Sara capitolo 2 La fuga

di
genere
dominazione



La chiave scivolò nella serratura con un clic appagante e il cancello si spalancò. Sara non si voltò a guardare mentre correva, il guinzaglio che le strisciava dietro come un serpente. Non sapeva dove stesse andando, sapeva solo che doveva andarsene. Sentì i ruggiti furiosi di Tom echeggiare nella notte, ma non rallentò. Il parco era un labirinto di ombre e alberi, ma lei lo percorse con un istinto ritrovato, guidato dal bisogno primordiale di libertà.

I suoi piedi nudi battevano il terreno mentre correva verso le lontane luci della civiltà. Il dolore alle gambe e il bruciore del collare intorno al collo non erano nulla in confronto al fuoco che le bruciava nel cuore. Aveva sbagliato a pensare di voler essere il suo animale domestico. Ciò che voleva era essere libera, vivere la sua vita senza paura. E avrebbe fatto tutto il necessario per riuscirci.

I passi pesanti di Tom si fecero più deboli e Sara si concesse un piccolo barlume di speranza. Ma sapeva di non essere ancora fuori pericolo. Doveva trovare aiuto, raccontare la sua storia. Il mondo oltre i cancelli del parco era vasto e imprevedibile, ma doveva credere che lì ci fosse un posto per lei, un posto dove poteva sentirsi di nuovo al sicuro e integra. E così corse, l'aria della notte le riempiva i polmoni e il sapore della libertà sulla lingua, la sua determinazione a fuggire ardeva più luminosa di qualsiasi stella nel cielo.
scritto il
2025-04-24
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