Il favore saldato
di
Il_genio_senza_la_lampada
genere
gay
Mattia aveva quell'aria da macho quando indossati i guantoni si posizionava in porta a gambe divaricate.
Tutti lo rispettavano a tal punto da venerare, soprattutto quando si buttava da un palo all'altro impedendo a qualsiasi pallone di passare. La maglietta madida di sudore a segnare i suoi pettorali e i pantaloncini che svolazzano. E anche in questa partita dopo che me l'hanno fatta sotto il naso scattandomi lui si è lanciato come un salvatore e ha parato pure questa cannonata all'ultimo secondo prima del fischio. La folla esulta, il pubblico impazzisce e gli avversari si accasciano atterrati.
In spogliatoio c'è aria di festa, i compagni ballano e saltano e urlano. E per me tutto questo è faticoso da reggere. Uno a uno fanno la doccia e si vestono per poi andare a casa. Dall'alto dei miei 18 anni continuo a farmi la doccia in mutande e non cambierà mai questo fatto.forse.
Ora è il mio turno di togliermi il fango dal corpo e quindi entro in mutande nella doccia che, come le altre è aperta, solo separata dalle altre da un muretto. Apro l'acqua e proprio in quel momento sotto lo scroscio sento un paio di voci della doccia accanto alla mia.
"Senti come lo succhia bene, Matti" dice Albert mentre con una mano tiene il cellulare e con l'altra l'abbassa fino al basso ventre e inizia a muoverla avanti e indietro. Mattia, nudo come l'amico accanto, che mi dà la schiena mostrando il sedere sodo ha iniziato anche lui una lenta sega. Intanto di sottofondo la donna sta aspirando un cazzo meglio di qualsiasi porno mai sentito prima.
"Sembra così brava come la mamma di Pietro" dice Lorenzo accanto a Mattia. "No, secondo me è come la mamma di Elia" ribatte Mattia. E vanno avanti così fino a quando lui se ne esce con: "mangia uccelli come la troia della mamma di Davide lei sì che è una gran porca". Un momento è mia madre. I due ragazzi si guardano e si girano uno di fronte all'altro. Da questa prospettiva si vede il telefono con la donna che prende cazzi da tutte le parti: uno per mano, uno in bocca e un altro nel culo. Tutti neri e grossissimi. "È come proprio la Chiara" (mia madre) dice Lorenzo mentre finge di inculare qualcuno. Mattia invece finge di metterlo in bocca a lei, a Chiara, e ormai entrambi i maschi sono alle strette e dalla punta delle cappelle esce una sborrata gigantesca che finisce l'una sui piedi dell'altro. La sborra scende giù accompagnata dall'acqua e i respiri si placano e le mani di entrambi si fermano. Poi Lorenzo finisce di lavarsi e va a casa. Io sono ancora pietrificato. Soprattutto ho il cazzo durissimo e non vuole abbassarsi nascosto per modo di dire dai miei boxer bianchi ormai trasparenti da quanto sono fradici. L'unica soluzione è quello che hanno fatto quei due di prima: una sega.ma qui non posso davanti a qualunque persona che potrebbe vedermi? No, non ho altra scelta... devo svuotarmi le palle. Quindi mi siedo nel piatto doccia, schiena al muro, e inizio infilando la mano destra sotto al tessuto dei boxer e faccio su e giù mentre penso a quello che ho visto poco fa. È durissimo e fa malissimo tant'è che lo tiro fuori libero come l'aria solo che ad un certo punto sento: "bene bene cosa abbiamo qui?" È la voce di Mattia che è in piedi davanti a me tutto nudo. Cerco di rimettermi in piedi però lui mi blocca. "Sei proprio un frocetto" mi dice. "Ti è sempre piaciuto il cazzo da quando siamo piccoli". E mi racconta di come sapeva che li spiavo lui e gli altri ragazzi quando da adolescenti ci beccavamo a casa di amici per un porno e una sega. "Tu ci guardavi sempre in mezzo alle gambe ma mai le puttana sullo schermo". E mentre parla si è ora avvicinato a me, il suo cazzo in piedi a pochi pochissimi centimetri dalle mie labbra. "Tu sei nella squadra grazie a me perché fai schifo a giocare... peggio della pippa che ti stai tirando" dice in tono severo. E aggiunge blaterando ul desiderio di ricevere il più grande pompino della sua vita ma la sua ragazza ha litigato con lui ieri. "Ti ricordo la promessa che tu mi hai fatto molti anni fa quando ti ho fatto entrare in squadra: grazie a te sono qualcuno e un giorno quando avrai un desiderio io lo esaudirò ". Bene il suo desiderio oggi si avvera. Così mi si attacca alla testa, sfregando la cappella sulle mie labbra e infila il suo cazzone extra large da diciottenne quasi a soffocarmi. "Ecco che ora puoi saldare il tuo debito Davide proprio come quella troia di Chiara ". Finalmente dopo una vita sono visto da Mattia, dai suoi occhi che mi scrutano dall'alto mentre mi scopa la bocca. Io a calcio non ci so giocare, l'ho fatto solo per stare vicino a loro, a lui. Le sue palle mi sbattono sul mento mentre le mani sue mi stringono i capelli. "Ahm vengoooo" mi dice mentre mi divincolo e lui mi tiene in pugno stretto stretto. Non voglio ingoiare, non l'ho mai fatto. Lui però ha la meglio su di me e io quindi ormai sono sua. La sua puttanella di 18 anni e ingoio tutto fino all'ultima goccia. Quando finisce con il cazzo moscio lo toglie dalla mia bocca accarezzandomi la guancia. "Brava tutta sua madre" e se ne va lasciandomi pieno di sborra ovunque.
Tutti lo rispettavano a tal punto da venerare, soprattutto quando si buttava da un palo all'altro impedendo a qualsiasi pallone di passare. La maglietta madida di sudore a segnare i suoi pettorali e i pantaloncini che svolazzano. E anche in questa partita dopo che me l'hanno fatta sotto il naso scattandomi lui si è lanciato come un salvatore e ha parato pure questa cannonata all'ultimo secondo prima del fischio. La folla esulta, il pubblico impazzisce e gli avversari si accasciano atterrati.
In spogliatoio c'è aria di festa, i compagni ballano e saltano e urlano. E per me tutto questo è faticoso da reggere. Uno a uno fanno la doccia e si vestono per poi andare a casa. Dall'alto dei miei 18 anni continuo a farmi la doccia in mutande e non cambierà mai questo fatto.forse.
Ora è il mio turno di togliermi il fango dal corpo e quindi entro in mutande nella doccia che, come le altre è aperta, solo separata dalle altre da un muretto. Apro l'acqua e proprio in quel momento sotto lo scroscio sento un paio di voci della doccia accanto alla mia.
"Senti come lo succhia bene, Matti" dice Albert mentre con una mano tiene il cellulare e con l'altra l'abbassa fino al basso ventre e inizia a muoverla avanti e indietro. Mattia, nudo come l'amico accanto, che mi dà la schiena mostrando il sedere sodo ha iniziato anche lui una lenta sega. Intanto di sottofondo la donna sta aspirando un cazzo meglio di qualsiasi porno mai sentito prima.
"Sembra così brava come la mamma di Pietro" dice Lorenzo accanto a Mattia. "No, secondo me è come la mamma di Elia" ribatte Mattia. E vanno avanti così fino a quando lui se ne esce con: "mangia uccelli come la troia della mamma di Davide lei sì che è una gran porca". Un momento è mia madre. I due ragazzi si guardano e si girano uno di fronte all'altro. Da questa prospettiva si vede il telefono con la donna che prende cazzi da tutte le parti: uno per mano, uno in bocca e un altro nel culo. Tutti neri e grossissimi. "È come proprio la Chiara" (mia madre) dice Lorenzo mentre finge di inculare qualcuno. Mattia invece finge di metterlo in bocca a lei, a Chiara, e ormai entrambi i maschi sono alle strette e dalla punta delle cappelle esce una sborrata gigantesca che finisce l'una sui piedi dell'altro. La sborra scende giù accompagnata dall'acqua e i respiri si placano e le mani di entrambi si fermano. Poi Lorenzo finisce di lavarsi e va a casa. Io sono ancora pietrificato. Soprattutto ho il cazzo durissimo e non vuole abbassarsi nascosto per modo di dire dai miei boxer bianchi ormai trasparenti da quanto sono fradici. L'unica soluzione è quello che hanno fatto quei due di prima: una sega.ma qui non posso davanti a qualunque persona che potrebbe vedermi? No, non ho altra scelta... devo svuotarmi le palle. Quindi mi siedo nel piatto doccia, schiena al muro, e inizio infilando la mano destra sotto al tessuto dei boxer e faccio su e giù mentre penso a quello che ho visto poco fa. È durissimo e fa malissimo tant'è che lo tiro fuori libero come l'aria solo che ad un certo punto sento: "bene bene cosa abbiamo qui?" È la voce di Mattia che è in piedi davanti a me tutto nudo. Cerco di rimettermi in piedi però lui mi blocca. "Sei proprio un frocetto" mi dice. "Ti è sempre piaciuto il cazzo da quando siamo piccoli". E mi racconta di come sapeva che li spiavo lui e gli altri ragazzi quando da adolescenti ci beccavamo a casa di amici per un porno e una sega. "Tu ci guardavi sempre in mezzo alle gambe ma mai le puttana sullo schermo". E mentre parla si è ora avvicinato a me, il suo cazzo in piedi a pochi pochissimi centimetri dalle mie labbra. "Tu sei nella squadra grazie a me perché fai schifo a giocare... peggio della pippa che ti stai tirando" dice in tono severo. E aggiunge blaterando ul desiderio di ricevere il più grande pompino della sua vita ma la sua ragazza ha litigato con lui ieri. "Ti ricordo la promessa che tu mi hai fatto molti anni fa quando ti ho fatto entrare in squadra: grazie a te sono qualcuno e un giorno quando avrai un desiderio io lo esaudirò ". Bene il suo desiderio oggi si avvera. Così mi si attacca alla testa, sfregando la cappella sulle mie labbra e infila il suo cazzone extra large da diciottenne quasi a soffocarmi. "Ecco che ora puoi saldare il tuo debito Davide proprio come quella troia di Chiara ". Finalmente dopo una vita sono visto da Mattia, dai suoi occhi che mi scrutano dall'alto mentre mi scopa la bocca. Io a calcio non ci so giocare, l'ho fatto solo per stare vicino a loro, a lui. Le sue palle mi sbattono sul mento mentre le mani sue mi stringono i capelli. "Ahm vengoooo" mi dice mentre mi divincolo e lui mi tiene in pugno stretto stretto. Non voglio ingoiare, non l'ho mai fatto. Lui però ha la meglio su di me e io quindi ormai sono sua. La sua puttanella di 18 anni e ingoio tutto fino all'ultima goccia. Quando finisce con il cazzo moscio lo toglie dalla mia bocca accarezzandomi la guancia. "Brava tutta sua madre" e se ne va lasciandomi pieno di sborra ovunque.
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Commenti dei lettori al racconto erotico