Datte nà botta zia Marì(masturbati zia Maria)

di
genere
incesti

Datte nà botta zia Marì
(masturbati zia Maria)
“contiene espressioni e cadenze dialettali pugliesi”
in un piccolo paesino di poche anime della murgia barese, vive Carletto, giovane disoccupato venticinquenne, con pochissima esperienza in fatto di donne; o, per lo meno, non ha mai visto in vita sua il pelo nero delle fighe delle ragazze della sua stessa età; eppure in paese, non è che ce ne siano molte ma, quelle poche che ci sono, hanno tutte(come si dice in gergo dialettale) la fornacella(figa) in fiamme, tanto in fiamme che, quando in paese approdano i militari per le relative esercitazioni di “guerra” sulla murgia, le dolci e facilotte donzelle paesane, non perdono occasione per far conquiste e farsi trombare; ed è anche capitato che qualcuna è rimasta gravida ( come in tammuriata nera).
Carletto da sfogo alle sue pulsioni sessuali, spiando e segandosi come un dannato sua zia Maria, sorella paterna, con la quale vive dopo la prematura dipartita dei suoi genitori, un ancor' piacente donnone settantenne, vedova e senza figli, molto robusta, alta un metro e ottanta, settima di seno un po' scaduto per l'età, capelli corti e grigiastri come i peli della vulva.
Zia Maria, era solita, specie durante le calde ed afose sere d'estate, stravaccarsi sul desolato lettone matrimoniale, come un enorme balena, tutta nuda, con le cosce lardose spudoratamente spalancate, appagando i suoi ancor' ferventi bollori vaginali, a volte sditalinandosi, a volte usando ortaggi come, carote, zucchine ecc. in quanto, non amava i moderni toy's.
In una calda serata d'agosto, Carletto dopo aver cenato in compagnia della zia, rimane ancora un po' sdraiato sul divanetto della sala da pranzo a fumare la sua solita sigaretta prima di andare a dormire nella sua cameretta che si trova al piano di sopra dell'alloggio posto su due livelli; mentre la camera da letto della zia, è ubicata al piano di sotto, poco distante dalla sala da pranzo.
Ad un certo momento, Carletto ode provenire da quella stanza delle strane urla, accompagnate da parole in dialetto, incuriosito, si dirige verso tale luogo, notando che la porta era socchiusa, s'avvicina e vede come al solito, sua zia masturbarsi; ma questa volta con un gambo di fungo.
Alla vista di quella scena, il suo cazzo s'eresse in un battibaleno e, senza farsene accorgere, iniziò a spiare, menandosi una solenne sega.
Intanto, zia Maria: “ahhhh!!! ci jè beell'!!!! mmmmm!!! m' stoc' à mbonn' accam' nà zocc'na puttan'!!!! ahhh!!! Ciccill!! c' stiev' do! Mu avieva sfnnà tutt' ù ciunn'!! ahhh!! ù tariedd', ù tariedd'!! stoc' à sburrà accam' nà troiaaaaa”!!!!!
traduzione(ahhh!! che belloo!! mi sto bagnando come una zoccola, puttana! Ahhhh!! cCiccillo!! riferendosi al defunto marito se eri qui con me, me la dovevi sfondare tutta la figa! Ahhh!!! il gambo del fungo, il gambo del fungo! Ahhhh!! sto sbrodando come una troiaaaaa!!!).

Carletto era lì che si segava al biondo Dio e sussurrava: “dai zia Maria! Che porca che, sei! Ficcati quel gambo fin in fondo all'utero! Umm!! si, zia Maria! Datte nà botta, zia Marìì!! zia marììì!! ahhhh!! zia Mariaaa!!! ohhhh!! sborrroooo!! zia Mariaaaaaaa”!!!!! alla fine urlò, lasciando la sborra sul pavimento, di conseguenza , facendosi scoprire dalla zia, la quale fece finta di nulla, voltandosi di lato, mostrando il suo enorme deretano al nipote, addormentandosi beatamente.
Il mattino seguente, zia presentandosi in cucina, in maniera provocante, indossando una sottana merlettata nera , con sotto un paio di mutande classiche di egual colore, chiese al nipote, senza però rimproverarlo: “buongiorno Carletto! Allora, ti sei divertito ieri sera”!?
Carletto: divertito! Per cosa, zia?
Zia Maria: mm!!gran porcellone, mi sono accorta che, mi spiavi mentre, mi masturbavo! E, come mai, ti ecciti nel vedere me e non vai dalle ragazze della tua stessa età? Sai in paese ce ne son poche e tutte con la figa infuocata, talmente infuocata che, se lo fanno facilmente scaricare dai militari che periodicamente vengono sulla murgia a fare esercitazioni; ed in passato c'è scappata anche qualche gravidanza indesiderata.
Carletto: beh! Ti chiedo umilmente perdono, zia! Ti giuro che non succederà più! Il fatto è che io sono un ragazzo molto timido e, non ho visto mai una ragazza, ti confesso che, da quando sono venuto ha vivere con te, t'ho sempre spiata segretamente perché, sei stata la musa ispiratrice delle mie masturbazioni fin da quando, ero adolescente.
Zia Maria: eh! Devo dedurre che, t'ho fatto godere molto! Visto lo sburro che, hai lasciato sul pavimento.
Carletto: oh! Si zia, mi fa impazzire il tuo corpo mastodontico, le tue cosce lardose, il pelo grigiastro che fuoriesce dal bordo delle mutande e poi, mi fa arrapare la sottana! Si la sottana merlettata nera!
Zia Maria: mmm!! come quella che indosso adesso!? Guardala, t'arrapa vero!? E tocca! Infilami la mano in mezzo alle coscione! Senti il pelo della fregna che, mi esce dal bordo delle mutande! Ti piace eh! Si gioca col ditino sul piripicchio(clitoride) ohhh!!!
Carletto: fantastico zia, il mio cazzo mi sta venendo duro si!
Zia Maria: ascolta facciamo un patto noi due; se, mi prometti che, ti trovi un lavoro e una bella ragazza della tua età, con la quale sposarti oppure andare a convivere, ora, ti faccio fare una sega mentre io mi masturbo un po' con le dita, un po' con la banana; sai, non amo i moderni giocattoli, stanotte ti giuro che, verrai a dormire nel mio lettone, rimasto desolato dopo la perdita di zio Ciccio; e, ti faccio chiavare. Sai per la mia tarda età, non mi rimane molto tempo da vivere ed è da parecchio che, non ho rapporti con altri uomini per un giuramento di fedeltà eterna, fatto a zio sul letto di morte; però, tu sei mio nipote, t'ho cresciuto e mantenuto economicamente con il mio vitalizio fin da quando sono venuti a mancare i tuoi genitori in seguito a quel terribile incidente stradale, tu sei il figlio di mio fratello Vittorio, sangue del mio stesso sangue, fare l'amore con te, non lo considero un tradimento, zio Ciccio da lassù comprenderà.
Dai, tiralo fuori, inizia a farti il trimone, fammi vedere come, ti fai il trimone! Mentre io inizio a sculettare e sollevarmi la sottana!
Carletto: si zia, promesso! Adesso, lo tiro fuori e mi faccio il trimone come dici tu! Si, sollevati la sottana e sculetta come una vecchia zoccola con quelle mutande! Oh! Sii!! adesso sfilatele! Mmm!! girati si, ohh!! datte nà botta, datte nà botta, zia Marìì!!! maraie!! mmm!!!
zia Maria: ti piace, ummm!! guarda come mi faccio il ditalino! T'arrapa vero!? Ciuccia, ciucciami le tette!
Carletto: mmm!! che latteria enorme, zia! Adesso, ficcati la banana nella fregna!
Zia Maria: come desideri! Quando t'arriva, ti lecco tutto lo sburro, gran porcellone! Mmm!! ahhh!! che gran zoccolona che, sono! Sto sburrando come una vecchia vacca svizzera! Sììì!! mmm!!! ahhhhhhhhhhh!!!!!Carletto: si, zia Maria, sto sburrando pure io, si! Zia Maria, ahhh!! zia Maria! Sborrooo!! mmmm!! ohhhh!!!!
zia Maria: mantienitela sulla capocchia che adesso, zietta tua s'inginocchia doverosamente, te la lecca e l'ingoia tutta!
Carletto: sei una donna eccezionale, zietta! Sono sicuro che zio Ciccio, sarà molto felice nella tomba.
Zia Maria: e tu, sei un ragazzo meraviglioso Carletto! Ma, mi prometti che metterai la testa apposto?
Carletto: promesso, baciottolo!
Zia Maria: allora, t'aspetto stasera in camera mia! Cosa vuoi che, indossi?
Carletto: beh! Mi piacerebbe vederti in sottana e parigine nere!
Zia Maria: va bene, porcellone!

la sera, dopo cena, zia e nipote se ne andarono in camera da letto e diedero inizio ad un preliminare ad alto contenuto erotico, tanto eccitante da far scoppiare qualsiasi cazzo anche il più dormiente nei pantaloni.
Zia Maria: allora, porcellone cosa vuoi che, faccia, per farti alzare quel gran pisellone che, ti ritrovi! Uno spogliarello con masturbata di fronte allo specchio, ti andrebbe bene?
Carletto: oh! Fantastico, zietta, fammi vedere come ti levi la sottana, sculettando mm!! sii! E spogliati zia Marì! Fatti il ditalino! Si, cosi! Datte nà botta! Ahhh!! adesso il cazzo, scoppia!
Zia Maria: avvicinati e, sbaciucchiami tutta! Toccami le tette con le mani, si! Cosi! Leccami il collo! Sai, sono una vedova che ha bisogno d'esser consolata, mmm!!! molto consolata! Sii!! avvicina il cazzo al culone! Ohh!! che cazzo duro e grosso che hai! Struscialo, struscialo mentre, mi contorco come una vacca! Ti piacciono le vacche!?
Carletto: si, zietta, mi piacciono le vacche, le lardose, le grasse come te! Ohhh!!
zia Maria: e le ragazze, come ti piacciono le ragazze!? Mi eccita sentirtelo dire!
Carletto: oh! Zietta, robuste, bionde e con la figa pelosa. Ahh! Ma che ventrazzo, che hai! Mmm!!!(toccandole il grosso e grasso ventre).
zia Maria: ohh!! mmm!! aspetta, voglio mostrarti una foto; sai che, mi piace vederti fare il trimone!

Zia, conservava una foto in costume da bagno di Annarita, ragazza ventenne, figlia di Giuseppina, sorella del marito, una bella bionda formosa con quinta misura di reggiseno. La tirò fuori dal cassetto del comò, mostrandola a Carletto.
Zia Maria: vedi questa ragazza, ti piace? È mia nipote Annarita, figlia di mia cognata Seppina.
Carletto: sììì!! che gran figa!
Zia Maria: emm! Che, gli faresti?
Carletto: tutto, gli farei tutto!
Zia Maria: avanti, spogliala, spogliala completamente nuda!, levale il costume e fatti il trimone, porco! Mentre io, mi faccio il ditalino!
Carletto: si, zia, la sto spogliando nuda, sto quasi per sborrare, mmm!! che gran figa! La leccherei tutta! Mmm!! che tette! Si, le tette! Ohh!! si! Sborroooo!!!
zia Maria. Si, sburra sulla foto, sburra sulla foto! Che adesso, ci penso io a fartelo di nuovo riappizzare.
Carletto: ahhhhh!! Annaritaaaaa!!!!
zia Maria: te, bevi un sorso d'amaro pugliese, ti farà bene! Che adesso, zietta tua, ti farà di nuovo alzare la mazza, ficcandosi il gambo del fungo nella sua figa stagionata ed ancora bollente; e poi, te la farà leccare!
Carletto:dai con quel gambo, zia! Ficcatelo tutto dentro, tutto dentro! Ahh! Che delizia, vicino allo specchio!
Dopo aver fatto rieccitare il nipote, masturbandosi con quel gambo di fungo come una spudorata, vecchia, baldracca, Maria si stravacca sul lettone con tutto il peso del suo corpo lardoso come una vacca pronta per la monta, con le cosce scandalosamente aperte e la figa, colante e tutta squascianata(slabbrata), ordinando al nipote …...
zia Maria: avanti, porco! Vieni qua! Leccamela, leccamela come un dannato! Fammi sentire una femmina ancor' pimpante e vogliosa! Mm!! soddisfa le mie voglie!
Carletto: certo, zietta, te la lecco come un porco depravato! E tu, fammi sentire come godi, fammi vedere quanto, sei zoccola e puttana!
Zia Maria: si, sono una vecchia zoccola e puttana, sii!! sai che, zio Ciccio, non me l'aveva mai leccata! Lui, aveva un uccello piccolo, piccolo, me lo metteva solo in figa in maniera tradizionale e nient'altro, manco il culo m'ha fatto! Ohh! Siii!! continua a leccare! Allicca, allicca! Sbraitò in dialetto.
Adesso mi metto a pecora e tu, mi dovrai aprire il culo.
Carletto: certo, zia!
Si mise a novanta gradi come una vecchia scrofa accalorata, con quel mastodontico deretano, ovviamente dilatato per l'età ma con ancora il buco stretto perché, come da lei stessa asserito, nessuno glie lo aveva mai rotto; e, quando il nipote vi appoggiò la punta della capocchia, lei dapprima iniziò ad urlare a squarciagola per il dolore iniziale; poi, quando la capocchia ebbe rotto gli argini e fatto il suo trionfale ingresso nel colon retto, zia Maria, prova un indicibile piacere, iniziando a godere come una pazza, pronunciando frasi in dialetto incomprensibili.
Zia Maria: ahhh!!! cì jè bell' ù c'ddaun' n'gul! Siiin, carlù! Rumbm' ù cùùl! Ahhhh! Fing' ind' à l' visc'r', mù stè a fa s'ndìììì!!! ahhhhh!!!
traduzione(ahhh!! com'è bello, l'uccellone in culo! Si, Carletto, rompimi il culo! Ahhhh!! fin dentro le viscere me lo stai facendo sentire! Ahhhhh!!!!!).
Carletto: oh! Si, zietta, ti piace l'uccellone nel culone! Mmm!! ohhh!! che buco di culo profondo che, hai! Mmmmm!! ahhh!! sto sborrando, sto sborrando!
Zia Maria: si, si, nipote mio! È fantastico! Poi all'improvviso: “Ciccill!! invocando il nome del marito, tu! Nà mù s' rut' ù cul! Ù è fatt' n'pott' ò post' tu! Jè bell' Ciccììì”!!!

traduzione(Ciccillo! Tu, non me lo hai mai rotto il culo! Me lo ha fatto tuo nipote al posto tuo, com'è bello, Ciccillo!).

Carletto: ohh! Zia! Ti piace l'uccellone di Carletto tuo! Mm! Prendilo, prendilo tutto nel culo! Vecchia zoccola! Tieni, te lo do anche un po' nella figa; tieni, bella tieni!
Zia Maria: nooo!! nel culo, mi piace nel culo! Sfunnm ù cul Carlù!(sfondami il culo Carlè!).
Carletto. Si, zia Maria si! Sto sborrando! Sto sborrando!
Zia Maria: sburrami nel culo! Ahh!! mmm!! sìì!! anche un po' sulle chiappe! Sburr...!! mmm!! ahhhh!!!
carletto: sborro, Mariaaaaaaaaa!!!! ohhhh!!!
zia Maria: è stata una serata veramente stupenda, te lo giuro, nipote mio! M'hai fatta ringiovanire di trent'anni, appagando i miei repressi piaceri della carne! Sai, un conto è farlo da sola, un conto è farlo con un uomo vero, per giunta di 45 anni più giovane.
Carletto: anche per me, è stata un esperienza fantastica! Voglio chiederti una gentilezza.
Zia Maria: dimmi, tesoro!
Carletto: quando ne avrò di nuovo voglia, potremmo rifarlo di nuovo!?
Zia Maria: certo! Ma, ricordati che, m'hai fatto una promessa.
Carletto: ti giuro che, la manterrò.

Gli incontri fra zia Maria e Carletto, continuarono per un po' di tempo, finché un giorno maledetto, zietta s'ammala di un terribile cancro che, la porta via in pochi mesi. Carletto, ricordandosi della promessa, riuscì ad onorarla, andando a convivere con Chiara, una bellissima ragazza ventottenne che, faceva al caso suo, grassa(150 chili), bionda, nona di seno; conosciuta in paese, anch'ella molto timida, infatti era ancora vergine. Nel frattempo, s'era trovato un lavoro come panettiere in un panificio di una cittadina limitrofa.
Nonostante tutto, nella mente di Carletto, era rimasto impresso il ricordo dell'anziana zia e, delle spiate e solenni scopate fatte insieme a lei; ed ogni tanto, rimembrando il passato qualche sega ci scappava.
Fine
cronologia
significato di alcuni termini e cadenze dialettali pugliesi
trimone= farsi una sega, sega, masturbarsi
c'ddaun'(dialetto andriese =uccellone, uccello grosso.
Riappizzare= farlo rivenir duro, rizzare.
Sburro= sperma, spermare.
Squascianata= slabbrata, aperta al massimo.
Fornacella = brace, nel nostro caso è riferita alla figa.
Tariedd' =gambo del fungo.
Seppina = diminutivo di Giuseppina.
Mantienitela sulla capocchia =mantienila sulla cappella.
Ciccillo =diminutivo di Francesco.
La storia è completamente inventata, nata dalla fantasia dell'autore, pertantoogni riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale.
Mimmo L scrittore hard production
e -maill: scrittorehardproduct@tiscali.it







scritto il
2013-08-03
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