La storia di Moira e suo marito - Capitolo 1
di
Ladyisabel
genere
prime esperienze
Per sbaglio mi sono imbattuta in questi siti, è così che ho deciso di raccontare per quanto spiacevole assurda ed irreale possa sembrare la mia storia.
Mi chiamo Moira, 35 anni, alta 175 cm, bella, bionda, ben fatta, 3 di seno per una taglia 40/42, mi piace molto tenermi in forma, vado in palestra quando posso, mi piace nuotare, correre e quando posso vado con mio marito a lezioni di salsa.
Pratico la professione di avvocato, penale e civile, insieme a mio marito, mestiere che ci porta via abbastanza tempo ma che non ci pesa tanto visto che lavoriamo insieme.
L'anno scorso, 2012, stabilimmo di fare le vacanze in Italia ed optammo per Taormina.
Stabilimmo di partire in macchina per poter anche un po' esplorare la Sicilia e per la comodità, però Milano Taormina sono più di 1000 km.
Si era fatto tardi, decidemmo di fare una sosta a circa metà strada.
Eravamo nel sud Italia, mio marito propose di fermarci li, perchè era stanco da 12 ore si guida, tanto Napoli, Salerno o la Calabria o altro non sarebbe cambiato molto sul fatto di zone tranquille, io avevo paura a sostare da quelle parti non tanto per i bellissimi paesaggi che offre l'ambiente ma per quello che si sente in tv tra camorra e ndrangheta non mi sentivo per niente a mio agio.
Accettai di fermarmi anche perché nonostante tutto dovevano esserci delle bellissime città da visitare magari prima di ripartire.
Era la nostra prima vacanza al sud, non sapevamo niente, arrivati in paese, chiedemmo informazioni a dei ragazzi, i quali ci chiesero una mazzetta per darci un informazione, quindi decidemmo di proseguire per cercare qualcuno più serio, fu così che trovammo una coppia che almeno dall aspetto ci sembrava a posto, ci disse che non ci conveniva lasciare in giro la macchina perché facilmente non l avremmo ritrovata più, essendo una macchina nuova e di valore, però ci consiglió un parcheggio, ci disse che era un po' caro che però li sarebbe stata a piu al sicuro rispetto ad altri posti.
Andammo al parcheggio, era un multi piano, e c'erano sostate anche altre macchine, avrei preferito non girare a piedi alla ricerca di un hotel dove sostare per la notte, ma piuttosto che farcela rubare volemmo rischiare...ci togliemmo gli oggetti di valore che avrebbero potuto destare attenzione da potenziali ladri e scippatori e ci avviammo alla ricerca di un albergo a piedi, lo smartphone di mio marito ci indicava degli alberghi li vicino, all'uscita del parcheggio vedemmo un uomo con una divisa da controllore dei mezzi pubblici, chiesi informazione, ma questo rafforzò la mia teoria di terrore; appena senti il nostro accento lombardo ci disse di stare attenti perché quella dove ci eravamo fermati non era affatto una bella zona dove andare in giro a quell'ora.
Fortunatamente trovammo subito un albergo nei paraggi, non era molto bello anzi faceva un po schifo a dire il vero, però pur di toglierci dalla strada decidemmo di alloggiare li per quella notte, mio marito mi disse di aspettarlo in camera che sarebbe tornato a prendere qualche bagaglio in macchina ma io insistetti a venire perché non volevo andasse da solo in giro a quell'ora tutto solo dopo quello. Ha avevamo sentito.
Ci avviammo verso la macchina, quando venimmo raggiunti da alcuni ragazzi in moto, ci fermarono con la scusa di una sigaretta, mio marito non gli rispose e mi strinse il suo braccio intorno al collo come per proteggermi, continuando a camminare, continuava a dirmi di stare tranquilla e non rispondere, così feci.
Arrivammo in macchina i ragazzi non c'erano più, prendemmo il beauty e un piccolo trolley per passare la notte, e andammo, quando uscimmo dal parcheggio vidimo ancora i ragazzi, questa volta erano 4, con due moto di grossa cilindrata, alla nostra vista si avvicinarono, ci chiesero dei soldi, mio marito non volle, fu allora che tirarono fuori delle pistole e ci intimarono di consegnargli i portafogli la mia borsa telefoni e tutto, frugando nelle tasche si accorsero delle chiavi della macchina, fu così che gli dissero di andare a prenderla e di non fare scherzi che avrebbero tenuto me come ostaggio, mio marito gli disse di andare a prendersela loro e di lasciarci in pace ebbe come risposta un pugno che gli provocò un vistoso ematoma all'occhio, e alla vista di una pistola puntata alla mia nuca andò, all'arrivo due salirono con noi, uno davanti accanto a mio marito che guidava, uno accanto a me, dietro, altri due che ci seguivano con la moto.
Avevo una pistola puntata al fianco, mio marito un altra al suo, continuavo a piangere e scongiurarli di lasciarci in pace, quello che si sentiva alla televisione si stava avverando sotto i nostri occhi, il peggiore degli incubi si stava materializzando, sono sensazioni che non augurerei a nessuno di provare, e tra un gira di qua e un gira di la ci portarono in un casolare fuori città, dove ci fecero scendere.
Era una casa che apparentemente sembrava disabitata, in piena campagna, sentivo dei cani abbaiare e dei cavalli nitrire, scendemmo, ci perquisirono ancora una volta, poi toccó alla macchina, trovarono le valigie, e dai telefoni e documenti non ci misero molto a scoprire chi eravamo e che eravamo benestanti.
Mio marito continuava a dimenarsi, fu così che gli partì un altro cazzotto al fianco che lo fece quasi svenire di quanto era forte, io gli urlavo di lasciarlo cosa volessero da noi...uno mi rispose avvicinandosi al mio orecchio: '' SECONDO TE PERCHÉ SIETE QUI?'' Sappiamo chi siete adesso...a quelle parole non seppi darmi una risposta...
Ci prendevano in giro dicendoci che la nostra vacanza l'avremmo passata li con loro e che ci saremmo divertiti di più, io ingenuamente gli dissi che non potevamo che il portiere di un albergo ci aspettava, che avevamo prenotato una camera, due dei ragazzi presero allora mio marito e lo portarono in città mentre altri due rimasero con me, in mente mi scorrevano tutte le immagini che avevo visto in tv, era tutto vero pensavo, avevo una paura fottuta, credevo di non riuscire a venire fuori da quella situazione, mi stavo rassegnando.
Mi prendevano in giro smanettando i nostri telefoni, c'erano le nostre pagine Facebook e di altri social, le nostre foto private, alcune anche abbastanza compromettenti, foto che ci scambiavamo qualche volta con mio marito quando eravamo lontani.
Era oramai notte fonda quando tornarono gli altri con mio marito, uno si avvicinò a me mostrando le mostre foto osé, dicendomi: '' CHE NE DICI SE QUESTE FOTO LE METTIAMO SU FACEBOOK?''
Gli implorai in ginocchio e piangendo di non farlo ci avrebbero rovinati, anche moralmente, i colleghi gli amici e i conoscenti, anche alcuni clienti erano amici su Facebook, gli dissi che avrei fatto tutti quello che volevano ma di lasciarci in pace.
A quelle parole mi si avvicinò uno loro è mi disse: ECCO BRAVA HAI CAPITO ADESSO, fai divertire un po' anche noi... Mio marito urlava e si dimenava mentre due lo tenevano fermo, mi urlava di non farlo, non volevo farlo mi facevano schifo quei tipi che odoravano di sudore marcio misto al tabacco...di così che gli puntarono un coltello alla gola... Gli urlai sempre piangendo di lasciarlo che avrei fatto quello che volevano ad una condizione però, che mio marito non vedesse e venisse lasciato in pace, lo portarono in un altra stanza legato ed imbavagliato, chiusero col lucchetto la porta in ferro e tornarono...gli dissi cosa avrei dovuto fare per lasciarci in pace, mi rispose il capo del gruppo credo dicendomi di fare la Troia come nelle foto, chiesi se avrei dovuto spogliarmi, mi rispose avvicinandosi ancora una volta, di non piangere perché avrebbero voluto anche loro delle foto di me, continuavo a non capire, così sempre lui mi disse di andare a farmi bella come quando esco con mio marito, mi porsero le valige e disse : ecco qui hai tutto l'occorrente, li c'è il bagno, quando esci ti vogliamo vedere fresca, sexy e profumata, e spera di piacerci perché già tu è tuo marito avete rotto i coglioni o domani vi direte ciao ciao... Fui colta da un mancamento.
Vista l'ora anche loro decisero di andare a dormire, così presero mi marito dalla stanza e me è ci fecero scendere in un buco proprio dietro la casa, sotto il fienile dove tenevano alcuni cavalli, con una scala mobile in legno che mettevano e toglievano all'occorrenza, sembrava un pozzo, ma non lo era,era una grande stanza scavata sotto la casa, sembrava fosse stato scavato apposta, talmente eravamo stanchi e spossati che non opponemmo resistenza alla discesa, era buio, non c'era luce, solo qualche spiffero ai lati del tetto giusto per fare entrare un po' d'aria e non morire soffocati, il tetto era alto abbastanza da non poterlo raggiungere, se provavi ad arrampicanti le pareti crollavano, era fatte di terra da giardino ed era pieno di insetti e animaletti vari... Ci diedero qualche bottiglia d'acqua ci dissero che sarebbero tornati domani, così chiusero la botola e andarono, sembrava proprio un posto collaudato per sequestri o sparizioni misteriose, praticamente sepolti sotto terra chissà dove,eravamo stravolti, senza forze nemmeno per guardarci, non potevo credere stesse ci stesse accadendo tutto questo, nella vita non ci eravamo mai fatto mancare niente, avevamo tutti i confort ed ora dove mi ritrovavo!!!! Ci addormentammo senza essere nemmeno coscienti per lo stremo delle forza, fino a quando fummo svegliati da un botto, la botola si aprì, e calarono la scala intimandoci di risalire, avevamo dormito per tutto il giorno quasi, mi sentivo a pezzi lo stesso, notai che i ragazzi che ci avevano portato li stavano dietro ad un altra persona, sembrava proprio un boss, i ragazzi avevano timore e gli facevano tutte le riverenze del caso, aveva un sigaro in bocca che puzzava tremendamente, ci guardò e ci disse se avevamo fame, risposi di si, mi chiese cosa avremmo voluto per cena, guardai miei marito che ricambió lo sguardo, gli risposi qualsiasi cosa, intimó a uno dei due di andare a prendere qualcosa da mangiare, gli diede una banconota e andò poi si giro verso di noi è ci disse: fate proprio schifo andate a farvi una doccia indicando mio marito per prima e pulitevi per bene, a me sussurrò all'orecchio la stessa frase del ragazzo: FATTI BELLA E SEXY COME PER TUO MARITO.
Mio marito si lavó ed uscì dal bagno, adesso toccava a me, per quanto possa essere una cascina di campagna apparentemente disabitata, almeno c'era acqua pulita, c'era un bagno ed una doccia, ero putrida dalla notte passata in quel buco, ero sporca e mi sentivo sporca dentro e fuori anche se non avevo ancora fatto nulla di compromettente, presi la mia valigia, e mi avviai verso la doccia, mi afferró per un braccio l'uomo col sigaro, il boss, mi diede una pacca al culo e mi disse: non ci mettere troppo, sbrigati che stiamo aspettando tutti a te...E ricorda fatti bella, continuai a camminare verso il bagno, feci la doccia, mi lavai i capelli, mi pettinai e mi truccai con un leggerissimo trucco, mi passai la crema sul corpo, indossai un vestitino estivo leggero, colorato, bianco arancio e nero, molto estivo, con delle bretelline sottili sulle spalle, aderente in vita e aperto sotto che arrivava a metà coscia, indossai una mutanda brasiliana bianca in pizzo e reggiseno coordinato, quello che usavo per le occasioni speciali, scarpe con la zeppa alta e aperte in tinta col vestito, mi legai i capelli con un elastico facendomi una coda, misi un po' di profumo e uscìi.
Fuori c'era mio marito e gli altri seduti sulla tavola, il boss mi invitó a sedermi accanto a lui per la cena, mangiammo dei panini, niente di che ma eravamo affamati quindi non badammo nemmeno a cosa ci fosse dentro...finita la cena, l'uomo col sigaro, mi porse il mio telefono e a mio marito il suo, ci disse di entrare nelle app della nostra banca per visualizzare il saldo, avevamo due conti separati, e la nostra professione ci portava ad essere benestanti, erano armati, ed avevo paura di morire, lo facemmo, non volevo irritarli, e gli ridammo i telefoni, mi guardò e mi disse: bene la vacanza è ancora lunga per voi, con questo saldo vi siete meritati gli opzional, disse di alzarmi e di venire sulle sue gambe, immaginai cosa stesse per accadermi anche se dentro di me speravo di no, andai e mi sedetti sulle sue gambe, il sigaro emanava una puzza orrenda di tabacco, irrespirabile, cominciò a palparmi, prima i piedi, poi i polpacci per salire sempre su, quando arrivò alle cosce lo bloccai, lui mi guardò per qualche secondo e mi mollò un ceffone in pieno volto, mi disse che per molto meno tanta gente era sparita, gli risposi che lo avevo fatto solo perché volevo fare una richiesta, avrei fatto quello che volevano ma non davanti a mio marito, rispose che non ero in grado di dettare condizioni, devi stare zitta mi disse mollandomi un altro fortissimo ceffone che mi fece quasi svenire, si alzò mi prese per il braccio e mi portò proprio davanti a lui, mi disse adesso facciamo un gioco divertente, prese una pistola a tamburo gli levò tutti i proiettili tranne uno, la diede ad uno dei ragazzi e si sedette proprio accanto a lui, mi disse ogni volta che non mi piaci spareremo un colpo, mio marito era immobile, aveva paura, quanta gente aveva mandato dentro per molto meno, cercai di non piangere, mi inginocchiai davanti a lui, gli abbassai i pantaloncini e le mutande, li poggiai sul tavolo, il suo era un membro più grande di quello di mio marito, era pieno di venature, era sudato, e puzzava peggio del suo sigaro, lo presi in mano, volevo vomitare alla sola vista ma mi trattenni, chiusi gli occhi e cominciai a leccarlo, scesi giù fino alle palle, quando sentii partire un colpo, sobbalzai e chiesi perché, rispose che non gli piacevo perché non gli mettevo abbastanza passione, si vede che lo fai perché costretta e noi non vogliamo costringere nessuno, impegnati di più e forse non vi ammazzo, mi alzai in piedi, cercando di non pensare che mio marito mi stesse guardando, e mi feci scivolare il vestito per terra, rimasi con le mutande reggiseno e le scarpe, non li tolsi volutamente, l'intimo non lasciava quasi niente all'immaginazione, lo baciai sul collo, mi strusciai il culo al suo cazzo oramai turgido e dritto, mi inginocchiai e lo ripresi in bocca fino alla gola quasi da soffocare, sentivo il suo godimento, la sua cappella era venuta tutta fuori, volevo eccitarmi per non sentire troppo dolore, mentre lo facevo cercavo per quanto possibile di immaginare essere in un altra situazione, mi spostai gli slip e me lo misi dentro, una scarica di adrenalina mi attraversò la schiena, continuavo ad andare su e giù, oramai ero bagnata, le sue mani mi stritolavano i seni, continuai a pomparlo fino a quando non sentì che c'era quasi, lo tirai fuori e mi accinsi a succhiarglielo, mi fermò e mi fece appoggiare le mani sul tavolo, si sputò sulle dita e li strofinò sul buco del culo, delicatamente, sentivo due dita sfiorarmi l'ano, li ficcò dentro bruscamente, emanai un urlo di dolore che cercai di far passare per piacere, sentii poggiare la sua cappella ancora umida dei miei umori e con un colpo secco entrò, faceva un male terribile, ebbi la sensazione di perdere sangue, ma cercai di sembrare abbastanza arrapata per evitare un altro sparo, con le mani strinsi forte il tavolo dove ero appoggiata, continuò ad incularmi fino a quando non sentii i ripetuti fiotti di sborra riempirmi il culo, credevo arrivassero fino in gola.
Si sedette un altra volta sulla sedia intimandomi di ripulirglielo per bene, mi girai e lo imboccai come una assatanata ,lo succhiai come si fa con una cannuccia fino a quando non disse basta, mi spinse via e si rivestì...
CONTINUA...
Mi chiamo Moira, 35 anni, alta 175 cm, bella, bionda, ben fatta, 3 di seno per una taglia 40/42, mi piace molto tenermi in forma, vado in palestra quando posso, mi piace nuotare, correre e quando posso vado con mio marito a lezioni di salsa.
Pratico la professione di avvocato, penale e civile, insieme a mio marito, mestiere che ci porta via abbastanza tempo ma che non ci pesa tanto visto che lavoriamo insieme.
L'anno scorso, 2012, stabilimmo di fare le vacanze in Italia ed optammo per Taormina.
Stabilimmo di partire in macchina per poter anche un po' esplorare la Sicilia e per la comodità, però Milano Taormina sono più di 1000 km.
Si era fatto tardi, decidemmo di fare una sosta a circa metà strada.
Eravamo nel sud Italia, mio marito propose di fermarci li, perchè era stanco da 12 ore si guida, tanto Napoli, Salerno o la Calabria o altro non sarebbe cambiato molto sul fatto di zone tranquille, io avevo paura a sostare da quelle parti non tanto per i bellissimi paesaggi che offre l'ambiente ma per quello che si sente in tv tra camorra e ndrangheta non mi sentivo per niente a mio agio.
Accettai di fermarmi anche perché nonostante tutto dovevano esserci delle bellissime città da visitare magari prima di ripartire.
Era la nostra prima vacanza al sud, non sapevamo niente, arrivati in paese, chiedemmo informazioni a dei ragazzi, i quali ci chiesero una mazzetta per darci un informazione, quindi decidemmo di proseguire per cercare qualcuno più serio, fu così che trovammo una coppia che almeno dall aspetto ci sembrava a posto, ci disse che non ci conveniva lasciare in giro la macchina perché facilmente non l avremmo ritrovata più, essendo una macchina nuova e di valore, però ci consiglió un parcheggio, ci disse che era un po' caro che però li sarebbe stata a piu al sicuro rispetto ad altri posti.
Andammo al parcheggio, era un multi piano, e c'erano sostate anche altre macchine, avrei preferito non girare a piedi alla ricerca di un hotel dove sostare per la notte, ma piuttosto che farcela rubare volemmo rischiare...ci togliemmo gli oggetti di valore che avrebbero potuto destare attenzione da potenziali ladri e scippatori e ci avviammo alla ricerca di un albergo a piedi, lo smartphone di mio marito ci indicava degli alberghi li vicino, all'uscita del parcheggio vedemmo un uomo con una divisa da controllore dei mezzi pubblici, chiesi informazione, ma questo rafforzò la mia teoria di terrore; appena senti il nostro accento lombardo ci disse di stare attenti perché quella dove ci eravamo fermati non era affatto una bella zona dove andare in giro a quell'ora.
Fortunatamente trovammo subito un albergo nei paraggi, non era molto bello anzi faceva un po schifo a dire il vero, però pur di toglierci dalla strada decidemmo di alloggiare li per quella notte, mio marito mi disse di aspettarlo in camera che sarebbe tornato a prendere qualche bagaglio in macchina ma io insistetti a venire perché non volevo andasse da solo in giro a quell'ora tutto solo dopo quello. Ha avevamo sentito.
Ci avviammo verso la macchina, quando venimmo raggiunti da alcuni ragazzi in moto, ci fermarono con la scusa di una sigaretta, mio marito non gli rispose e mi strinse il suo braccio intorno al collo come per proteggermi, continuando a camminare, continuava a dirmi di stare tranquilla e non rispondere, così feci.
Arrivammo in macchina i ragazzi non c'erano più, prendemmo il beauty e un piccolo trolley per passare la notte, e andammo, quando uscimmo dal parcheggio vidimo ancora i ragazzi, questa volta erano 4, con due moto di grossa cilindrata, alla nostra vista si avvicinarono, ci chiesero dei soldi, mio marito non volle, fu allora che tirarono fuori delle pistole e ci intimarono di consegnargli i portafogli la mia borsa telefoni e tutto, frugando nelle tasche si accorsero delle chiavi della macchina, fu così che gli dissero di andare a prenderla e di non fare scherzi che avrebbero tenuto me come ostaggio, mio marito gli disse di andare a prendersela loro e di lasciarci in pace ebbe come risposta un pugno che gli provocò un vistoso ematoma all'occhio, e alla vista di una pistola puntata alla mia nuca andò, all'arrivo due salirono con noi, uno davanti accanto a mio marito che guidava, uno accanto a me, dietro, altri due che ci seguivano con la moto.
Avevo una pistola puntata al fianco, mio marito un altra al suo, continuavo a piangere e scongiurarli di lasciarci in pace, quello che si sentiva alla televisione si stava avverando sotto i nostri occhi, il peggiore degli incubi si stava materializzando, sono sensazioni che non augurerei a nessuno di provare, e tra un gira di qua e un gira di la ci portarono in un casolare fuori città, dove ci fecero scendere.
Era una casa che apparentemente sembrava disabitata, in piena campagna, sentivo dei cani abbaiare e dei cavalli nitrire, scendemmo, ci perquisirono ancora una volta, poi toccó alla macchina, trovarono le valigie, e dai telefoni e documenti non ci misero molto a scoprire chi eravamo e che eravamo benestanti.
Mio marito continuava a dimenarsi, fu così che gli partì un altro cazzotto al fianco che lo fece quasi svenire di quanto era forte, io gli urlavo di lasciarlo cosa volessero da noi...uno mi rispose avvicinandosi al mio orecchio: '' SECONDO TE PERCHÉ SIETE QUI?'' Sappiamo chi siete adesso...a quelle parole non seppi darmi una risposta...
Ci prendevano in giro dicendoci che la nostra vacanza l'avremmo passata li con loro e che ci saremmo divertiti di più, io ingenuamente gli dissi che non potevamo che il portiere di un albergo ci aspettava, che avevamo prenotato una camera, due dei ragazzi presero allora mio marito e lo portarono in città mentre altri due rimasero con me, in mente mi scorrevano tutte le immagini che avevo visto in tv, era tutto vero pensavo, avevo una paura fottuta, credevo di non riuscire a venire fuori da quella situazione, mi stavo rassegnando.
Mi prendevano in giro smanettando i nostri telefoni, c'erano le nostre pagine Facebook e di altri social, le nostre foto private, alcune anche abbastanza compromettenti, foto che ci scambiavamo qualche volta con mio marito quando eravamo lontani.
Era oramai notte fonda quando tornarono gli altri con mio marito, uno si avvicinò a me mostrando le mostre foto osé, dicendomi: '' CHE NE DICI SE QUESTE FOTO LE METTIAMO SU FACEBOOK?''
Gli implorai in ginocchio e piangendo di non farlo ci avrebbero rovinati, anche moralmente, i colleghi gli amici e i conoscenti, anche alcuni clienti erano amici su Facebook, gli dissi che avrei fatto tutti quello che volevano ma di lasciarci in pace.
A quelle parole mi si avvicinò uno loro è mi disse: ECCO BRAVA HAI CAPITO ADESSO, fai divertire un po' anche noi... Mio marito urlava e si dimenava mentre due lo tenevano fermo, mi urlava di non farlo, non volevo farlo mi facevano schifo quei tipi che odoravano di sudore marcio misto al tabacco...di così che gli puntarono un coltello alla gola... Gli urlai sempre piangendo di lasciarlo che avrei fatto quello che volevano ad una condizione però, che mio marito non vedesse e venisse lasciato in pace, lo portarono in un altra stanza legato ed imbavagliato, chiusero col lucchetto la porta in ferro e tornarono...gli dissi cosa avrei dovuto fare per lasciarci in pace, mi rispose il capo del gruppo credo dicendomi di fare la Troia come nelle foto, chiesi se avrei dovuto spogliarmi, mi rispose avvicinandosi ancora una volta, di non piangere perché avrebbero voluto anche loro delle foto di me, continuavo a non capire, così sempre lui mi disse di andare a farmi bella come quando esco con mio marito, mi porsero le valige e disse : ecco qui hai tutto l'occorrente, li c'è il bagno, quando esci ti vogliamo vedere fresca, sexy e profumata, e spera di piacerci perché già tu è tuo marito avete rotto i coglioni o domani vi direte ciao ciao... Fui colta da un mancamento.
Vista l'ora anche loro decisero di andare a dormire, così presero mi marito dalla stanza e me è ci fecero scendere in un buco proprio dietro la casa, sotto il fienile dove tenevano alcuni cavalli, con una scala mobile in legno che mettevano e toglievano all'occorrenza, sembrava un pozzo, ma non lo era,era una grande stanza scavata sotto la casa, sembrava fosse stato scavato apposta, talmente eravamo stanchi e spossati che non opponemmo resistenza alla discesa, era buio, non c'era luce, solo qualche spiffero ai lati del tetto giusto per fare entrare un po' d'aria e non morire soffocati, il tetto era alto abbastanza da non poterlo raggiungere, se provavi ad arrampicanti le pareti crollavano, era fatte di terra da giardino ed era pieno di insetti e animaletti vari... Ci diedero qualche bottiglia d'acqua ci dissero che sarebbero tornati domani, così chiusero la botola e andarono, sembrava proprio un posto collaudato per sequestri o sparizioni misteriose, praticamente sepolti sotto terra chissà dove,eravamo stravolti, senza forze nemmeno per guardarci, non potevo credere stesse ci stesse accadendo tutto questo, nella vita non ci eravamo mai fatto mancare niente, avevamo tutti i confort ed ora dove mi ritrovavo!!!! Ci addormentammo senza essere nemmeno coscienti per lo stremo delle forza, fino a quando fummo svegliati da un botto, la botola si aprì, e calarono la scala intimandoci di risalire, avevamo dormito per tutto il giorno quasi, mi sentivo a pezzi lo stesso, notai che i ragazzi che ci avevano portato li stavano dietro ad un altra persona, sembrava proprio un boss, i ragazzi avevano timore e gli facevano tutte le riverenze del caso, aveva un sigaro in bocca che puzzava tremendamente, ci guardò e ci disse se avevamo fame, risposi di si, mi chiese cosa avremmo voluto per cena, guardai miei marito che ricambió lo sguardo, gli risposi qualsiasi cosa, intimó a uno dei due di andare a prendere qualcosa da mangiare, gli diede una banconota e andò poi si giro verso di noi è ci disse: fate proprio schifo andate a farvi una doccia indicando mio marito per prima e pulitevi per bene, a me sussurrò all'orecchio la stessa frase del ragazzo: FATTI BELLA E SEXY COME PER TUO MARITO.
Mio marito si lavó ed uscì dal bagno, adesso toccava a me, per quanto possa essere una cascina di campagna apparentemente disabitata, almeno c'era acqua pulita, c'era un bagno ed una doccia, ero putrida dalla notte passata in quel buco, ero sporca e mi sentivo sporca dentro e fuori anche se non avevo ancora fatto nulla di compromettente, presi la mia valigia, e mi avviai verso la doccia, mi afferró per un braccio l'uomo col sigaro, il boss, mi diede una pacca al culo e mi disse: non ci mettere troppo, sbrigati che stiamo aspettando tutti a te...E ricorda fatti bella, continuai a camminare verso il bagno, feci la doccia, mi lavai i capelli, mi pettinai e mi truccai con un leggerissimo trucco, mi passai la crema sul corpo, indossai un vestitino estivo leggero, colorato, bianco arancio e nero, molto estivo, con delle bretelline sottili sulle spalle, aderente in vita e aperto sotto che arrivava a metà coscia, indossai una mutanda brasiliana bianca in pizzo e reggiseno coordinato, quello che usavo per le occasioni speciali, scarpe con la zeppa alta e aperte in tinta col vestito, mi legai i capelli con un elastico facendomi una coda, misi un po' di profumo e uscìi.
Fuori c'era mio marito e gli altri seduti sulla tavola, il boss mi invitó a sedermi accanto a lui per la cena, mangiammo dei panini, niente di che ma eravamo affamati quindi non badammo nemmeno a cosa ci fosse dentro...finita la cena, l'uomo col sigaro, mi porse il mio telefono e a mio marito il suo, ci disse di entrare nelle app della nostra banca per visualizzare il saldo, avevamo due conti separati, e la nostra professione ci portava ad essere benestanti, erano armati, ed avevo paura di morire, lo facemmo, non volevo irritarli, e gli ridammo i telefoni, mi guardò e mi disse: bene la vacanza è ancora lunga per voi, con questo saldo vi siete meritati gli opzional, disse di alzarmi e di venire sulle sue gambe, immaginai cosa stesse per accadermi anche se dentro di me speravo di no, andai e mi sedetti sulle sue gambe, il sigaro emanava una puzza orrenda di tabacco, irrespirabile, cominciò a palparmi, prima i piedi, poi i polpacci per salire sempre su, quando arrivò alle cosce lo bloccai, lui mi guardò per qualche secondo e mi mollò un ceffone in pieno volto, mi disse che per molto meno tanta gente era sparita, gli risposi che lo avevo fatto solo perché volevo fare una richiesta, avrei fatto quello che volevano ma non davanti a mio marito, rispose che non ero in grado di dettare condizioni, devi stare zitta mi disse mollandomi un altro fortissimo ceffone che mi fece quasi svenire, si alzò mi prese per il braccio e mi portò proprio davanti a lui, mi disse adesso facciamo un gioco divertente, prese una pistola a tamburo gli levò tutti i proiettili tranne uno, la diede ad uno dei ragazzi e si sedette proprio accanto a lui, mi disse ogni volta che non mi piaci spareremo un colpo, mio marito era immobile, aveva paura, quanta gente aveva mandato dentro per molto meno, cercai di non piangere, mi inginocchiai davanti a lui, gli abbassai i pantaloncini e le mutande, li poggiai sul tavolo, il suo era un membro più grande di quello di mio marito, era pieno di venature, era sudato, e puzzava peggio del suo sigaro, lo presi in mano, volevo vomitare alla sola vista ma mi trattenni, chiusi gli occhi e cominciai a leccarlo, scesi giù fino alle palle, quando sentii partire un colpo, sobbalzai e chiesi perché, rispose che non gli piacevo perché non gli mettevo abbastanza passione, si vede che lo fai perché costretta e noi non vogliamo costringere nessuno, impegnati di più e forse non vi ammazzo, mi alzai in piedi, cercando di non pensare che mio marito mi stesse guardando, e mi feci scivolare il vestito per terra, rimasi con le mutande reggiseno e le scarpe, non li tolsi volutamente, l'intimo non lasciava quasi niente all'immaginazione, lo baciai sul collo, mi strusciai il culo al suo cazzo oramai turgido e dritto, mi inginocchiai e lo ripresi in bocca fino alla gola quasi da soffocare, sentivo il suo godimento, la sua cappella era venuta tutta fuori, volevo eccitarmi per non sentire troppo dolore, mentre lo facevo cercavo per quanto possibile di immaginare essere in un altra situazione, mi spostai gli slip e me lo misi dentro, una scarica di adrenalina mi attraversò la schiena, continuavo ad andare su e giù, oramai ero bagnata, le sue mani mi stritolavano i seni, continuai a pomparlo fino a quando non sentì che c'era quasi, lo tirai fuori e mi accinsi a succhiarglielo, mi fermò e mi fece appoggiare le mani sul tavolo, si sputò sulle dita e li strofinò sul buco del culo, delicatamente, sentivo due dita sfiorarmi l'ano, li ficcò dentro bruscamente, emanai un urlo di dolore che cercai di far passare per piacere, sentii poggiare la sua cappella ancora umida dei miei umori e con un colpo secco entrò, faceva un male terribile, ebbi la sensazione di perdere sangue, ma cercai di sembrare abbastanza arrapata per evitare un altro sparo, con le mani strinsi forte il tavolo dove ero appoggiata, continuò ad incularmi fino a quando non sentii i ripetuti fiotti di sborra riempirmi il culo, credevo arrivassero fino in gola.
Si sedette un altra volta sulla sedia intimandomi di ripulirglielo per bene, mi girai e lo imboccai come una assatanata ,lo succhiai come si fa con una cannuccia fino a quando non disse basta, mi spinse via e si rivestì...
CONTINUA...
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