Incredibilmente Sabrina 4

di
genere
zoofilia

Un'altra settimana da ebete. La mente immersa letteralmente in brodo di giuggiole.
Ora che è passato tanto tempo a pensarci bene chissà cosa darei per immergere la mia mente in quel brodo di vita vera.
Non è che pensi che la vita che hai condotto fino a quel momento non sia vita vera, ma quando provi emozioni che non hai mai provato senti per davvero che ti sei perso qualcosa di bello.
Il fatto e che a quel tempo non sapevo ancora cosa mi dovesse capitare e quello che mi apprestavo a vivere non era niente in confronto alla bellezza del sentimento che stavo provando.
Mi vedevo dietro una coltre di fumo. Da un lato la società benpensante, quella che ti dice cosa devi fare e come lo devi fare. Cosa è giusto e cosa è sbagliato. Questo era il mio dilemma. Padre di figli e uomo che sognava di fare l'amore con una ragazza giovane, carina e soprattutto bona. E mi domandavo, in fondo perché era considerato peccato. Mi chiedevo, se provo cose così belle perché poi devo provare sensi di colpa?
Per chi ha vissuto una vita moralmente in ordine, non è facile, e nemmeno per me che mi occupavo a tempo pieno della monta del pastore tedesco di mio nonno. Era normale che cani si accoppiassero tra loro, ma un certo effetto lo faceva anche a me che vedevo la mia bella maZza crescere dentro i pantaloni. Era normale.
Intanto non facevo altro che pensare a lei.
La volevo.
La desideravo.
Mi facevo fesso nel dire che sarei andato al parco, come facevo da sempre.
Quel parco non era più lo stesso.
Ma quel giorno lei venne.
Era strafiga.
Aveva un pantaloncino corto, di quelli che ti fanno vedere il muscolo dell'attaccatura delle Gambe. La "pacca", diciamo a Napoli e sognavo a occhi chiusi.
- Sig. Vanni, si sente bene - mi disse avvicinandomi.
- Ciao Sabrina, si mi sento bene ma stanotte non ho dormito.
-Perché? è successo qualcosa?
E' da un po' di tempo che mi capita. La notte c'è un cane che mi entra in testa e i suoi ululati non fanno altro che tenermi sveglio.
Lei mi dava spago, aveva capito che ero imbarazzato e che non sapevo come fare per andare oltre. A volte basta una parola per scherzo ed entri in un altro contesto. Ma quella parola non riuscivo a trovarla. Ero triste e lei sentiva il mio stato d'animo.
- Sig. Vanni, ho tentato di portare il cagnone sulla spiaggia ma poi ho optato per lo studio. Devo dare un esame tra breve e proprio non riesco a trovare il tempo. E devo dirle che tutto il tempo che riesco a trovare è portare il cane qui al Parco Virgiliano. Di più non riesco a fare.
- Comunque non è poco - le dissi.
- Posso confidarle una cosa?
- Sabrina, puoi confidarti tutto quello che vuoi, potrei essere tuo padre - mi venne spontaneo dirle.
- Non dica così. Io la vedo come una bella persona e soprattutto come una persona amica, non certo come mio padre.
Cosa mi voleva dire Sabrina con quelle parole?

Continua...

Chi lo desidera può scrivermi a: amico_complice@yahoo.it
scritto il
2013-09-02
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