Wendy. I parte.

di
genere
trans


LA PRIMA VOLTA.
In ben due dei miei racconti, per la precisione quello intitolato "Donna Rebecca III Parte" e quello intitolato "La Wandissima III Parte", ho fatto cenno alla mia conoscenza di "Wendy", una femminilissima transessuale.
Nelle medesime sedi, ho ritenuto doveroso sottolineare come, la mia frequentazione della stessa, si fosse svolta, solo ed esclusivamente, dal "cote'" attivo.
Può sembrare, al Lettore, decisamente curioso che, una persona come me, provvista di "sani e robusti" appetiti sessuali, abbia avuto consimili frequentazioni.
La cosa, per la verità, prese le mosse "nel mezzo del cammin di mia vita".
Ero entrato nel trentacinquesimo anno, ero, seppur da pochi mesi, felicissimamente fidanzato con "Lady Rowena" ed il lavoro marciava a pieno regime.
Tuttavia, la castità che, per amore della mia fidanzata avevo imposto a me stesso, mi stava, ogni giorno più stretta.
Inoltre, sentivo sorgere in me stesso, una sempre più forte curiosità per l'universo transex.
Confesso che, prima di compiere "il gran passo", visitai non pochi di loro con risultati, a voler essere generosi, assolutamente deprimenti.
Facce mal rasate e, per di più, truccate come pagliacci e peggio che pagliacci, voci in artificiale falsetto o volgarmente rauche, parrucche spelacchiate...
Tutto ciò che di più grottesco la mente del Lettore riuscirà ad immaginare, l'ebbi ad incontrare durante quei mesi di "contatti esplorativi".
L'autunno era ormai inoltrato, ed avevo quasi deciso di abbandonare la pista, quando lessi l'annuncio di "Wendy".
Tentai, in quanto, l'ubicazione del suo "boudoir", più o meno a metà strada tra quella che era, allora, la mia abitazione ed il mio studio, offriva non pochi vantaggi "logistici".
Presi appuntamento per un giorno di metà novembre; giunto sul posto, suonai alla porta.
Incredibilmente, mi venne ad aprire una "ragazza" sui venticinque anni, magra, mora, con degli splendidi occhi di smeraldo. Calcolai che la sua altezza, senza tacchi, potesse aggirarsi attorno al metro e settanta, abbondante.
Mi sembrò decisamente strano che fosse completamente vestita, nonostante le avessi fatto visita a metà pomeriggio, orario di piena attività.
- Sono venuto per la Signorina Wendy - dissi non appena entrato.
- Sono io - rispose la ragazza con una voce assolutamente femminile e, soprattutto, non contraffatta.
Mi condusse ad un grazioso salottino da cui, definite le obbligazioni ed adempiuto al pagamento delle medesime, passammo in camera da letto.
Quando fece per togliersi il maglioncino, le dissi:
- Nulla in contrario a rimanere in mutandine e reggiseno?
- Ma per carità...
Meraviglia delle meraviglie: Wendy aveva indossato un completino mutandine e reggiseno bianco, trasparente, assai simile a quello indossato, ben quattro lustri addietro, dalla Signora Dina.
Una fulminea, dolorosa erezione si impadronì del mio scettro: subito mi denudai per collocarmi alle sue spalle.
Nel contempo, potevo bearmi della visione del suo corpo, riflesso nello specchio del cassettone.
Avevo potuto, tranquillamente, notare come, il suo minislip, nascondeva, di certo, una ben grossa "sorpresa".
La mia lingua cominciò ad omaggiare il suo orecchio destro; dopo qualche minuto, il minislip era teso all'inverosimile e, sulla parte anteriore, aveva iniziato a disegnarsi una evidente macchia di "rujel di desire".
Iniziai un vampiresco succhiotto sulla sua spalla destra mentre con la mia mano destra le slacciavo il reggiseno e con la sinistra le abbassavo il minislip.
-No...dai...fai piano...mi fai venire...- mormorò Wendy...
Scesi ad omaggiarle le mammelle le quali, benché non naturali, avevano dimensioni, e forma, tutt'altro che inverosimili.
Mi denudai a tutta velocità e feci inginocchiare Wendy di fronte al mio scettro.
Subito mi fece indossare un profilattico e prese a succhiarlo con insospettata professionalità.
Va scritto, a questo punto, che le sensazioni donate al mio corpo da una "fellatio" con il profilattico, sono, purtroppo, cosa ben diversa di quelle donate da una "fellatio" a sesso nudo.
Se in quest'ultima ipotesi, perdevo, tranquillamente, la cognizione del tempo e dello spazio, con il rapporto protetto, i piedi rimanevano, del tutto a terra.
Decisi di non sprecare ulteriore tempo per cui, uscito dalle sue labbra amorose, entrai nel suo ano.
Qui, le cose cambiarono aspetto: decisamente!
Il corpo di Wendy mi ricevette con tutta la sua accoglienza: benché' dilatato - ovviamente - il suo sfintere circondò il mio scettro, aderendovi interamente.
Quando il mio scroto toccò le sue natiche, mi fermai, inspirai ed espirai un paio di volte e, poste le mie mani sui suoi fianchi, andai alla carica.
Ogni mio assalto, squassava il suo corpo come se fosse percorso da una scarica elettrica. Dalla sua bocca si levavano grida incomprensibili frammiste a frasi come:
- Non ti fermare...sfondami...sfondami tutta...
Mi trattenevo, mi trattenevo a più non posso: la mia volontà di vincerla era tale che avrei, senza dubbio, fatto appello agli ultimi bricioli di forze virili pur di vederla del tutto annientata.
Nel frattempo, avevo notato come anche Wendy avesse indossato il "guanto di Parigi", nonostante avessi sottolineato, sin dal primo momento, che avrei giuocato un ruolo assolutamente attivo.
Ero talmente fermo nel mio proposito, che evitavo, con la massima cura, di toccare il suo scettro.
A ben guardare, la "ragazza" era decisamente dotata: di sicuro oltre i venti centimetri!
Cominciai a sentire l'avvicinarsi dell'"esplosione"; non potendo, ovviamente, interrompere il coito, "forzai le macchine" al massimo...
Sentii, chiaramente, esplodere, all'unisono, il mio sesso ed il mio cervello; di poi, un oceano biancastro andò a riempire il serbatoio del mio profilattico.
Quando tutto finì, ero pronto a giurare di aver sentito Wendy lanciare un urlo di piacere...ed, in realtà, non mi ero sbagliato.
Da suo sesso, ancora semieretto, pendeva un profilattico pieno di seme, prossimo a sfilarsi.
Subito corremmo in bagno e, con l'aiuto di due salviette di carta, ci liberammo dei due incomodi.
Lavati e rivestiti che fummo, ci ritrovammo ancora sul letto.
Io guardai in fondo alle sue iridi di smeraldo poi, dopo aver sospirato le dissi:
- Eppure...mi sento per nulla omosessuale...
- Ma per carità - rispose Wendy - tu non sai quanti veri uomini mi vengono a fare visita...e quante donne...
- No! - esclamai.
- Proprio così: e non donnette qualunque...sapessi...
Francamente non credevo ai miei orecchi; raggiunsi la porta con le giunture prammaticamente cigolanti.
Sull'uscio, la guardai di nuovo negli occhi; poi ci baciammo e, finalmente, uscii.



scritto il
2023-05-30
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