La lamentela

di
genere
dominazione

Sono li seduta al
lavoro. Nel hotel dove lavoro la direzione tiene molto alle recensioni.
Ex colleghi sono diventati tali, solo perché il cliente di turno, con la puzza sotto il naso, ha scritto due righe di troppo in rete.
La mia professionalità non è mai stata messa in dubbio.
Mi sentivo tranquilla.
Sono quasi le 21:30... ancora un'ora e poi via a casa. Doccia, tisana e chissà se mio marito mi sta aspettando "alzato".
Approfitto del dolce far niente e gli mando una foto delle mie gambe, con calze velate sotto la gonna.
Spunte blu, ha aperto il messaggio... mi risponde con l'emoticon della melanzana.
Apro un paio di bottoni della camicetta e altra foto sbarazzina parte.
Cuoricini.
Sento il campanello della porta che tintinna.
Mi ricompongo e mi alzo in piedi.
"Buonasera, benvenuti"
Lui, sui 45, giacca e cravatta, da solo.
"Benvenuto!" mi corregge "buonasera".
Ecco qua, il cafone di turno.
"Scusi" sorriso di circostanza " ha prenotato una stanza?"
"No, ma ne vorrei una. So che è tardi, ma mi dia la più bella rimasta".
Controllo le camere libere... "abbiamo una suite, il prezzo è di 200€, senza colazione".
"200€ a quest'ora? mi faccia meno. Tanto non la vende!" replica lui.
"Sa, ho le mani legate, non posso far sconti. La mia posizione..."
Mi interrompe "si vabbeh, ho capito" e mi mette due banconote da €100 sul banco.
Documento, firma, "la faccio accompagnare?"
"Non serve, mi dia la chiave. È bella vero?"
"La migliore" rispondo sicura.
Si gira e se ne va.
Neanche il tempo di riprendere il telefonino in mano e squilla il telefono... 346. È lui!
Tiro su e vengo investita da frasi tipo "è una vergogna", "con quello che mi ha fatto pagare"...
"mando su il facchino" dico subito.
"Nessun facchino, salga subito lei, che le faccio vedere!" e riattacca.
Che palle!
Salgo, busso e mi apre la porta in accappatoio.
"Entri!" mi ordina "venga a vedere".
Lo seguo verso il bagno.
"Guardi" mi indica due asciugamani per terra sporchi. Capisco l'antifona e comincio a scusarmi.
Di tutta risposta lui tira fuori il telefonino dalla tasca dell'accappatoio e scatta due foto.
"E non è tutto" mi spinge verso la vasca "quelli non sono capelli!".
Guardo e sul fondo della vasca due "peli ricurvi".
Arrossisco. Erano chiaramente peli pubici.
"Guardi, io non so proprio..."
Telefonino e altre due foto!
"Ora ci penso io" gira il cellulare e mi fa vedere la pagina di un noto sito di recensioni.
"No aspetti un attimo, forse posso fare qualcosa per rimediare"dico in fretta.
Si ferma e mi guarda.
"Tipo?" fa lui.
"Non so, sconticino. Le faccio pulire la stanza".
Mi guarda, ma non parla più.
"In effetti... qualcosa la potrebbe anche fare"
dice sfregandosi il mento.
"Qua non si mette bene" penso.
Si slaccia l'accappatoio e rimane con il pene di fuori. Una bella misura e già un pó eccitato.
Rimango di stucco.
"Ha detto che ha le mani legate, vediamo" mi prende un braccio e mi mette la mano sul suo cazzo.
"Fammi questo sconticino" insiste "o comincio a scrivere di quanto maleducata sei".
Rimango con la mano semi chiusa sul suo pene ormai in erezione.
Lo guardo e lui sogghigna.
"No?" mi lascia la mano "ok!".
Riprende il cellulare e sento che scrive.
"Aspetti, ok".
Si ferma. La mia mano comincia a muoversi piano. È parecchio eccitato.
"Aspetta" mi dice "e mi porta in camera.
Si siede sulla poltrona e aggiunge "forza. Sono pronto".
Mi inginocchio davanti alle sue gambe aperte e comincio a pagare il pegno, per non avere la recensione negativa.
Lui si rilassa e si gode il momento.
Vado avanti per un po' .
"Su" mi incalza "impegnati.
Aumento la velocità.
Si piega di scatto in avanti, mi slaccia i bottoni della camicetta e mi abbassa il reggiseno.
"Ora va meglio".
Sono con le tette di fuori, in ginocchio davanti ad uno sconosciuto e lo sto
masturbando.
Sento che sta per venire, ma si ritrae e mi dice "per gli asciugamani, direi che sei apposto. Rimangono i peli".
"Come?" faccio io sorpresa.
"Succhia" dice perentorio.
"No, questo no!" dico io convinta.
"Succhia" e mi scatta una foto a tradimento.
Me la fa vedere.
Sembravo una puttana.
"Lei non può..." accenno.
"Succhia" ripete.
Ricordo solo il suo sapore prima salato e poi dolce, quando mi è venuto in bocca.
Non ce l'ho fatta. Ho sputato per terra.
Mi sono alzata, rimessa apposto e gli ho detto "faccio salire il facchino".
È rimasto seduto.
I giorni seguenti non ero di turno.
Rientrata, il mio capo mi chiama.
"Vieni in ufficio che devo parlarti".
Che cavolo era successo?
Entro e trovo il direttore ed il capo del personale che mi attendono.
"Siediti".
Ho pensato che fosse la fine.
Girano lo schermo del computer e mi fanno vedere una recensione favolosa su di me. Scriveva che ero stata molto professionale, educata e che tutti gli hotel avrebbero dovuto avere dipendenti come me. Suggeriva pure una promozione!
Indovinate chi l'aveva scritta!?
di
scritto il
2025-01-13
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