Rebecca (parte prima)

di
genere
etero

"Uffa che noia” continuava a pensare Rebecca mentre sfogliava pigramente un giornale stesa sul letto. Suonarono alla porta, ma lei non si mosse neanche, tanto ci sarebbe andata il suo maggiordomo ad aprire. Continuava a sfogliare la rivista pensando alla vita noiosa che aveva, lei aveva tutto e non doveva fare niente per ottenerlo, bastava facesse la faccia implorante e suo padre le concedeva tutto: la macchina, il personal trainer, il massaggiatore, un viaggio di tre mesi in qualunque luogo… stava diventando anche questo troppo noioso.
Sentì bussare alla porta, la porta aprirsi e un signore di circa cinquant’anni affacciarsi e dirle
“Ciao”
“Salve, ha bisogno?” disse con aria di sufficienza
“Sto aspettando tuo padre e mi annoiavo giù da solo”
“Ah sì? E io come posso aiutarla?” disse Rebecca mettendosi a sedere sul letto con le gambe leggermente divaricate e toccandosi l’attaccatura del seno
“Lo sai che non dovresti accogliere le persone solo con una canottierina e un perizoma?”
“Veramente è lei che è entrato in camera mia senza permesso e oggi fa molto caldo, non trova?” e si alzò dal letto dirigendosi verso di lui
“Stai attenta! E’ pericoloso giocare con gli sconosciuti…”
Rebecca si avvicinò, sorridendo, gli slacciò i pantaloni e si inginocchiò davanti a lui prendendogli in bocca il suo cazzo. Iniziò a succhiare, a leccare, ma dopo poco lui la interruppe dicendo: “Un pompino così lo posso avere per due soldi da chiunque” e la tirò su prendendola per i capelli e la spinse sul letto. Lo sguardo di Rebecca era cambiato, iniziava ad avere paura.
“Ti avevo detto di stare attenta…”
La fece mettere a novanta le tirò giù le mutandine, lei provò a divincolarsi, lui la sculacciò forte e disse:
“Non sono uno di quei cazzoni che ti scopi e che puoi comandare a bacchetta, tu fai quello che ti dico di fare io, se no ti disfo” e le infilò due dita nel culo
“Ahia, non l’ho mai fatto così”
“Così? Vuol dire che non l’hai mai preso in culo? Bè ora lo prenderai in culo…” Le sputò addosso, per oliare un po’ l’entrata poi senza troppi convenevoli glielo mise dentro, Rebecca urlò “Brava, grida pure, mi diventa ancora più duro” Raggiunse l’orgasmo, si staccò e si rivestì mentre stava uscendo Rebecca disse:
“Lo dirò a mia padre…”
"Chi credi mi abbia detto di venire qui a spassarmela durante l’attesa? Sei proprio una ragazzina ingenua” ridendo lasciò la stanza e quella risata riecheggiò a lungo in quella stanza.

Un mese dopo suo padre la chiamò nel suo studio, la fece accomodare e le disse:
“Tesoro io e la mamma…”
Rebecca lo interruppe subito e disse: “Lei non è mia madre, quella poco più che ventenne super rifatta che ti sei sposato, non è mia madre”
“Stai attenta a come parli di mia moglie, capito signorina?”
“Perché? Se no non te la fa vedere neanche quella volta al mese che per contratto è costretta a concederti?”
Il padre le tirò una sberla “Aveva proprio ragione, sei diventata una piccola troia insolente. Il signor Fini mi ha detto che gli sei saltato addosso e che volevi fargli ad ogni costo un pompino”
“Chi?”
“Il signore che circa un mese fa mi stava aspettando qui a casa per discutere di alcuni affari, è salito in cerca di un bagno e si è imbattuto in te, mi ha detto che si è sottratto alle tue lusinghe lascive solo per rispetto nei miei confronti e che me lo ha riferito perché è molto preoccupato per te, non è certo un comportamento da signorina per bene”
Rebecca era senza parole.
”Credo di averti viziato troppo, ho preso una decisione: d’ora in poi lavorerai nella compagnia di un mio conoscente, dal gradino più basso, sarai una centralinista e potrai fare carriera solo se te lo meriterai. Inoltre continuerai a vivere qui dove ti posso controllare e avrai un autista personale che ti accompagnerà al lavoro e ti verrà a riprendere perché tu non avrai più vita sociale, per te sarà solo lavoro e casa. E ora vai che da domani si comincia.”
Così ci fu il suo primo giorno di lavoro, poi la sua prima settimana e infine il suo primo mese, ma non ci volle molto a capire che quella vita non faceva per lei. Lei voleva soldi, libertà, allegria, voleva tornare la principessa che era sempre stata e si rese conto che era disposta a tutto per ottenerlo. Alla fine del suo mese fu invitata a un incontro per avere il suo primo feedback del suo lavoro. Entrando nella stanza si rese conto subito che non era quella la ragione per cui era stata invitata. Si trovò davanti il Signor Fini che le sorrideva e le disse di accomodarsi:
"Rebecca, questo è il consiglio di amministrazione di questa azienda, come vedi siamo 7 uomini maturi" Lui in effetti era il più giovane. "Ma stiamo cercando di svecchiare la situazione per cui, visto che la mia assistente è appena stata promossa a dirigere un altro ramo dell'azienda sono alla ricerca della mia nuova assistente e ho pensato a te."
"A me? Ne sono lusingata. Quando posso iniziare?"
"Questo dipende da te. Qui davanti hai il tuo contratto, appena lo firmi sarà attivo."
"Dove devo firmare?" disse Rebecca sorridendo
"Sei proprio una ragazzina e tuo padre non ti ha insegnato proprio niente. Si deve sempre leggere prima di firmare"
"E cosa ci sarà scritto di così strano?"
"La nostra è un'azienda non ordinaria. Ad alcuni dei nostri impiegati vengono fatte delle offerte particolari. Lautamente ricompensate, ovviamente"
"Tipo?"
"Tipo che devi fare qualunque cosa per soddisfare i tuoi datori di lavoro e i nostri clienti. A volte anche qualche dipendente"
Il signor Fini si ferma, lei si guarda intorno, osservando i 7 uomini che la fissano. Uno però ha le mani sotto il tavolo e mentre lo sta guardando fa dei versi, "Oh sì, Oooooh..." lei continua a guardarlo e dopo poco esce una ragazza che pulendosi la bocca si alza
"Grazia Anastasia" dice il vecchio
"Di nulla, signore, ci vediamo dopo in ufficio" sorride ed esce.
"Inizi a capire?" dice il signor Fini a Rebecca
"Direi di sì"
"Quello che succede all'interno dell'azienda rimane qui, tutti i dipendenti firmano un contratto di segretezza. E per questo il tuo stipendio sarà generoso. Se poi dovessi convincere qualche nostro cliente ad accettare la nostra offerta avrai una percentuale del guadagno. Ora tocca a te."
"Dove devo firmare?"
"Benissimo Rebecca, per firmare dovrai spogliarti"
"Dove?"
"Qui. Ora."
Lei sbarra gli occhi, guardandosi intorno incredula, ma tutti intorno a lei sono seri e annuiscono. Le tende sono tirate e la stanza è insonorizzata, nessuno da fuori può accorgersi di qualcosa. Inizia a spogliarsi. Una volta nuda guarda il Signor Fini come per dire "e ora?" Lui la guarda e con un sorriso maligno le dice:
"Sai già la mia posizione preferita" e inizia ad aprirsi i pantaloni. Rebecca si gira e si piega sul tavolo. Uno dei soci le allunga davanti il contratto e la penna per firmare, il Signor Fini intanto si posiziona dietro di lei mentre se lo sta segando per farselo venir duro. Le infila di nuovo due dita dentro al culo. Lei sobbalza ma non dice niente. Lui si unge il cazzo e lo infila dentro:
"Si è allargato dall'ultima volta" e mettendole una mano sul fianco e una sulla schiena inizia a stantuffarla. Forte. Lei si guarda intorno, vede gli occhi lascivi di quegli uomini su di lei, sente il potere che l'uomo dentro di lei emana mentre la sta prendendo con così forza. Dopo poco lui le viene dentro. Lei firma il contratto con lui ancora dentro. Quando si toglie gli indica un piccolo mobiletto con salviette e fazzoletti per pulirsi e le dice:
"Ottimo, come mi ricordavo. Vai pure ora. Ci vediamo domani mattina alle 9 nel mio ufficio"
Lei si riveste ed esce.
Una volta richiusa la porta, il signor Fini si gira e apre un piccola porta
"Sei riuscito a vedere tutto?"
"Sì"
"Te lo avevo detto che tua figlia è una grandissima troia e ci saremmo potuti divertire con lei"
"La prossima volta però me la scopo io, prima che sia completamente sfondata" dice il padre di Rebecca.
E tutti i presenti si mettono a ridere.
scritto il
2025-01-04
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