Il mio primo bondage (2)
di
VPow
genere
dominazione
SCAMBIO DI MESSAGGI
"Ciao V., buon pomeriggio. M. mi ha chiesto se posso passarti a prendere per la festa. Ovviamente la risposta è sì. Va bene se passo da te per le 19.30? Mentre facciamo il giro per prendere gli altri, arriviamo sicuramente dopo le 20.30 alla festa".
Mi ritrovai questo messaggio di P. sul cellulare in cui mi saltarono all'occhio 3 cose.
La prima: "ovviamente la risposta è sì"... Quell' ovviamente messo lì ad inizio frase che significato aveva? Era semplice cortesia? Era ironico? O era in qualche modo sintomo di una più o meno inconscia contentezza? Probabilmente non avevo troppi indizi per poterlo dire, soprattutto perché era stato piazzato lì in un messaggio testuale, non avevo avuto modo di sentirlo pronunciare dalla sua bocca e per questo mi mancavano un paio di piccoli ma importanti dettagli: l'espressione del volto e il tono con cui sarebbe stata pronunciata la frase.
Per questo probabilmente non valeva molto la pena arrovellarsi il cervello anche perché, come sarà chiaro nel prosieguo di questo capitolo, era altro che assorbiva la maggior parte dei miei pensieri.
Secondo punto: mi stava chiedendo di rispondere ad una sua proposta, mettendomi al corrente dei motivi che c'erano dietro la stessa e di qual era l'organizzazione per la serata. Perché lo faceva? Non sarebbe stato più semplice dirmi "fatti trovare pronta a quest'ora" senza troppi fronzoli? E come avrei dovuto rispondere alla luce del fatto che per le 19.30 avrei avuto qualche difficoltà?
A volte la possibilità di scelta ci mette di fronte a delle complicazioni superiori rispetto a delle scelte imposte o addirittura all'assenza di una scelta.
Se in un supermercato si avesse a disposizione un solo pacco di biscotti anziché 20, sicuramente nn perderemmo tanto tempo nel valutare e scegliere il migliore per noi ma andremmo direttamente su quell'unico pacco risparmiando tempo e fatica.
Terzo e ultimo punto, quello più importante: io e P. saremmo rimasti da soli in macchina per un lasso di tempo non quantificabile prima che la macchina si riempisse con le altre persone. E chiaramente questo stesso canovaccio si sarebbe ripetuto al ritorno, dopo che la macchina si fosse svuotata degli altri.
Io e lui eravamo quelli più vicini, era più comodo per lui passare prima da me e poi dagli altri ragazzi. E questo spiegava anche perché a me aveva proposto le 19.30 come orario!!
I miei tentativi di evitarlo non solo sarebbero stati resi vani dal passaggio che "ovviamente" mi aveva concesso ma soprattutto da quei lunghi o lunghissimi minuti (chi avrebbe potuto dirlo?) che mi attendevano in sua compagnia. Minuti in cui avremmo dovuto parlare di cosa poi?
Feci così un bel respiro e iniziai a pensare ad un messaggio di risposta. Scrissi e cancellai quelle poche righe decine e decine di volte per poter trovare le migliori parole da utilizzare. Forse ero esageratamente preoccupata per quanto potesse essere semplice la risposta ma qualcosa dentro me mi imponeva di non lasciare niente al caso.
Alla fine il mio cervello partorí il seguente messaggio.
"Ciao P., buon pomeriggio a te. Ti ringrazio per la disponibilità. Ti chiederei solo la cortesia di poter ritardare di 15 minuti dato che ho alcune commissioni da svolgere e non penso di essere pronta per le 19.30. Correrei il rischio di farti aspettare lo stesso tempo giù in auto".
Ero stata onesta, su questo non si poteva dire diversamente!!
Seguì la sua risposta: "Va bene V., non ti preoccupare, in fondo stiamo andando ad una festa e ci dobbiamo divertire e rilassare. Non è né divertente né rilassante dover fare le corse per andare ad una festa. Se hai bisogno possiamo anche ritardare di 30 minuti. Basta che me lo dici e comunico anche agli altri gli orari".
A questa sua manifestazione di comprensione e gentilezza devo ammettere che un po' mi sciolsi mettendo da parte la mia rigidità.
"Grazie P., ma non ce n'è bisogno. 15 minuti in più saranno assolutamente sufficienti per entrare in modalità festa/serata fuori :D".
A ripensarci questo e il successivo messaggio di P., furono quelli spartiacque, quelli che avrebbero potuto segnare la fine della conversazione anziché, come successe, darle vigore.
"Modalità festa/serata fuori? Un attimo, ora voglio capire di che si tratta e da cosa differisce dalla normale modalità in cui vivi"
Il messaggio mi lasciò abbastanza interdetta, non mi aspettavo una sua risposta incuriosita ma ci poteva stare visto che, dopo tutto, gli avevo dato modo di farla benché il mio messaggio era stato composto senza voler scatenare alcuna reazione da parte sua ma voleva soltanto essere simpatico e un minimo ilare.
Decisi di rispondergli con altrettanta ilarità, mantenendo lo scambio di battute su toni decisamente leggeri.
"Non c'è bisogno di immaginarsi chissà cosa, semplicemente mi predispongo a divertirmi e a rilassarmi come hai giustamente detto tu prima :P".
La risposta di P. non si fece attendere: "ahahah mi sembra giusto ma questo mi lascia pensare..."
Una frase lasciata in sospeso che aveva tutte le intenzioni di instillare in me la curiosità di sapere cosa pensasse... E maledizione era riuscito ad ottenere il suo intento!!!
Gli chiesi dunque cosa lo lasciasse così pensieroso.
"Mi lascia pensare che negli altri giorni, quando non si fa festa, tu non sia così divertita e rilassata!!"
Maledizione di nuovo!! Aveva fatto centro!! In quel periodo vuoi per cose mie, vuoi per la faccenda che lo aveva riguardato, nn stavo passando un bel momento.
Provai comunque a giocarmela passando un minimo all'attacco.
"Questa è una cosa che hai dedotto tu in maniera errata tra l'altro... O meglio pensi che sia così ma senza delle basi solide. Io sono sempre allegra, sorridente e rilassata u.u"
Forse la faccina alla fine del messaggio poteva farmi sembrare impermalosita o piccata (non lo ero affatto) ma per fortuna lui non la interpretò così.
"Ah bene, mi fa molto piacere che tu viva con alice nel paese delle meraviglie. Quindi alla festa ti troverò ancora più allegra, sorridente e rilassata del solito? Quindi non hai bisogno di bere ahhah"
Dove voleva arrivare? Mi chiedevo. Decisi comunque di stare al gioco.
"Seeeeh credici!! Io bevo quanto mi pare. Tu piuttosto ricordati che poi devi portare delle persone a casa... Hai una certa responsabilità e se qui c'è uno che non può bere, quello 6 tu :P"
"Lo so :( ma conto su di te per bere meno... Se vedi che sono al quarto calice di vino tu fermami. Va bene? Conto su di te!!"
"Il quarto? Seeeeh tu stai fuori!! 2 al massimo... E sono stata buona -.-"
"Ma che 2 oh!! Bevono di più ad una festa di quindicenni? Ahaha"
"Ridi ridi... 2 è il massimo concesso al guidatore!!"
"Come sei severa :( ma sì dai, tanto non te ne accorgerai, sarai impegnata a parlare o a ballare con qualcuno e io potrò bere i miei 3 o 4 calici in tranquillità ahahah"
"Seeeeh credici!! Io vedo e so tutto, non mi sfugge nulla!!" gli scrissi sperando che il tono sembrasse più minaccioso di come me lo ero figurato in testa.
"Staremo a vedere... A fine serata allora voglio sapere esattamente quanti calici ho bevuto ahhaha" scrisse P. lanciandomi la sfida.
"Accetto!! Sarà facile vincere ;)"
"Ahahah bene... Allora ci vediamo settimana prossima e vedremo chi avrà vinto"
"Contaci!!"
Incredibilmente avevo un "impegno" con P.. Erano bastati pochi messaggi per farmi sciogliere e riaccendere nuovamente la voglia di vederlo.
Sembravano così lontani i giorni in cui cercavo di evitarlo e invece era solo il giorno prima.
Come può essere volubile l'animo umano quando lo stesso è già condizionato da un desiderio, che non volevo ammettere a me stessa in questo caso, ma pur sempre presente.
ANDATA
Nel mio vestito blu floreale avvolta dal velo che copriva le mie spalle entrai in macchina di P. il quale, come avevo intuito, era passato a prendere me per prima.
Ci salutammo con un distensivo guancia-guancia che non ebbe l'effetto di rompere il ghiaccio ma di ricreare un minimo contatto fisico tra noi.
Seguirono circa 60 secondi di silenzio semi-imbarazzante durante i quali si sentì solo la musica della autoradio. Poi P. intervenne chiedendomi come stavo, come procedeva il lavoro, che stavo facendo in quel periodo e via via introducendo nuovi argomenti che ebbero l'effetto di abbattere quel velo di imbarazzo che avrebbe potuto trasformarsi un in muro rischiando di trasformare quei minuti di condivisione dello stesso spazio in qualcosa di terribile.
Ad un certo punto, poi, P. mi ricordò che avevamo una sfida in ballo e io, fingendo di non essermene dimenticata, gli lanciai un nuovo monito invitandolo a fare attenzione che lo avrei controllato.
Quel gioco più o meno convinto servì a distendere ancora di più gli animi e a far dimenticare l'evento che ci aveva allontanati.
In questo clima passammo a prendere gli altri invitati e ci dirigemmo alla festa.
Fu una serata molto divertente, fatta di risate, chiacchierate, balli e anche qualche pettegolezzo. Non ci facemmo mancare nulla.
Io e P. ci mantenemmo a distanza anche se ogni tanto i nostri sguardi si incrociarono come a volersi rilanciare nuovamente la sfida, quella sfida che era nata per caso, sicuramente per gioco, ma che in quel contesto ci stava tenendo uniti e vicini mentalmente. Almeno per me era così!! Non ci ronzavamo attorno, non ci parlavamo ma ci pensavamo e ci cercavamo con gli occhi, questo era innegabile.
Si fece quindi l'ora di salutare tutti, ringraziare la padrona di casa per l'ospitalità e ritornare nuovamente alle rispettive abitazioni.
RITORNO
Riaccompagnata l'ultima persona, ecco che io e P. ci ritrovammo nuovamente da soli in macchina, stavolta con dei cl in più di vino da smaltire, con un vincitore da dichiarare ma soprattutto con tanti freni inibitori in meno.
P. non perse tempo e attaccò subito il discorso: .
Nascondendo a malapena un sorriso misto a incredulità ribattei: .
P:
.
disse P. sorridendo sornione.
Tra batti e ribatti la conversazione proseguì finché non arrivammo sotto casa mia dove io mi apprestai a salutare P., a ringraziarlo per il passaggio e a ritornare a casa.
Prima di salutarci però si lasciò andare ad un piccolo lamento ironico:
Lasciandomi scappare più di un mezzo sorriso mi sporsi verso la sua camicia dove P. stava indicando la presenza della macchia. Allungai il dito e inizia a strofinare sulla macchia come a volerla togliere via con l'unghia. Il gesto, fatto senza alcuna malizia, comportò però un' involontaria stimolazione del capezzolo di P. che colse subito la palla al balzo per fare una battuta.
Dopodiché ruppe gli indugi e disse: . Nemmeno il tempo di terminare la frase che il suo dito inizio a strofinare leggermente sul mio capezzolo turgido che faceva capolino dal vestito.
Guardai P. esterrefatta, attonita, incredula che quello fosse lo stesso uomo che mi aveva rifiutata qualche tempo prima.
Lo redarguii fintamente con un e lo guardai con lo sguardo di chi chiede "a che gioco stai giocando?".
La risposta di P. non si fece attendere e fu una di quelle che fanno sciogliere qualunque donna.
Appoggiando una mano alla mia guancia, si lasciò andare completamente: >
Scesi dall'auto e mi affrettai a salire in casa in attesa che P. facesse altrettanto.
DESIDERIO
Andai ad aprire la porta con addosso solo reggiseno e perizoma senza nemmeno calzare le scarpe che in un primo momento avevo pensato di indossare. Avevo deciso di ricevere P. in quel modo per non perderci troppo in inutili convenevoli visto che avevamo già rotto il ghiaccio in auto. La sua dichiarazione, inoltre, mi metteva al riparo da eventuali ripensamenti dell'ultimo secondo, ripensamenti che mi avrebbero fatta sentire nuovamente umiliata e stupida.
L'azzardo di sorprendere P. ebbe l'effetto sperato; il lieve imbarazzo nel vedermi senza abito fece subito posto all'eccitazione.
P. si lanciò su di me sbattendomi letteralmente al muro e lasciandosi andare ad un passionale bacio. Poi, nemmeno il tempo di terminare la frase "sei bellissima!! Guarda qua quanta roba!!" che mi sollevò da terra e sempre con la schiena appoggiata al muro riprese a baciarmi.
Con il respiro reso affannoso dall'eccitazione e dallo sforzo fisico di tenermi sollevata, P. mise di nuovo in pausa quel momento di passione e chiese . Le parole uscivano con un po' di difficoltà, sicuramente non con la proverbiale fluidità a cui avevo abituato P.. Esse venivano infatti tagliate corto dai suoi colpi, sferrati quasi con cattiveria mentre mi teneva saldamente per i fianchi.
L'effetto che ne derivò fu quello di creare una crescente eccitazione in entrambi.
P. la manifestò con una ancora maggiore intensità, segno di voler dare seguito ai fatti dopo le parole; io, invece, con un aumento della lubrificazione che ovviamente P. non mancò di sottolineare.
Confermai tutto!! Non solo perché non potevo fare altrimenti ma anche perché era la verità!!
.
Al culmine dello sforzo, P. mi assestò un sonoro schiaffo sul sedere, si staccò da me e si sedette sul letto ansimando. Rimase a guardarmi mentre, ancora sulle ginocchia, giocavo energicamente con il mio clitoride gonfio.
Affannata ed eccitata, con il culetto al vento e con la faccia appoggiata al letto, approfittai di quei momenti di pausa per recuperare un po' di fiato.
Per quello che sarebbe avvenuto da lì a poco ne avrei avuto bisogno.
"Ciao V., buon pomeriggio. M. mi ha chiesto se posso passarti a prendere per la festa. Ovviamente la risposta è sì. Va bene se passo da te per le 19.30? Mentre facciamo il giro per prendere gli altri, arriviamo sicuramente dopo le 20.30 alla festa".
Mi ritrovai questo messaggio di P. sul cellulare in cui mi saltarono all'occhio 3 cose.
La prima: "ovviamente la risposta è sì"... Quell' ovviamente messo lì ad inizio frase che significato aveva? Era semplice cortesia? Era ironico? O era in qualche modo sintomo di una più o meno inconscia contentezza? Probabilmente non avevo troppi indizi per poterlo dire, soprattutto perché era stato piazzato lì in un messaggio testuale, non avevo avuto modo di sentirlo pronunciare dalla sua bocca e per questo mi mancavano un paio di piccoli ma importanti dettagli: l'espressione del volto e il tono con cui sarebbe stata pronunciata la frase.
Per questo probabilmente non valeva molto la pena arrovellarsi il cervello anche perché, come sarà chiaro nel prosieguo di questo capitolo, era altro che assorbiva la maggior parte dei miei pensieri.
Secondo punto: mi stava chiedendo di rispondere ad una sua proposta, mettendomi al corrente dei motivi che c'erano dietro la stessa e di qual era l'organizzazione per la serata. Perché lo faceva? Non sarebbe stato più semplice dirmi "fatti trovare pronta a quest'ora" senza troppi fronzoli? E come avrei dovuto rispondere alla luce del fatto che per le 19.30 avrei avuto qualche difficoltà?
A volte la possibilità di scelta ci mette di fronte a delle complicazioni superiori rispetto a delle scelte imposte o addirittura all'assenza di una scelta.
Se in un supermercato si avesse a disposizione un solo pacco di biscotti anziché 20, sicuramente nn perderemmo tanto tempo nel valutare e scegliere il migliore per noi ma andremmo direttamente su quell'unico pacco risparmiando tempo e fatica.
Terzo e ultimo punto, quello più importante: io e P. saremmo rimasti da soli in macchina per un lasso di tempo non quantificabile prima che la macchina si riempisse con le altre persone. E chiaramente questo stesso canovaccio si sarebbe ripetuto al ritorno, dopo che la macchina si fosse svuotata degli altri.
Io e lui eravamo quelli più vicini, era più comodo per lui passare prima da me e poi dagli altri ragazzi. E questo spiegava anche perché a me aveva proposto le 19.30 come orario!!
I miei tentativi di evitarlo non solo sarebbero stati resi vani dal passaggio che "ovviamente" mi aveva concesso ma soprattutto da quei lunghi o lunghissimi minuti (chi avrebbe potuto dirlo?) che mi attendevano in sua compagnia. Minuti in cui avremmo dovuto parlare di cosa poi?
Feci così un bel respiro e iniziai a pensare ad un messaggio di risposta. Scrissi e cancellai quelle poche righe decine e decine di volte per poter trovare le migliori parole da utilizzare. Forse ero esageratamente preoccupata per quanto potesse essere semplice la risposta ma qualcosa dentro me mi imponeva di non lasciare niente al caso.
Alla fine il mio cervello partorí il seguente messaggio.
"Ciao P., buon pomeriggio a te. Ti ringrazio per la disponibilità. Ti chiederei solo la cortesia di poter ritardare di 15 minuti dato che ho alcune commissioni da svolgere e non penso di essere pronta per le 19.30. Correrei il rischio di farti aspettare lo stesso tempo giù in auto".
Ero stata onesta, su questo non si poteva dire diversamente!!
Seguì la sua risposta: "Va bene V., non ti preoccupare, in fondo stiamo andando ad una festa e ci dobbiamo divertire e rilassare. Non è né divertente né rilassante dover fare le corse per andare ad una festa. Se hai bisogno possiamo anche ritardare di 30 minuti. Basta che me lo dici e comunico anche agli altri gli orari".
A questa sua manifestazione di comprensione e gentilezza devo ammettere che un po' mi sciolsi mettendo da parte la mia rigidità.
"Grazie P., ma non ce n'è bisogno. 15 minuti in più saranno assolutamente sufficienti per entrare in modalità festa/serata fuori :D".
A ripensarci questo e il successivo messaggio di P., furono quelli spartiacque, quelli che avrebbero potuto segnare la fine della conversazione anziché, come successe, darle vigore.
"Modalità festa/serata fuori? Un attimo, ora voglio capire di che si tratta e da cosa differisce dalla normale modalità in cui vivi"
Il messaggio mi lasciò abbastanza interdetta, non mi aspettavo una sua risposta incuriosita ma ci poteva stare visto che, dopo tutto, gli avevo dato modo di farla benché il mio messaggio era stato composto senza voler scatenare alcuna reazione da parte sua ma voleva soltanto essere simpatico e un minimo ilare.
Decisi di rispondergli con altrettanta ilarità, mantenendo lo scambio di battute su toni decisamente leggeri.
"Non c'è bisogno di immaginarsi chissà cosa, semplicemente mi predispongo a divertirmi e a rilassarmi come hai giustamente detto tu prima :P".
La risposta di P. non si fece attendere: "ahahah mi sembra giusto ma questo mi lascia pensare..."
Una frase lasciata in sospeso che aveva tutte le intenzioni di instillare in me la curiosità di sapere cosa pensasse... E maledizione era riuscito ad ottenere il suo intento!!!
Gli chiesi dunque cosa lo lasciasse così pensieroso.
"Mi lascia pensare che negli altri giorni, quando non si fa festa, tu non sia così divertita e rilassata!!"
Maledizione di nuovo!! Aveva fatto centro!! In quel periodo vuoi per cose mie, vuoi per la faccenda che lo aveva riguardato, nn stavo passando un bel momento.
Provai comunque a giocarmela passando un minimo all'attacco.
"Questa è una cosa che hai dedotto tu in maniera errata tra l'altro... O meglio pensi che sia così ma senza delle basi solide. Io sono sempre allegra, sorridente e rilassata u.u"
Forse la faccina alla fine del messaggio poteva farmi sembrare impermalosita o piccata (non lo ero affatto) ma per fortuna lui non la interpretò così.
"Ah bene, mi fa molto piacere che tu viva con alice nel paese delle meraviglie. Quindi alla festa ti troverò ancora più allegra, sorridente e rilassata del solito? Quindi non hai bisogno di bere ahhah"
Dove voleva arrivare? Mi chiedevo. Decisi comunque di stare al gioco.
"Seeeeh credici!! Io bevo quanto mi pare. Tu piuttosto ricordati che poi devi portare delle persone a casa... Hai una certa responsabilità e se qui c'è uno che non può bere, quello 6 tu :P"
"Lo so :( ma conto su di te per bere meno... Se vedi che sono al quarto calice di vino tu fermami. Va bene? Conto su di te!!"
"Il quarto? Seeeeh tu stai fuori!! 2 al massimo... E sono stata buona -.-"
"Ma che 2 oh!! Bevono di più ad una festa di quindicenni? Ahaha"
"Ridi ridi... 2 è il massimo concesso al guidatore!!"
"Come sei severa :( ma sì dai, tanto non te ne accorgerai, sarai impegnata a parlare o a ballare con qualcuno e io potrò bere i miei 3 o 4 calici in tranquillità ahahah"
"Seeeeh credici!! Io vedo e so tutto, non mi sfugge nulla!!" gli scrissi sperando che il tono sembrasse più minaccioso di come me lo ero figurato in testa.
"Staremo a vedere... A fine serata allora voglio sapere esattamente quanti calici ho bevuto ahhaha" scrisse P. lanciandomi la sfida.
"Accetto!! Sarà facile vincere ;)"
"Ahahah bene... Allora ci vediamo settimana prossima e vedremo chi avrà vinto"
"Contaci!!"
Incredibilmente avevo un "impegno" con P.. Erano bastati pochi messaggi per farmi sciogliere e riaccendere nuovamente la voglia di vederlo.
Sembravano così lontani i giorni in cui cercavo di evitarlo e invece era solo il giorno prima.
Come può essere volubile l'animo umano quando lo stesso è già condizionato da un desiderio, che non volevo ammettere a me stessa in questo caso, ma pur sempre presente.
ANDATA
Nel mio vestito blu floreale avvolta dal velo che copriva le mie spalle entrai in macchina di P. il quale, come avevo intuito, era passato a prendere me per prima.
Ci salutammo con un distensivo guancia-guancia che non ebbe l'effetto di rompere il ghiaccio ma di ricreare un minimo contatto fisico tra noi.
Seguirono circa 60 secondi di silenzio semi-imbarazzante durante i quali si sentì solo la musica della autoradio. Poi P. intervenne chiedendomi come stavo, come procedeva il lavoro, che stavo facendo in quel periodo e via via introducendo nuovi argomenti che ebbero l'effetto di abbattere quel velo di imbarazzo che avrebbe potuto trasformarsi un in muro rischiando di trasformare quei minuti di condivisione dello stesso spazio in qualcosa di terribile.
Ad un certo punto, poi, P. mi ricordò che avevamo una sfida in ballo e io, fingendo di non essermene dimenticata, gli lanciai un nuovo monito invitandolo a fare attenzione che lo avrei controllato.
Quel gioco più o meno convinto servì a distendere ancora di più gli animi e a far dimenticare l'evento che ci aveva allontanati.
In questo clima passammo a prendere gli altri invitati e ci dirigemmo alla festa.
Fu una serata molto divertente, fatta di risate, chiacchierate, balli e anche qualche pettegolezzo. Non ci facemmo mancare nulla.
Io e P. ci mantenemmo a distanza anche se ogni tanto i nostri sguardi si incrociarono come a volersi rilanciare nuovamente la sfida, quella sfida che era nata per caso, sicuramente per gioco, ma che in quel contesto ci stava tenendo uniti e vicini mentalmente. Almeno per me era così!! Non ci ronzavamo attorno, non ci parlavamo ma ci pensavamo e ci cercavamo con gli occhi, questo era innegabile.
Si fece quindi l'ora di salutare tutti, ringraziare la padrona di casa per l'ospitalità e ritornare nuovamente alle rispettive abitazioni.
RITORNO
Riaccompagnata l'ultima persona, ecco che io e P. ci ritrovammo nuovamente da soli in macchina, stavolta con dei cl in più di vino da smaltire, con un vincitore da dichiarare ma soprattutto con tanti freni inibitori in meno.
P. non perse tempo e attaccò subito il discorso: .
Nascondendo a malapena un sorriso misto a incredulità ribattei: .
P:
.
disse P. sorridendo sornione.
Tra batti e ribatti la conversazione proseguì finché non arrivammo sotto casa mia dove io mi apprestai a salutare P., a ringraziarlo per il passaggio e a ritornare a casa.
Prima di salutarci però si lasciò andare ad un piccolo lamento ironico:
Lasciandomi scappare più di un mezzo sorriso mi sporsi verso la sua camicia dove P. stava indicando la presenza della macchia. Allungai il dito e inizia a strofinare sulla macchia come a volerla togliere via con l'unghia. Il gesto, fatto senza alcuna malizia, comportò però un' involontaria stimolazione del capezzolo di P. che colse subito la palla al balzo per fare una battuta.
Dopodiché ruppe gli indugi e disse: . Nemmeno il tempo di terminare la frase che il suo dito inizio a strofinare leggermente sul mio capezzolo turgido che faceva capolino dal vestito.
Guardai P. esterrefatta, attonita, incredula che quello fosse lo stesso uomo che mi aveva rifiutata qualche tempo prima.
Lo redarguii fintamente con un e lo guardai con lo sguardo di chi chiede "a che gioco stai giocando?".
La risposta di P. non si fece attendere e fu una di quelle che fanno sciogliere qualunque donna.
Appoggiando una mano alla mia guancia, si lasciò andare completamente: >
Scesi dall'auto e mi affrettai a salire in casa in attesa che P. facesse altrettanto.
DESIDERIO
Andai ad aprire la porta con addosso solo reggiseno e perizoma senza nemmeno calzare le scarpe che in un primo momento avevo pensato di indossare. Avevo deciso di ricevere P. in quel modo per non perderci troppo in inutili convenevoli visto che avevamo già rotto il ghiaccio in auto. La sua dichiarazione, inoltre, mi metteva al riparo da eventuali ripensamenti dell'ultimo secondo, ripensamenti che mi avrebbero fatta sentire nuovamente umiliata e stupida.
L'azzardo di sorprendere P. ebbe l'effetto sperato; il lieve imbarazzo nel vedermi senza abito fece subito posto all'eccitazione.
P. si lanciò su di me sbattendomi letteralmente al muro e lasciandosi andare ad un passionale bacio. Poi, nemmeno il tempo di terminare la frase "sei bellissima!! Guarda qua quanta roba!!" che mi sollevò da terra e sempre con la schiena appoggiata al muro riprese a baciarmi.
Con il respiro reso affannoso dall'eccitazione e dallo sforzo fisico di tenermi sollevata, P. mise di nuovo in pausa quel momento di passione e chiese . Le parole uscivano con un po' di difficoltà, sicuramente non con la proverbiale fluidità a cui avevo abituato P.. Esse venivano infatti tagliate corto dai suoi colpi, sferrati quasi con cattiveria mentre mi teneva saldamente per i fianchi.
L'effetto che ne derivò fu quello di creare una crescente eccitazione in entrambi.
P. la manifestò con una ancora maggiore intensità, segno di voler dare seguito ai fatti dopo le parole; io, invece, con un aumento della lubrificazione che ovviamente P. non mancò di sottolineare.
Confermai tutto!! Non solo perché non potevo fare altrimenti ma anche perché era la verità!!
.
Al culmine dello sforzo, P. mi assestò un sonoro schiaffo sul sedere, si staccò da me e si sedette sul letto ansimando. Rimase a guardarmi mentre, ancora sulle ginocchia, giocavo energicamente con il mio clitoride gonfio.
Affannata ed eccitata, con il culetto al vento e con la faccia appoggiata al letto, approfittai di quei momenti di pausa per recuperare un po' di fiato.
Per quello che sarebbe avvenuto da lì a poco ne avrei avuto bisogno.
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