversa da quella che gli si parava davanti.
Caricate le valigie in auto studiando meglio di un ingegnere le possibili soluzioni all'equazione che permettesse di riempire gli spazi senza rinunciare alla comodità dei passeggeri, tutti e 3 salimmo finalmente in macchina e partimmo alla volta della casa in montagna.
Io e S. ci facemmo perdonare per le difficoltà causate con la nostra proverbiale allegria riempiendo i pochi spazi vuoti con tutta la felicità che sprizzava dai nostri pori.
Nessuna delle 2 aveva mai fatto un weekend in montagna o una settimana bianca, figurarsi un veglione!!
Era dunque plausibile che non stavamo nella pelle ed era altrettanto plausibile che non riuscissimo a trattenerci dal trasmetterlo anche a T..
T. fu contagiato dalla nostra gioia e in poco tempo si lasciò alle spalle la sua serietà di circostanza per unirsi a noi in canti, battute e pettegolezzi.
Il viaggio era insomma cominciato nel migliore dei modi ma soprattutto non c'era nessuno scherzo in atto: era tutto vero!!!
L'ARRIVO
Il viaggio fu molto piacevole e, nonostante fosse stato abbastanza lungo, passò senza creare troppa noia grazie alla compagnia degli altri 2 passeggeri.
Dai sediolini posteriori avevo potuto inoltre notare ancora di più quello che avevo più volte ripetuto a S., ovvero che avrebbe formato una bellissima coppia con T..
Dopo diverse ora di viaggio interrotto solo da una breve sosta ad un autogrill, cominciammò a salire la montagna passando agilmente i tortuosi tornantini che permettevano di arrivare in cima.
T. sembrava conoscerli a memoria ed impostava per ognuno di essi la curva in maniera specifica, ora allargando ora restringendo la traiettoria dell'auto.
Quella fu forse la parte più silenziosa del viaggio visto che l'unico a proferire parola fu lo stereo. Io e S. invece restammo in silenzio quasi a non voler deconcentrare T. che aveva messo occhi e cervello sull'asfalto.
Ad un certo punto l'inclinazione dell'auto cambiò repentinamente e il veicolo si stabilizzò tornando ad assumere un'angolazione più naturale e confortevole, segno che ormai eravamo quasi giunti a destinazione.
Ed infatti pochi Km dopo, dinanzi a noi si stagliò maestosa la casa che ci avrebbe accolte per qualche giorno e che avrebbe assistito ai fatti che racconterò.
La casa era veramente enorme, molto diversa da quelle che la circondavano anche se a detta di T. era un rudere in confronto a quella che ci avrebbe ospitate per la festa. Aveva un ampio spiazzale, una fornitissima cantina, una piccola dependance e un ampio garage. Si ergeva su 2 piani, la cui planimetria era così suddivisa: a pian terreno vi era la cucina, il soggiorno, un bagno e una piccola stanza messa spesso al servizio degli ospiti mentre al primo piano vi erano 3 camere e un bagno.
T. da buon padrone di casa ci mostrò le nostre stanze e ci invitò a fare come se fossimo a casa nostra. La mia era quella a piano terra mentre la sua e quella di S. si trovavano al piano superiore, a pochi passi l'una dall'altra. T. ci aveva fatto scegliere quella che preferivamo e io da novella cupido ma soprattutto da buona amica, speravo che concedendo ad S. la stanza più vicina a quella di T., le avrebbe permesso di entrare ancora di più in contatto con lui.
La scelta infatti ricadeva solo tra la stanza a piano terra e quella al primo piano visto che una era dei genitori di T. e l'altra di T. stesso.
Colsi anche l'occasione di prendere un po' in giro S. dicendole che se avesse voluto uscire dalla sua stanza per intrufolarsi in quella di T. nel bel mezzo della notte, avrebbero dovuto avere la buona decenza di non produrre rumori molesti visto che non avevo nessuna voglia di sentirli.
S. diceva che non c'era alcun pericolo di vedere minacciato il sonno di nessuno ma lo diceva sorridendo, quasi a voler confermare di aver pensato la medesima cosa che le avevo detto.
Dal canto mio avevo una stanza piccola ma decisamente accogliente, tutta tappezzata di libri e fumetti, segno che la cultura in quella casa non era un'ospite sgradito. Vedendo quanto fosse piena la libreria mi dissi che non avrei avuto assolutamente difficoltà a passare la notte insonne qualora S. e T. avessero avuto la brillante idea di trascorrerla in compagnia dedicandosi ad attività decisamente più divertenti della lettura.
Ad ogni modo mi sarei sacrificata volentieri per la mia amica che in quei giorni era veramente raggiante di vivere quell'esperienza, indipendentemente da come sarebbe andata a finire con T.
GLI INVITATI
Il giorno dopo l'arrivo eravamo già perfettamente a nostro agio. Avevamo superato l'iniziale imbarazzo e ci eravamo inserite in casa come dimostrava il fatto che sapevamo già dove trovare le posate, i vari barattoli dello zucchero e del caffè, gli utensili da cucina e gli oggetti per le pulizie.
Eravamo 2 perfette donne di casa anche se, a dirla tutta, non eravamo (e forse non lo siamo nemmeno ora) molto portate per il ruolo. Però ci impegnavamo e cercavamo di contraccambiare il soggiorno offertoci da T. mettendoci a disposizione.
T., dal canto suo, non badava troppo né a queste cose né alla forma ma si "accontentava" di avere in giro per casa non 1 ma ben 2 ragazze.
Il pomeriggio del 28 incontrammo A. e N.
Ci demmo appuntamento ad un bar in centro per bere insieme qualcosa e parlare della cena.
Entrambi erano dei ragazzi abbastanza alti, decisamente più alti di T.: vicino a quest'ultimo, sembravano fargli da guardie del corpo mentre di fianco a loro, io, che sono una donna leggermente più alta della media, mi sentivo ancora più piccola degli anni che avevo.
Non potevo assolutamente dire di non sentirmi protetta vicino a loro ma ritrovarsi da sola in mezzo a quei 2 energumeni eccitati capovolse completamente la sensazione.
Altro tratto comune era rappresentato dalle spalle molto grandi e larghe mentre le fattezze del fisico erano abbastanza diverse.
N. era decisamente più muscoloso e sportivo mentre A. più in carne con un po' di pancetta.
N. era moro con i capelli leggermente lunghi mentre A. rasato.
N. portava un orecchino a cerchio e aveva un grosso tatuaggio sulla spalla destra mentre A. non aveva né accessori né tatuaggi.
Le differenze tra i 2 non finivano qui ma preferisco descriverle nel prosieguo del racconto, quando entrambi si presenteranno senza indumenti.
Caratterialmente invece erano abbastanza simili anche se spesso tendevano a confrontarsi anche aspramente su alcune tematiche ma rispettando sempre il punto di vista altrui. Era interessante sentirli discutere soprattutto di questioni sociali, un po' meno di politica e cinema, ed era molto divertente vedere come tendevano a fare apprezzamenti sulle ragazze che l'uno o l'altro adocchiavano. Spesso infatti erano in disaccordo anche su questo tema e ora l'uno, ora l'altro smontavano o denigravano in maniera scherzosa la ragazza di turno che piaceva all'amico.
In generale era spassoso stare con loro, il tempo volava e non ci si annoiava.
Tra i 2 io preferivo N. sia per motivi estetici che di pensiero.
Non si poteva invece dire che A. fosse il mio tipo ma nel complesso non si poteva nemmeno dire che fosse agli antipodi.
Per me non erano affatto degli sconosciuti visto che li avevo già conosciuti l'anno prima, anno durante il quale ero rimasta in contatto con entrambi ma sentendo maggiormente N., il quale aveva per altro manifestato anche un leggero interesse nei miei confronti.
Durante la conoscenza avevo infatti intuito di interessargli solo fisicamente e che non aveva intenzioni serie. La giovane V. di quel tempo non colse l'occasione di approfondire perché N. in quel periodo frequentava un'altra ragazza; la V. di oggi, con l'esperienza maturata negli anni, si sarebbe invece sicuramente concessa qualche uscita seguendo il motto "se non si fa il problema lui perché dovrei farmelo io?".
Durante l'uscita in gruppo discutemmo della cena e di alcuni dettagli riguardanti il menù.
Inoltre l'incontro rappresentò anche una buona occasione per parlare degli altri invitati alla cena e in particolare sulla coppia di cui T. ci aveva già accennato durante il viaggio. Ci aveva detto che era stato molto indeciso sul fatto di estendere l'invito anche a loro visto che non stavano attraversando un momento felice e che addirittura erano in procinto di lasciarsi. Temeva giustamente che l'atmosfera potesse essere pesante e che metterli di fronte un'altra coppia felice potesse accentuare maggiormente i loro contrasti ed il loro malessere.
A. e N. ovviamente non furono d'accordo tra loro e motivarono in maniera accesa le proprie ragioni. A. si rivelò più convincente e alla fine ebbe più consensi di N.
Sapere comunque della situazione delle 2 coppie fu importante per capire come regolarsi ed agire evitando di dire o fare cose che avrebbero potuto urtare la loro sensibilità e i loro già fragili equilibri.
GLI ULTIMI GIORNI DELL'ANNO
Avevamo definito cosa mangiare e cosa comprare per la cena, per questo negli ultimi giorni dell'anno, dopo esserci procurati il necessario, potemmo dedicarci al più completo relax e divertimento.
In quei giorni ebbi l'occasione di incontrare più volte A. e N. e di mettermi a parlare con loro. Era una cosa che mi faceva piacere sia per la loro grande simpatia sia perché così avevo il pretesto per lasciare S. da sola in compagnia di T.
A. e N., che di certo non scarseggiavano in spirito di osservazione, notarono quanto i 2 fossero vicini e complici e provarono più volte ad estorcermi qualche informazione. Io resistetti stoicamente ai loro continui tentativi cercando di essere il più convincente possibile nel minimizzare. Purtroppo non riuscii nel mio intento completamente, un po' perché erano avvezzi a certe situazioni, un po' perché S. e T. sembravano palesemente una coppietta.
A. e N. erano comunque molto attenti anche a me e a mettermi a mio agio. Sapevano di avere a che fare con una ragazza decisamente più giovane di loro ma questa differenza di età, sebbene potesse essere marcata, non veniva mai fuori o quantomeno non mi veniva mai fatta pesare in qualche modo.
Durante una passeggiata in centro ebbi modo di parlare a tu per tu con N. riguardo la "nostra situazione". Mi fu chiaro che N. nutrisse una certa attrazione per me visti i vari complimenti e le numerose attenzioni che mi riservava. Erano diversi mesi, comunque che il nostro sentirci quotidiano era andato via via diminuendo ma, in quei giorni, ci eravamo di nuovo avvicinati e avevamo ripreso a scriverci con buona frequenza.
N. mi disse che apprezzava molto il mio modo di fare e la mia spensieratezza che lo faceva sentire almeno 5 anni più giovane e mi confessò di sentirsi molto attratto dal mio aspetto fisico "maturo" che non sembrava quello di una giovane ragazza ma quello di una donna già fatta e formata. I suoi complimenti mi facevano certamente piacere ma sapevo bene che non erano disinteressati e sapevo anche che le sue intenzioni si sarebbero palesate sicuramente nei giorni successivi. In tal senso mi aspettavo un tentativo durante la festa del veglione.
La cosa non mi dispiaceva affatto e per questo stavo al gioco. Ad ogni modo cercavo di stare attenta a non scoprire troppo il fianco perché dare certezze ad un uomo che cerca di portarti a letto non è sempre buono ed io, seppur giovane, già lo sapevo.
Il momento tra l'altro era propizio perché avevo saputo da T. che N. non aveva legami o frequentazioni con altre donne. Inoltre, anche io non uscivo con un ragazzo da un paio di mesi e la voglia di fare sesso stava cominciando a diventare molto pressante.
In quei giorni, tuttavia, ebbi modo di conoscere meglio anche A..
Lui era decisamente meno espansivo di N. ma aveva un certo fascino di cui ancora oggi non riesco a darmi una spiegazione.
Comunque sia non era certamente meno attivo di N. quando si parlava di donne. Anche lui, infatti, mi diede diverse attenzioni e mi fece vari complimenti ma molto meno diretti rispetto a quelli di N..
Mentre quest'ultimo per esempio si complimentava per il mio lato B senza troppi fronzoli, A. lo faceva prendendo il giro alla larga, ringraziando madre natura e l'attività fisica.
Il legame con loro si rafforzò anche grazie alle numerose battute a sfondo sessuale a cui ero soggetta senza però che venisse mai superato il limite.
Quei giorni furono dunque fondamentali per arrivare a concecedermi perché si instaurò un legame molto particolare. Mi sentivo veramente protetta e coccolata tra loro, ero viziata e ricevevo le giuste attenzioni in ogni momento ora da l'uno e ora dall'altro e avevo l'impressione di essere con 2 amici che conoscevo da anni vista la grande intesa che avevamo.
IL MESSAGGIO
Eravamo quasi giunti alla fine dell'anno e, come ogni anno, iniziai a tracciare un bilancio.
Avevo passato un anno decisamente non semplice, di transizione e di riflessione. Mi ero ormai lasciata alle spalle l'ultima relazione e mi sentivo pronta per accogliere nella mia vita un altro uomo.
Ero anche un po' stufa di uomini che andavano e venivano dalla mia vita solo per per portarmi a letto e volevo qualcosa di più stabile. Certamente N. non poteva essere quello che cercavo ma perché negarsi un'esperienza in attesa dell'amore?
Mi aspettavo un approccio al veglione, magari durante un ballo sfrenato o mentre riposavamo su un divano in disparte. Mi ero immaginata tutte le possibili situazioni in modo da non rimanere impreparata e capire quando il momento sarebbe giunto. Ero talmente sicura che N. ci avrebbe provato da non aver nemmeno valutato per un istante la possibilità che tentasse l'approccio con un'altra ragazza presente alla festa.
Sapevo che N. voleva me e in cuor mio sentivo che iniziava a farsi strada l'idea di andare a letto con lui se ce ne fosse stata l'occasione.
Il bilancio di fine anno era ormai stato accantonato nell'angolo più recondito della mia testa perché altro aveva preso il suo posto. Immaginavo che l'anno sarebbe potuto cominciare in maniera decisamente migliore rispetto a quello che si stava per concludere e che nel bilancio avrei inserito un altro divertente paragrafo prima di scrivere la parola fine a quel capitolo della mia vita.
Fantasticavo e pensavo a situazioni eccitanti ma non immaginavo nemmeno lontanamente che la realtà, per una volta, avrebbe completamente annientato la fantasia. L'idea che la coppia sarebbe diventata un trio non mi era balenato per la testa nemmeno un istante. Se l'avessi solo creduto possibile mi sarei detta che non si sarebbe mai potuta avverare una cosa del genere ma mi avrebbe resa sicuramente più umida di quello che in quel momento ero.
Il mio eccitante divagare fu per un attimo interrotto da un SMS di N. in cui mi chiedeva se avessi avuto voglia di fargli compagnia il giorno successivo per comprare le ultime cose per la cena.
Non gli risposi subito perché la mia mente divagò immaginando che quello fosse un invito ad uscire insieme e un modo per cominciare a preparare il terreno per "l'attacco". Perché chiedere a me di fargli compagnia quando c'erano altre persone che avrebbero potuto accompagnarlo?
Non mi soffermai comunque molto sui miei quesiti e gli risposi in maniera affermativa dato che, qualora avesse voluto provarci, ero più che ben disposta a concedermi alle sue avances.
Pensai che quella sarebbe stata la prima volta in cui mi sarei trovata da sola con N. e pensai che potesse addirittura definirsi un mezzo appuntamento.
N. mi diede appuntamento per le 11 del mattino successivo e mi raccomandò di non fare tardi. Quell'invito aveva cambiato completamente i miei piani per quel giorno visto che avevo già un impegno con S. di cui però mi ero dimenticata presa dall'euforia.
Senza perdere tempo, corsi da lei ad avvisarla di quanto accaduto e per "chiederle il permesso" di accettare l'invito di N. (che in realtà avevo già accettato) sicura che non me l'avrebbe negato.
E infatti S. fu felicissima di lasciarmi libera di andare: mi guardò ammiccando e sorridendo maliziosamente, come se anche lei avesse subito pensato ad un appuntamento tra me ed N.. Io minimizzai dicendole che sicuramente ci sarebbe stato anche A. e che era completamente fuori strada.
Non ero brava a mentirle perché mi conosceva fin troppo bene. Aveva intuito che anche io pensavo quelle cose e che avevo tutta l'intenzione di passare il veglione in maniera più trasgressiva rispetto ai piani iniziali.
S. mi diede subito tutto il suo supporto, proprio come io avevo fatto con lei per lanciarla tra le braccia di T.. Lei aveva fatto esattamente le stesse cose che avevo fatto io nel momento in cui mi aveva incitata ad andare all'appuntamento ma ora i ruoli si erano invertiti visto che io minimizzavo e lei mi spingeva ad osare.
S. fu un'amica fantastica perché mi diede tanto coraggio e mi trasmise la carica giusta per andare all'incontro nella mia forma migliore.
Addirittura si propose per aiutarmi nella scelta degli abiti da indossare l'indomani ma preferii rifiutare il suo aiuto perché volevo risultare naturale e non dare troppo peso a quello che forse poteva definirsi un appuntamento ma che nella realtà dei fatti era un semplice invito ad andare a comprare le ultime cose per la cena.
Fu così che liquidai S. e ritornai a pensare per un attimo al bilancio di fine anno che avevo interrotto. Provai a portarlo avanti per un po' ma poi mi bloccai e alzai bandiera bianca: la mia testa era solo ed esclusivamente rivolta all'incontro del giorno successivo.
SGUARDI E CAFFÈ
Rimanendo fedele al mio proposito di non voler dare troppa importanza a quell'invito, mi vestii in maniera poco ricercata, indossando un pantalone e una maglia di lana molto semplici.
S. mi consigliò invece di cambiare look ribadendo l'importanza del vestiario in una situazione come quella. Io le ribadii di nuovo che non esisteva alcuna situazione e che era un normale incontro per comprare le ultime cose. Le mie parole non furono molto con convincenti, soprattutto nella forma ma bastarono lo stesso per zittire S. che pertanto non insistette ulteriormente.
Mi infilai così il cappotto e uscii di casa camminando con passo svelto in direzione del luogo dell'appuntamento. Man mano che mi avvicinavo però al punto di incontro, il mio incedere si faceva sempre più lento, come se le parole di S. mi avessero indotta ad una riflessione ritardata. In effetti nella mia testa si contrapponevano 2 correnti di pensiero: da una parte quella che mi aveva spinta a ritenere l'invito di N. un semplice giro per comprare il necessario, dall'altra quella che ascoltava ancora ciò che S. si era premurata di dirmi come una sorella maggiore.
Decisi comunque di procedere seguendo il mio istinto anche perché non era più possibile tornare a casa a cambiarsi e poi andare all'appuntamento senza ritardare.
Arrivata al punto prefissato, vidi N. che mi aspettava già da qualche minuto.
Ci salutammo con dei rapidi baci sulle guance e ci mettemmo in cammino verso il negozio di alimentari.
Sembravamo 2 normali amici e non un uomo e una donna attratti l'uno dall'altro. La naturalezza e la semplicità di quei momenti fu senza dubbio importante per non accentuare la tensione sessuale che poteva esserci tra noi e rese l'incontro molto sereno senza creare alcuna aspettativa.
Era però come se io e N. ci stessimo corteggiando senza dichiarazioni o gesti eloquenti ma facendolo in una maniera molto più sottile e sofisticata visto che ognuno rimaneva in attesa di un azione da parte dell'altro.
Eravamo come 2 eserciti sul punto di cominciare uno scontro in attesa di un segnale (che sicuramente sarebbe arrivato) da parte dell'avversario per dar avvio alle ostilità.
Una volta comprato l'occorrente, N. mi chiese se avessi programmi per il pranzo. Risposi che nel pomeriggio avrei dovuto raggiungere S. per fare le commissioni che avevo rimandato e che per questo preferivo ritornare a casa. Quell'invito, seppur rifiutato, aveva un grande valore per me perché rappresentava proprio quello che stavo aspettando, ovvero il segnale per far scoppiare le ostilità.
Un po' deluso dalla risposta inattesa, N. allora tornò alla carica con un invito più soft: mi chiese se avessi voluto prendere un aperitivo o un caffè prima di salutarci.
Optai per la seconda scelta.
Ci sedemmo così al tavolino di un piccolo bar in centro e ordinammo entrambi un caffè.
N. non riusciva a togliermi gli occhi di dosso, mi guardava intensamente e con desiderio. Sarebbero bastati i suoi sguardi a lanciare una infuocata dichiarazione di guerra ma per non lasciare dei dubbi si affidò anche alle parole.
Quello che all'inizio sembrava un semplice appuntamento tra amici iniziò piano piano ad assumere le sembianze di un'uscita galante.
N. divenne più sfacciato e curioso della mia vita privata. Mi chiese se in quel periodo stessi frequentando o sentendo qualcuno. Quando gli risposi in maniera negativa si lasciò andare ad un "i tuoi coetanei non capiscono un cazzo!!" che mi strappò un sorriso sincero.
Io ribattei spiegandogli che solitamente non ero attratta dai miei coetanei e che anzi preferivo gli uomini più grandi.
N. si sentí tirato in causa e replicò con un semplice" buono a sapersi" ripetuto per 2 volte, quasi a voler rafforzare il concetto.
Fu molto attento anche ai dettagli del mio abbigliamento. In particolare, si concentrò sugli orecchini di perla che mi erano stati regalati da S. per il mio compleanno. Apprezzai tantissimo quei complimenti perché adoravo letteralmente quegli orecchini, sia per motivi estetici sia per l'enorme valore affettivo che avevano.
Infine parlammo di cosa indossare per la cena e la festa.
Mi disse che sarebbe andato sul classico: camicia e maglione, senza giacca.
Io mi sbilanciai sul vestito della cena ma volli lasciare un velo di mistero su quello della festa.
N., che non si aspettava addirittura 2 vestiti in una sera, ne rimase piacevolmente affascinato testimoniato dal suo "tu ci vizi... ci sarà da ammirarti sia prima che dopo la cena".
Gli sguardi che ci scambiammo furono carichi di elettricità, segno ormai che qualcosa quella notte sarebbe successo, c'era solo da aspettare e cogliere il momento giusto.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto prima di pagare il conto e salutarci.
Il silenzio, che 9 volte su 10 crea imbarazzo, rappresentò in quel caso il momento più intenso dell'uscita dato che fu condito da fugaci scambi di sguardi che dicevano più di 1000 parole.
IL VESTITO
Appena rincasata, S. non mi diede neppure il tempo di mettermi comoda che cominciò ad incalzarmi con domande su domande.
"Dove siete stati? Che avete fatto? Che è successo? Di che avete parlato?" furono i quesiti sparati l'uno dopo l'altro in rapida sequenza.
Io risposi a tutte le domande in maniera sintetica senza fornire troppi dettagli, un po' per non ammettere che avesse ragione sul fatto che quella uscita non fosse un semplice incontro tra amici, un po' perché prima io avevo bisogno di metabolizzare quanto accaduto.
S., che mi conosceva come nessun altro, sapeva bene che non ero la tipa da dare risposte di quel genere e capí subito che qualcosa fosse successo.
Ma come fanno le vere amiche, fece un passo indietro, si prese le risposte per quelle che erano e mi lasciò il tempo di riflettere.
L'argomento di discussione passò rapidamente su cosa indossare la sera del veglione, come se quel giorno tutti si fossero svegliati ossessionati da quella domanda.
Mentre io stranamente avevo le idee chiare, S. era ancora in alto mare visto che era ancora indecisa tra ben 4 vestiti.
Voleva qualcosa che lasciasse T. senza parole, qualcosa che gli facesse strabuzzare gli occhi, qualcosa che gli facesse pensare "se mi lascio scappare questa ragazza sono un grandissimo coglione".
La rassicurai sul fatto che sarebbe stata fantastica anche con la busta dell'immondizia e le chiesi di rimandare la scelta a dopo pranzo sia perché la situazione con N. mi aveva messa fame sia perché certe cose vanno fatte a stomaco pieno.
Dopo esserci riempite la pancia, dunque, ci concentrammo sul main topic del giorno.
Mi sedetti così sul letto della sua camera e la ammirai cambiare un vestito dopo l'altro e sfilare davanti a me come una modella in erba.
Alternò 4 splendidi vestiti resi ancora più belli dalla sua figura snella e curata. Mentre la vidi muoversi sinuosa dinanzi a me e lamentarsi che non le stava bene nulla (tipico di noi donne) pensai che T. sarebbe davvero stato un grandissimo coglione se se la fosse lasciata sfuggire.
I dubbi che aveva S. furono presto risolti grazie alla cooperazione tra noi 2. Io ero anche più giovane di lei ma in fatto di moda potevo vantare un talento nettamente superiore.
Alla fine S. era raggiante, l'ultimo step era stato finalmente fatto con successo ed eravamo pronte per goderci la splendida serata che si prospettava.
LA CENA
Finalmente giunse l'ultimo dell'anno, mai così atteso come quella volta. Mai io e S. avevamo partecipato ad una cena lontano dalla famiglia a capodanno, farlo in montagna, circondate da bei ragazzi rendeva tutto ancora più entusiasmante.
E poi c'era la neve che aveva cominciato a scendere copiosa nel tardo pomeriggio che rendeva l'atmosfera molto suggestiva e natalizia.
La tavola era preparata di tutto punto con piatti, posate e candele: mancavano solo gli ospiti e le portate che avevamo preparato io, S. e T. per tutto il giorno.
In casa si respirava il tipico profumo di festa e si avvertivano le vibrazioni che solo l'attesa dell'arrivo di un nuovo anno può regalare.
Mancava circa un'oretta all'inizio della cena quando N. e A. si presentarono.
Io e S. li accogliemmo senza ancora indossare gli abiti scelti per la cena mentre T. era già pronto ed elegantissimo.
Dopo una rapida chiacchierata, io e S. ci congedammo per terminare la preparazione.
Fui più veloce della mia amica nei preparativi e così nel giro di 30 minuti mi ripresentai agli ospiti con indosso una camicetta bianca non completamente abbottonata per mettere in evidenza il décolleté e creare un effetto vedo-non vedo, un maglioncino lilla con un'ampia scollatura per far risaltare l'abbondante seno regalatomi da madre natura, una gonna nera che arrivava a metà coscia, calze nere autoreggenti e stivale dello stesso colore che arrivava poco sotto il ginocchio.
Appena N. mi vide entrare nella stanza, nonostante gli avessi già detto cosa avrei indossato, fece partire un sonoro applauso al quale si unirono in maniera spontanea anche T. ed A..
Quest'ultimo, a sua volta, emise forti urla di approvazione per quanto stava vedendo.
Sebbene quegli apprezzamenti, anche se esagerati, facessero piacere, mi sentii per un attimo in imbarazzo e cercai di spostare l'attenzione su S., che ci avrebbe raggiunti da lì a poco, dicendo che sarebbero ammattiti quando l'avrebbero vista arrivare.
N. però non volle sentire ragioni e mi fece di nuovo i complimenti non appena gli fui vicino. In più, con la sua consueta sfacciataggine, mi chiese se l'intimo fosse di colore rosso come da tradizione dell'ultimo dell'anno. Recuperando velocemente la mia faccia tosta, gli risposi con un secco e diretto "ovvio!!!" che scatenò la sua controreplica manifestata con l'affermazione "interessante".
Dopo pochi minuti iniziammo ad udire il rumore dei tacchi provenire dalle scale, segno che S. era pronta e che ci stava raggiungendo. E infatti, in breve, comparve sulla soglia del salone nel suo bellissimo abito da sera di colore nero.
Alla vista di S., tutti e 3 i ragazzi riproposero lo stesso teatrino messo in scena con me. Stavolta, tuttavia, T. sembrava essere più coinvolto e per questo più scatenato.
Una volta che gli animi si furono calmati ci mettemmo a parlare in attesa degli altri ospiti.
L'attesa fu molto breve visto che non dovettimo aspettare molto tempo prima di ricevere la loro visita.
Dinanzi a me si presentarno le 2 coppie di cui avevo sentito parlare nei giorni scorsi. Ero molto curiosa di conoscere soprattutto la coppia che T. aveva detto di non voler invitare ma, a primo impatto, non riuscii subito a capire quale delle 2 coppie fosse quella in crisi: mi ci volle l'aiuto di T. per poterlo comprendere.
Una volta terminati i saluti e scambiate un po' di chiacchiere per fare conoscenza, ci sedemmo a tavola pronti per cominciare finalmente a mangiare.
La cena fu davvero molto piacevole e si svolse nella più completa leggerezza tra discorsi profondi e battute che ne smorzavano prontamente la serietà.
In questo clima di festa si arrivò alla mezzanotte e ai brindisi per l'arrivo del nuovo anno. L'abbraccio che mi riservo N. fu un po' più "caloroso" di quello degli altri ma, in quel momento, non vi diedi particolarmente peso.
LA BUFERA
Mentre i brindisi ed i festeggiamenti procedevano, fuori la neve cominciò a cadere in maniera sempre più abbondante.
Quando le 2 coppie ci salutarono per avviarsi alla festa, la vera bufera doveva ancora scatenarsi ma era ormai in procinto di farlo.
In breve, infatti, le condizioni cambiarono e quella che all'inizio rendeva l'atmosfera molto natalizia, ora metteva paura.
Dopo un rapido consulto tra noi, decidemmo di aspettare in casa che la tempesta di neve si placasse prima di rischiare di metterci in auto per raggiungere il luogo della festa.
Quell'evento tanto improvviso quanto inaspettato sparigliò tutte le carte e ci costrinse così a rimanere in casa e a rivedere i nostri piani iniziali cercando delle soluzioni per ammazzare il tempo in attesa che la situazione migliorasse.
Fu così che T. propose di vedere un film tutti insieme rilassandoci sul divano.
Avendo trascorso una giornata pesante, accolsi l'idea con favore.
Io presi posto tra N. ed A. mentre T. e S. si sedettero su un altro divanetto l'uno accanto all'altra.
Galeotto fu il film!!! S. e T. nella penombra della stanza, sotto lo stesso plaid, ebbero finalmente modo di trovarsi vicini fisicamente e mentre la bufera non accennava a calmarsi, un altro tipo di tempesta si scatenò in quella casa nei cuori della mia amica S. e del suo ormai ex amico T..
Presi dalla passione repressa per troppo tempo, i 2 si lasciarono andare in un sensuale bacio con la lingua che, in tutta sincerità, distolse il mio sguardo dalla TV e mi riempì di gioia per il conseguimento del suo obiettivo.
Quelle tenere e al contempo calde effusioni, tuttavia, furono ben presto celate ai nostri occhi perché i 2 amanti decisero di trasferirsi nella stanza di T. al piano superiore e di continuare lì ciò che non potevano ovviamente fare dinanzi a noi.
Fu così che T. ci salutò e ci augurò buon proseguimento, facendoci capire che loro 2 non sarebbero venuti alla festa.
Io e S. ci scambiammo un rapido cenno di intesa con cui entrambe ci dicevamo di essere estremamente felici per come erano andate le cose.
S. era raggiante, erano bastati pochi attimi di passione per trasformarla nella versione più felice di sé.
Stringedola per mano, T. la condusse su per le scale e i 2 sparirono alla nostra vista.
Rimasi in compagnia di N. e A. coi quali ci furono subito degli sguardi misti tra incredulità ed imbarazzo.
A. si mise le mani dietro la testa come se facesse fatica a credere a quanto aveva assistito. N., invece, scoppiò a ridere in maniera isterica ribadendo di averci visto lungo.
Rimanemmo poi qualche minuto in silenzio come a voler cercare di carpire ciò che stava accadendo al piano superiore. Nessun rumore si udiva provenire dalla stanza di T., perlomeno non ancora.
Appena i 2 evidentemente iniziarono a fare sesso, però, si cominciarono a sentire i gemiti di piacere di S. e i rumori del letto provocati da chissà quali posizioni adoperate.
In breve l'atmosfera si scaldò anche al piano inferiore. Ormai nessuno più aveva alcun interesse a guardare la TV e la concentrazione era tutta rivolta a cosa stava succedendo tra T. e S..
Iniziai a provare un forte senso di eccitazione nel sentir godere la mia amica ed evidentemente non fui l'unica.
N., infatti, iniziò a palesare una certa agitazione per la situazione che si stava verificando accertata da una lieve erezione che non passò inosservata né ad A. né alla sottoscritta.
Inizialmente entrambi la prendemmo a ridere e cogliemmo l'occasione per sfottere N. ed i suoi primordiali istintici malcelati ma poi piano piano, con i rumori che si facevano sempre più insistenti, vennero fuori anche i nostri.
Mentre A. continuava a dire a N. di andarsi a fare una doccia, io, per rimanere in tema con gli sfottò, mi avvicinai a lui e con l'indice e il medio della mia mano diedi 3 rapidi colpetti sul rigonfiamento dei pantaloni di N. ordinandogli di far ritornare tutto alle dimensioni di riposo.
Quel gesto, tanto spontaneo quanto sconsiderato, sortí esattamente l'effetto contrario e anziché portare N. a "ritrarsi", lo invitò a lanciarsi su di me.
Egli mi cinse stretta a sé e mi ricordò che una ragazza non può toccare l'attrezzo di un uomo sperando che questi non si ecciti ancora di più. Conscia di non poter tornare indietro e in preda ai primi sintomi di una forte eccitazione, decisi di lasciarmi andare e di assecondare l'abbraccio di N..
Mi appoggiai su di lui, afferrai il suo maglione e avvicinai la mia bocca alla sua.
N. ne approfittò subito e accarezzandomi il viso con la mano libera mi baciò intensamente sulla bocca. Andammo avanti così per qualche secondo finché le parti del corpo toccate non cambiarono velocemente: lui cominciò a tastarmi il sedere mentre io ricambiai tornando a strofinare la mano sul pacco diventato nel frattempo ancora più consistente.
Ad un certo punto, sentii che le mani che mi stavano toccando non erano più 2 ma erano leggermente aumentate. A., che per un breve momento avevo dimenticato, aveva infatti deciso di unirsi a me e N. senza che gli fosse stato rivolto alcun invito.
La cosa non mi dispiacque ma la sorpresa fu veramente tanta.
Mi voltai rapidamente verso di lui e con un sorriso complice lo invitai ufficialmente a partecipare ai giochi. L'invito fu ancora più esplicito non appena cominciai a toccare anche il suo pacco con la stessa cura che avevo riservato ad N. fino a quel momento.
L'eccitazione in me crebbe a livelli altissimi, mi sentivo una gran troia per quello che stavo facendo. Mai prima di allora mi era capitato di avere entrambe le mani occupate da membri maschili: non osavo neppure immaginare cosa sarebbe stato accorglierli entrambi dentro me.
Al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere mi bagnai come raramente mi era successo e mi resi conto che una delle mie più insistenti fantasie stava finalmente per realizzarsi.
LA FANTASIA
La mia mente perversa da giovane adolescente aveva partorito da tempo la fantasia di potersi ritrovare nello stesso letto con 2 uomini. Certo non vi era nulla di originale, nulla di più e nulla di meno di quanto tante altre donne avessero mai desiderato nel pensare ad una situazione come quella.
Sentirsi osservate e desiderate da 4 occhi, avvinghiate da 4 braccia e strette da altrettante mani, baciate da 2 bocche e leccate dallo stesso numero di lingue, sfiorate da ben 20 dita e penetrate da 2 falli!!! Magari contemporaneamente!!!
Perché la curiosità e la trasgressione stava proprio nel poter trarre piacere da entrambi nello stesso momento. Sarebbe stato davvero un peccato trovarsi in quel contesto con ambedue e poterli sentire dentro sé solo in alternanza.
Mi ero sempre chiesta come sarebbe stato e quanto grande poteva essere il piacere nel sentirsi scopata da 2 uomini.
Dai porno si poteva solo intuire quanto poteva essere bello ma di certo non potevano essere un banco di prova attendibile. Diverso era invece leggere su vari forum il giudizio di chi aveva provato. Qualcuna diceva di essere un'esperienza sensazionale, qualcun'altra la definiva super eccitante, altre ancora addirittura mistica. Sta di fatto che nessuna, ma proprio nessuna, si sognava di relegarla tra le esperienze normali.
Probabilmente era proprio questo ciò che alimentava la mia fantasia: tutte coloro che l'avevano fatto dicevano che era da provare almeno una volta nella vita e che poteva essere solo qualcosa di bello.
In realtà c'erano molte controindicazioni. Avevo anche molti timori che frenavano leggermente la mia voglia di provare.
Innanzitutto c'era il problema dei partner.
Sarebbero dovuti essere degli sconosciuti?
In ogni caso bisognava trovare 2 persone affidabili, che non avrebbero messo in giro delle voci o che avrebbero raccontato tutto solo per farsi belli con gli amici, rovinando di fatto la reputazione della ragazza.
Non solo, era necessario trovare 2 uomini con un minimo di autocontrollo. La situazione sarebbe stata sicuramente incandescente e ritrovarsi con 2 persone senza cervello, offuscati per giunta dall'eccitazione, sarebbe stato un grosso rischio.
Questi e altri dubbi si facevano strada nella mia testa e mettevano a freno il mio desiderio di provare.
Per fortuna con A. e N. fu tutto estremamente naturale: i dubbi vennero accantonati e io potetti dar vita a quella che piano piano stava diventando quasi un'ossessione, un pensiero ricorrente, un desiderio malato che nn vedeva l'ora di essere finalmente realizzato!!!
LA FANTASIA REALIZZATA
Avevo fantasticato tante volte su quella situazione. Mi ero immaginata in 1000 occasioni in qualche triangolo, scopata senza troppe remore da un paio di amici o addirittura da qualche sconosciuto.
Mai avevo però pensato che sarebbe successo nelle condizioni e nella situazione in cui mi ritrovavo.
Non era stato nulla di programmato, nulla di orientato affinché succedesse e per questo era ancora più bello.
Mi ritrovai dunque in ginocchio, ai piedi del divano mentre mi prendevo cura di A. e N., ora accogliendo in bocca l'attrezzo dell'uno, ora quello dell'altro. E mentre la mia lingua giocava sul membro dell'uno, la mia mano coccolava attentamente quello dell'altro, alternando lentamente le attenzioni che venivano riservate loro in modo da non creare disparità e gelosia, cose che comunque sembravano non esserci tra i 2 amici. Sia A. che N. si stavano infatti godendo il momento e non sembravano voler entrare minimamente in competizione. Ognuno pareva conoscere il proprio ruolo: loro erano il duo che doveva collaborare per arrivare al comune obiettivo ed io ero la giovane fanciulla su cui dovevano sfogare tutta la loro complice carica sessuale. Era importante inoltre che non facessi emergere alcuna differenza tra loro e che trattassi entrambi come se fossero un unico uomo.
Questo sarebbe stato il compito più complesso perché non erano un unico uomo e soprattutto perché le differenze c'erano e come!!!
Innanzitutto A. non era N.. Con N. si era creato un rapporto che con A. non poteva esserci. C'era un certo feeling, avevamo flirtato, si era creata tensione sessuale e ci eravamo "promessi" in qualche modo di andare a letto.
Con A. c'era amicizia e stima ma nulla di più.
Inoltre, come già detto in precedenza, N. era più il mio tipo, sia fisicamente che caratterialmente.
Insomma N. aveva tanti punti a favore e ciò rendeva complicato il mio compito di non fare differenze.
A. tuttavia recuperava molti punti senza le mutande indosso.
Da quella posizione privilegiata potevo agevolmente confrontare gli oggetti del piacere dei 2 e da lì era abbastanza evidente che A. fosse decisamente messo meglio.
Le sue dimensioni suggerivano in particolare di non concedergli il lato meno utilizzato e meno avvezzo ad accogliere certi spessori. Per gli odiosi degli spoiler devo preannunciare che però non fu possibile limitare il suo accesso ad un solo pertugio. Col senno di poi posso dire che non è stato un male anche se un po' di male fece.
Ben presto ci ritrovammo nudi, avvinghiati gli uni agli altri come edere rampicanti intorno ad un palo.
Furono quelli gli ultimi momenti in cui riuscii ad avere un minimo di controllo della situazione.
Da lì in poi mi ritrovai solo preda dei miei 2 cacciatori che si dedicarono a me con tutta la loro veemente passione.
Mentre N. si prendeva cura del mio giovane clitoride, A. si dedicava con attenzione al mio prosperoso seno sul quale aveva posato gli occhi (e nn solo) già da tempo.
Stava iniziando a prendere forma la mia fantasia. Finalmente 2 lingue leccavano contemporaneamente 2 parti diverse del mio corpo e facevano crescere in me la voglia di essere penetrata.
Non passò molto tempo prima di essere accontentata.
Fu N. ad aprire le danze.
Distesa con la schiena sul divano, mi spalancò le gambe, mi guardò intensamente negli occhi e dopo aver velocemente lubrificato il suo pene, lo introdusse dolcemente dentro me e iniziò a spingere con un lento movimento di bacino.
Appena lo sentii dentro, ebbi un sussulto muto. A parlare furono però il mio viso e i miei occhi.
A. si accorse del mio gradimento e fece subito un cenno di intesa ad N. che, preso dal momento, non colse con la dovuta prontezza.
Appena cominciai a riprendere confidenza con il sesso e a riprovare certe sensazioni, ripresi a dare attenzioni anche ad A.
Questi, comprendendo la situazione, si era leggermente defilato attendendo con calma il proprio momento.
Fu così che ricominciai a succhiarlo e a prepararlo per il suo turno.
Passò poco tempo prima che arrivasse.
I 2 amici si diedero il cambio con un nuovo cenno d'intesa che questa volta fu colto anche da N.
Quest'ultimo, prima di liberare il campo raccomandò l'amico di fare piano e di non smontarmi subito.
Quelle parole, pronunciate tra il serio ed il faceto, per un attimo mi lasciarono perplessa e mi suggerirono che evidentemente i 2 conoscessero già il modo di scopare dell'altro.
Quando A. fu dentro me, avvertii subito la differenza con N.
Ciò mi fece scappare un "oddio" molto spontaneo ed un sorrisetto compiaciuto.
A questo punto i ruoli si erano perfettamente scambiati: N. a scoparmi la bocca ed A. la figa.
Si succedettero altre posizioni e altri scambi finché non arrivammo al tanto agognato momento. Finalmente la doppia!!!!
In quel momento mi trovavo cavalcioni su A. quando N. si posizionò dietro di me e con voce pacata ma carica di passione mi sussurrò 3 semplici parole: "te la senti?"
Io capii subito a cosa si riferisse e con grande spavalderia risposi con un'altra domanda senza fermarmi dalla mia cavalcata: "c'è pure da chiedere?"
Ero estremamente eccitata per la situazione e quelle semplici parole, che tuttavia annuncivano quello che da lì a poco sarebbe successo, mi avevano caricata ancora di più.
Mi fermai immediatamente e mi posizionai in maniera tale da facilitare N.
Mi stesi sul petto di A. e rivolsi ad N. il mio lato B, completamente inerme.
A. mi cinse a sé come a nn volermi far scappare qualora ci avessi ripensato. Io nn sognavo minimamente di sfuggire da quella situazione e mi lasciai stringere senza porre la benché minima resistenza.
Dopo che ebbe sapientemente strusciato ed adagiato il suo membro al mio buchetto solo per farmi desiderare ancor di più di essere penetrata, N. si insinuò dentro me andando ad esplorare con molta delicatezza quella parte del corpo che fino ad allora era stata solo un desiderio, un obiettivo dei miei compagni di gioco ma a cui non avevo ancora concesso il pass necessario.
N. invece lo aveva ricevuto, se l'era guadagnato e ora ne stava finalmente usufruendo.
Eccomi dunque giunta al tanto desiderato, agognato e tanto vituperato momento!!! Anni ed anni ad immaginare situazioni, a progettare incontri e a manipolare il destino pur di provare quelle sensazioni. Ora era tutto finalmente stato ottenuto. Il mio corpo accoglieva dentro 2 uomini contemporaneamente e cominciava a sentire tutti i benefici di quella favolosa unione.
Appena N. riuscì a farsi strada, il senso di pienezza fu incredibile!! Mi sentivo completamente "riempita", eccezionalmente distratta dalle sensazioni che permeavano tutto il mio corpo ed appagavano il mio spirito.
N. cominciò a spingere più intensamente mentre A. rimaneva disteso senza muoversi per facilitare i movimenti del compagno e far abituare me a quei piaceri nuovi e forti, talmente forti da ammansire anche la più indomita pantera e trasformarla in una tenera gattina.
Ed io, in preda alle attenzioni dei 2, avevo proprio subito la trasformazione suddetta passando dallo sbattere in maniera sfrontata le mie dita sul pisello di N. al farmi sbattere senza ritengo da 2 piselli.
Quanto si era ribaltata la situazione e quanto mi faceva sentire troia!!! Spettacolare!!!
A. e N., quasi come se fossero consci della svolta, iniziarono a spingere con maggiore forza ed intensità. La trasformazione da pantera a gattina fu completa: iniziai a mugolare e a gemere come mai avevo fatto ed i miei versi salirono fino al piano superiore dove S. e T. avevano evidentemente terminato il loro incontro d'amore.
Il mio (il nostro) era invece appena cominciato e aveva tutta l'intenzione di protrarsi per le lunghe.
Il piacere crebbe rapidamente e raggiunse in breve il suo apice. Cominciai a provare dei fortissimi spasmi che portarono la mia schiena ad inarcarsi in maniera decisa e nervosa, la testa si rovesciò all'indietro e gli occhi divennero smorti.
N. mi afferrò per i capelli e tirò la mia testa ancor più all'indietro, A. afferrò una tetta con la mano e iniziò a succhiare il capezzolo dell'altra.
Ero in trance!!!
Le pulsazioni aumentarono di intensità. Il cuore iniziò a battere all'impazzata ed i battiti si sincronizzarono con gli spasmi della mia vagina. Completamente sbattuta su quel divano da 2 uomini oramai fuori controllo, affondai inconsapevolmente le unghie nel petto di A. ed esplosi in una serie di urli veementi prima di scoppiare in un potentissimo e liberatorio orgasmo!!!!
Dopo aver infierito ed avermi lasciata con un bel po' di fiato da recuperare, N., che era anch'egli in debito di ossigeno, si prese una pausa e si sedette esanime sul divano.
A. invece che fino a quel momento aveva lavorato di meno ed era quindi pronto ad attingere alle sue riserve di aria e di foga sessuale da smaltire, si propose di prendere il posto che fino a qualche secondo fa era stato occupato da N.
L'importante differenza di dimensioni mi suggerì di non dargliene modo e, dopo avergli fatto presente la cosa, gli intimai di non muoversi da sotto di me visto che in breve sarei tornata ad assumere il ruolo di pantera e che sarei tornata a cavalcarlo.
Quella era infatti la posizione migliore per controllare A. e tenere a bada le sue dichiarazioni di guerra contro il mio culetto.
A. ci rimase un po' male e sul suo volto si dipinse un'espressione mista tra la delusione e la tristezza. Me ne accorsi e con molta dolcezza lo baciai facendogli capire che non volevo ritrovarmi letteralmente sfondata.
Poco dopo, ritornata al top, mantenni la mia promessa e ricominciai a muovermi nuovamente "on top".
Quello fu tuttavia un grave errore. Lo stato di estrema soddisfazione e rilassamento in cui mi aveva condotta l'orgasmo e la già faticosa "attività fisica" a cui ero stata sottoposta durante la prima parte del rapporto, mi lasciarono ben presto incapace di rimanere in controllo di A. e N. che, ovviamente, approfittarono subito della situazione.
Cominciò A., a cui era rimasto il pallino della penetrazione anale, ribaltò me e la posizione in cui ci stavamo esibendo dinanzi N. facendomi passare dal ruolo di cavallerizza esagitata a quello di implorante "missionaria" in un batter d'occhio.
Stendendosi sopra il mio corpo, A. allungò le mie gambe fin sopra le sue spalle e si distese con tutto il suo peso su di me.
Mi ritrovai quindi ancora più piccola ed in balia di quel grosso uomo che agognava più di ogni altra cosa la stessa possibilità che aveva avuto N..
Dall'alto verso il basso mi guardò con occhi lussuriosi, consapevoli del fatto che non mi sarei potuta opporre in alcun modo ai suoi desideri. Entrambi gli orifizi del piacere erano completamente alla sua mercé e ben dilatati per accogliere il suo fallo. Nell'aria fece vibrare poche semplici parole che sapevano di sfida e che chiarivano, qualora ce ne fosse stato bisogno, le sue intenzioni.
replicò subito N..
E così A., quasi come se avesse avuto il consenso più importante, addirittura più importante di quello della proprietaria del culo, iniziò a stimolare con le dita il desiderato pertugio.
In un misto tra timore ed eccitazione, provai invano a distogliere A. dai suoi propositi con un ultimo disperato appello a non esagerare.
La raccomandazione cadde nel vuoto perché ben prima che finissi i miei sproloqui, A. si stese completamente su di me facendo arrivare i miei piedi all'altezza della mia testa, appoggio il suo grosso glande all'entrata del mio culetto e con una lenta pressione cominciò ad introdurlo dentro me.
Fermai immediatamente il discorso che stavo portando avanti e strinsi i suoi polsi con grande forza come a voler fermare il suo tentativo. A. proseguí imperterrito.
Il lieve dolore che mi procurò quell'azione soffocò addirittura il mio urlo in gola.
Ne uscì solo un "A. fai piano" mezzo strozzato a cui sia A. che N. risposero con un mezzo sorrisetto infame.
Oramai ero in loro potere. Avevano il controllo della situazione, del mio piacere e del mio lato B.
A. accolse la mia implorante richiesta e gestí sapientemente l'andatura per farmi abituare a quel grosso corpo estraneo introdotto all'interno di me.
Man mano che procedeva, la situazione migliorò e il dolore lasciò presto spazio al piacere. Ritornai a gemere per le fantastiche sensazioni che stavo provando, nulla a che vedere con la doppia ma decisamente impensabili fino a qualche istante prima.
A. cominciò a scoparmi con maggiore intensità e a farmi letteralmente sprofondare nel divano. Sotto i suoi colpi, delle vere e proprie picconate, mi lasciai andare completamente e le forze abbandonarono il mio corpo quando il secondo orgasmo della serata decise di palesarsi.
Stavolta ansimai con meno fervore rispetto al primo ma il piacere non fu assolutamente da meno.
Appagato dallo sforzo compiuto e dal raggiungimento del suo obiettivo, A. lasciò nuovamente il campo a N.. Questi si avvicinò a me e con tanta passione ci perdemmo in un lungo ed intenso bacio.
Infine mi fece alzare e mi fece mettere carponi con il busto appoggiato sul divano.
Stavolta non feci nemmeno un vano tentativo per fermarlo.
N. si diresse deciso all'entrata sul retro e cominciò nuovamente a penetrarmi intensamente.
Sotto i suoi colpi cominciai a sfregarmi il clitoride e a pensare che ormai avrebbero potuto fare di me quello che volevano visto che il piacere aveva completamente prosciugato le mie energie.
Fu così che N. mise in pratica le parole che A. aveva pronunciato poco prima inondando il mio culetto di tanta calda sborra.
N. esausto si sedette sul divano e lasciò nuovamente spazio ad A. che ricominciò da dove aveva lasciato, ovvero a scoparmi il culo. Stavolta il dolore fu completamente assente e A. potette subito picconare senza remore.
Pochi istanti dopo il mio sedere fu riempito di un seme diverso dal precedente ma ugualmente carico di passione e goduria.
A. stravaccò esanime vicino N. con cui si scambiarono un paio di cenni di intesa che volevano essere dei complimenti per l'ottimo lavoro svolto.
Io rimasi invece in quella posizione completamente esausta, con gli occhi spalancati e spiritati, a corto di fiato e piena di seme caldo che cominciava a fuoriuscire dal mio buco posteriore.
N. si avvicinò a me e con grande dolcezza e, dopo aver chiesto se fosse tutto ok e aver ricevuto risposta affermativa, mi stampò un tenero bacio sulla giancia.
A., una volta ripreso fiato, fece altrettanto e mi ringraziò per l'inaspettata serata che gli avevo regalato.
EPILOGO
Il giorno successivo ero tutta lividi e dolori.
I marchi giallognoli erano un timbro delle libidinose attenzioni dei miei compagni di gioco ed erano lì a ricordarmi che sí, l'avevo fatto!! Non era tutto frutto della mia fantasia!! La serata con A. e N. era realmente avvenuta ed aveva lasciato in me una fortissima sensazione di appagamento.
Ma i segni sulla pelle non erano gli unici elementi che potessero esprimere quanto era successo. Un sintomo ben più pressante ma meno manifesto all'apparenza era comparso: un intenso dolore al fondoschiena (evidentemente A. e N. ci erano andati giù pesante) accompagnato da una leggera zoppia.
Il primo rendeva l'atto di sedersi abbastanza complicato e doloroso anche sul più comodo dei divani mentre il secondo faceva di me una buffa silhouette dai movimenti robotizzati.
La mia amica S., reduce anch'essa da una bollente serata di sesso, non riuscì a trattenere per più di qualche minuto il suo entusiasmo per ciò che aveva sentito dal suo giaciglio d'amore e così, ancor prima che potessi intavolare la discussione "serata con T.", lei mi anticipò e, senza alcun giro di parole, andò diretta al nocciolo della questione facendosi raccontare i dettagli (anche quelli più intimi) dell'incontro avuto la notte precedente.
Rivedere il giorno successivo i ragazzi, invece, lasciò in me una strana ed inaspettata sensazione di affetto.
Non mi sarei certamente aspettata di provare indifferenza nei loro confronti ma nemmeno un sentimento così "dolce". Invece mi sentii più vicina a loro 2 di quanto non lo fossi stata prima.
Diverso invece fu rivedere T..
Un po' di imbarazzo si palesò nei miei occhi e sul mio viso alla vista del nuovo compagno di S..
Sapevo bene che anche T. aveva avuto modo di apprendere le mie passionali avventure della notte appena trascorsa e questo fu la causa del mio sentimento.
T. in ogni caso non fece e non disse niente per alimentarlo ma mi salutò come se nulla fosse successo, come se non avesse udito i miei gemiti e le mie espressioni di piacere, come se fosse stato all'oscuro di ogni cosa fosse avvenuta sotto il tetto di casa sua.
La cosa, tuttavia, rendeva il mio imbarazzo ancora più acuto dato che sapevo che lui sapeva e che volontariamente taceva.
In ogni caso quella folle ed inattesa serata aveva segnato decisamente i nostri percorsi di vita e aveva indissolubilmente stampato nelle nostre menti il ricordo di una delle giornate più significative delle nostre esistenze caratterizzate chiaramente da situazioni differenti.
La neve aveva smesso di cadere da un pezzo e ora toccava sgomberare il passaggio d'accesso per tornare alla vita di tutti i giorni.
Dopo la festa tocca sempre ripulire la stanza e buttar via i bicchieri.
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