Tornavo da un viaggio

di
genere
etero

Tornavo da un viaggio.
Viaggio spesso per cercare gli stimoli che stando a lungo nello stesso luogo fatico a trovare, viaggio per vincere la noia della quotidianità e sentirmi viva grazie a situazioni nuove, nuovi incontri e nuovi problemi da affrontare. Solo così mi sento bene.
Sono giovane e la mia vita non scorre ancora su un binario prestabilito.
Finchè dura ho deciso di vedere tutto il possibile del mondo, e trarne la bellezza, il bizzarro, l’interessante per arricchire il mio bagaglio.
Tornavo da un viaggio.
La prima persona che desideravo vedere era lui, sempre lui, ancora lui, da quasi 4 anni ormai. Quattro anni di una relazione spesso complicata, colma di vuoti e distanze, ma pur sempre viva e mai uguale al giorno precedente.
Siamo persone in continua evoluzione io e lui, persone estremamente diverse che tuttavia si sono trovate e traggono continua ispirazione dalle reciproche differenze.
Eccolo, è arrivato. È bello, come sempre. È bello e mi ha aspettato anche questa volta. Ora mi chiedo come ho potuto stare lontano da quegli occhi che ora mi cercano, e che troppe volte mi hanno vista piangere, soffrire e gridare per lui. Troppe volte per una seria stabile relazione sentimentale forse. Ma in questo momento non c’è altro, il passato non esiste, il futuro è avvolto dalla nebbia, anche il presente rappresentato dal mondo circostante sfuma. Siamo solo noi, un uomo e una donna che si sono fatti del male e che nonostante ciò sono intrinsecamente legati da qualcosa di viscerale.
Il corpo. I nostri corpi che si sfiorano, e immediatamente si stringono in un bacio, Il calore del suo corpo imponente addosso al mio mi ha sempre regalato sensazioni di sicurezza e serenità. Strofino le mie mani sul suo viso, scendo sulle spalle, la sua schiena è forte come la ricordavo. Lui inizia a spogliarmi, con foga, come un animale. Mi sbatte sul pavimento, sudato, quindi mi penetra lentamente. Sento un leggero dolore, è qualche tempo che non faccio sesso, ma va bene ugualmente, lo stesso dolore è fonte di piacere.
Continua a penetrarmi, i nostri visi sono l’uno di fronte all’altro. Non ci sono parole, solo sussulti, versi di piacere. Passo la lingua sulle sue orecchie, ne mordicchio i lobi, a lui piace, lo so. Passo la lingua su tutto il suo viso, finendo sulla bocca, una bocca che continua a cercare la mia e mi lascia a malapena respirare. Con la mano arrivo al suo cazzo in movimento. Con la mano mi stringe la gola e mi suggerisce a bassa voce, ansimando, di girarmi. Io mi giro, alla ricerca del maggior piacere possibile, e continuiamo a scopare sul pavimento. Il freddo della piastrelle sulle ginocchia, il calore e il sudore di lui sul resto del mio corpo. È bellissimo, la nostra consueta intesa è acuita dal fatto che non ci vediamo da mesi. Cerchiamo in fretta l’orgasmo, non possiamo aspettare. La mia mente è già annebbiata quando avverto i suoi ultimi tre colpi, quando viene sulla mia schiena e subito dopo vi si ripiega sopra, baciandomi sulla nuca.
Siamo stanchi e sudati, mi giro vero il suo viso alla ricerca di un bacio che suggelli il nostro amore.
Mi guarda con aria stupita e un ghigno strafottente gli contorce le labbra.
-Che pensavi?- mi dice.
-Non potevo aspettarti tutta la vita. Hai deciso di andartene, io ho dovuto consolarmi.
Sono sposato ora, tra noi da qui in avanti potrà essere solo sesso e nulla di più.-
Io non ho la forza per rispondere, sono distrutta, mi ha scopata come un animale ferito e poi mi ha distrutto. Lo amo e lo odio. Devo correre via, non posso sopportare di vederlo nudo e sudato davanti a me ora che è di un’altra donna.
Raccolgo i miei vestiti e scappo. Corro sulla strada, piango e grido allo stesso tempo. Intorno a me il buio di un mondo crollato. Non so per quanto tempo grido, le corde vocali mi fanno male, il mio viso è una maschera di pianto.
E poi. Poi ho sentito dei rumori in casa, un raggio di luce è filtrato dala finestra dietro il mio cuscino. E poi mi sono svegliata.
scritto il
2009-07-13
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