Alice
di
Lady Violet
genere
etero
Alice aveva passato tutto il pomeriggio a casa di Marco, stavano insieme da più di anno e ormai andava anche a casa sua senza problemi, conosceva i suoi ed erano molto simpatici. D’altra parte avere 18 anni e vivere ancora con i genitori, non gli permetteva molto altro se volevano stare in intimità. C’era la macchina, ovviamente, ma era più esposta e la usavano alla sera quando poi lei doveva tornare a casa sua. I suoi su questo erano molto all’antica e non voleva che loro facessero cose in casa loro. Così avevano trovato questa soluzione e quando potevano passavano il pomeriggio da Marco, che invece era liberissimo di fare quello che voleva in camera sua.Con lui Alice stava bene, ma era la sua prima relazione seria e con lui aveva perso la verginità, certo prima con altri qualcosa aveva fatto, ma Marco era il suo primo. Era soddisfatta con lui.Era il momento, però di tornare a casa, la madre di Marco era in cucina, era una donna insipida, Alice non poteva pensare altro, non era bella né brutta, non indossava mai niente di colorato, ma sempre sui toni dei beige, sempre gentile ed educata, ma una di quelle persone che non noti se non ci sbatti contro. Le sorrise e lei disse:“Ciao Alice, come va? Ti fermi a cena con noi?”“Mamma veramente la stavo per riportare a casa” “Però Marco, in effetti se non disturbo, almeno dopo possiamo uscire e non devi fare avanti e indietro come un coglione”“Certo che non disturbi” disse subito sorridendo la madre“Fai come vuoi” disse Marco “Avviso i miei e mi fermo volentieri allora” disse AliceCenarono insieme, la madre di Marco era un’ottima cuoca, poi uscirono con gli amici. Era tardissimo quando rientrarono in casa, quando facevano così tardi Alice non rientrava a casa sua perchè i suoi non glielo permettevano e allora si fermava da Marco. Facevano a turno su chi beveva, stasera era toccato a Marco ed era tornato a casa tanto ubriaco che aveva dovuto aiutarlo a togliersi le scarpe, i pantaloni e buttarlo sul letto. Lei, dovendo guidare, non aveva bevuto. Lo aveva sistemato nel letto, poi si era messa comoda con una maglia di Marco che avrebbe usato per dormire. Andò in cucina per prendere una bottiglia d’acqua e si trovò davanti il padre di Marco.“Ah scusa, non pensavo ci fosse qualcuno in giro visto l’ora” disse Alice tirando giù instintivamente la maglia ad assicurarsi che la coprisse abbastanza.
“Tranquilla, vi ho sentito rientrare e sono venuto a bere un bicchier d’acqua. Passato una buona serata?” “Scusa se ti abbiamo svegliato, sì sì è andata bene, ma Marco ha bevuto un po' e non è stato proprio silenzioso rientrando”“Brava che tu invece non hai bevuto. Stavo pensando di farmi un goccetto di quel liquore alla liquirizia che ti piace tanto, sai alla mia età se ci si sveglia alle 4 poi non è così facile riaddormentarsi”“No, ma forse io dovrei…” iniziò a dire Alice farfugliando qualcosa per riuscire ad andarsene“Alice, in fondo è colpa vostra se mi sono svegliato, fare compagnia a un povero vecchio mi sembra il minimo”“Se la metti così, ok, certo, poi comunque non sei così vecchio…” le disse Alice abbozzando un sorriso. Il padre di Marco prese due bicchieri e versò il liquore, Alice si mise a sedere e iniziò a sorseggiare. Lui beveva e non diceva nulla, assorto nei suoi pensieri. Finirono il primo e lui le versò il secondo, lei provò a dire no, ma lui versò comunque dicendole di non fare troppe storie che un secondo bicchiere non le avrebbe fatto male. Alice iniziò a sciogliersi, iniziarono a chiacchierare a prendere in giro Marco. Il padre di Marco è un uomo nella media, di 45 anni con un po' di pancia, un artigiano abituato a lavorare con le mani e all’aperto ed era anche estremamente spiritoso e divertente. Risero insieme, poi lui le mise una mano sulla sua coscia. Alice si bloccò e lo guardò allarmata“Tranquilla Alice, volevo solo parlarti di una cosa che mi sta molto a cuore”“Di cosa?” disse lei sempre sull’attenti“Di come Marco non ti soddisfi completamente” “Cosa?” disse Alice scattando in piedi. Anche lui si alzò sbarrandole la strada. Lei aveva il culo appoggiato al tavolo e davanti c’era lui, vicino.“Sì Alice, lo so che credi di essere soddisfatta, ma io invece so come scopa mio figlio e certamente non ha imparato da me”“Cosa ne sai tu? E poi non credo sia un argomento che ti
riguardi!” Cercò di muoversi per andarsene, ma lui si avvicinò ancora di più e con la mano le iniziò ad accarezzare l’interno coscia fino a sfiorarle le mutandine “Vedi, io so tutto di come ti scopa, vi guardo e so che una figa come te meriterebbe molto di più” disse il padre di Marco infilandole un dito dentrole mutandine. Alice era paralizzata, non poteva succedere davvero, proprio a lei, le sarebbe bastato gridare pensò“Non basterebbe gridare, Marco è completamente fuori uso e mia moglie… lei non interviene nella mia vita, finchè io non lo faccio nella sua, è un accordo che abbiamo preso milioni di anni fa” disse il padre di Marco come a leggerle il pensiero. Intanto il suo dito grosso e ruvido stava muovendosi avanti e indietro tra le sue labbra. Alice si accorse che si stava bagnando e se ne accorse anche lui“Ecco brava, lasciati andare” e le iniziò a infilare un dito dentro “Mmmm come sei stretta, ce l’ha proprio piccolo mio figlio” Alice iniziò ad ansimare, non capiva cosa le stava accadendo. Era sbagliato, era il padre del suo ragazzo, ma era curiosa, non si era mai bagnata così con Marco.“Non pensare, sei troppo giovane per pensare” disse lui continuando a masturbarla. Quando capì che lei l’avrebbe lasciato fare, tirò fuori il dito, si aprì il pantalone tirando fuori un bel cazzo duro e pronto e glielo infilò dentro. Alice sgranò gli occhi, si sentì aprire, come se le avessero infilato un palo. Aveva ragione lui e Marco ce l’aveva davvero piccolo o lui era un super dotato? Non ebbe tempo di porsi quella domanda a lungo perché lui la stantuffava per bene, le aveva sollevato una gamba e la stava scopando con una certa energia. Con una mano le teneva una gamba con l’altra le stava afferrando una chiappa, non tentava di baciarla, non era dolce. Era sesso. Lei aggrappata a lui non ci mise molto a venire e quello sì che fu un orgasmo. Si sentì portare in una vetta altissima e poi lasciata cadere, una sensazione di libertà e appagamento assoluto. Lui venne dopo poco dentro di lei “Tanto prendi la pillola” le disse. Poi in un attimo era fuori e
si stava già allontanando “Quando vuoi godere signorina, dimmi qualcosa” e se ne andò lasciandola gocciolante e sola in cucina. Non le aveva neanche sfilato le mutandine.Passò un mese in cui Alice non riusciva a smettere di pensarci e a notare soprattutto le mancanze di Marco. Ma quello che aveva fatto era sbagliato e allora perché ci pensava sempre? Aveva anche iniziato a masturbarsi pensandoci. Un altro sabato sera tornarono a casa tardi, Marco ubriaco, si trovò il padre di Marco seduto in poltrona che li aspettava“Eccovi, ti aspettavo” disse lui guardandola. Alice portò Marco in camera e tornò in sala, era stregata, non ragionava, voleva solo riprovare quello che aveva provato l’altra volta“Lo vuoi?”disse guardando lei in piedi davanti a lui“S씓Mi hai fatto aspettare un mese, mi devi supplicare, ora”“Cosa?”“Inginocchiati” e intanto iniziò a tirarsi fuori l’uccello moscio “Succhialo”Lei rimase imbambolata a guardarlo“Avrai fatto un pompino in vita tua, no?”“Sì, s씓E allora succhia”Alice lo prese tra le mani e se lo mise in bocca, non era tanto grande al momento, iniziò a leccarlo, si stava impegnando molto, si sentiva un po' sotto esame, ma iniziò a sentirlo crescere nella sua bocca e si eccitò, era una sensazione nuova, iniziò ad andare su e giù con le mani e con la lingua.
“Non ti dimenticare i coglioni, leccali per bene”Lei eseguì, era la prima volta che lo faceva. Lui le mise una mano sulla testa e le accompagnò il movimento per darle il ritmo. Continuava a succhiare e a segarlo con le mani, le sembrava lo stesse facendo ormai da un sacco di tempo, non capiva se sbagliava qualcosa e poi lui aveva una bella dimensione adesso e si stava iniziando a stufare“Non sono mica uno di quei ragazzini che spompini tu talmente arrapati che in un minuto hanno fatto. Continua a leccare che poi avrai una bella ricompensa” A
quelle parole Alice si riaccese e ricominciò a lavorarlo con nuova energia. Dopo poco il padre di Marco venne, lei appena sentì lo sperma in bocca fece per tirarsi indietro, ma lui le bloccò la testa“Devi berlo fino all’ultima goccia” dopo vari ansiti e spruzzate in gola la lasciò andare.“Brava bambina, ora sdraiati tu”Lei obbedì. Lui le fece allargare le gambe e togliere le mutandine. E iniziò a toccarle l’interno coscia fino ad arrivare alla sua morbida e depilata fighetta. Le mise un dito dentro ed era bagnata. Allargò le labbra e iniziò a leccarla. Lenti cerchi intorno al clitoride e poi lente spennellate. Le avevano già fatto dei servizietti, ma non così. Non così eccitanti. Iniziò a mugugnare di piacere. Lui iniziò ad accelerare il ritmo infilandole anche un
dito dentro, poi un secondo. Alice si sentiva sempre più in alto, aveva perso ogni altro senso o pensiero, l’unica cosa che sentiva era il piacere che aumentava dalla sua figa. Non le ci volle molto ad arrivare all’apice del piacere e si mise a godere a voce alta, contorcendosi tutta. No, mai provato niente del genere. Dopo lunghi momenti di spasmi intorno alle sue dita, Alice si riprese e ritornò in se stessa. Lui tolse le dita e lei vide che grondava unliquido dalle sue mani e si accorse che era lei che aveva prodotto quel liquido. No, niente del genere le era mai successo.Lui si alzò e andandosene le disse di non aspettare un altro mese.E decisamente lei non ne aveva intenzione.
Da quel momento lei cercava scuse per fermarsi a dormire da Marco e spesso faceva bere lui per toglierselo di mezzo. Sapeva, ormai, che stava con lui solo per il padre. A volte si vedevano di nascosto da lui, altre volte se la rischiavano come una domenica a pranzo, in cui il padre di Marco approfittando della tovaglia lunga e della gonna di lei iniziò a masturbarla sotto il tavolo
mentre chiacchieravano con moglie e Marco e poi si ritrovarono a fare una sveltina in bagno.Una notte il padre di Marco aveva bevuto un po' di più aspettandoli e quindi quando arrivarono a casa era su di giri. In un attimo erano in cucina con le dita di lui nella figa, poi il padre di Marco la girò mettendola a pecora sul tavolo, le sollevò la gonna, le tirò giù le mutande e le schiaffeggiò il culo, anche Alice era eccitata per il suo comportamento. Lui le mise un dito davanti e uno nel suo bel culetto, poi si mise a leccarglielo e prima che lei se ne potesse accorgere lui gli piantò il suo cazzo nel culo, era la prima volta di Alice, le faceva male, fece per divincolarsi, ma lui fermo dentro di lei le bloccò il collo sul tavolo e le disse “Finalmente il tuo culetto, troia” poi cominciò a stantuffarla ben bene tenendole le mani su di lei per bloccarla. Gli ci volle poco per riempirla, poi uscì da lei, si sistemò i pantaloni e se ne andò. Lei si tirò su e si rese conto che si era spinta troppo oltre, che quell’uomo era solo un bastardo e che non gli fregava un cazzo di lei. Il giorno dopo lasciò Marco e non rimise più piede in quella casa.
Tutto questo le passa davanti mentre apre la porta di casa e si trova il padre di Marco alla porta. Sono passati 12 anni, non lo aveva mai più visto.“Ciao, sono qui per il lavoro in bagno, è la casa giusta?”“Sì, immagino che ti sei sentito con mio marito”La giornata passa tranquilla, lei lavora nel suo studio, lui in bagno, non si sono quasi mai incrociati e quando avevano dovuto era
stati cordiali come due estranei, quali ormai erano. Alice non può certo dirgli quanto lui le abbia cambiato la vita. In questi 12 anni aveva avuto molte relazioni, alcune clandestine, sempre ricercando quel piacere e quella forza che poi aveva scoperto piacerle tanto. Era diventata una donna in cui non metteva limiti al sesso e al suo piacere e le piaceva se a volte era forte,
sgraziato, irrispettoso.“Io ho finito Alice, vieni a vedere il lavoro?”Non fa in tempo ad entrare in bagno che si trova il suo cazzo duro in mano, poi la piega e glielo infila in bocca. Le sta scopando la bocca senza pietà, tenendole la testa e sprofondando il suo membro fino infondo, ad Alice vengono i conati, lui rallenta ma poi ricomincia. Altre due o tre colpi e le inonda la gola con il suo sperma. Le tiene la testa fino a che non è uscito fino all’ultima goccia. Poi la lascia, la alza e le infila due dita tra le gambe. Trovandola fradicia si mette a ridere e andandosene le dice “Povero marito cornuto”.
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