Memorie delle nostre scopate
di
anonima impiegata
genere
esibizionismo
Quella sera Giada non aveva per niente voglia di uscire, ma al pensiero di non vedere le sue amiche per tanto tempo ci ripensò e si sforzò di prepararsi per uscire.
Erano in giro da solo pochi minuti quando incrociarono un gruppo di loro vecchi amici. Tra questi c'era un ex di Giada. Si salutarono educatamente ed evitarono di guardarsi troppo a lungo. Tutti pensarono che ciò fosse dovuto ai loro trascorsi. In realtà non sapevano che qualche giorno prima si erano incrociati per caso in uno degli hotel benessere della città, uno di quelli super lussuosi con spa, percorsi benessere e simili. Lì si erano salutati più calorosamente perché si erano mollati ma non si odiavano. Sergio l'aveva invitata a cena per quella sera e lei aveva accettato sperando che lui non avesse intenzione di portarla a letto (una piccola parte di lei inveve sperava proprio di sì). Lui invece sperava proprio che sul tavolo, dopo cena, ci sarebbe finita lei a pecora. Quando si erano incontrati nell'ascensore dell'hotel lei era solo in accappatoio di microfibra perché aveva finito uno dei percorsi benessere, e sotto l'esile tessuto erano perfettamente visibili i capezzoli appuntiti. Sergio si era ricordato della sensazione di stringerli tra le dita da dietro, e aveva tutta l'intenzione di rinfrescarsi la memoria.
Quando Giada arrivò finalmente nella sua stanza per cenare insieme capi subito che sarebbe riuscito. Lei indossava un abito con una scollatura larga fino all'ombelico, anche la schiena era tutta scoperta, del reggiseno neanche l'ombra.
Scherzarono e risero tutta la sera, finché, sorseggiando un drink, un cubetto di ghiaccio fini nella sua scollatura. Lei con le unghie lunghe non riusciva a recuperarlo, così chiese a lui di farlo. Sergio infilò le mani nella scollatura per cercare il cubetto.
"Scusami ma così è troppo stretto" disse prima di abbassarle il vestito sulle spalle, scoprendole le tette. Il ghiaccio era fermo vicino l'ombelico, sulla cinta. Lui lo prese e lo passo su entrambi i capezzoli, poi li succhiò. Sapeva che adorava il contrasto tra freddo e caldo.
Lei iniziò a genere forte.
Sergio sperò che avrebbero avuto un'altra occasione per scopare, perché stavolta era da così tanto che si erano lasciati che doveva venirle dentro e subito.
La sollevò per la vita, la voltò e la piegò sul tavolo. Non fu sorpreso quando sollevò la gonna - che in realtà era così corta che si sollevò da sola quando lei si piegò - e vide che non aveva le mutande. Lo sapeva che voleva essere scopata anche lei.
Senza troppi convenevoli le infilò il cazzo dentro, lei gemette di piacere. Lui iniziò a martellare e lei lo assecondava.
Improvvisamente ebbe l'illuminazione. Uscì da lei, ignorò le sue proteste ("Rimettimelo dentro" supplicava lei) e la avvicinò alle lussuose vetrate della vista panoramica. Disattivò l'oscuramento dei vetri. Ora tutti potevano vederla. La premette contro il vetro e le si infilo di nuovo dentro. Gemette così forte che dalla finestra di alcune stanze accanto qualcuno sentì i suoi e si affacciarono, curiosi. Uno dei vicini, un tipo muscoloso e tatuato, rimase a guardarli. Si sporse per far vedere che si stava segnando.
Sergio stava per venire, così riprese a strizzarle i capezzoli, così che venisse anche lei.
Vennero tutti e 3.
Erano in giro da solo pochi minuti quando incrociarono un gruppo di loro vecchi amici. Tra questi c'era un ex di Giada. Si salutarono educatamente ed evitarono di guardarsi troppo a lungo. Tutti pensarono che ciò fosse dovuto ai loro trascorsi. In realtà non sapevano che qualche giorno prima si erano incrociati per caso in uno degli hotel benessere della città, uno di quelli super lussuosi con spa, percorsi benessere e simili. Lì si erano salutati più calorosamente perché si erano mollati ma non si odiavano. Sergio l'aveva invitata a cena per quella sera e lei aveva accettato sperando che lui non avesse intenzione di portarla a letto (una piccola parte di lei inveve sperava proprio di sì). Lui invece sperava proprio che sul tavolo, dopo cena, ci sarebbe finita lei a pecora. Quando si erano incontrati nell'ascensore dell'hotel lei era solo in accappatoio di microfibra perché aveva finito uno dei percorsi benessere, e sotto l'esile tessuto erano perfettamente visibili i capezzoli appuntiti. Sergio si era ricordato della sensazione di stringerli tra le dita da dietro, e aveva tutta l'intenzione di rinfrescarsi la memoria.
Quando Giada arrivò finalmente nella sua stanza per cenare insieme capi subito che sarebbe riuscito. Lei indossava un abito con una scollatura larga fino all'ombelico, anche la schiena era tutta scoperta, del reggiseno neanche l'ombra.
Scherzarono e risero tutta la sera, finché, sorseggiando un drink, un cubetto di ghiaccio fini nella sua scollatura. Lei con le unghie lunghe non riusciva a recuperarlo, così chiese a lui di farlo. Sergio infilò le mani nella scollatura per cercare il cubetto.
"Scusami ma così è troppo stretto" disse prima di abbassarle il vestito sulle spalle, scoprendole le tette. Il ghiaccio era fermo vicino l'ombelico, sulla cinta. Lui lo prese e lo passo su entrambi i capezzoli, poi li succhiò. Sapeva che adorava il contrasto tra freddo e caldo.
Lei iniziò a genere forte.
Sergio sperò che avrebbero avuto un'altra occasione per scopare, perché stavolta era da così tanto che si erano lasciati che doveva venirle dentro e subito.
La sollevò per la vita, la voltò e la piegò sul tavolo. Non fu sorpreso quando sollevò la gonna - che in realtà era così corta che si sollevò da sola quando lei si piegò - e vide che non aveva le mutande. Lo sapeva che voleva essere scopata anche lei.
Senza troppi convenevoli le infilò il cazzo dentro, lei gemette di piacere. Lui iniziò a martellare e lei lo assecondava.
Improvvisamente ebbe l'illuminazione. Uscì da lei, ignorò le sue proteste ("Rimettimelo dentro" supplicava lei) e la avvicinò alle lussuose vetrate della vista panoramica. Disattivò l'oscuramento dei vetri. Ora tutti potevano vederla. La premette contro il vetro e le si infilo di nuovo dentro. Gemette così forte che dalla finestra di alcune stanze accanto qualcuno sentì i suoi e si affacciarono, curiosi. Uno dei vicini, un tipo muscoloso e tatuato, rimase a guardarli. Si sporse per far vedere che si stava segnando.
Sergio stava per venire, così riprese a strizzarle i capezzoli, così che venisse anche lei.
Vennero tutti e 3.
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