Storia vera: io 21 anni Lei 58
di
Etero confidenze
genere
etero
Sono Edoardo, ho 28 anni, sono alto 1.74,sono abbastanza magro, un un bel fisico, non palestrato ma tonico, sono mediterraneo, quindi sempre abbronzato di natura, con occhi verdi. Caratterialmente il classico ragazzo romano alla mano e socievole. Vorrei raccontarvi un’esperienza davvero accaduta che non confiderò mai a nessuno se non a voi, sperando di raccontarla bene, non aggiungendo o togliendo nulla. Si tratta di una breve storia che proprio storia non chiamerei in realtà, che ho avuto con la nostra domestica, una signora rumena di 58 anni di nome Maria, non molto bella che però mi ha fatto vivere una bella passione, di cui un po’ mi vergogno essendo molto più grande e pure bruttina, però oh è successo che possiamo fa? Io avevo 21 anni, avevo avuto poca esperienza con le ragazze tanto che in verità ho perso la verginità proprio con Maria, una donna poco più bassa di me, grossa, seno grande, gambe grosse un po’ troppo toniche ma nel complesso una donna che seppur bruttina mi ha attratto molto fisicamente. Vabbè arrivando all’accaduto: era estate, lei veniva a pulire da noi da due mesi ma per via delle lezioni la beccavo poco a casa, fino a luglio in cui mi capitava spesso di restare a casa da solo le mattine in cui veniva a pulire. Mi ricordo facemmo subito amicizia, era un sacco alla mano e mi chiedeva spesso cosa facessi, che tipo fossi o se fossi fidanzato. Verso metà luglio una mattina la sentii entrare e sistemarsi in bagno (ancora non la guardavo con occhi diversi, non mi era mai balenata per la mente l’idea di volerla possedere o altro), allora decisi di alzarmi anche per fare qualche chiacchiera con lei. Scesi dal letto, siccome dormo nudo, solo con mutande, mi misi un pantaloncino, restando a petto nudo, mi infilai le infradito e andai in salone a prendere il cell, passando uscì dal bagno Maria e mi fece spavento urlandomi qualcosa, io spaventandomi un botto, le chiesi se fosse impazzita, lei sorrise dandomi uno schiaffetto sulla spalla. Io dopo qualche minuto decisi di vendicarmi e mentre stava pulendo le cornici appese in corridoio le feci solletico ai fianchi dandogli due bei pizzicotti ai fianchi, lei sussultò e scoppiò a ridere guardandomi con aria di sfida, le promisi infatti che era solo l’inizio della mia vendetta… Lei continuò a lavorare e io andai a fare colazione in cucina, lì non mi accorsi che fosse ancora bagnato per terra e scivolai. Lei sentendo il rumore del botto corse in cucina a vedere cosa fosse successo. Io scherzando le dissi che me la avrebbe pagata anche per quello ma allo stesso tempo mi faceva piacere si fosse precipitata preoccupandosi per me. Maria mi disse che non era tanto preoccupata per me quanto per il fatto che con le ciabatte avessi fatto segno sul pavimento bagnato e che in realtà si sarebbe vendicata lei. Al che le risposi che questa davvero non doveva dirmela, che poteva dirmi di restare a piedi nudi, di togliermi le ciabatte perché bagnato, visto che mi aveva visto mi stessi dirigendo in cucina. Mi rialzai, mi sfilai le infradito e la raggiunsi in corridoio, dove le dissi “ora me la paghi”, cercando di farle solletico ai fianchi. Al che lei mi venne incontro bloccandomi, afferrandomi i polsi con le sue mani e dicendomi fossi davvero un ragazzo birichino e fastidioso. Io mi svincolai dalla sua presa e le pestai un piede appositamente con il mio, lei si tolse le infradito, si piegò a massaggiarsi il piede che secondo lei le avevo rotto. Mi piegai anche io cercando di capire se davvero si fosse fatta male, scusandomi molto, che non le volevo fare male, chiedendole se le servisse un po’ di ghiaccio. Lei mi rispose di sì, allora mi girai dirigendomi verso la cucina. Proprio in quel frangente lei da dietro allungò il piede e mi fece uno sgambetto che mi fece scivolare dentro la cucina. Lei scoppiò a ridere e mi disse che disse scherzando quanto fossi davvero stupido, io allora le dissi che stavolta me la avrebbe pagata e che subito dopo avrebbe dovuto ripulire il pavimento della cucina ormai pieno di manate e piegate. Mi rialzai e la raggiunsi in corridoio, pronto con le mani a farle solletico, lei mi venne contro dandomi piccoli schiaffetti sulle braccia e pregandomi di lasciarla lavorare in santa pace. Io allora alzai le mani in alto e le proposi una tregua, lei mi guardò sorridendo e in un attimo con entrambe le mani mi strinse i fianchi dicendomi “chi la fa la aspetti”, facendomi anche male. La guardai con sfida, le afferrai le braccia e iniziai a spingerla, si liberò dalla mia presa e tornò alla carica, prendendomi le mani con le sue, incrociammo le dita e iniziammo a spingerci premendo uno le mani dell’altra. Fu una lotta di qualche minuto, fino a quando non mi si drizzò il pene, lei notandolo si staccò e mi disse di andare in bagno. Io non ci vedetti più, le ripresi le mani e la spinsi fino al muro, una volta in trappola mi inginocchiai e la guardai dal basso, lei ricambiò lo sguardo ma in maniera diversa, non di sfida, evidentemente non si aspettava mi mettessi in ginocchio agganciato a lei. Lei chiuse la bocca e inizio a deglutire, io capii la sua voglia e le dissi “posso?”. Lei mi fece cenno di sì, allora infilai la testa sotto il suo vestitino, mi accorsi che ovviamente indossava le mutande, staccai le mie mani dalle sue, tolsi le mutande, per poi iniziare a leccarle la figa, riprendendole le mani e iniziando a farla ansimare. Quanto mi piaceva leccarle la figa, muovevo la lingua come se stessi leccando il gelato, solo che il sapore era ovviamente salato, non dolce. Lei mi lasciò le mani e si tolse il vestito, io continuai a leccarla ora però guardandola negli occhi, incrociando di nuovo le mie mani alle sue, stringendogliele fortissimo. Poi mi alzai, le feci cenno di seguirmi e la portai sul mio letto, ci spogliammo completamente nudi e iniziammo a fare sesso. Lei si sdraiò, io mi misi sopra di lei, agitai il mio pene e glielo infilai con cura dentro la vagina, toccandole il seno nel frattempo. Dopo un po’ finalmente la baciai ardentemente, mi ricordo ancora adesso quanto fosse strano baciarmi con lei, avevamo talmente voglia l’uno dell’altra che ci baciavamo in una maniera imbarazzante, un bacio che dico sempre sapesse di saliva. Le sputai anche in bocca, più che altro accumulai un po’ di saliva e lentamente la rilasciai nella sua bocca. A scriverlo soltanto mi eccito ancora. Quella scena successe due o tre volte ancora in quel periodo, poi lei tornò in Romania perché il marito aveva bisogno di aiuto, da lì purtroppo non è più tornata in Italia. La seguo su fb, ogni tanto chattiamo. Diciamo che ho vissuto degli amori giovanili ma mai fino a oggi una cosa intensa sessualmente parlando come con lei. Tanto ci piacevamo mi ricordo che una volta stavo sdraiato sopra il divano, lei mi guardò i piedi nudi che erano belli sporchi nelle piante e iniziò a pulirmeli leccandomeli, mi allargava le dita dei piedi con la lingua e la passava e ripassava suoi miei piedi. A me quella cosa fece un po’ schifo in realtà, però era davvero forte la nostra attrazione che succedevano anche cose simili che in alcuni casi, seppur schifose per me, la facevano impazzire.
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Commenti dei lettori al racconto erotico