La Zia e la Montagna
di
Demiurgo
genere
incesti
Ad agosto avevo deciso di passare una settimana in famiglia, prima di tutto per fare felici i miei genitori e poi anche per poter passare qualche giorno nei lussi che per il resto dell’anno sono negati a uno studente fuori sede. Ci ritrovammo in un paesino della Val d’Aosta dove avevamo affittato una casetta, con noi, oltre ai miei e mio fratello, c’era anche la zia Maria che era stata convinta dalla mia logorroica madre a prendere parte a questa riunione di famiglia. Era una donna cronicamente single, si era sposata almeno tre volte e da quello che sapevo l’ultimo fidanzato era stato lasciato proprio un mese prima. Non è mio compito giudicare, ma per una donna avviata alla cinquantina forse il 'fidanzato' lo avrei tenuto. Appena arrivati scoprii di dover condividere la stanza proprio con lei, non avrei avuto problemi se non fosse che questa camera aveva un unico letto matrimoniale e l’assenza di privacy un po’ mi turbava. La prima giornata fu tranquilla: ci sistemammo, cenammo tutti insieme e poi andammo a dormire. La zia era abbastanza allegra e in stanza continuava a parlare: mi raccontava del lavoro, della palestra in cui andava e voleva sapere della mia università, dei miei amici e cercava conferme per le sue curiose teorie sui vaccini. Quando finalmente smise di parlare ci addormentammo. Mi risvegliai con una scena abbastanza comune ma che in quel momento mi terrorizzò: avevo un durello spaventoso che svettava da sotto i pantaloncini che, maledetto me, per il caldo avevo messo senza mutande. La zia era già sveglia e sicuro doveva averlo visto, e mi disse raggiante: “Buongiorno! Hai dormito bene vedo!”. Con una mossa acrobatica mi lanciai fuori dal letto e corsi nel bagno della stanza dove rimasi ad aspettare che il durello passasse pensando alla figura di merda che avevo fatto. Una volta ritornato in stanza per fortuna la zia non fece altri commenti e dopo poco ci preparammo ed uscimmo. Ritornati nella casetta dopo una giornata di passeggiate tra i sentieri cenammo e bevemmo tutti insieme e la zia iniziò a raccontarci di Luca, il suo ultimo ragazzo: “Era veramente un inetto, pieno di soldi ma non sapeva fare niente! Per una lampadina da cambiare ha chiamato l’elettricista!” e così via con altri commenti non lusinghieri sul pover’uomo.
Finita la cena io andai all’aperto per godermi il fresco e lei mi raggiunse presto con due bicchieri di amaro.
“Sai Alessandro, Luca era proprio vecchio dentro” disse riprendendo con noncuranza il discorso della cena “Io ho voglia di godermi la vita, viaggiare, lui non si muoveva dal divano. Cinque anni in meno di me e sembrava mio padre!”
“Eh ma tu sei una donna unica Maria, non ne conosco di lanciate come te di nessuna età”. Ero abbastanza nauseato dalle sue chiacchere e mi persi qualche parte del discorso ma a un certo punto iniziò a parlare di sesso e nella speranza di potermi fare qualche risata le diedi di nuovo la mia attenzione:
“Sembrava non mi volesse, a mala pena mi baciava, ma io sono ancora una bella donna, vero?”
“Ma zia certo, sei sempre in palestra guarda che un fisico come il tuo fa invidia a chiunque, hai visto quella ragazza tedesca come ti guardava oggi al rifugio?”
“Ahahaha ma dai Ale, grazie. Tu sì che mi sai far sentire apprezzata, anche se l’apprezzamento più grande l’ho visto stamattina eh!”
Devo essere sbiancato perché lei mi rispose ridendo:
“Oh ma scherzo come sei permaloso! Poi ce lo avesse avuto Luca un cazzo così non lo avrei mica lasciato! Ti giuro non gli si alzava mai; negli ultimi mesi mi avrà scopato una volta”.
Io avevo bevuto e il discorso mi stava divertendo troppo e risposi: “Vabbeh ma quanto vuoi scopare dai?”
“Ma almeno una volta alla settimana! Alla tua età lo facevo tutti i giorni a volte anche di più”.
“Si zia ma a vent’anni è un conto, dai, pover’uomo”.
“Eh allora il prossimo me lo trovo giovane come te, cercami un tuo amico e presentamelo dai. Ma a proposito: la tua ragazza?”.
“Ci siamo lasciati anche noi qualche mese fa purtroppo, lei si è trasferita a Roma e non riuscivamo più a vederci”.
“Ma allora sono mesi che non scopi neanche tu! Non sono sola! Però dai non scopare a vent’anni è brutto Ale”.
“Ma oh zia non ti preoccupare; anzi facciamo che andiamo a letto che abbiamo bevuto troppo e sono stanco”.
“Eh dai ma come ti offendi io scherzavo! Però se vuoi farti una sega in bagno io aspetto fuori eh!”.
“No zia guarda aspetto che vieni a farmela tu, sempre che ti ricordi come si fa eh”.
Scoppiammo a ridere e ci avviammo in camera, io avevo preso la conversazione alla leggera ma il vino mi aveva reso allegro e in stanza ci continuammo a punzecchiare. Scopri che un suo ex aveva il cazzo largo ma corto e veniva subito e che un altro invece scopava urlando. Io le raccontai che Giorgia, la mia ex, veniva solo se lo facevamo a novanta e che quella prima se stava sopra squirtava sempre. “Anche io lo faccio!” esclamò euforica “pero devo essere molto rilassata, tipo in sauna”.
“Ma hai scopato alle terme?”
“Eh sì ovvio, ma tra l’altro qui vicino in valle! Dovremmo andarci nei prossimi giorni a tua madre piacerebbe”.
“Boh zia sei matta, poi mi insegni a scopare in sauna che mi manca”.
Ridemmo ancora un po’ fino a quando non spegnemmo la luce e rimanemmo in silenzio. Dopo qualche minuto, mi accorsi che si stava sfilando il pigiama.
“Tutto bene Maria?”
“Oddio scusa credevo ti fossi addormentato, mi rivesto subito, è che ho molto caldo” mi rispose mentre si ricopriva il seno.
“No ma va tranquilla, si muore e poi tanto siamo al buio e non vedo niente”
“Ma allora se non ti dispiace qualcosa mi tolgo, buonanotte”.
In realtà la stanza era si buia ma della luce filtrava e io il profilo della zia lo vedevo bene e dai movimenti capii che si stava togliendo anche le mutande altro che qualcosa. Era effettivamente una bella donna, non le avevo mentito: carnagione olivastra capelli lisci sempre raccolti in una coda, faccia sorridente e giovanile, qualche accenno di ruga che però non la invecchiava e una figura snella e in forma che avevo ammirato durante la passeggiata il mattino. I Leggings le sagomavano un culo abbondante ma tonico con i fianchi solo un po’ allargati, a colpirmi erano state le gambe che sembravano davvero quelle di una ragazza che sta ventiquattro ore al giorno in palestra.
Forse erano stati i discorsi di prima o forse il suo seno che intravedevo di profilo ma mi venne duro e anche io iniziai a soffrire il caldo. Decisi di sfilarmi la maglietta, lei non si mosse, forse dormiva pensai. Decisi di togliermi anche i pantaloni: il cazzo premeva e non mi sarei certo addormentato così. In breve, ci ritrovammo entrambi nudi a 20cm di distanza con il mio cazzo duro tra di noi. Lei si volto verso di me e io che già stavo guardando in quella direzione non riuscì a capire se avesse gli occhi aperti. Piano piano però senti un movimento sul lenzuolo che a un certo punto si fermò e poco dopo la sua mano sfiorò la punta del mio cazzo. Ebbi un brivido ma non mi mossi. Le sue dita iniziarono a sfiorarmi l’asta lungo la sua lunghezza fino a quando non si chiusero e il movimento si trasformò in una lentissima sega. Rimasi immobile e senti un altro movimento e poi un suono che riconobbi: si stava toccando. Devo ammettere che non ci pensai molto: decisi subito di partecipare al gioco e lentamente anche io spostai una mano e le sfiorai il bacino. Lei allora ritrasse rapidissima le mani ma io alzai la mia e l’appoggiai sopra la sua figa: era calda e umida, senza aspettare spinsi un dito tra le grandi labbra e la trovai molto bagnata. Aveva capito che ero sveglio e che anche io volevo scopare e rimise la mano sul cazzo riprendendo la sega. “Era troppo duro, non ho resistito” mi disse finalmente rompendo un silenzio turbato solo dal suono del suo sesso che accoglieva le mie dita. Mentre continuavamo a toccarci mi portai sopra di lei e la baciai, più le spingevo la lingua in profondità più lei mi stringeva il cazzo e io godevo. Per un attimo mi fermai a pensare al fatto che stavo baciando mia zia ma nulla di quei baci aveva un sapore familiare: sapevano solo di donna e di sesso. “Rimediamo all’astinenza ti va?” le bisbigliai e lei per risposta si prese le cosce allargando le gambe sollevando la figa alla mia mercé. Le appoggiai il cazzo sopra, poi ne infilai la punta e affondo dopo affondo lo misi tutto dentro. Quando sentì che anche l’ultimo cm era entrato mi fermai per godermi il momento e poi iniziai a muovermi afferrandomi ai suoi fianchi e con la testa premuta nel cuscino sopra la sua spalla. Ad ogni affondo lei rispondeva con un movimento di bacino e un gemito acuto “com’è duro, com’è duro” ripeteva facendomi eccitare ancora di più. Quando sfiancato rallentai, lei prendendomi il sedere mi spinse di nuovo in profondità: “Voglio sentirlo tutto, non uscire”. Rimanemmo così qualche secondo e poi le dissi: “lo senti meglio da dietro” e tirai fuori il cazzo invitandola a girarsi: lei si mise a pancia in giù, il culo in alto e le gambe mezze divaricate. La vista di una donna in questa posizione è sempre impagabile e non persi tempo, riprendemmo a scopare con foga animalesca: la sua figa era un lago e i miei colpi di bacino la spingevano in avanti e per tenerla ferma le afferrai i seni tirandola a me. Iniziò a incitarmi reclamando la mia sborra:” vengo Alessandro, vengo. Riempimi, riempimi” a sentire queste ultime parole raggiunsi il limite e accelerai, con gli ultimi colpi esplose il mio orgasmo e le venni dentro mentre a lei iniziarono a tremare le gambe.
Crollammo abbracciati sulle lenzuola zuppe degli odori della scopata, ci stringemmo per qualche minuto, poi lei si alzo e andò in bagno e quando tornò si rimise tra le mie braccia e ci addormentammo. La mattina dopo ci risvegliammo nella stessa posizione e dopo un bacio affettuoso lei mi disse: ”Allora andiamo alle terme?”.
Per suggerimenti sul prosieguo e commenti o critiche:
demiurgo0@libero.it
Finita la cena io andai all’aperto per godermi il fresco e lei mi raggiunse presto con due bicchieri di amaro.
“Sai Alessandro, Luca era proprio vecchio dentro” disse riprendendo con noncuranza il discorso della cena “Io ho voglia di godermi la vita, viaggiare, lui non si muoveva dal divano. Cinque anni in meno di me e sembrava mio padre!”
“Eh ma tu sei una donna unica Maria, non ne conosco di lanciate come te di nessuna età”. Ero abbastanza nauseato dalle sue chiacchere e mi persi qualche parte del discorso ma a un certo punto iniziò a parlare di sesso e nella speranza di potermi fare qualche risata le diedi di nuovo la mia attenzione:
“Sembrava non mi volesse, a mala pena mi baciava, ma io sono ancora una bella donna, vero?”
“Ma zia certo, sei sempre in palestra guarda che un fisico come il tuo fa invidia a chiunque, hai visto quella ragazza tedesca come ti guardava oggi al rifugio?”
“Ahahaha ma dai Ale, grazie. Tu sì che mi sai far sentire apprezzata, anche se l’apprezzamento più grande l’ho visto stamattina eh!”
Devo essere sbiancato perché lei mi rispose ridendo:
“Oh ma scherzo come sei permaloso! Poi ce lo avesse avuto Luca un cazzo così non lo avrei mica lasciato! Ti giuro non gli si alzava mai; negli ultimi mesi mi avrà scopato una volta”.
Io avevo bevuto e il discorso mi stava divertendo troppo e risposi: “Vabbeh ma quanto vuoi scopare dai?”
“Ma almeno una volta alla settimana! Alla tua età lo facevo tutti i giorni a volte anche di più”.
“Si zia ma a vent’anni è un conto, dai, pover’uomo”.
“Eh allora il prossimo me lo trovo giovane come te, cercami un tuo amico e presentamelo dai. Ma a proposito: la tua ragazza?”.
“Ci siamo lasciati anche noi qualche mese fa purtroppo, lei si è trasferita a Roma e non riuscivamo più a vederci”.
“Ma allora sono mesi che non scopi neanche tu! Non sono sola! Però dai non scopare a vent’anni è brutto Ale”.
“Ma oh zia non ti preoccupare; anzi facciamo che andiamo a letto che abbiamo bevuto troppo e sono stanco”.
“Eh dai ma come ti offendi io scherzavo! Però se vuoi farti una sega in bagno io aspetto fuori eh!”.
“No zia guarda aspetto che vieni a farmela tu, sempre che ti ricordi come si fa eh”.
Scoppiammo a ridere e ci avviammo in camera, io avevo preso la conversazione alla leggera ma il vino mi aveva reso allegro e in stanza ci continuammo a punzecchiare. Scopri che un suo ex aveva il cazzo largo ma corto e veniva subito e che un altro invece scopava urlando. Io le raccontai che Giorgia, la mia ex, veniva solo se lo facevamo a novanta e che quella prima se stava sopra squirtava sempre. “Anche io lo faccio!” esclamò euforica “pero devo essere molto rilassata, tipo in sauna”.
“Ma hai scopato alle terme?”
“Eh sì ovvio, ma tra l’altro qui vicino in valle! Dovremmo andarci nei prossimi giorni a tua madre piacerebbe”.
“Boh zia sei matta, poi mi insegni a scopare in sauna che mi manca”.
Ridemmo ancora un po’ fino a quando non spegnemmo la luce e rimanemmo in silenzio. Dopo qualche minuto, mi accorsi che si stava sfilando il pigiama.
“Tutto bene Maria?”
“Oddio scusa credevo ti fossi addormentato, mi rivesto subito, è che ho molto caldo” mi rispose mentre si ricopriva il seno.
“No ma va tranquilla, si muore e poi tanto siamo al buio e non vedo niente”
“Ma allora se non ti dispiace qualcosa mi tolgo, buonanotte”.
In realtà la stanza era si buia ma della luce filtrava e io il profilo della zia lo vedevo bene e dai movimenti capii che si stava togliendo anche le mutande altro che qualcosa. Era effettivamente una bella donna, non le avevo mentito: carnagione olivastra capelli lisci sempre raccolti in una coda, faccia sorridente e giovanile, qualche accenno di ruga che però non la invecchiava e una figura snella e in forma che avevo ammirato durante la passeggiata il mattino. I Leggings le sagomavano un culo abbondante ma tonico con i fianchi solo un po’ allargati, a colpirmi erano state le gambe che sembravano davvero quelle di una ragazza che sta ventiquattro ore al giorno in palestra.
Forse erano stati i discorsi di prima o forse il suo seno che intravedevo di profilo ma mi venne duro e anche io iniziai a soffrire il caldo. Decisi di sfilarmi la maglietta, lei non si mosse, forse dormiva pensai. Decisi di togliermi anche i pantaloni: il cazzo premeva e non mi sarei certo addormentato così. In breve, ci ritrovammo entrambi nudi a 20cm di distanza con il mio cazzo duro tra di noi. Lei si volto verso di me e io che già stavo guardando in quella direzione non riuscì a capire se avesse gli occhi aperti. Piano piano però senti un movimento sul lenzuolo che a un certo punto si fermò e poco dopo la sua mano sfiorò la punta del mio cazzo. Ebbi un brivido ma non mi mossi. Le sue dita iniziarono a sfiorarmi l’asta lungo la sua lunghezza fino a quando non si chiusero e il movimento si trasformò in una lentissima sega. Rimasi immobile e senti un altro movimento e poi un suono che riconobbi: si stava toccando. Devo ammettere che non ci pensai molto: decisi subito di partecipare al gioco e lentamente anche io spostai una mano e le sfiorai il bacino. Lei allora ritrasse rapidissima le mani ma io alzai la mia e l’appoggiai sopra la sua figa: era calda e umida, senza aspettare spinsi un dito tra le grandi labbra e la trovai molto bagnata. Aveva capito che ero sveglio e che anche io volevo scopare e rimise la mano sul cazzo riprendendo la sega. “Era troppo duro, non ho resistito” mi disse finalmente rompendo un silenzio turbato solo dal suono del suo sesso che accoglieva le mie dita. Mentre continuavamo a toccarci mi portai sopra di lei e la baciai, più le spingevo la lingua in profondità più lei mi stringeva il cazzo e io godevo. Per un attimo mi fermai a pensare al fatto che stavo baciando mia zia ma nulla di quei baci aveva un sapore familiare: sapevano solo di donna e di sesso. “Rimediamo all’astinenza ti va?” le bisbigliai e lei per risposta si prese le cosce allargando le gambe sollevando la figa alla mia mercé. Le appoggiai il cazzo sopra, poi ne infilai la punta e affondo dopo affondo lo misi tutto dentro. Quando sentì che anche l’ultimo cm era entrato mi fermai per godermi il momento e poi iniziai a muovermi afferrandomi ai suoi fianchi e con la testa premuta nel cuscino sopra la sua spalla. Ad ogni affondo lei rispondeva con un movimento di bacino e un gemito acuto “com’è duro, com’è duro” ripeteva facendomi eccitare ancora di più. Quando sfiancato rallentai, lei prendendomi il sedere mi spinse di nuovo in profondità: “Voglio sentirlo tutto, non uscire”. Rimanemmo così qualche secondo e poi le dissi: “lo senti meglio da dietro” e tirai fuori il cazzo invitandola a girarsi: lei si mise a pancia in giù, il culo in alto e le gambe mezze divaricate. La vista di una donna in questa posizione è sempre impagabile e non persi tempo, riprendemmo a scopare con foga animalesca: la sua figa era un lago e i miei colpi di bacino la spingevano in avanti e per tenerla ferma le afferrai i seni tirandola a me. Iniziò a incitarmi reclamando la mia sborra:” vengo Alessandro, vengo. Riempimi, riempimi” a sentire queste ultime parole raggiunsi il limite e accelerai, con gli ultimi colpi esplose il mio orgasmo e le venni dentro mentre a lei iniziarono a tremare le gambe.
Crollammo abbracciati sulle lenzuola zuppe degli odori della scopata, ci stringemmo per qualche minuto, poi lei si alzo e andò in bagno e quando tornò si rimise tra le mie braccia e ci addormentammo. La mattina dopo ci risvegliammo nella stessa posizione e dopo un bacio affettuoso lei mi disse: ”Allora andiamo alle terme?”.
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