E. R. Infermiera in prima linea

di
genere
etero

RACCONTO DA COMPLETARE.
Qualche tempo fa, si rese necessario affidare mia suocera, Lady Gladys, alle cure di un'infermiera e la cosa si protrasse per un paio di settimane.
La prima domenica, essendo ormai le condizioni di salute di mia suocera decisamente migliorata, mia Moglie, Lady Rowena, e Sua sorella, Lady Josephine, decisero di compiere un'incursione in un mercatino.
Venni, pertanto, pregato di restare accanto all'anziana donna fino a quando, di lì ad una mezz'ora, sarebbe sopraggiunta l'infermiera.
Accettai di buon grado, e mi piazzai nella camera di Lady Gladys, ben accomodato sulla poltrona destinata a Cristiana, così si chiamava l'infermiera.
Mia suocera sonnecchiava, ed io ero immerso nella lettura di una biografia di Winston Churchill tutt' altro che disprezzabile, quando il campanello prese a trillare.
Andai ad aprire e mi trovai davanti una biondina, sui trent'anni scarsi, alta oltre il metro e settanta, che mi gratificò di uno sguardo colore di giada, e di un sorriso, piuttosto "eloquenti".
- La Signorina Cristiana, presumo...- dissi con un tono di voce decisamente "alla Jeeves".
- Sono proprio io - rispose la ragazza - e lei deve essere Sir Wilfred: Lady Josephine mi ha avvertito che l'avrei trovata in casa... Come sta Lady Gladys?
- Benone: ha pranzato ed ora sta schiacciando il suo pisolino...
- Ottimo! Le dispiace se indosso il mio abito da lavoro?
E, direttasi verso l'armadio, ne tiro' fuori una completa uniforme da infermiera.
Quello che accadde dopo è, puramente e semplicemente, incredibile: la ragazza, senza por tempo in mezzo, si tolse la tuta che indossava rimanendo in mutandine e reggiseno...
E che mutandine! E che reggiseno!
Era un completino di colore bianco: le coppe del reggiseno erano completamente
trasparenti ed il minislip, era un tanga, anch'esso completamente trasparente sul davanti.
La donna mi sorrise maliziosamente e disse:
- E da quando sono entrata che ho capito che razza di stallone sei...
Dai, vieni!
E fece per sdraiarsi sul letto gemello di quello di Lady Gladys la quale continuava a dormire della grossa.
- No, aspetta...
E, collocatomi alle sue spalle, iniziai ad accarezzarle le braccia, per poi passare a leccarle l'orecchio destro per poi passare ad un succhiotto d'alta classe sulla spalla destra.
Decisamente, mai mi era capitato alcunché di simile: "Lady D", Donna Rebecca etc, si erano ben guardate dal saltare a piè pari ogni corteggiamento... ma tant'è!
Le sfilai la "lingerie" e, finalmente, mi beai di contemplarla nelle sue nudità trionfali.
Era alta, ripeto, oltre il metro e settanta, con i capelli biondo scuro tagliati a caschetto.
Il suo seno, di una seconda misura, ed il suo "lato b" erano, decisamente, da urlo: ben poche diciottenni potevano vantarsi di avere attribuiti femminili così!
La girai, di scatto, verso di me e ci baciammo; un bacio lunghissimo e profondo che rivelava, tutta intera, la voglia di sesso che permeava, dalla testa ai piedi, la ragazza.
Mi denudai anch'io e, quando Cristiana mi vide in erezione, andò a sedersi sui talloni e prese in bocca il mio scettro.
Debbo, a questo punto, specificare come, per quanto riguarda il coito orale, preferisco, e di gran lunga, che la femmina sia sul pavimento seduta sui talloni e mi circondi i fianchi con le sue braccia.
Evidentemente una reminiscenza del primo capitolo di "Emmanuelle", ove la protagonista, finalmente ricongiunta al marito, lo gratifica, "in primis" di un coito orale seduta, appunto, sul pavimento.
Cristiana, nel frattempo, rivelava, con il gioco sapiente delle labbra e della lingua, tutta la sua "professionalità" appresa in lunghi anni di vita sessuale.
Dal mio canto, le avevo poggiato, dapprima, entrambe le mani sulla testa per imprimere un ritmo iniziale all'irrumazione per poi lasciarmi andare alla sua arte.
"More solito", avevo talmente perso la cognizione del tempo e dello spazio che non mi accorsi di stare avvicinandomi all'"esplosione".
Grazie al lungo periodo di castità, l'ondata di sperma, caldissima, proruppe dal mio corpo alle sue labbra con una violenza addirittura superiore a quella delle mie prime
adolescenziali polluzioni.
Riuscii, a mala pena, a vedere come, la ragazza, pur mantenendo le labbra spalancate, avesse fatto uscire il mio organo dalla sua bocca, sì da poter ammirare, riflesso nello specchio del cassettone,il getto
bollente uscire dal mio meato per andare ad infilarsi nelle sue ben avide fauci.
Incredibilmente, al totalizzante piacere carnale della liberazione dal mio seme, si accompagnava la sofferenza datami dal non potervi
unire un grido di liberazione del mio cervello: ovviamente, non potevo correre il rischio di destare la pur ben ipoudente Lady Gladys.
Cristiana si rialzò in piedi per andarsi a sdraiare sul letto gemello di quello di Lady Gladys ove, denudatomi, la raggiunsi.
Iniziai ad accarezzare la sua pelle di seta, partendo dalle spalle, scorrendo la sua schiena e terminando sui suoi piedi.
Beninteso: senza dimenticare di omaggiare i suoi glutei ed il suo ano. Quando l'indice ed il medio della mia mano destra profanarono la porta del suo paradiso, la ragazza venne percorsa come da una scossa elettrica e tornò a baciarmi.
Dopo diversi minuti, mi staccai dalle sue labbra ed iniziai ad adorare il suo corpo.
Partii dal collo, per scendere ai suoi seni e poi al suo addome ed oltre.
I petali del suo fiore di carne, cui, di certo, non era ignota l'opera del rasoio, si aprirono al passaggio della mia lingua che, giunta al clitoride, iniziò a lavorarlo a dovere.


scritto il
2025-02-22
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