Una serata eccitante
di
Serena90
genere
pissing
Quando ripenso a questa storia, mi eccito ogni volta, nonostante ora la mia vita sessuale sia molto tranquilla.
Ho deciso però di renderla pubblica, perché l'idea che qualche maschietto possa segarsi pensandoci o che qualche ragazza possa trarne eccitazione, eccita anche me.
Torino, 2012, era una sera a casa di un'amica dell'università. Studiavo lingue e all'epoca avevo 22 anni. A posteriori posso dirvi che ero davvero figa e forse neanche me ne rendevo conto abbastanza. Corrispondevo allo stereotipo della rossa. Ho i capelli rossi naturali, ricci, occhi verdi, lentiggini, e ai tempi avevo un fisico slanciato che unito al resto scatenava le peggiori fantasie dei maschietti. Poi lo sapete cosa si dice delle rosse, no? Figuratevi se non fosse la prima cosa a cui pensavano e che non si facevano problemi a dire. C'è da dire che a parte Enrico, il mio ex del quinto liceo, non avevo avuto altre esperienze serie, giusto una frequentazione al secondo anno di università. Ed il sesso effettivamente mi piaceva, mi piaceva molto, avevo una bella fantasia e da un po' di tempo le mie fantasie avevano spesso un tema abbastanza fetish. Sono fortemente etero e dei maschi mi piaceva tutto, veramente tutto. Li adoravo virili, con la barba, alti e piazzati, e un po' di pancetta non guastava affatto. Mi arrapava l'idea che mi potessero sopraffare, sentire il loro odore sudati mentre mi scopavano mentre sentivo il loro cazzo dentro, che mi imponessero di succhiarglielo con una voce grave e uno sguardo minaccioso... Le mie fantasie erano un po' queste ed erano decisamente distanti dalle esperienze passate.
Nonostante ciò avevo un'educazione abbastanza tradizionale, non facevo cose se non ero fidanzata e non stuzzicavo i ragazzi.
Mi sono persa anche troppo nei miei ricordi e nelle mie fantasie e dunque, tornando alla sera in questione, eravamo in centro, stavamo per rientrare a casa di Silvia dopo aver fatto baldoria ai Murazzi. Era partita come una serata tra ragazze, io Silvia e Giulia, ma avevamo incontrato il tipello che ci provava con Giulia, Paolo, insieme ad un suo amico, Cristian. Giulia e Paolo si erano un po' isolati da noi, mentre Cristian era rimasto "costretto" a presentarsi e parlare con noi. Vi ricordate come mi piacevano i maschietti? Beh Cristian sarà stato probabilmente circa 1.85, barba, orecchino da marinaio, camicia un po' aperta che lasciava intravedere un petto muscoloso e con il giusto pelo. Io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e avrei voluto proprio farlo; l'idea che se ne accorgesse non mi faceva sentire a mio agio. Paolo e Giulia rimanevano appiccicati, allorché Silvia, da brava amica propose di chiedere ad entrambi i ragazzi se avessero voluto unirsi a noi in casa. Se Cristian non era sicurissimo, Paolo non sperava in altro, ma dato che entrambi abitavano lontano e avevano bevuto, accettarono volentieri, con l'idea di tornare dopo aver riposato un po'. Io iniziavo a sentirmi umida lì sotto. Già... Mai successo prima. Cristian mi stregava. I miei ex erano stati in fondo dei bravi ragazzi, carini con me, le storie erano finite per motivi relativamente futili, il sesso mi piaceva con loro ma niente a che fare con le sensazioni che provavo ora solo potendo guardare da vicino questo maschio che era Cristian, figuriamoci fantasticare sul passare la notte nella stessa casa.
Rientrati a casa di Silvia, ci piazzamo nella saletta in cui aveva un paio di divani non enormi, 5 persone ci stavano un po' strettine. Mi sedetti al lato e Cristian si mise di fianco a me. Potrei descrivervi esattamente il misto di odore tra il suo profumo, il lieve sudore che aveva accumulato e l'alito vagamente alcolico. Forse questa descrizione non rende un'idea arrapante, ma per me era un mix inebriante. La famosa cantina bagnata sotto al tetto arruginito continuava ad essere bagnata... Paolo e Giulia decisero di andarsene in camera da soli, Santa Silvia che lasciava fare tutto alle sue amiche... Silvia propose di preparare delle crèpes per passatempo e per non andare a dormire con solo alcol nello stomaco. Andò in cucina e rimasi sola con Cristian. Parlavamo un po' di noi in modo molto generico, delle nostre storie passate e mentre parlavamo, io lo fissavo, osservavo ogni dettaglio del suo corpo. Sicuramente se ne è accorto, dato che il suo sguardo cambiava man mano che parlavamo. Abilmente lui riuscì a spostare il tema della conversazione sul sesso. Anche se di solito ero abbastanza riservata, quella sera gli ormoni mi suggerivano altro. Iniziai a raccontare delle (poche) esperienze con i miei ex, rispondendo alle sue domande. Mi ricordo che rimase stupito del fatto che oltre a sesso orale e tradizionale con un paio di posizioni non avessi fatto molto altro. Mi ricordo che mi chiese se un mio ex avesse mai provato a leccarmi il buco del culo o ad infilarci dita, per cercare magari di farmelo piacere. Io avevo costantemente due reazioni, tremavo dall'eccitazione ed ero stupita/scioccata dal tono della conversazione. Ad un certo punto mi resi conto che aveva capito l'effetto che mi stava facendo, me ne resi conto perché mi disse una frase che ricordo come fosse ieri "posso farti provare qualcosa che piace a me, a patto che ti fidi e mi lasci fare". Ad una frase del genere chiunque avrebbe dato uno schiaffo e se ne sarebbe andato, ma la me eccitata al limite, del momento, rispose con un timido "ok". Tremavo. Mi condusse in bagno. Qui si manifestò per il toro che era fin da subito. Mi mise una mano al collo e con l'altra mi dava schiaffetti in viso mentre mi fissava. Mi diceva "ti piace?". Ed io gemendo rispondevo "sì". Mi disse "sarai la mia zoccola stasera, ci stai?". Io confermai di nuovo. "Brava cagna, ora abbassati", mi disse spingendomi giù. Si tirò giù la cerniera senza togliere i jeans ed estrasse un cazzo duro non depilato con un odore forte. Sulle prime era strano, ero "abituata" a cose molto più pulite, ma ero attratta incredibilmente ed iniziai a leccare i liquidi che tirava fuori. "Ti piace il cazzo puttana, eh?". Risposi di sì tra una leccata e l'altra. "È da oggi che sto fuori casa, puliscimelo e succhiamelo per bene". Presi a succhiarlo, era di dimensioni soddisfacenti e mi poteva arrivare in gola. Iniziava a gemere anche lui, così prese una mano, mi raccolse un po' i ricci e inziò a spingermi la testa verso i suoi jeans. Non era il primo pompino che facevo ma erano delle sensazioni nuove. Sentivo questo sapere un po' acre in bocca, il cazzo mi spingeva in fondo alla gola facendomi lacrimare gli occhi e venire i conati. Doveva essere una situazione non confortevole, ma mi arrapava incrediblmente essere in balia di quel maschio e del suo cazzo. Continuava a scoparmi la bocca e ogni tanto lo sfilava per farmi riprendere fiato ed evitare che vomitassi. Quando lo sfilava mi dava degli schiaffetti che causavano poco dolore ma mi scatenavano un brivido di eccitazione ognuno di essi. Mi sentivo effettivamente usata, ma era dannatamente bello, fantasticavo spesso di ricevere questo trattamento. Ad un certo punto quando lo sfilò, tenendomi indietro la testa per i capelli, si abbassò e mi sputò in bocca! Fu incredibile, sentivo il suo alito e la sua bocca avvicinarsi, pensavo volesse baciarmi, invece mi chiese di aprire la bocca e ci sputò dentro! Non capivo più niente, ogni volta che aggiungeva una cosa nuova io reagivo con un brivido nuovo. Andò avanti pochi minuti finché non mi tenne ferma la testa e mi sborrò in bocca gemendo ed esclamando "che bello, mi svuoto le palle in bocca ad una troia rossa!". Onestamente non so perché dovesse sottolineare il colore dei miei capelli, ma saranno quelle fantasie dei maschi che ignoriamo, comunque adorai sentirmi la bocca piena di quel liquido denso e caldo e il suo cazzo pulsante che me lo sparava dentro. Mi faceva sentire così femmina, ero bagnata che forse si iniziava a vedere anche da sopra i pantaloni, ma non mi importava. Sfilò il cazzo dalla mia bocca e mi impose di ingoiare, anche se praticamente lo avevo già fatto. Si sgrullò il cazzo sulla mia faccia bagnandomi e facendomi sentire ancora più troia. "Non è finita...", mi disse riprendendosi dalla sborrata. A giudicare dal tono doveva essere stata una bella sborrata anche per lui. Mi fece spostare di fianco al bidet, non capivo o forse non volevo capire. Mi fece inclinare la testa sul bidet e mi disse "Apri la bocca per me cagna". Pensai volesse solo sputarci dentro e lo fece, ma aveva ancora il cazzo un po' ammosciato fuori dai jeans. Lo scappellò me lo ritrovai davanti alla faccia e l'istinto mi disse di non chiudere la bocca, forse in cuor mio sapevo e accettavo quello che stava per fare. Iniziò a pisciare. Prima uno schizzo debole che colava nel bidet ma aumentò centrandomi la bocca in pieno. In un istante ero spaesata, ma la bocca non la chiudevo. Era assurdo, mi stavo facendo pisciare in bocca da uno sconosciuto! Era la prima volta, non conoscevo il sapore né l'odore né la sensazione. Non ero mai neanche arrivata a fantasticare una cosa del genere. Eppure non chiudevo la bocca, mi stava piacendo. L'odore era forte e sembrava di essere in un cesso pubblico, il sapore non lo definirei sicuramente buono, era un po' salata, con un retrogusto forte non ben definito. Realizzato cosa stava facendo guardai prima il suo viso e poi mi concentrai sul cazzo di cui vedevo la cappella sparare fuori questo liquido paglierino che sentivo finirmi in bocca. Tutto questo avvenne in un istante. Immediatamente dopo lui iniziò a dire le cose più sconce possibili "Ho trovato la miglior puttana di Torino, incredibile", o ancora "bevi il piscio dai, puttana, lo vedo che ti piace, ti adoro cazzo". Si fermò dopo qualche secondo e, da quando eravamo entrati in bagno, per la prima volta chiese una cosa anziché imporla: "vuoi provare ad ingoiarla?". Chiusi la bocca e la ingoiai, il sapore ora si sentiva davvero, il retrogusto non me lo sono mai scordata anche perché se ne andò forse la mattina dopo con la colazione. "Sei assurda, cazzo" mi disse e mi fece capire con i gesti che era il caso che riaprissi la bocca. Lo feci, si chinò, ci sputò dentro e il getto ripartì più forte di prima. Si sentiva un rumore identico a quello che senti quando un uomo piscia, probabilmente avevo quella stessa schiumetta in bocca, ero letteralmente il suo cesso e mi stava facendo impazzire dall'eccitazione. La bevvi tutta e non era poca, ci vollero 4 o 5 sorsi grandi. Finito si sgrullò il cazzo sulla mia faccia e stavolta lo rimise apposto. Stava zitto, probabilmente ormai era senza parole anche lui. Mi sciacquai la bocca e il viso per cercare di non dar troppo a percepire cosa avevo appena fatto. Tornammo di là e ovviamente Silvia aveva capito, dato il tempo di assenza, che ci eravamo divertiti nel suo bagno. Santa Silvia di nuovo, che pareva contenta per noi anziché essere incazzata. Fortunatamente non seppe mai cosa avevamo fatto realmente, anche se mi resi conto i giorni dopo ripensandoci che dopo quel momento e mentre mangiavamo le crèpes cercava di non starmi vicino, probabilmente avevo un alito disgustoso. Mi sono masturbata quella notte e nei giorni successivi non so quanto ripensando a quei gesti e a quel sapore...
Forse in futuro vi racconterò di quando ho rivisto Cristian, sapete, non poteva finire così per nessuno dei 2.
Ho deciso però di renderla pubblica, perché l'idea che qualche maschietto possa segarsi pensandoci o che qualche ragazza possa trarne eccitazione, eccita anche me.
Torino, 2012, era una sera a casa di un'amica dell'università. Studiavo lingue e all'epoca avevo 22 anni. A posteriori posso dirvi che ero davvero figa e forse neanche me ne rendevo conto abbastanza. Corrispondevo allo stereotipo della rossa. Ho i capelli rossi naturali, ricci, occhi verdi, lentiggini, e ai tempi avevo un fisico slanciato che unito al resto scatenava le peggiori fantasie dei maschietti. Poi lo sapete cosa si dice delle rosse, no? Figuratevi se non fosse la prima cosa a cui pensavano e che non si facevano problemi a dire. C'è da dire che a parte Enrico, il mio ex del quinto liceo, non avevo avuto altre esperienze serie, giusto una frequentazione al secondo anno di università. Ed il sesso effettivamente mi piaceva, mi piaceva molto, avevo una bella fantasia e da un po' di tempo le mie fantasie avevano spesso un tema abbastanza fetish. Sono fortemente etero e dei maschi mi piaceva tutto, veramente tutto. Li adoravo virili, con la barba, alti e piazzati, e un po' di pancetta non guastava affatto. Mi arrapava l'idea che mi potessero sopraffare, sentire il loro odore sudati mentre mi scopavano mentre sentivo il loro cazzo dentro, che mi imponessero di succhiarglielo con una voce grave e uno sguardo minaccioso... Le mie fantasie erano un po' queste ed erano decisamente distanti dalle esperienze passate.
Nonostante ciò avevo un'educazione abbastanza tradizionale, non facevo cose se non ero fidanzata e non stuzzicavo i ragazzi.
Mi sono persa anche troppo nei miei ricordi e nelle mie fantasie e dunque, tornando alla sera in questione, eravamo in centro, stavamo per rientrare a casa di Silvia dopo aver fatto baldoria ai Murazzi. Era partita come una serata tra ragazze, io Silvia e Giulia, ma avevamo incontrato il tipello che ci provava con Giulia, Paolo, insieme ad un suo amico, Cristian. Giulia e Paolo si erano un po' isolati da noi, mentre Cristian era rimasto "costretto" a presentarsi e parlare con noi. Vi ricordate come mi piacevano i maschietti? Beh Cristian sarà stato probabilmente circa 1.85, barba, orecchino da marinaio, camicia un po' aperta che lasciava intravedere un petto muscoloso e con il giusto pelo. Io non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso e avrei voluto proprio farlo; l'idea che se ne accorgesse non mi faceva sentire a mio agio. Paolo e Giulia rimanevano appiccicati, allorché Silvia, da brava amica propose di chiedere ad entrambi i ragazzi se avessero voluto unirsi a noi in casa. Se Cristian non era sicurissimo, Paolo non sperava in altro, ma dato che entrambi abitavano lontano e avevano bevuto, accettarono volentieri, con l'idea di tornare dopo aver riposato un po'. Io iniziavo a sentirmi umida lì sotto. Già... Mai successo prima. Cristian mi stregava. I miei ex erano stati in fondo dei bravi ragazzi, carini con me, le storie erano finite per motivi relativamente futili, il sesso mi piaceva con loro ma niente a che fare con le sensazioni che provavo ora solo potendo guardare da vicino questo maschio che era Cristian, figuriamoci fantasticare sul passare la notte nella stessa casa.
Rientrati a casa di Silvia, ci piazzamo nella saletta in cui aveva un paio di divani non enormi, 5 persone ci stavano un po' strettine. Mi sedetti al lato e Cristian si mise di fianco a me. Potrei descrivervi esattamente il misto di odore tra il suo profumo, il lieve sudore che aveva accumulato e l'alito vagamente alcolico. Forse questa descrizione non rende un'idea arrapante, ma per me era un mix inebriante. La famosa cantina bagnata sotto al tetto arruginito continuava ad essere bagnata... Paolo e Giulia decisero di andarsene in camera da soli, Santa Silvia che lasciava fare tutto alle sue amiche... Silvia propose di preparare delle crèpes per passatempo e per non andare a dormire con solo alcol nello stomaco. Andò in cucina e rimasi sola con Cristian. Parlavamo un po' di noi in modo molto generico, delle nostre storie passate e mentre parlavamo, io lo fissavo, osservavo ogni dettaglio del suo corpo. Sicuramente se ne è accorto, dato che il suo sguardo cambiava man mano che parlavamo. Abilmente lui riuscì a spostare il tema della conversazione sul sesso. Anche se di solito ero abbastanza riservata, quella sera gli ormoni mi suggerivano altro. Iniziai a raccontare delle (poche) esperienze con i miei ex, rispondendo alle sue domande. Mi ricordo che rimase stupito del fatto che oltre a sesso orale e tradizionale con un paio di posizioni non avessi fatto molto altro. Mi ricordo che mi chiese se un mio ex avesse mai provato a leccarmi il buco del culo o ad infilarci dita, per cercare magari di farmelo piacere. Io avevo costantemente due reazioni, tremavo dall'eccitazione ed ero stupita/scioccata dal tono della conversazione. Ad un certo punto mi resi conto che aveva capito l'effetto che mi stava facendo, me ne resi conto perché mi disse una frase che ricordo come fosse ieri "posso farti provare qualcosa che piace a me, a patto che ti fidi e mi lasci fare". Ad una frase del genere chiunque avrebbe dato uno schiaffo e se ne sarebbe andato, ma la me eccitata al limite, del momento, rispose con un timido "ok". Tremavo. Mi condusse in bagno. Qui si manifestò per il toro che era fin da subito. Mi mise una mano al collo e con l'altra mi dava schiaffetti in viso mentre mi fissava. Mi diceva "ti piace?". Ed io gemendo rispondevo "sì". Mi disse "sarai la mia zoccola stasera, ci stai?". Io confermai di nuovo. "Brava cagna, ora abbassati", mi disse spingendomi giù. Si tirò giù la cerniera senza togliere i jeans ed estrasse un cazzo duro non depilato con un odore forte. Sulle prime era strano, ero "abituata" a cose molto più pulite, ma ero attratta incredibilmente ed iniziai a leccare i liquidi che tirava fuori. "Ti piace il cazzo puttana, eh?". Risposi di sì tra una leccata e l'altra. "È da oggi che sto fuori casa, puliscimelo e succhiamelo per bene". Presi a succhiarlo, era di dimensioni soddisfacenti e mi poteva arrivare in gola. Iniziava a gemere anche lui, così prese una mano, mi raccolse un po' i ricci e inziò a spingermi la testa verso i suoi jeans. Non era il primo pompino che facevo ma erano delle sensazioni nuove. Sentivo questo sapere un po' acre in bocca, il cazzo mi spingeva in fondo alla gola facendomi lacrimare gli occhi e venire i conati. Doveva essere una situazione non confortevole, ma mi arrapava incrediblmente essere in balia di quel maschio e del suo cazzo. Continuava a scoparmi la bocca e ogni tanto lo sfilava per farmi riprendere fiato ed evitare che vomitassi. Quando lo sfilava mi dava degli schiaffetti che causavano poco dolore ma mi scatenavano un brivido di eccitazione ognuno di essi. Mi sentivo effettivamente usata, ma era dannatamente bello, fantasticavo spesso di ricevere questo trattamento. Ad un certo punto quando lo sfilò, tenendomi indietro la testa per i capelli, si abbassò e mi sputò in bocca! Fu incredibile, sentivo il suo alito e la sua bocca avvicinarsi, pensavo volesse baciarmi, invece mi chiese di aprire la bocca e ci sputò dentro! Non capivo più niente, ogni volta che aggiungeva una cosa nuova io reagivo con un brivido nuovo. Andò avanti pochi minuti finché non mi tenne ferma la testa e mi sborrò in bocca gemendo ed esclamando "che bello, mi svuoto le palle in bocca ad una troia rossa!". Onestamente non so perché dovesse sottolineare il colore dei miei capelli, ma saranno quelle fantasie dei maschi che ignoriamo, comunque adorai sentirmi la bocca piena di quel liquido denso e caldo e il suo cazzo pulsante che me lo sparava dentro. Mi faceva sentire così femmina, ero bagnata che forse si iniziava a vedere anche da sopra i pantaloni, ma non mi importava. Sfilò il cazzo dalla mia bocca e mi impose di ingoiare, anche se praticamente lo avevo già fatto. Si sgrullò il cazzo sulla mia faccia bagnandomi e facendomi sentire ancora più troia. "Non è finita...", mi disse riprendendosi dalla sborrata. A giudicare dal tono doveva essere stata una bella sborrata anche per lui. Mi fece spostare di fianco al bidet, non capivo o forse non volevo capire. Mi fece inclinare la testa sul bidet e mi disse "Apri la bocca per me cagna". Pensai volesse solo sputarci dentro e lo fece, ma aveva ancora il cazzo un po' ammosciato fuori dai jeans. Lo scappellò me lo ritrovai davanti alla faccia e l'istinto mi disse di non chiudere la bocca, forse in cuor mio sapevo e accettavo quello che stava per fare. Iniziò a pisciare. Prima uno schizzo debole che colava nel bidet ma aumentò centrandomi la bocca in pieno. In un istante ero spaesata, ma la bocca non la chiudevo. Era assurdo, mi stavo facendo pisciare in bocca da uno sconosciuto! Era la prima volta, non conoscevo il sapore né l'odore né la sensazione. Non ero mai neanche arrivata a fantasticare una cosa del genere. Eppure non chiudevo la bocca, mi stava piacendo. L'odore era forte e sembrava di essere in un cesso pubblico, il sapore non lo definirei sicuramente buono, era un po' salata, con un retrogusto forte non ben definito. Realizzato cosa stava facendo guardai prima il suo viso e poi mi concentrai sul cazzo di cui vedevo la cappella sparare fuori questo liquido paglierino che sentivo finirmi in bocca. Tutto questo avvenne in un istante. Immediatamente dopo lui iniziò a dire le cose più sconce possibili "Ho trovato la miglior puttana di Torino, incredibile", o ancora "bevi il piscio dai, puttana, lo vedo che ti piace, ti adoro cazzo". Si fermò dopo qualche secondo e, da quando eravamo entrati in bagno, per la prima volta chiese una cosa anziché imporla: "vuoi provare ad ingoiarla?". Chiusi la bocca e la ingoiai, il sapore ora si sentiva davvero, il retrogusto non me lo sono mai scordata anche perché se ne andò forse la mattina dopo con la colazione. "Sei assurda, cazzo" mi disse e mi fece capire con i gesti che era il caso che riaprissi la bocca. Lo feci, si chinò, ci sputò dentro e il getto ripartì più forte di prima. Si sentiva un rumore identico a quello che senti quando un uomo piscia, probabilmente avevo quella stessa schiumetta in bocca, ero letteralmente il suo cesso e mi stava facendo impazzire dall'eccitazione. La bevvi tutta e non era poca, ci vollero 4 o 5 sorsi grandi. Finito si sgrullò il cazzo sulla mia faccia e stavolta lo rimise apposto. Stava zitto, probabilmente ormai era senza parole anche lui. Mi sciacquai la bocca e il viso per cercare di non dar troppo a percepire cosa avevo appena fatto. Tornammo di là e ovviamente Silvia aveva capito, dato il tempo di assenza, che ci eravamo divertiti nel suo bagno. Santa Silvia di nuovo, che pareva contenta per noi anziché essere incazzata. Fortunatamente non seppe mai cosa avevamo fatto realmente, anche se mi resi conto i giorni dopo ripensandoci che dopo quel momento e mentre mangiavamo le crèpes cercava di non starmi vicino, probabilmente avevo un alito disgustoso. Mi sono masturbata quella notte e nei giorni successivi non so quanto ripensando a quei gesti e a quel sapore...
Forse in futuro vi racconterò di quando ho rivisto Cristian, sapete, non poteva finire così per nessuno dei 2.
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