La Forza del Ricatto

di
genere
dominazione

Si appostava malizioso di notte vicino agli incroci deserti della circonvallazione in braghette all'inguine e canotta, che lo rendevano tanto tanto provocante. Quando un automobilista frenava l'auto si mostrava indifferente ma se era un maturo e si fermava e tirava giù il finestrino per invitarlo a bordo ben volentieri ci saliva e spianava le sue cosce sportive sul sedile come due prosciuttini accostati in piena vista, in cima ai quali da quel suo ridottissimo abbigliamento uscivano fuori lembi di mutandine e di fagottino e uno scorcio dei suoi glutei. Interrogato su cosa ci faceva lì a quell'ora dichiarava di essersi perso e che stava cercando di rientrare a casa. Chiesto se mai gli servisse un po' di compagnia, rispondeva che i suoi genitori gli avevano raccomandato di schivare gli estranei e che lui era sempre stato ligio a questa regola tranne che in quella sera da naufrago. Alla prima palpata già stuzzicantissima sia per lui che per loro, apriva le gambe e le dondolava iniziando ad ansimare. Invitato a disfarsi di quel poco che lo rivestiva si sfilava via tutto ubbidiente. Quando la mano del guidatore gli frugava i genitali strizzandogli le palline e massaggiando il suo uccellino da pecorella smarrita, sembrava lieto di entrare in erezione e appena giunti nel primo luogo solitario a portata di mano non faceva storie a lavorare verghe e a lasciarsi lavorare di sedere. Riportato in città prima di essere scaricato come un qualsiasi rifiuto umano, informava il suo approfittatore che aveva ben memorizzata la targa del veicolo e che avrebbe conservato le tracce del suo orgasmo per ricattarlo ed estorcerli tanta di quella moneta da ridurlo in miseria, dopo di che scappava a gambe levate e si dileguava non prima di aver intascato un sostanzioso acconto di almeno cento euro, che l'incauto maturo gli rifilava nella speranza di acquietarlo. Da lì in poi iniziava a perseguitarlo e a reclamare ancora soldi. Era minorenne e adescarlo costituiva un reato. A uno dei suoi gonzi riuscì a spillare due e anche trecento euro al mese per due anni di fila sempre minacciandolo di paurose ritorsioni. Fino a che divenuto maggiorenne gli restituì il corpo del reato (un paio di slip sborrati quella volta da lui) per infine farsi scucire ancora una buona uscita di cinquecento euro, che avrebbe definitivamente posto fine alle sue pretese, dandosi ancora in pasto nei modi ormai legittimatati dalla sua raggiunta età coi quali lui meglio avesse preferito cucinarlo, assecondandone in tutto e per tutto le voglie nel corso di una serata di addio durante la quale con molta disinvoltura avrebbe accettato ogni tipo di assalto. Ne aveva collezionati una decina da tenere in ansia e sulle spine nel corso della sua lurida e infingarda carriera di adolescente, rimpinguando per bene il suo conto in banca ora vicino ai ventimila euro di monte premi. Li graziò tutti nello stesso modo congedandosi da loro dopo un incontro remunerato ad usura, sconveniente e conclusivo, al termine del quale li mollava abbastanza sollevati e contenti. Se qualcuno di quei predatori lo convocava ancora a prestare loro servizio per goderselo, non si negava ma di certo si faceva pagare profumatamente sull'unghia le prestazioni che lo reclamavano in pista sodo e pesto fra le loro grinfie, tariffato, visto il suo piglio ormai di mestiere, non meno di trecento di sudatissimi euro a notte. E fu così che continuò ad accumulare compensi dai trenta ai quarantamila sonanti.
scritto il
2025-02-09
9 2 7
visite
2 0
voti
valutazione
7.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Nuovi Protocolli

racconto sucessivo

Niente di Meglio Niente di Più
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.