Voglia di fica - 3

Ho esagerato. D’accordo, lo ammetto, ho esagerato. Lo sai anche tu che ho una bella nerchia, ma lunga due sigari, insomma… forse due mezzi toscani… oppure un Moro, un serie A, per chi capisce di toscani, cubani, chi conosce i Montecristo… Marta invece non mastica di sigari. Speriamo non mastichi neppure i cazzi, perché il mio vorrei lo succhiasse. E lo mungesse tutto, fino all’ultima goccia.

Se è davvero interessata ad aprire le cosce e farsi slinguare, sditalare e poi trapanare ancora non lo so. Di certo la mia compagnia non le dispiace, ma da qui a dire che, quando mi pensa o mi vede, le si bagna la fessa… insomma, ce ne corre. Di certo c’è che, quando mi carezzavo il durello sotto il tavolo della cucina dove abbiamo preso insieme un caffè lei non ha fatto una piega. “Ma cosa stai facendo, sei un porco…”, no, niente di tutto questo. Forse è solo incuriosita: prima di decidere se darmela o no, vuole capire fin dove voglio arrivare…

Ma io non voglio “arrivare”, se non nel senso che intendono i francesi, nel senso di riuscire. Io voglio “venire”, dentro di lei, venirle in bocca in fica in culo… eh sì perché di donne come mia moglie, che dicono che il culo è fatto solo per cacare, io ne ho abbastanza. Marta non voglio solo scoparmela: voglio fotterla, voglio incularla. È chiaro il concetto?