Parola data Non Torni Indietro
di
suo schiavo
genere
gay
Un vecchio medico condotto ormai in pensione asseriva che per sua esperienza in ogni villaggio nei quali aveva esercitato l'Arte di Esculapio vi era almeno uno fra tanti maschi che nascevano a crescere da superdotato. A suo dire anche in quel villaggio esisteva un uomo, da lui visitato anni prima, sui cui inguini aveva misurato a spanna e all'incirca un pene davvero grosso e fuori norma di … 50 centimetri. I suoi coetanei ne erano informati da lunga pezza e sapevano anche che lo aveva di uno strano colore arancione, somigliante a quello di un toro. Per questo motivo lo avevano chiamato e dileggiato come il “Carota”. Da sempre doveva indossare mutande cucite per lui su misura da un sarto. Col passare degli anni a motivo della sua stazza fattasi quasi gigantesca fu piuttosto soprannominato da tutti lo “Energumeno”. L'ultimo giorno di un carnevale qualunque, stufo di vedere dipinte sulle facce dei suoi compaesani delle espressioni di compatimento e vari sorrisetti di compassione decise venire allo scoperto e di porre in mostra una volta per tutte senza vergogna sulla pubblica via un “Piolo” tanto ragguardevole, invitando ogni “Signora” di buona volontà a fare un gioco di “Tiro al Bersaglio” mirandogli addosso degli anelli. Ogni “Tiratrice” aveva a disposizione cinque”Lanci”. Bastava che uno solo andasse a segno e restasse appeso alla sua “Stecca” che vinceva un “Buono” con il quale veniva dichiarata a credito di un “Saggio Dal Vivo” di persona, da muoverle in profondità nella discrezione della sua casa. Anche molti uomini si cimentarono scherzosi a tentare di fare centro, ma essi qualora vi riuscissero non si sognavano certo di richiedergli alcun servizio. Solo “Uno”, un bel po' “Recchione” e militare di carriera, avendolo infilzato “Cinque su Cinque”, reclamò il premio che si era guadagnato e che gli competeva. Lo “Energumeno” prese tempo e si riservò di pensarci su. Si consultò col proprio medico che lo rassicurò. Bastava che usasse il “Preservativo”. Anche la sua “Guida Spirituale” fu più o meno dello stesso avviso, dicendogli che sarebbe stato più grave mancare alla parola data che non accondiscendere per una volta sola ad infrangere a un simile tabù, che visti i tempi non costituiva nemmeno più un peccato veniale da portare in confessionale, dove avrebbe comunque ricevuto senza problemi una piena assoluzione. Rincuorato da tali autorevoli pareri “Egli” si recò nottetempo, cercando di essere notato il meno possibile, nell'abitazione di quel “Uno” per onorare l'impegno pur contro natura che da incauto si era assunto. Si sdebitò punto e basta senza infamia e senza lode. Al carnevale successivo fu chiamato a ripetere la situazione dell'anno prima e lo fece ma vi posso anche dire che appena vide arrivare di buon piglio quel “Essere” che lo aveva squinternato, come “Egli” aveva squinternato “Lui”, d'un balzo e a scanso di equivoci si tirò su la cerniera dei pantaloni e chiuse per sempre “Baracca e Burattini”.
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