Wendy. III Parte.

di
genere
etero

La compagna di scuola.
È curioso, decisamente curioso, come l'animo umano possa, "d'emblee", iniziare a nutrire sentimenti - non importa se positivi o negativi - per un altro essere umano, anche dopo anni dalla completa cessazione dei rapporti tra i due soggetti.
Durante i due anni trascorsi al liceo statale, iniziai una, del tutto superficiale, amicizia con "Silvana", un bella biondona, formosetta, di quasi un metro ed ottanta di altezza.
Ancora oggi, non so dire se, effettivamente, avessi nutrito un qualche "sentimento" per lei.
So, soltanto, che iniziai a mettere in atto una "cariocinesi" quando, dopo la maturità, mi disse che si sarebbe iscritta alla facoltà di lingue, per poi immatricolarsi, effettivamente, ad economia e commercio.
Anni dopo, grazie alle mie conoscenze, venni a sapere che aveva contratto matrimonio a due anni di distanza, il che non le aveva impedito, comunque, di laurearsi e di iniziare ad esercitare la professione di dottore commercialista.
Come ripetutamente affermato, un avvocato penalista è anche, ed in parte rilevante, un investigatore, per cui non mi fu difficile pervenire ad alcune conclusioni, invero di non troppo difficile raggiungimento, e precisamente:
1) con tutta probabilità, Silvana era già fidanzata al momento del nostro primo incontro;
2) il suo sentimento, tuttavia, non dovrebbe essersi "solidificato" sino a dopo la maturità, altrimenti non avrebbe messo in atto quello, invero povero, "gioco di bussolotti" relativo alla scelta della facoltà.
Cominciai, pertanto, a nutrire per lei un sentimento di intima antipatia, che mi portò a rimuoverla, completamente, dai miei pensieri.
Gli anni trascorsero, alcuni lieti, alcuni tristi, tutti inesorabili.
Gioie e dolori si alternarono e, finalmente, l'astro di "Lady Rowena", gagliardamente iniziò a risplendere.
"Spiritus promptus, caro, autem, infirma", dopo un periodo di astinenza tornai a frequentare "certi ambienti", tra cui il "boudoir" di Wendy la quale, a ben guardare, più che una "tranny", aspirava ad essere una vera e propria "maitresse".
Quel pomeriggio di novembre, infatti, dopo avermi accolto e fatto, "more solito", accomodare nel salottino d'attesa, senza por tempo in mezzo, mi disse:
- Per la verità, oggi non mi sento troppo bene, ma, tra un quarto d'ora, sarà qui una signora, bravissima...
- Perché no? - risposi sorridendo, per poi immergermi nella lettura del giornale.
E mi immersi a tal punto da non sentire il campanello: fu la voce di Wendy a farmi tornare alla realtà, dicendomi:
- Dottore, sono lieta di presentarle la Signora Silvia...
Mi volsi verso Wendy, e vidi che era accompagnata da una donna bionda, formosa, sul metro e ottanta.
Confesso che potei riconoscere Silvana soltanto dopo aver indossato gli occhiali - essendo miope non li uso per leggere - ed aver ascoltato la sua voce.
Ma non fu l'incontro, in sé e per sé, a lasciarmi esterrefatto: la donna si era presentata, per così dire, già in "tenuta da lavoro".
Infatti, indossava, soltanto, un completino mutandine e reggiseno, azzurro, ed un paio di calze autoreggenti, velate, color carne.
Gettai un'occhiata, furtiva, ai suoi piedi e li vidi calzati da un paio di sandaletti con tacchi a spillo, neri, allacciati alla caviglia.
Dedussi che fossero stati un prestito di Wendy, in quanto erano ben due ore che pioveva, potrei dire a dirotto, e le calze di "Silvia" erano perfettamente asciutte.
Debbo ammettere che, entrambi, ci comportammo con il massimo sangue freddo. Dopo esserci guardati negli occhi, ci sorridemmo, reciprocamente.
Stabilita, ed adempiuta, l'obbligazione, ci accomodammo in camera da letto.
Fu allora che "Silvia" mi disse:
- Ti dispiace se, mentre ti spogli, farò uso della toilette?
- Ma per carità...anzi, mi piacerebbe vederti fare pipì...dai spogliati tutta e lasciati solo le scarpe...
"Silvia" obbedì, ed entrata nella piccola toilette, si mise in piedi, a cavallo del water - bidet, ed iniziò a svuotarsi con il massimo impegno.
Nel frattempo, mi guardava negli occhi scuotendo la testa, quasi in segno di sfida.
Incredibilmente, il solo scrosciare della sua pioggia dorata, mi eccitò al parossismo.
Conclusa l'operazione, la donna iniziò a lavarsi le parti intime, dando le spalle al muro.
Fu allora che presentai il mio scettro alle sue labbra.
"Silvia" lo fagocito', immediatamente, ed iniziò a succhiarlo, mentre le sue elegantissime mani si posavano sui miei fianchi.
Debbo dire, in tutta sincerità, che il coito orale costituisce l'autobiografia della donna, e della femmina, e che, per mia fortuna, ogni donna che ho avuto l'onore, di possedere, lo ha praticato in modo del tutto diverso da tutte le altre donne.
Per la precisione, "Silvia" alternava momenti di puro sadismo, caratterizzati da una suzione esasperatamente lenta, ad un agire quasi disperato.
In tal caso, l'azione delle sue labbra - fatate -
pareva voler dimostrare più l'amore o, quanto meno, l'affetto pel "partner" che far sì che, per mezzo della sua "arte", il corpo del medesimo potesse liberarsi, in tutta fretta, del suo seme.
Dopo un delirio dei sensi di incalcolabile durata, esplosi.
Durante l'unica emissione di sperma, così lunga che mi parve mai dovesse esaurirsi, la testa aveva preso a girarmi, vorticosamente, e mi sembrò, davvero, che avrei finito col perdere il senno, che sarei uscito da quella camera da letto con la camicia di forza.
Tuttavia, rimasi in piedi, lucido ed in piena erezione, mentre "Silvia" si era sdraiata sul letto.
Mi tornò, allora, in mente, un particolare che avevo visto nella toilette: su di una mensola, posta sopra al lavandino, facevano bella mostra di sé una bombola di sapone da barba, un flacone di olio per bambini ed un rasoio a perdere.
- Dai - dissi a "Silvia" - facciamo il "rito pagano"...
- Che vuoi dire?
- Lasciami fare e vedrai...
- Prima ti depilerò tutta, poi ti spalmero' di olio ed, alfine, ti prenderò.
Così, tornato nella toilette, ne uscii con un telo da bagno rosa, da me rinvenuto sul posto e che provvidi a distendere sul letto, e con il rasoio, il sapone da barba ed il flacone di olio per bambini.
"Silvana", dopo essersi raccolta i capelli, si mise supina sul letto, con le braccia lungo i fianchi e le gambe leggermente divaricate.
Provvidi, allora, a spruzzare una dose generosa di schiuma sul suo pube ed a depilarla, dolcemente e completamente.
Durante l'operazione, davo spesso un'occhiata al volto della donna, la quale ansimava pel piacere procuratole dall'azione del rasoio sulle sue parti intime, passandosi, altresì, spesso, la lingua sulle sue labbra mordicchiandole altresì.
Ad ogni passaggio del rasoio, le mani di "Silvia" artigliavano il telo e le sottostanti lenzuola, come se, il corpo della donna, fosse stato percorso, e percosso, da una scarica elettrica.
Conclusa l'operazione, misi una buona dose di olio per bambini sulla base dei seni della donna, spalmandoglielo tutt'attorno, con un movimento circolare.
Indugiai, non poco, sui suoi seni, una terza misura, invero scarsa, ma ancora ben soda, nonostante le due gravidanze, come da informazioni in mio possesso.
Conclusa l'operazione, la feci girare in posizione prona; anche i suoi glutei erano ben tonici.
Infine, le dissi di assumere, di nuovo, la posizione supina e, contemplai il suo corpo.
Grazie all'olio che rifletteva la luce, le membra della donna rifulgevano, come se fossero state spontaneamente luminose, dandole l'aspetto di una creatura soprannaturale.
Senza indugio, iniziai ad adorare il suo fiore di carne baciando, lievissimamente, le grandi labbra e leccando, col massimo impegno, la sua gemma.
Le sue secrezioni, decisamente abbondanti, avevano un sapore che tendeva più al dolce che al salato.
Nel mentre, la donna ansimava, implorando la penetrazione:
- Dai, vieni, prendimi, non ne posso più, sono in preda ad una crisi di astinenza da sesso...
La feci voltare di nuovo, e subito, con assoluta spontaneità, "Silvia" assunse la posizione "a la levrette".
Fu allora che, memore dell'atteggiamento tenuto, nei miei confronti, ai tempi del liceo, lubrificato, a mia volta, il mio scettro, in preda ad una dolorosa erezione, la sodomizzai.
La donna cacciò un breve urlo, invero decisamente gutturale. Immediatamente, iniziai ad agire, stantuffando a tutta manetta agendo, nel contempo, sul suo clitoride, ormai gonfio da scoppiare.
Come avevo potuto constatare, il corpo della donna era, decisamente, abituato al "coitum in vase indebito"...ma da quanto tempo?
Bando alle gelosie retrospettive, certamente, ma la curiosità di sapere se, "ai bei tempi del liceo" "Silvia" fosse stata ancora "pulzella", o meno, non solo permaneva, ma aumentava di intensità ad ogni momento.
- Aagh, aagh, mi fai morire, non ti fermare, sfondami, sfondami tutta, come se fossi la peggiore delle zoccole...
Sentivo che il mio sperma iniziava a salire per cui, uscito dal suo orifizio anale, presentai il mio scettro alla sua bocca.
Bastò una suzione di un paio di minuti, per farmi esplodere in un solo, lunghissimo getto, di seme, che grazie alla mia prontezza di riflessi, andò a schiantarsi sul suo volto, intorno alle sue labbra.
Ero stato io a volere, con tutta la mia volontà, quel finale che degradava "Silvia" da donna a volgare, volgarissima, femmina di angiporti, a lurido strumento del più lubrico piacere.
Lo avevo voluto, a causa del suo atteggiamento ipocrita: perché mai aveva accettato il mio, seppur embrionale, corteggiamento quando era fidanzata?
Perché aveva fatto nascere nel mio cuore delle timidissime illusioni, fortunatamente durate "l'espace d'un matin"?
Contemplai il mio scettro, ancora orgogliosamente eretto, e la presi ancora, stavolta nella "posizione del missionario".
Mentre galoppavo, ancora una volta, nelle sue carni, mi venne in mente come "Silvia" non avesse sollevato alcuna obiezione al ricevere, sul suo viso, il mio liquore: dovevo rifletterci sopra.
Arrivò l'ulteriore eiaculazione, anche stavolta molto abbondante, che andò a dissetare la femmina dalla rovente gola riarsa.
Finito che ebbi, la presi, delicatamente, per la mano e la condussi nella piccola "toilette" ove, fattala sedere sui talloni nel box doccia,la irrorai con un fiume di "pioggia dorata".
Prendemmo, poi una doccia.
Quando fummo entrambi nella cabina "Silvia" inizio a frizionarmi il torace con una spugna intrisa di bagnoschiuma, per poi scendere sempre più "verso il basso".
Subito, il mio scettro "rispose all'appello"; nel contempo, anch'io avevo preso ad insaponare il suo corpo.
Essendo le nostre altezze più o meno uguali, penetrai la donna nella posizione dette "del cigno" e, dopo averla accostata alla parete, mi diedi a coitarla con un'energia che sorprese, per primo, me stesso.
Mi aggiravo, ormai, attorno alla quarantina e credevo, nella più perfetta buona fede, che prima o poi le mie "forze virili" sarebbero entrate nella fase calante: invece...
Compresi, a cose fatte, che la mia potenza sessuale del momento, derivava, più che dagli ormoni, dal desiderio di "punitiva vendetta" nei confronti di "Silvia".
Intendiamoci: erano begli anni che, di quella donna, non mi importava più un accidente.
Quello che mi bruciava ancora era, e sarebbe continuato ad essere, il suo atteggiamento menzognero che, a ben guardare, avrebbe anche potuto, tanto moralmente che materialmente, ritorcersi contro di lei.
Basti pensare al Lettore che, se mi fossi innamorato di lei, allo stesso modo di cui poi mi innamorai di "Lady Rowena", una volta appreso del suo fidanzamento, sarebbe anche potuto entrare, nel novero delle probabilità, un qualche gesto estremo da parte mia.
Beninteso, sono sempre stato dell'idea secondo la quale "chi non mi vuole non mi merita", per cui un simile accadimento sarebbe stato, e continuerà ad essere, del tutto alieno dalla mia personalità.
Purtuttavia, com'è ovvio, una seppur minimale probabilità statistica sarebbe comunque venuta ad esistenza.
Continuai, per diversi minuti, a possederla, fino a quando la feci voltare per farle assumere la posizione detta "levrette au debout".
Subito mi impadronii, ancora una volta, del suo clitoride che continuai a massaggiare "a velocità sostenuta" anche quando tornai a violare il suo orifizio anale.
"Silvia", intanto, mugolava e gridava di piacere; mi resi allora conto come, oltre al godimento per così dire "somatico", ciò che la faceva, letteralmente impazzire, fosse stato il godimento "psichico", il provare umiliazione dal commercio carnale: da "quel" commercio carnale, da "quel tipo" di commercio carnale.
Feci appena in tempo ad uscire dal suo corpo e ad accostare il mio scettro al suo viso che esplosi in un'eiaculazione a dir poco oceanica.
Al fine di "completare l'opera", avevo tuttavia fatto in tempo a chiudere l'acqua cosicché, il fiotto di sperma, colpì il suo volto quasi asciutto.
Finito di rivestirmi, non potei notare come la donna fosse restata in mutandine, reggiseno, calze e sandaletti, senza indossare alcun abito.
Compresi: un altro cliente era atteso.
Fu allora che la guardai negli occhi e le dissi:
- Scommetto che ti stai domandando quanto tempo abbiamo perso durante gli anni di scuola...
- Cosa vuoi dire? - rispose.
- Non mi dire che non mi hai riconosciuto, Dottoressa Silvana ***...
- Allora tu saresti ***...
- Proprio così...
Poco mancò che iniziasse a piangere.
Fu lei che mi disse:
- Non mi giudicare male, ma mio marito è molto più anziano di me e...
- E tu non vuoi rinunziare ai tuoi diritti di donna, o meglio, di femmina...
Abbassò il capo e mormorò:
- Proprio così...
Tacque, per poi riprendere:
- Comunque al liceo non abbiamo perso tempo...allora ero vergine: che tu ci creda o no, sono giunta all'altare assolutamente intatta.
- Ed io ci credo - risposi.
Indossò una vestaglia e mi accompagnò alla porta.
Quando fummo sull'uscio, spontaneamente, l'abbracciai e la baciai, profondamente.
- Questo vale per tutti i baci che avremmo potuto scambiarci al liceo...ed uscii.
* * *
La sera, prima di addormentarmi, riflettei, ed a lungo, sugli accadimenti del pomeriggio.
Silvana si sentiva, sicuramente, in colpa, per quelle sue "scappatelle".
Eppure, schiava dei sensi, arrivava a prostituirsi accettando, persino, le più lubriche umiliazioni, per autopunirsi.
Una domanda, tuttavia, regnava sovrana:
- In fondo in fondo, aveva mai amato, e/o amava ancora, suo marito?
Io scommetterei di no!
Ed i Signori Lettori?


scritto il
2023-06-13
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