Il mio capo - Parte 2

di
genere
tradimenti

Nei giorni seguenti non ci furono contatti tra di noi. Poi lui partì per la Cina per lavoro e tornò dopo un mese. Era diverso, sempre molto freddo e distaccato, ma anche triste e sempre di cattivo umore.
A gennaio andammo alla fiera del nostro settore e dovetti stare via per una settimana. Lui ci raggiunse solo il giovedì sera.
Dormivamo in un hotel in zona Rho a Milano.
Il mio collega, flirtava selvaggiamente con me come al solito, era simpatico e carino, un po' spinto nelle sue battute ma sempre giocoso.
Giovedì sera andammo a cena fuori, una tavolata di 20 persone. Il mio capo si sedette capotavola, opposto a me, il mio collega al mio fianco.
Continuava a riempirmi il bicchiere di vino rosso, un vino molto forte che reggevo poco...E in breve tempo ero praticamente ubriaca, nonostante la mia capacità di mantenere sempre un certo contegno.
Indossavo una gonna nera appena sopra il ginocchio e una camicia bianca molto aderente, con sopra una giacchina corta ed il mio collega scherzosamente ad un certo punto mi mise una mano sulla coscia. Ridendo gliela tolsi e incrociai lo sguardo del mio capo che mi guardava serio, severo...come un padre guarderebbe la figlia.
Era lui che aveva deciso di non parlarmi più, di non giocare più, era lui che aveva cambiato atteggiamento, cosa accidenti voleva?
Al termine della cena tornammo in hotel ma ci dovemmo dividere in più macchine. Il mio capo chiese chi voleva salire sulla sua Bmw, e lo fece guardandomi ma in quell'istante il mio collega mi cinse la vita con un braccio trascinandomi nell'altra macchina.
Ci sedemmo dietro e per tutto il tragitto sentii la testa girare come un turbine. Avevo davvero bevuto troppo e avevo solo voglia di spogliarmi e buttarmi a letto.
Il mio collega continuava a provarci senza sosta, anche lui decisamente ubriaco e ad un certo punto, coperto dalla musica alta della macchina, fece per baciarmi fregandosene se lo avrei respinto.
Ma così feci, con molta lentezza e poca decisione, lo ammetto.
Lui non si arrese e dopo due minuti mi stava di nuovo accarezzando la gamba. Salì con la mano fino al mio interno coscia e quando sentì che indossavo le autoreggenti lo sentii sobbalzare.
“Marco che accidenti fai...” gli sussurrai ad occhi chiusi, troppo ubriaca per tirargli una gomitata in pancia.
“Dormi dormi tu” rispose lui ridendo.
Ora le sue dita mi sfioravano il bordo del perizoma. Le sentivo appena.
Poi d'un tratto sentii il suo indice spostare l'elastico e il dito medio sfiorarmi il clitoride. Lì mi svegliai dal torpore e gli assestai una gomitata in pancia.
“Cazzo Marco!!! Cosa cazzo stai facendo?”
“Niente non stavo facendo proprio niente guarda che sei ubriaca” mi rispose lui toccandosi le costole e ridendo come un cretino.
Arrivammo in hotel e scesi dalla macchina incazzata nera e un po' barcollante.
Il mio capo mi osservava, forse cercando di capire cosa cavolo stessimo combinando io e il mio collega.
“Buonanotte a tutti” esclamai infilandomi nell'ascensore per prima. Il mio capo non mi rispose neanche ma mi fissò con gli occhi severi, specie quando vide il mio collega fiondarsi dentro con me.
Le porte si chiusero e mi trovai di nuovo Mr. Polipone addosso.
“Cazzo Marco adesso basta, hai esagerato... ti prego voglio solo dormire”
“Ok...va bene...se sei passiva mi va bene uguale”
“Che coglione” gli risposi soridendo mio malgrado. Entrai nella mia stanza e lo chiusi fuori sbattendogli la porta in faccia.
Mi buttai sul letto levandomi le scarpe che lanciai in fondo alla stanza. Mi spogliai lì distesa sul letto e chiusi gli occhi.
Fui svegliata da qualcuno che bussava alla porta.
“Chi è?”
Cazzo. Questo era Marco al 100 per cento. Nessuno rispose però e così al mio secondo chi è aprii la porta per sbirciare e Marco entrò di scatto.
“Cosa cazzo fai??”
“Oh mio dio...” esclamò lui guardandomi e mi resi conto solo allora che ero in reggiseno perizoma e basta!!!
Afferrai la giacca e mi coprii.
“Mi aspettavi?”
“Marco sparisci avanti”
Lui cammina verso di me invece e mi mette le mani calde sui fianchi. Prova a baciarmi ma gli mollo una sberla, questa volta decisamente forte.
Per un momento temo mi stia per violentare quando qualcuno si sporge dalla porta socchiusa.
“Cosa sta succedendo qui dentro?” Il mio capo ci guarda. Mi squadra e vedendo che sono praticamente nuda mi fulmina e mi incenerisce.
“Nulla.. nulla stavo andando a letto ma ho lasciato il cellulare nella sua borsa” risponde Marco.
“Ok” il mio capo rimane lì però guardandoci, costringendo Marco ad uscire e tornare nella sua camera.
Io afferro la tshirt bianca che mi ero portata come pigiama e me la infilo.
“Notte” mi sussurra il mio capo con sguardo indifferente. E chiude la porta.
Cazzo che figura di merda, continuo a ripetermi. Chissà cosa penserà.
Afferro il mio beauty e vado in bagno, mi sto lavando i denti quando sento di nuovo bussare. Marco stasera mi vuole fare davvero incazzare. Ignoro il suo bussare e finisco di lavarmi i denti con calma.
Il bussare si fa insistente e forte.
Cammino decisa verso la porta e la apro “Ora basta Marco hai esagerato stasera”
Mi trovo invece il mio capo davanti, con addosso un paio di jeans e una tshirt.
È la prima volta che lo vedo senza una camicia.
“Ah è lei mi scusi”
“Aspettavi qualcun'altro...”
“Oh no no nessuno...”
“Posso entrare?”
Sono in mutande e maglietta e onestamente vorrei dirgli di no ma sono curiosa vorrei capire cosa vuole dirmi dopo mesi di silenzio.
Spalanco la porta e lui entra lentamente. Si guarda attorno, come se aspettasse di trovarvi qualcuno.
“Voleva dirmi qualcosa?” lo incalzo fredda.
“Cosa stava facendo prima col suo collega?”
“Come?”
“Ha capito la domanda”
“Cosa...Cosa le interessa?”
“Rispondimi”
“Non ci penso nemmeno” rispondo sfacciata.
“Ti piace?” mi domanda avvicinandosi.
“No...no che non mi piace è evidente”
Lui mi fissa con uno sguardo strano, come fosse un fidanzato geloso. Questa situazione comincia a diventare assurda.
“Perchè mi ignora da mesi?”
“Io non ti sto ignorando...”
“Ah no?? Non mi saluta quasi più dopo...quella notte...”
“Dopo quella notte...dopo quella notte la mia vita è stata un disastro”
“Cosa? Perchè?” gli chiedo con gli occhi spalancati.
“Perchè ti penso ogni istante...” mi risponde con dolcezza.
Rimango di sasso e non so che rispondere.
Lui si siede sul mio letto.
Ad un certo punto qualcuno bussa ed entrambi trasaliamo. Gli faccio segno di stare in silenzio...se ci trovassero qui chissà cosa penserebbe chiunque sia alla porta.
“Ti prego aprimi ti giuro che poi me ne vado subito...volevo solo chiederti scusa...” è Marco come immaginavo.
Il mio capo imbarazzato fissa per terra.
Sembra di nuovo furioso.
“Io lo so che anche tu mi vuoi...” sussurra Marco contro la porta e vorrei aprirla e tirargli un pugno in pancia.
Il mio capo si alza e io d'istinto gli vado incontro temendo che lui vada ad aprire la porta.
“Dice un sacco di cazzate” gli sussurro ad un orecchio.
“No tu lo vuoi...”mi risponde pianissimo fissandomi la bocca.
Lo spingo contro il letto e lui si siede sul bordo del materasso.
Mi metto a cavalcioni su di lui e lo bacio sulla bocca.
“Cazzo aprimi...cosa stai facendo?” Marco non si rassegna e questa situazione comincia ad eccitarmi moltissimo.
Mi stacco da lui e mi sfilo la tshirt bianca rimanendo nuda con addosso solo delle mutandine rosa.
Lui diventa rosso.
Mi afferra un seno e lo lecca, prima lentamente, poi avidamente. Io mi muovo su di lui come se stessimo facendo l'amore e sento i suoi jeans duri e gonfi.
Lo spingo e lui si distende appoggiando la testa sul mio cuscino. Mi sfilo le mutandine, mentre lui si slaccia i jeans e li abbassa in fretta.
Sono sopra di lui, che mi guarda incantato. Lo lascio entrare piano e lui emette un gemito quando mi è quasi tutto dentro.
“Ahi” mi scappa un espressione di dolore.
“Ti fa male?”
“Si credo sia troppo...troppo per me insomma” rispondo ansimante con un sorrisetto.
“Vieni qui” risponde lui con fare dominante.
Mi fa distendere a pancia in su e comincia a leccarmi in profondità, riempiendomi di saliva, accarezzandomi con le sue grosse dita, tutto attorno e poi dentro.
In breve tempo mi fa venire e rimane a guardarmi incantato mentre mi contorgo sul letto.
Continua a baciarmi l'interno coscia ma adesso lo spingo io disteso e mi metto a cavalcioni su di lui dandogli la schiena.
Comincio a leccarglielo, prendendolo in bocca, mi rendo conto che non potrei mai prenderlo fino alla base perchè ha davvero dimensioni incredibili.
Lui mi afferra i glutei e si porta il mio sedere contro la sua bocca.
Comincio a gemere non appena sento la sua lingua contro il buco stretto del mio culetto.
“Non smettere” mi sussurra però, così torno giù e lo lecco piano e lenta e poi sempre più velocemente e infine lo spingo più che posso dentro la mia bocca.
Lui ora mi sta penetrando con le dita bagnate di saliva, prima davanti e poi piano e solo con un dito dietro. Mi gira la testa e non riesco a smettere di gemere.
Mi fa spostare di fianco e si mette in piedi a fianco al letto. Io rimango a quattro zampe sul letto e lui mi penetra godendo profondamente con la voce più sexy della terra... Le sue dita non si spostano dal mio sedere e io vengo dopo pochissimi minuti.
Lui si trattiene con fare esperto, mi fa distendere completamente a pancia in giù e lentamente senza farmi sentire dolore mi penetra il buchetto posteriore.
Un orgasmo mi scuote di nuovo e pochi secondi dopo lui viene dentro di me.
Passammo la notte insieme, abbracciati, stretti l'uno all'altra come due innamorati.
La mattina lui si svegliò presto e tornò nella sua stanza dove fece la valigia e se ne andò.
scritto il
2013-07-04
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